L'abisso della perversione

Scritto da , il 2016-10-06, genere incesti

Controllo i comandi di bordo, verifico lo stato delle ancore e del sistema di segnalazione, e poi scendo anch’io di sotto.
Non so resistere alla tentazione di passare prima dalla nostra cabina: la porta è socchiusa, e dall’interno sento provenire dei gemiti.
So che non dovrei, ma getto all’interno uno sguardo; le vedo abbracciate sul letto, nude, che amoreggiano senza ritegno, come se non fossero stanche neppure un po’.
Eva e Franci.
Sospiro, rassegnata: Forse è giusto così…
Raggiungo la Giulia nella sua cabina, e la trovo distesa nel suo letto, nuda anche lei, che mi aspetta.
Mi chiudo la porta alle spalle e osservo quella che adesso sarà la mia compagna di letto, almeno per la notte.
Giulia è bella. Snella e asciutta come me, ma meno ossuta e muscolosa. Il suo seno non è molto più abbondante del mio, ma le sue tettine acerbe sono dure e appuntite… Ha i fianchi stretti e le gambe lunghe e affusolate. I capelli biondi sono i miei, mentre gli occhi verdi deve averli presi dal padre (anche se francamente non mi ricordo con certezza come li avesse, in fondo l’ho scopato solo per una settimana). Ha lo stomaco piatto, l’ombelico appena visibile e il pelo della figa folto e scarmigliato come il mio quando lo lascio incolto per un po’.
Mi sento stringere lo stomaco: so che se mi stendo accanto a lei non riuscirò a trattenermi… E so anche che lei non aspetta altro.
Mentre la osservo, lei mi sorride maliziosa, e il desiderio di lei mi divampa nel ventre.
- Cosa aspetti? – mi chiede con finta innocenza – Hai intenzione di passare la notte in piedi accanto alla porta?
Mi schiarisco la voce: - Giulia, io non sono una santa, e tu non sei più un’educanda… Ma quello che stiamo per fare è sbagliato, e ce ne pentiremo.
- Può darsi. Ma il rimorso è meglio del rimpianto, non credi?
Ha ragione, accidenti a lei.
La guardo aprire leggermente le gambe, offrendomi il suo sesso… Non resisto più.
Mi stendo accanto a lei, e sento le sue braccia allacciarsi dietro la mia schiena.
Ci baciamo in bocca, e il nostro non è un bacio fra madre e figlia.
Le nostre lingue si sfiorano, si accarezzano, si aggrovigliano… Gusto il sapore della sua saliva, la consistenza delle sue labbra, il profumo del suo respiro.
Avverto il pelo della figa di Giulia che mi accarezza la pelle della coscia, e mi rendo conto che si sta strofinando apposta contro di me. Sento che il suo respiro accelera: si sta eccitando.
- Ho voglia di te da quando siete tornate dal Montenegro – mi sussurra piano, con voce rauca dal desiderio – So che non dovremmo farlo, ma in fondo… Perché no?
Già, perché no? Mica rischiamo di restarci…
Le prendo un seno in mano e stringo delicatamente.
La sua carne è ancora più soda di quanto pensassi. Il capezzolo s’indurisce quasi di colpo contro il palmo della mia mano, mentre torno a baciarla in profondità.
La sento gemere nella mia bocca.
Incesto.
Sto facendo sesso con mia figlia… Non ero mai caduta così in basso. Sono sempre stata una pedofila, ma non ho mai avuto una compagna così giovane. Non è più che potrei essere sua madre: lo sono veramente.
Brucerò all’inferno. Ma chi se ne frega…
Mentre la limono in bocca e le pastrugno le tette, sento la sua mano che mi scivola maliziosa fra le cosce alla ricerca del mio sesso. Le sue dita sfiorano il mio pelo biondo, frugano nel boschetto alla ricerca della spacca, la trovano e la schiudono abilmente.
Giulia ha fatto esperienza nell’ultimo mese. Mi chiedo se Mara è stata la sua sola compagna di letto, poi mi ricordo che anche Eva le ha dato lezioni di sesso… E adesso ha appena avuto anche la Franci. Non male per una tredicenne…
Allargo le gambe e le concedo pieno accesso alle mie parti intime.
