Tamara, la supergang con oltre 70 maschi. Capitolo ventesimo

di
genere
tradimenti

Dopo le ultime avventure desideravo che mia moglie Tamara provasse una esperienza estrema. Fare sesso con decine di uomini. Tramite web scoprii un club per scambisti, in un'altra regione. Contattai il gestore e raccontai quali erano le mie esigenze. Ugo comprese subito e mi invitò ad andarlo a trovare. In uno dei miei viaggi lo raggiunsi e mi sincerai della situazione. Lui, un uomo di oltre sessanta anni, capelli bianchi, corporatura tozza ma cordiale e disponibile. Le feci vedere le foto di mia moglie. Restò sorpreso da quel faccino ingenuo e per bene. Una donnina bella, bionda, con la pelle chiara, di statura minuta. Stentò a credere che sarebbe stata disposta ad entrare in un club per scambisti. Tornato a casa ne parlai con Tamara. Le dissi che era un bel posto e che li potevamo provare una nuova esperienza. Un fine settimana raggiungemmo il club, arrivando prima di tutti, il tempo di conoscere Ugo, che la tranquillizzò. Ci invitò a restare, per quella sera, ci sarebbero stati alcuni spogliarelli, un po di musica e se qualcuno voleva appartarsi poteva farlo liberamente, con il proprio uomo o con altri. Nel salone principale, si beveva, si guardava un po in giro. Eravamo tre coppie, una donna sola ed una decina di maschi. Due coppie si dispersero nelle stanze vicine al salone ed i maschietti le raggiungevano, per partecipare ai giochi sessuali.
Con Ugo ci eravamo accordati per il giorno seguente che veniva di sabato. Tamara era preparata per una gang con una decina di persone. In realtà, lui si riservò la possibilità che ci potesse essere qualcuno in più, dato che aveva fatto tanti inviti. L'entrata al club, per quel sabato, costava 100 euro. Io chiesi un rimborso spese per il nostro viaggio, almeno 20 euro per ogni partecipante. D'altro canto la star era Tamara. Lui fu d'accordo. Bevemmo qualcosa. Ugo, il proprietario del locale, simpatizzo con Tamara, voleva scoparla, si capiva subito. Tamara notò la sua età e scoprì che lui aveva 70 anni. Lei non era mai stata con una persona così anziana, anche se attratta dagli uomini più grandi. L'avevo fatta vestire per l'occasione, tacco 12, calze a rete autoreggenti, gonna con spacco, giubetto e soprabito. Visino da barbie capelli biondi ed ondulati, chiunque in quella situazione se la sarebbe voluta fare. I pochi maschietti presenti nel locale sbavavano, ma non era disponibile per loro. Ugo ci invitò nel proprio ufficio all'interno del locale. Ci offrì del fumo. Accettammo e fece il suo effetto, mettendoci allegria e disinibendoci totalmente. Io seduto su una poltrona, loro vicini nel divano, comincio a palpeggiarla. Via il giubetto, restò con il reggiseno in pizzo mezza coppa, Lui si lancio sui seni perfetti. Lei ormai esperta, cercava il suo uccello, abbassandogli la cerniera dei pantaloni, ed infilandovi la mano. Il vecchietto, ma in buona forma, abbassava i pantaloni, e mettendosi davanti a lei offriva il cazzo. Lei lo segava ma non lo imboccava, chiese il preservativo. Lui prontamente lo prese e così gli praticò un pompino con preservativo. Qualche minuto, le toglie la gonna e le mutande, lei resta con le calze a rete autoreggenti e comincia a scoparla sul divano. Io mi avvicino per farle compagnia e nel frattempo mi faccio praticare un pompino. Nel frattempo Ugo, la prende a pecorina, di lato, a cosce all'aria, insomma con il suo cazzo normale ma resistente e dritto riesce a scoparla per bene facendola venire almeno tre volte. Il vecchietto era veramente instancabile durò almeno un'ora. Alla fine si strappò il preservativo dal cazzo e venne sul suo corpo, però con schizzi davvero modesti. Ci rivestimmo e andammo via. L'appuntamento era rinviato alla sera seguente, per la festa gangbang. Il giorno dopo, con Tamara, passammo una bella giornata in una zona balneare, visitando interessanti luoghi turistici, ma anche pranzando in un locale davvero piacevole. La sera ci preparammo per ritornare al club. Volevo che uscisse preparata psicologicamente anche nel modo di vestire, per questo pretesi che si agghindasse come una troia. Prima di entrare in bagno, le praticai un clistere profondo, un litro con cannula lunga per pulirla per bene. Le preparai il completino composto da una sorta di maglia aderente e calze autoreggenti, entrambi a rete, con piccole decorazioni, di colore blu. Sotto il catsuit solo reggiseno mezza coppa, che lasciava scoperti i capezzoli e le mutande, praticamente pretesi che uscisse quasi nuda. Insomma, per essere più chiaro, sul busto, una sorta di calza maglia e seno nudo, sorretto dal reggiseno mezza-coppa. Sotto solo le calze a rete e mutande in pizzo. Senza gonna, senza pantaloni. Per coprirla, un soprabito appena sotto l'inizio dell'autoreggente. Tutta in colore blu. Scarpe a spillo tacco 12. Più porca di così è raro. Lei accettò anche se un po preoccupata per qualche imprevisto per strada. Se ci avesse fermato una pattuglia, la salvava solo il soprabito e mica tanto....
