L'Arbitro Donna CAP 1 Gli Inizi

Scritto da , il 2017-05-15, genere etero

Ci pensa mai qualcuno all'arbitro ? A quella persona senza la quale il gioco del calcio non potrebbe esistere , a colui che tiene le redini del gioco , che fa rispettare il regolamento, che continuamente viene insultato, colpevolizzato, solamente perché fa il suo dovere. Certo, essere arbitro è difficile, essere donna è pure difficile, essere un arbitro donna è infernale. Io però non mi sono mai creata troppi problemi, fin da bambina ho amato il calcio e amo l'idea di rendermi partecipe a questo sport. Sarà pure che sono bastarda geneticamente , propensa al comando , non ci sono santi che tengono io il cartellino lo esco senza remore. Si inizia dalle basse categorie giovanili , dove tifosi non ce ne sono , al massimo sono presenti i genitori dei giocatori. Ed è proprio in un ambiente così raccolto che si sentono distinte le urla dagli spalti e si distingue il levarsi di parole come " datti alla cucina " o peggio ancora " troia ". Ma a me non ha mai dato fastidio , in fondo troia lo sono veramente, la sfacciataggine non è un difetto ma un pregio.

La mia avventura cominciò a diciotto anni nella categoria allievi , andavo a lezione e studiavo durante la settimana e mi sfogavo nel weekend arbitrando, spesso per raggiungere gli stadi ottenevo un passaggio dall'osservatore , colui che avrebbe dovuto valutare il mio lavoro. Ed ero proprio con lui in una sera di maggio, di ritorno verso casa da un campo di un paesino sperduto di provincia. Era stata una giornataccia, avrei dovuto uscire di più I cartellini, non ho chiamato un fuorigioco evidentemente e ancora più evidente era un tocco di mano in aria di rigore che proprio non avevo visto. Stavamo parlando di questo mentre mesta mi assortivo nei miei pensieri.

" Adesso dovrò darti un brutto voto, peccato , hai arbitrato bene per tutta la stagione , avresti potuto avanzare di categoria."
Non rispondevo, afflitta osservavo l'asfalto scorrere come un fiume davanti a noi mentre il cielo si imbruniva.
Cazzo mi sarebbe piaciuto arbitrare gli juniores e lui lo sapeva ed è per questo che agí in questa maniera.

" Certamente il mio giudizio potrà cambiare da adesso fino a stasera, non pensi? "
Detto questo cominció ad accarezzarmi la coscia guidando con una sola mano. Chiusi gli occhi , nella testa vorticavano strani pensieri. La sua mano piano piano si alzó, raggiungendo il mio seno. A mano aperto mi palpò la tetta sinistra.
" Ovviamente c'è qualcosa , sai , che tu potresti fare per me ". Questo comporta essere donna in un ambiente quasi completamente maschile.
Io trasalì, lui era un po' più vecchio di me ma oggettivamente era un bell'uomo , non sarebbe stato male andare con lui.
" Rimetti le mani sul volante , non vorrai ammazzarci ".
Si mostrò indispettito per il mio apparente rifiuto ma la sua espressione cambiò quando vide che stavo giá raccogliendo i miei capelli mori in una coda.

Mi avventai sul suo pube , baciai prima sui pantaloni , poi li slacciai , liberando il suo membro semiduro. Insomma, mi aspettavo di più, ma mi accontentai. La velocità dell'auto aumentava proporzionalmente al ritmo della mia bocca.
" Ehy vai piano, non vorrai farci ammazzare " mi disse con aria provocatoria. La mia mano sulla base del suo cazzo si muoveva lesta su ed in giù, mentre continuavo a spompinarlo ricoprendo interamente la porzione libera. Il cielo era già diventato scuro mentre io ad occhi chiusi gli stavo succhiando il cazzo. Aveva raggiunto grazie ai miei tocchi la piena erezione quando fermò la macchina ed accostò.
" Scendi " mi ordinò.
Scese anche lui , mi raggiunse dall'altro lato e aprí la portiera.
Era indemoniato, mi tirò su con forza e con i movimenti mi spinse a piegarmi a novanta. Io lo agevolai e mi calai i pantaloni mostrandogli la mia vagina ed il mio ano. Entro con poca delicatezza , la mia vagina non era perfettamente lubrificata e un po' bruciava. Ogni affondo mi allargava ed il membro trovava sempre di più il suo spazio. Per fortuna prima l'avevo lubrificato bene con la bocca. Mi stavo lasciando andare e lui stava cominciando a darci dentro. Lui mi teneva strettissima per i fianchi e preso dalla foga mi scopava in maniera animalesca. Per fortuna la strada in quel momento era poco trafficata. Dopo venti minuti lui aveva già il fiatone. Certo , mi sarei aspettata di più. Costretta dalle circostanze decisi di alzare il volume della mia voce per fingere interesse. Lo vedevo scoparmi da dietro attraverso il suo riflesso sul finestrino di fronte a me. Ad un certo punto lo sento uscire , successivamente sento delle gocce cadermi sul di dietro.
" Sta piovendo ?"
" No perchè ? "
" Ho sentito dell'acqua cadermi sul sedere "
" É il mio sperma "
" Ah ".
Che stupida , giustamente l'acqua piovana non é così calda e densa. Proseguimmo il viaggio come se niente fosse successo, in me vi era una soddisfazione mentale e non fisica, senz'altro avevamo ottenuto entrambi qualcosa. Arrivammo, lo salutai con una bacio sulla guancia e scesi dalla macchina. Entrando a casa mi aspettava una sorpresa:
" Ciao amore, è andata bene la partita ? "
" Sí, la prossima stagione arbitrerò in juniores ".
I fatti accaduti quel pomeriggio non li conoscerà mai.

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