Le lunghe dita di mia figlia s’insinuano dentro di me, e io mi bagno tutta con un brivido.
Emetto un guaito soffocato mentre continuo a baciarla in bocca, poi sento che il dito più lungo, lubrificato dai miei succhi, scivola deciso sul mio bottoncino.
- Aahhh…
Mia figlia mi sta masturbando… E a me piace da morire.
Rovescio la testa all’indietro e mi lascio andare, abbandonandomi a quel piacere proibito.
Giulia si china su di me e mi bacia il seno mentre mi sgrilletta amabilmente. Sento la sua lingua sul capezzolo, poi le labbra e infine i denti.
- Awww! – strillo, sorpresa da quell’iniziativa inaspettatamente violenta.
Istintivamente, le strizzo il seno che stavo accarezzando.
- Ahi! – geme lei, sussultando per il piacere improvviso.
Continuiamo a torturarci a vicenda per un po’, finché mi rendo conto che Giulia non sta cercando di farmi venire: la stronzetta mi sta provocando, gioca a farmi montare la voglia, perché ogni inibizione si dissolva dentro di me, e io mi abbandoni completamente a quel rapporto proibito.
La carne è debole, e la mia lo è più delle altre.
Non ce la faccio più…
- Adesso basta – mi riscuoto e la rovescio sul letto – Vieni qui e allarga le gambe!
L’afferro per i fianchi e la rivolto sul fianco, infilando la testa fra le sue gambe, che si aprono per concedermi pieno accesso.
- Finalmente! – esclama lei, contenta.
Ci ritroviamo a sessantanove come due lesbiche perfettamente affiatate, una di fianco all’altra.
Apro le gambe per concedermi a lei, e nel contempo assaporo per la prima volta la fragranza del suo giovane sesso.
E’ ancora meglio di quello della sua amichetta Mara… Più appetitoso e un po’ meno pungente.
Bruco con le labbra nella sua peluria di adolescente, con la lingua separo le valve della figa, e assaggio l’interno del suo sesso.
E’ calda e bagnata, dolcissima…
- Aahhh! - geme lei, sentendosi leccare dentro la figa – Non smettere, ti prego…
Non ci penso nemmeno.
Giulia si gode per un po’ la mia lingua, poi passa al contrattacco. Mi sento aprire le labbra della figa da una linguetta umida e veloce, e rabbrividisco di piacere sentendomi leccare l’anima.
Mia figlia mi sta leccando la figa… Basterebbe il pensiero a farmi sballare, ma il tocco della sua lingua è irresistibile.
- Oohhh… - rantolo, già pericolosamente vicina all’orgasmo – Cazzo, che lingua che hai!
Ci divoriamo accanitamente a vicenda, impazzite per la lussuria.
Cominciamo a sussultare, il fiato ormai corto; sento le cosce di Giulia che mi serrano la testa, i muscoli del ventre mi si contraggono… Poi la bocca mi si riempie di colpo di fluidi sottili e profumati: mia figlia mi ha sborrato in bocca.
E poi esplodo con un grido strozzato, sbrodolandomi tutta sulla sua lingua rovente.
Godiamo a lungo, strettamente avvinghiate l’una all’altra, annaspando in preda ad un orgasmo proibito che pare non avere mai fine…
Io continuo a bere i succhi di Giulia, e mi rendo conto di perdere sbroda a mia volta, come un rubinetto rotto. Rischiamo di affogare una nel piacere dell’altra.
Poi ci afflosciamo come due bambole rotte, stremate.
Cerco di riprendere il fiato e mi volto con uno sforzo, per abbracciare la mia giovanissima amante.
Ci baciamo in bocca, sorprendendoci entrambe per la quantità di sbroda che imbratta le labbra dell’altra.
Ridacchiamo scioccamente, sbaciucchiandoci e accarezzandoci affettuosamente.
- Che bello… - sussurra lei con un sorriso radioso.
- Sei formidabile – rispondo io, felice.
Lei mi guarda intensamente: - Ti amo…
Il suo sussurro roco mi turba profondamente.