Arrivammo puntualmente al club scambista, pretendemmo di indossare le maschere. La sua lasciava ben visibile la bocca ed i capelli. Nel locale era stato predisposto una sorta di pannello con un buco nel centro, fatto apposta per entrarvi il corpo. La donna si adagiava su una lettiga e fuoriuscivano solo le gambe ed il busto. La lei si poteva prendere a pecorina, con gambe a terra, oppure girarla con gambe in su. La lei non poteva vedere da chi veniva scopata, ma neanche i maschi potevano vederla in viso. Al massimo, dal buco, potevano entrare le mani per toccarle i seni.
Fu dato l'avvio al gioco, per l'occasione Ugo aveva fatto buona pubblicità e nel club si erano accampati una quindicina di maschi di varia età, dai 20 ai 70 anni. Altri arrivarono nel corso della serata. Lei era ben sistemata nella stanza, la sua testa ed il suo busto nascosto all'interno del pannello appoggiati sulla lettiga, si vedevano solo le sue gambe ed il culo a pecorina. Attendeva impaziente l'inizio del gioco. Pensava che l'avrebbero penetrata in pochi, ancora non poteva immaginare che alla fine saremmo stati in sessantatre: tanti ne ho contati. Avevo preparato un paio di litri di lubrificante, lo cospargo nel suo culo e nella sua figa. I maschi cominciano ad entrare nella stanza, io sono mascherato, all'inizio forse, li intimidisco un po, ma la presenza di quel culetto bianco sopra gambe perfette addobbate con calze autoreggenti, li incoraggia all'eccitazione. Si comincia con la penetrazione in figa. Il primo.... il secondo.... lubrificante.... il terzo..... lubrificante.... il quarto..... lubrificante.... erano tanti ed ognuno di loro aveva diritto a poco tempo, qualcuno durava un minuto altri anche 5…. sono certo che lei non si era ancora resa conto di quanti fossero..... il quinto.... il sesto.... il settimo..... arrivati ad una ventina era da un'ora che lei scopava ininterrottamente, cazzi piccoli, medi grossi.... ora cominciava a distinguere e capire.... altro cazzo dentro....«il culo!» esclamai . Cospargo per bene di lubrificante lo spingo dentro con le dita..... decido di iniziare bene, spaccandola subito, scelgo uno con un cazzo corto ma grosso, lo invito a penetrarla nel culo, ventuno, ventidue, ventitre, vetiquattro, alcuni di loro venivano, altri poveretti non riuscivano. C'è confusione, via il pannello, lei scoperta, apparendo a tutti nella sua bontà, con le giuste forme, i capelli biondi e ondulati, la pelle soffice e velata, il seno bianco e dolcissimo. E' ancora con la mascherina in viso. Cazzo in bocca, tra le mani, ovunque, cerca di accontentare tutti, molti le afferrano i seni, godono della perfetta consistenza. Ne conto quaranta, ormai e da due ore e passa che la spaccano, lei cominciava ad essere stanca, Le propongo una sigaretta. La inganno, chiedo ad Ugo una di quelle sigarette che preparava lui, con del buon fumo. In quella situazione ne aveva bisogno. Accendo la sigaretta, la passo, i ragazzi possono imbracciare le sue gambe, in alto, sulle spalle e scoparla come una troia, mentre si fa la sua canna. Il fumo la stordisce, ormai è persa, in godimenti e spasmi, 50, 60, fino a 63 maschi, compreso me, la scopiamo in figa o nel culo a nostro piacimento, alcuni tornano due, anche tre volte, i ragazzi vengono, chi nel preservativo, chi lo toglie e spruzza a terra. Tutti cercano la sua bocca, le sue mani, ma lei è sfinita. Puzza dirompente, sembravamo in un porcile. Lei non non può reagire, quasi addormentata e si continua a scoparla come una troia, la inondiamo di lubrificante e via. Penetrata