L'ho dato al mio cognatino

Scritto da , il 2017-05-19, genere gay

Il mio futuro cognato, Marco, è un ragazzo meraviglioso. Fisico asciutto e molto curato. Una bocca a cuore, con labbra carnose, gamba e coscia lunga. Un lato B che sembra scolpito da uno scultore. L’ho visto nudo tempo fa nello spogliatoio a mare: che pendolino da sballo! Ho pensato subito a mia sorella: fortunata lei che lo sentirà, prima o poi, se già non è successo, dentro di se! Marco si è accorto di come lo guardavo e sorridendo dice: “bello, si?” E se lo accarezzava, guardando il mio pendolo già dritto: “Anche tu non scherzi!” Battute da giovanotti apparentemente normali ma maliziosi. La cosa, quel giorno, è finita la. Ho pensato: “chissà se ci rivedremo, soli e nudi, uno difronte all’altro.” Da quel momento ho sempre pensato a Marco. Immaginandolo come lo avevo ammirato mi sono anche masturbato sino al piacere. Mi piace dopo una sega leccare il mio sperme e facendolo ho anche pensato: sarà dolce anche la sborra di Marco? L’altro giorno il nostro incontro. Non programmato, ma casuale. I miei e mia sorella erano in gita a Napoli. Io ho dovuto rinunziare con la scusa di impegni sportivi inderogabili. Gli impegni erano soltanto una scusa per poter restare solo in casa e invitare un mio amichetto con il quale giochiamo spesso sul letto ore e ore nudi e vogliosi di penetrarci a vicenda. Mi piace essere passivo quando posso prendere nel mio bel culetto un pisellone. Iella maledetta: Ginetto è andato in gita con altri amici e mi ha dato buca. Una serata sprecata da salvare sessualmente in qualche modo. Non ho un gran giro, anzi con pochissimi ho relazioni intime. Quasi tutti uomini di una certa età, sicuri e tranquilli ma non disponibili a concedermi notti folle. Tutti sposati. La soluzione farmi seghe a ripetizione e masturbare il buchetto con il vibratore. Ero già pronto nudo nella mia cameretta dinanzi allo specchio in fase di accarezzamento del pene ed un ditalino nel culo. Non ho una iaculazione precoce anzi riesco a masturbarmi a lungo prima di buttar fuori sborra. Una lunga scampanellata di citofono. Sospendo le manovre segantine e vado a rispondere. “Sono io, posso salire?” Riconosco la voce,è Marco. Anche lui da quanto ero a conoscenza non era anato con mia sorella e i miei a Napoli per motivi di lavoro. “Sali!” Apro la porta e mi chiedo: “che vorràa mai a quest’ora insolita. Mi illudo che possa essere venuto da me per combinare qualcosa. Forse un seguito a quanto era iniziato nello spogliatoio a mare? Magari! Di proposito resto nudo. Entra, chiude la porta alle sue spalle e non perde tempo. Ci abbraciamo e Marco cerca subito la mia bocca, non faccio resistenza. Restiamo in piedi alcuni minuti in silenzio.Gli accarezzo il viso, i capelli, ci baciamo ancora e una sua mano mi accarezza il pene. Lo prendo per mano e ci rifuggiamo nella mia stanza. Faccio finta di essere stupito di quanto sta accadendo: “Marco, che ci succede?”. Mentre velocizza nello spogliarsi risponde: “lo sai bene quanto me:ci desideriamo.L’ho capito quel giorno ma non ho avuto il coraggio di dirtelo prima.Stasera non ho resistito.” Ci ritroviamo nudi entrambi sul letto. Io sotto, lui sopra di me. Il suo pene grosso lo sento sul mio ventre. E’ bagnato d’umore. Mi bacia, mi lecca il petto, mi accarezza e poi succhia i miei capezzoli turgidi. Ci ribaltiamo. Prima gli sto un po’ sopra il suo corpo, poi scendo e mi impossesso del suo pisellone. Lo bacio, lo scapocchio e la cappella la la lecco. Gli faccio il primo pompino Marco geme dal piacere. Mi mette un dito nel culo e mi stuzzica. Lo faccio sborrare in bocca. Meraviglioso. Ma voglio di più ora che Marco è mio non lo mollo. Dal comodino prendo una scatola di profilattici, gli e la porgo e gli chiedo:Come vuoi mettermi? Mi mette alla pecorina e comincia con lentezza a leccarmi l’orifizio del culetto e con una mano prende il mio pene e lo masturba. Mi chiede se sono pronto a prendere il suo pisellone dentro di me. Sono pronto. Gli sussurro: fai piano, non farmi male, entra delicatamente. Un colpo secco ed è dentro di me. Mi muovo e lui spinge e continua a masturbarmi. Un lamento mi avverte che Marco sta per godere: si,siiiiii, dai muoviti, vengooo. Sculetto come posso e mi sento inondare di liquido. Sento che sta per tirare via dal culo il suo pisello, gli ruido:restami dentro, dai fammi godere. Mi fa una sega e sborro anche io. Ci mettiamo supini prendendoci per mano. Marco mi dice: “è stato bello. Ma non è finita qui. Adesso un riposino e poi voglio averti dentro di me. Dieci minuti di sosta. Riprendiamo a giocare di bocca. Marco lecca meravigliosamente. Mi fa diventare teso il pene. Mi infilo anche io il profilattico. Facciamo una nuova posizione lui sta sotto divarica le gambe mi offre il suo culo. Gli e lo accarezzo, gli e lo bacioi, lo stuzzico con la punta della lingua e Marco si lamenta, lo vuole sentire dentro il mio pene. Gli allargo il buco e infilo e pompo a stantuffo. Bellssimo. Provo una emozione mai avuta con altri partner. Spingo e mi allontano,spingo e mi allontano. Marco mi accarezza la schiena, vuole baci mentre lo pompo. Mi sollecita a godere: “dai viene, vieni, sta arrivando anche io, daiiii. Spingo forte. Veniamo insieme. Ci abbracciamo il suo pisello scola gocce di sborra il mio anche io lecco il suo e lui ricambia leccando il mio. Ci riposiamo senza parlare, sotto le lenzuola. Marco mi chiede: “sarà il nostro segreto. Lo rifaremo ancora. Questa notte e poi tante altre notti. Ci apparteniamo.” Ho solo la forza di rispondere: “Si. Ti voglio ancora, adesso”. Ci scopriamo e la mia bocca trova la sua pronta. Mi ribalta, si abbassa all’altezza del mio pene e mi spompina. Mi fa godere. Ci rifuggiamo nel box della doccia e soto il getto tiepido dell’acqua cerco il suo cazzo lo prendo in bocca gli tiro un altro pompino. Poi ci facciamo una sega a vicenda metre ci baciamo. Le ultime gocce di sborra si perdono portate via dall’acqua. Di nuovo a letto, stanchi, sfiniti. Ci addormentiamo abbracciati. I nostri piselli si baciano e noi dormiamo. Al mattino ci svegliamo ancora con tanta voglia di possederci ma rimandiamo alla serata. E così per tre notti provando tante altre emozioni. Persino i pompini con gli uccelli intinti nel miele. I nostri corpi li abbiamo anche reciprocamente pisciati. Ci lasciamo con la promessa di trovare per noi al più presto una nuova occasione per vivere il nostro segreto. Che ancora vive.

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