Lei avverte il mio disagio e aggiunge con un sorriso: - Ma cosa hai capito, Pat… Ti amo perché sei la mamma migliore del mondo! Anche a letto…
L’atmosfera si distende. Ci abbracciamo di nuovo, baciandoci con più tenerezza e un po’ meno di passione. Sento i suoi seni duri premere sui miei, i capezzoli si sfregano fra loro.
- Hmmm…
- E’ stato fantastico, Pat – mi sorride la Giulia, con gli occhi splendenti – Facciamolo ancora!
Come dirle di no?
I capezzoli che si sfregano mi stanno riaccendendo i sensi. Anch’io ho ancora voglia.
La faccio girare in modo da essere l’una davanti all’altra.
Infilo una gamba sotto la sua e le passo l’altra sopra il fianco, tenendo gli occhi fissi nei suoi.
Premo col bacino contro il suo, e i peli delle nostre fighe si intrecciano fra loro. Le spacche bagnate e ancora slabbrate dopo il recente orgasmo si baciano come fossero bocche roventi.
Giulia sgrana gli occhi, sorpresa: per lei si tratta di un gioco nuovo, e sono felice di poterle insegnare qualcosa anch’io.
- Avanti – la invito con tono lascivo – Strofinati…
Comincio a muovermi contro di lei, e leggo il piacere nel suo sguardo. Comincia a muoversi a sua volta, e in breve prendiamo il ritmo, scopandoci a vicenda l’una con l’altra.
Ci sforbiciamo con passione, figa contro figa. Siamo entrambe bagnate fradice, e anche i clitoridi cominciano a strofinarsi contro il monte di venere della partner…
Leggo il piacere che monta rapidamente negli occhi di Giulia.
- Oh dio… Oh dio… Oh mio DioOOHHH!
Mia figlia si contorce tutta come una splendida farfalla trafitta da uno spillone, e io mi sento travolgere dalla passione a mia volta: lo spettacolo osceno del suo orgasmo mi trascina oltre il ciglio dell’estasi, e godo di nuovo con un grido strozzato, strofinandomi contro il suo corpo che continua ad esplodere di piacere.
- Ah… Aahhh!
Giulia si abbatte esausta sul cuscino, e io mi stendo accanto a lei, abbracciandola.
Abbiamo consumato un rapporto proibito che entrambe desideravamo da troppo tempo, e adesso ci baciamo dolcemente, appagate.
Almeno per il momento…
Guardo fuori dall’oblò: è buio.
Giulia non dorme. Dal suo sorriso capisco che ancora non è finita.
- Ti è piaciuto? – le chiedo mentre le accarezzo amorevolmente il viso.
- Tantissimo – risponde lei con un sorriso – Non sai quanto lo desiderassi…
Ci baciamo dolcemente.
- Pat?
- Sì?
- C’è una cosa…
- Dimmi.
La vedo un po’ imbarazzata, ma si fa forza.
- Ecco, io… Vedi, ancora non sono stata con un ragazzo.
Sorrido, accarezzandole i capelli: - Sei ancora vergine? Non è mica strano alla tua età, sai…
Lei scuote la testa: - No, vedi… Insomma, io mi sento pronta. Con le ragazze è bellissimo, ma io non credo di essere lesbica. I maschi mi attirano da pazzi, e voglio provare. Però…
- Però?
- Insomma, io voglio scopare con un ragazzo, ma non voglio dare ad uno sconosciuto la soddisfazione di… Insomma, non voglio creare un legame artificiale con qualcuno che probabilmente non rivedrò più.
- E’ importante?
- Per me sì… Almeno credo. So che continuerei a pensare al mio primo “lui”, e questo rovinerebbe il mio rapporto con il ragazzo di cui un giorno mi innamorerò per davvero.
- Hmmm… A me non è successo. Forse perché non mi sono mai innamorata di un maschio.
Giulia sorride e mi rende la carezza: - Lo so. Ma io credo di essere diversa da te, in questo. La Mara si è incazzata come una biscia quando le ho detto che non sono lesbica, e che per me lei è una carissima amica con cui giocare, ma che non sono innamorata di lei.
Ridacchio. – Sì, mi ha detto qualcosa del genere.