almeno un centinaio di volte per tre minuti di media ciascuno. Non so come, cominciammo verso le 9 ed erano le due e un quarto del mattino. Era stata fottuta per oltre cinque ore. Alla fine molti benivano su di lei, era fradicia di sperma, nel corpo e nei capelli. I ragazzi si ricaricavano e alcuni volevano rientrare ma con l'aiuto di Ugo e di un paio di body guard, riuscimmo a contenerli. Tamara era sveglia ma non reagiva, aveva goduto troppo in tutte le posizioni. Dentro quella sorta di glory hole corporale, da cui alla fine era stata tirata anche fuori, con la sua privacy, difesa dalla sola mascherina. Era stata presta a pecorina, di fianco, a cosce all'aria, in tutte le posizioni. 63 maschi, alcuni erano l'avevano posseduta anche due o tre volte, riuscii a contare un centinaio di penetrazioni. Fradicia di sperma. Ciò che mi stupì fu la sua capacita di ricevere cazzi ma anche l'istinto animalesco dei maschi, di tutte le età alcuni perfino vecchi, che senza alcun ritegno e pietà la scopavano. Quel corpicino bianco, delicatamente lentigginoso, quella quarantenne dolcissima, con capelli biondi ed occhi azzurri, aveva soddisfatto una marea di porci. Con Ugo la sollevammo dalla lettiga e l'appoggiamo su un divano.«Mi sta facendo tutto male» ebbe la forza di dire.«Amore ti sei presa 63 cazzi per 100 volte, certo che ti fa male», risposi. .«Come 100, che dici?» Rispose Tamara.«te l'hanno ficcato 63 maschi, compreso io, alcuni anche due o tre volte, sei stata una grande troia».«ancora presa dal fumo, risponde:«si è vero sono stata una porca, merito una punizione» .Nel delirio saliva il suo bisogno di sottomissione..... Ugo ci invitò ancora una volta nel suo ufficio, che era una dependance del locale. Le ordinai di lavarsi:«vai nella doccia troia, che ancora ti cola lo sperma dai capelli». Obbedì e si lavò. Dopo una decina di minuti, usci con una tovaglietta in testa e in accappatoio. La puttana non aveva capito niente, ancora non era finita. La denundo nuovamente, ora è bella profumata, la faccio mettere a pecorina appoggiata sulla scrivania, mi tolgo la cinta dai pantaloni e la colpisco per cinque volte. Lei si perde in un misto di dolore e godimento. Guardo Ugo e gli dico di scoparla senza preservativo, se vuole. Non perde tempo, la fa inginiocchiare le infila il cazzo in bocca, sino alla gola, senza neanche averlo lavato, puzzolente di piscio, si fa fare un bel pompino, la fa mettere a pecorina, uno sputo nel culo e la penetra come una troia. Una decina di minuti e lo faccio fermare, gli dico «siediti sulla scrivania e mettila su di te, a cavalcioni» Lui accetta ed ora e stirato sulla scrivania con le gambe a penzoloni, lei sopra di lui, mi offre il culo. Vedendo la scena mi eccito, e la penetro da dietro, procurandole una penetrazione vaginale/anale. La faccio abbassare di più, spruzzo lubrificante ed è doppia vaginale. Lei è sfinita non reagisce più, invito Ugo a spaccargli il culo e lui esegue, la posizione è sempre la stessa, piano piano siamo in due: è doppia anale. Mi sale il sangue in testa c'è ancora la cinta sulla scrivania, la colpisco più volte nella schiena fino a procurarle dei lividi, continuo a colpirla mentre con Ugo la scopiamo come una troia. La buttiamo a terra ci mettiamo ai lati e le spruzziamo il poco sperma che ci rimane, tutto nel viso. Lei è dolorante e senza forze. Ugo è sbigottito, mi confessa di non avere visto mai, nulla del genere.