Anche a lei scappa un risolino: - Le piacciamo tutte e due… E’ un po’ confusa. Ma lei deve accettare la sua omosessualità, io no. Io voglio un uomo.
- Ma non vuoi che ci sia un “primo”, giusto?
- Non posso mica consumarmi la fica con le ragazze in attesa del principe azzurro! Io voglio fare le mie esperienze anche con i maschi, ma senza legami frettolosi.
Come darle torto?
- Vedi, io e Mara abbiamo chiacchierato molto… Ci siamo dette tutto, almeno credo.
- E allora?
Giulia sospira, e si decide a dirla tutta: - Mara mi ha detto che sei stata tu a farla diventare una donna, l’estate scorsa. Bene: voglio che tu faccia lo stesso anche per me.
Rimango di stucco. Mia figlia vuole essere deflorata da me.
- Giulia…
- Preferisci che sia sverginata dal primo imbecille che passa? Con te, almeno, sarà un atto di amore oltre che di sesso…
Messa così, non fa una grinza. So che deve esserci un punto debole nel suo ragionamento, ma non riesco a trovarlo.
- Avevo pensato di chiederlo a Eva – aggiunge Giulia, compunta – Ma in fondo lei è la tua ragazza. Per me è un’amica, sarebbe come farlo con la Mara… Mentre con te è diverso. Fra noi c’è amore, anche se di un altro tipo. Lo capisci?
Una logica perversa, ma incontrovertibile. Con orrore, mi rendo conto che l’idea di sverginare mia figlia mi sta facendo bagnare tutta.
- Giulia…
- Pat… Ti prego!
Ha vinto lei. Sono bagnata fradicia.
La bacio in bocca con foga.
Poi mi alzo in piedi, tremando per l’enormità della decisione che ho preso.
Lei mi sorride, dolcissima.
Le getto un bacio ed esco dalla cabina.
Mi chiudo la porta alle spalle ed esito un istante, tremando per l’emozione.
Inspiro profondamente.
Ascolto il beccheggiare della Serenissima nel mare calmo come una tavola. Nella cabina accanto, il respiro pesante di Elena e Mara indica che le due napoletane dormono della grossa… So che in almeno due occasioni anche loro hanno fatto sesso, la prima a causa mia. Ma perfino quella baldracca di Elena non si è mai spinta così avanti come sto per fare io.
Mi avvio verso prua nello stretto corridoio fra i servizi e il cucinino. Nel quadrato sento i gemiti provenire dalla cabina padronale, e poi uno strillo di dolore.
Eva e Franci sono ancora in azione. Per un attimo la gelosia mi trafigge il cuore, spazzando via il rimorso per l’incesto appena consumato e perfino quello per l’enormità che mi accingo a compiere.
Schiudo la porta della cabina e guardo dentro.
Rimango a bocca aperta per la sorpresa.
La Franci è a pecora sul nostro lettone, e Eva, alle sue spalle, la monta con forza. Indossa il suo strapon, e a giudicare dalla posizione e dall’espressione stravolta della moretta riccia, se la sta inculando.
La vittima della sodomia ha la faccia nel cuscino per soffocare le grida e asciugarsi le lacrime, ma Eva mi ha vista e mi guarda con un sorriso di trionfo.
Mi strizza l’occhio e mi lancia un bacio, mentre continua a sodomizzare senza pietà la sua coetanea.
La sta letteralmente sbudellando. Spero che abbia almeno usato della vaselina…
Sento la gelosia evaporare di colpo, rendendomi conto che Eva sta umiliando la Franci di proposito, per farle capire che per lei è soltanto un pezzo di carne da usare e abusare per divertimento, e niente di più…
Nello sguardo di Eva leggo divertimento, complicità, passione… E sulle sue labbra leggo Ti amo…
Rassicurata, la lascio al suo innocuo divertimento; tiro fuori dal cassetto il mio strap e sorrido con aria giocosa facendoglielo vedere.
Eva sgrana gli occhi, probabilmente chiedendosi su chi mi accinga ad usarlo, visto che mi ha lasciata da sola in compagnia di mia figlia…
Le tiro un bacio, e lei ricambia, senza smettere di trapanare il culo della Franci, che continua a piangere per il dolore.