«Possiamo fare anche di meglio». C'era una scopa appoggiata alla parete, la prendo e le infilo il bastone nella figa, avanti e indietro, facendolo entrare il più che posso. E' ancora a terra, e con la forza dei miei piedi, la giro, adesso ho il suo culo bene in vista, gli pianto il bastone della scopa dentro, lo faccio entrare almeno per una trentina di centimetri. Lei grida impaurita. Lascio la scopa piantata nel culo prendo la cinghia e la colpisco con violenza una dozzina di volte. Spacco il bastone in due, una parte la conficco davanti, l'altra dietro e manovro in continuazione senza pietà, con gesto roteante. Le spacco veramente, il culo e la figa. Nonostante Ugo ne abbia viste tante, mi invita a fermarmi. Sulla scrivania vedo un portapenne, di forma tondeggiante, bello grosso, lo afferro buttando il contenuto sul tavolo, tolgo i bastoni, sputo nella figa e comprimo dentro, senza pietà fino a farlo entrare. Un bel portapenne piantato nella figa! E' completamente dilatata, a terra come una cagna. Non so più cosa infilarle, guardo nella stanza e non trovo nulla, mi dirigo nel servizio, trovo un pezzo di tubo di plastica, riposto in una cassetta di attrezzi, tipo quelli di scarico, una decina di centimetri di diametro. Tolgo il portapenne e provo ad infilarle quel tubo da 10, lungo una trentina di centimetri. Non entra, lei lo respinge,«ferma» prendo la cinghia e la colpisco un paio di volte. Ugo, impietosito, mi passa del lubrificante, lo cospargo e adatto il tubo alla sua figa, fino a farlo entrare, per una buona metà. Un bel tubo di scarico conficcato nella vagina . La prendo per le gambe e le sospingo in alto appoggiata nella scrivania. Ora il tubo è in posizione verticale, lei è a terra sorretta quasi sul collo, cosce e piedi all'aria, appoggiate verticalmente alla scrivania. Esco il cazzo dai pantaloni e piscio dentro al tubo ed in mezzo alle sue gambe. Invito Ugo a fare altrettanto, lui la piscia dentro al tubo e poi, nel prenderci gusto, anche addosso, fino ai capelli. La troia è pisciata, così come merita. La lasciamo a terra con la figa piena di urina il tubo conficcato dentro di essa. Fumiamo una sigaretta e ci rilassiamo. Ugo disse che una cosa così, fatta in pubblico, sarebbe stata fantastica e molto remunerativa. Gli dissi che ci avrei pensato. Rispettò l'accordo economico e anche di più. Avevamo stabilito 20 euro per ogni partecipante. Invece mi consegno 50 euro per ogni cliente che era entrato e mi invitò a ritornare quando volevo. Tamara era nuda, e sfinita, avevamo perso i vestiti che poi consistevano nelle sole calze e nella maglia a rete. Forse qualcuno l'aveva portato via per ricordo. Ugo mi diete un camice per le pulizie, bianco, la avvolsi con quello, le misi le scarpe, il soprabito per portarla via ma lei mi fisse di lasciarla stare che non aveva le forze. Proposi ad Ugo di lasciarla li e che l'avremmo presa l'indomani. Lui restò un po meravigliato, comunque, propose di farle fare compagnia dai ragazzi del locale. Usciamo dall'ufficio, sono le tre e mezza del mattino, ma ancora ci sono 5 uomini, il barista due bodyguard e due loro amici. Li guardo e dico loro «noi andiamo via, se voi ne avete voglia, mia moglie resta qui, eventualmente la sistemate sul divano, e se volete scoparla fate pure». Non persero tempo, nel frattempo che con Ugo ci dirigevamo nella zona bar per bere dell'acqua, loro entrarono, La trovarono, sicuramente, puzzolente di piscia. Dovettero portarla sotto la doccia,
infatti sentii il rumore da lontano. Mi avvicinai con la bottiglia in mano e li vidi uscire dal bagno con lei bagnata, che si sorreggeva su due di loro con le braccia al collo. Mi avvicinai, chiesi a questi due di sollevarla, con le cosce largge. Da una parte e dall'altra, la presero,: lei aveva le braccia al collo dei due, che le prendevano, ognuno, la gamba del proprio lato, allargandola e continuando a tenerla in braccio. Afferro il lubrificante sul tavolo e lo ficco nella figa già maltrattata. Ficco dita e mano. Prendo la bottiglia dell'acqua, in vetro, da 75 cl e da sotto, la schiaffo nel suo buco, tenendola per la parte più sottile.In vagina senza alcuna pietò, eseguo movimenti roteanti, con l'intenzione di scassarla. I ragazz, da quel momento capiscono che possono farle quello che vogliono, senza alcun indugio, la portarono sul divano e cominciarono a scoparla. Ero stanco, li lascio mentre lei subiva, senza forze, una doppia penetrazione anale vaginale, con cazzo in bocca. In seguito seppi che lavevano presa per un paio d'ore fino all'alba. Con Ugo andammo via, Fuori faceva freddo. Il giorno dopo mi svegliai tardi, verso le undici, chiamai Ugo per avere notizie. Mi disse che i ragazzi dopo averla scopata, l'avevano portata a casa sua e lui verso le sette del mattino e lui dopo averla lavata, perché fradicia di sperma e di piscio, prima di farla riaddormentare, le aveva dato un'altra dose di cazzo. Mi diressi da lui ed al risveglio di Tamara, uscimmo per pranzare. Lei era dolorante e si parlò poco. Passano il pomeriggio insieme. Ugo organizzò un incontro per lei, la fece scopare a due suoi amici, in una villa. La presero come una troia, per circa tre ore, noi aspettammo nel salone, ogni tanto davamo una sbirciata. Fu presa in sessione sadomaso, legata e con cappi al collo, scopata in tutte le posizioni ed anche in doppie penetrazioni. Dopo averla maltrattata, avevano fatto anche i loro bisogni su di lei: pisciata e piena di merda anche sul viso e nei capelli. Ce la riportarono in quello stato. Prima di portarla via, la dovemmo infilare in doccia. Lasciammo quel posto e tornammo in albergo. La sera era disorientata. Sentiva di avere esagerato e fatto esagerare, ma la convinsi a non farsi alcun problema, la feci distendere sul letto a pancia in giù e la feci rilassare un po....le dissi di stare tranquilla, che ora poteva riposare. Nel frattempo arrivo il cameriere di colore, contattato poco prima da me. Un bel cazzo grosso, lungo e dritto, gliela feci scopare come una troia, figa e culo senza preservativo ed alla fine, lui sborro dentro la figa io dentro la sua bocca. Erano ancora le ventidue di sera. Uscii fuori dall'albergo, nel bar accanto, adescai un gruppo di uomini, dissi loro che c'era una donna che aveva bisogno di soldi, mostrai la foto in lingerie. Erano interessati. Tre salirono e la scoparono singolarmente. Due insieme. Prendeva cazzi ovunque, in figa, nel culo, in bocca, doppie penetrazioni anali, ormai non si faceva più alcuno scrupolo: l'avevo abituata bene. La mattina seguente ci accingemmo a partire, durante l'attesa del volo non persi occasione di farla scopare a due venticinquenni napoletani, con il pretesto del bisogno di soldi. Gli consegnai quella donnina bionda, agghindata con gonna con spacco, tacchi alti ed autoreggenti e la scoparono in piedi, dentro ad un cesso dell'aeroporto, io fuori ad attenderla. Lei usci dal bagno mentre entravano altri uomini. La troia era completamente disorientata, ormai nelle mie mani...... mi venne la voglia di farla scopare ancora ma era tardi... il tempo di prendere l'aereo.... il volo.... e ritornavamo a casa..... continua.....
di
scritto il
2017-04-28
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