Mi richiudo la porta alle spalle senza che la mia ex-allieva si sia accorta della mia presenza. Povera Franci, il suo buco non sarà più lo stesso dopo un trattamento del genere!
Torno a poppa con lo strapon in mano. Elena e Mara continuano a dormire, mentre Giulia mi aspetta nel nostro letto, pronta al sacrificio rituale.
Sorride felice quando le mostro il mio giocattolo, e guarda con interesse mentre lo indosso.
- C’è un dildo anche dalla tua parte – osserva sorpresa.
- Certo, è fatto per soddisfare sia chi lo prende sia chi lo dà.
- Hmmm… Eccitante. Come mi vuoi?
Sospiro, guardandola. E’ splendida.
- Stenditi di schiena, col cuscino sotto i fianchi… Voglio guardarti in faccia mentre diventi una donna.
Lei sorride contenta, e si affretta a ubbidire.
Allaccio le fibbie allogandomi il dildo interno nella figa, poi salgo sul letto e mi piazzo con le ginocchia fra le gambe spalancate di Giulia. Ungo accuratamente il dildo esterno con il lubrificante al silicone, sperando di non farle troppo male, poi mi chino a leccarle la figa per prepararla al grande momento.
E’ ancora bagnata fradicia, e non solo per gli orgasmi precedenti… La cagnetta in calore ha continuato a sbrodolare mentre ero via a prendere lo strap, eccitata per quello che stava per succedere.
- Aahhh… - geme la ragazzina, sentendo la mia lingua esperta rasparle l’interno della figa guazza di desiderio.
E’ prontissima.
Prendo posizione davanti a lei aprendole le cosce al massimo, e guardo con amore il suo giovanissimo sesso aperto e scarmigliato, che si accinge a raggiungere la maturità. La mia bambina sta per diventare una donna…
Punto la testa dello strapon all’ingresso della vagina e comincio a spingere delicatamente dentro mia figlia, che si tiene le valve della figa aperte con le mani.
Ha gli occhi aperti, come se volesse godersi appieno la scena. I nostri sguardi si incrociano e rimangono agganciati: nessuna di noi due riesce a distogliere il suo in quell’attimo così importante.
Spingo dentro di lei, con fermezza e determinazione, ma senza fretta.
Trovo resistenza. Guardo gli occhi sgranati di mia figlia, e sorrido.
Affondo dentro di lei con forza.
- Aahhh!
Giulia strilla di dolore mentre sprofondo dentro il suo sesso col membro di lattice, aprendo una via mai percorsa da alcuno in precedenza.
Mi stendo sopra di lei; i nostri capezzoli si baciano, le sue cosce si chiudono istintivamente intorno ai miei fianchi mentre le sue mani mi afferrano la schiena, e le nostre labbra si chiudono in un bacio umido e voglioso.
Sverginata.
Mia figlia adesso è una donna, e vuole essere scopata.
Sollevo il bacino da lei, e la pressione dei due olisbi dentro di noi si attenua, poi spingo con forza dentro il suo corpo, e sento il dildo interno che mi preme con forza contro il punto G.
- Oohhh… - ansimo, folgorata dal piacere.
- Hmmm… - guaisce Giulia, attirandomi a sé – Sì, scopami!
Prendo il ritmo e comincio a fottere mia figlia come se fossi un uomo che si scopa la ragazzina di cui è follemente innamorato.
Le unghie affilate di Giulia mi mordono le natiche mentre la sbatto con forza sotto di me.
La bacio sul lato del collo e sento le sue gambe serrarmi i fianchi in una morsa; i nostri seni si schiacciano fra loro, stimolandoci ulteriormente mentre facciamo l’amore sul letto che comincia a cigolare sotto i colpi dei nostri corpi nudi e sudati, che si sbattono con foga crescente.
- Più forte – mi incita lei – Più forte, ti prego…
Non capisco più niente: sono un’animale ormai, travolta dalla passione e dalla lussuria. Affondo lo strapon nel ventre di mia figlia con tutta la forza che mi resta, sbattendola e sbattendomi alla ricerca di un orgasmo che sento ormai prossimo per entrambe.
Sono senza fiato, le orecchie mi fischiano e sento i gemiti di mia figlia farsi sempre più acuti.
- Vengo… Vengo…
- Aahhh!
Godiamo all’unisono, trafitte dalla stessa folgore di piacere.
Stramazzo esanime su di lei, sudata e tremante. Sento il suo corpo fremere di piacere sotto il mio, mentre l’orgasmo ci trascina insieme come un’onda oceanica che s’infrange sulla spiaggia.
E’ come se il mio cervello si spegnesse per un istante… per poi riaccendersi in modalità provvisoria.
Rimaniamo unite, incavicchiate dallo strap e abbracciate fra di noi: nude, sudate, tremanti… Soddisfatte.
Ci baciamo teneramente, finalmente sazie.
- Oh, Pat… - sussurra lei nel mio orecchio – E’ stato bellissimo. Grazie…
- E’ stato fantastico anche per me, Giulia. Sono io che ti ringrazio.
Ci addormentiamo così, abbracciate e strette una all’altra, guancia a guancia.

Quando mi sveglio, mi accorgo di avere ancora lo strapon indossato.
Durante la notte ci siamo staccate in qualche modo, ma adesso siamo a cucchiaio, e Giulia dorme placidamente fra le mie braccia col dildo esterno dello strap fra le gambe. Ha la testa sulla mia spalla, ed io le tengo un seno in mano.
Il profumo del suo corpo soddisfatto è intossicante.
Le bacio i capelli.
Mi rendo conto di essere esausta. Dolorante. Affamata.
Non vorrei mai svegliarla, ma devo assolutamente muovermi.
Cerco di divincolarmi con delicatezza, ma lei si muove contro di me, come per mantenere il contatto fra i nostri corpi.
Istintivamente, stringo a me le sue splendide polpe, e in qualche modo lo strapon sfugge fra le sue cosce e le scivola in corpo un’altra volta.
Giulia sobbalza, sentendosi penetrata all’improvviso, e si lascia sfuggire un lungo gemito di piacere.
- Hmmm… Sì, ancora…
La stringo forte, e sento il dildo interno stimolare le mie intimità. Spingo dentro di lei, e la faccio squittire di piacere.
Le spremo le tette da dietro, e comincio a scoparla di nuovo, questa volta da tergo.
I nostri sensi sono di nuovo accesi, e ci accoppiamo come bestie grugnendo e ansimando, finché non godiamo entrambe con un grido selvaggio.
Consumato il nostro rapporto, ci afflosciamo di nuovo, accaldate e soddisfatte.
Qualche goccia di sangue che ha sporcato le lenzuola testimonia dell’avvenuta deflorazione di mia figlia.
Ci stiamo baciando, ancora attaccate, quando bussano alla porta.
Non ho il tempo di dire un momento, la porta si apre e Mara fa capolino.
- Ma non la finite mai, voi due? – ridacchia, per nulla sorpresa di vederci accoppiate sul letto, colte in flagrante incesto.
Io arrossisco per la vergogna, ma Giulia ridacchia contenta: - Se non avessi tanta fame, ti assicuro che ricomincerei da capo!
- Ottimo, perché la colazione è pronta in tavola, e il sole splende già alto!

Una delle cose più belle di vivere a bordo della Serenissima, è che non c’è bisogno di vestirsi.
Il tempo di tirarci un po’ di acqua sulla faccia, e Giulia ed io ci arrampichiamo in coperta dove veniamo accolte da uno splendido sole di fine estate e dal profumo del cappuccino appena fatto.
Elena è già seduta a tavola, ancora un po’ sbattuta dopo il trattamento un po’ rude che le ho riservato il giorno prima, ma con una bella espressione soddisfatta sul viso.
Mara sta servendo a tavola le bevande calde. Nel farlo, si china un istante davanti a sua madre e le stampa un bel bacio in bocca, cui la mia amica non si sottrae.
Bene, non sono la sola madre incestuosa a bordo…
Mi accomodo accanto a Elena, che mi guarda con un sorrisetto strano (bene, non è arrabbiata con me per quel che le ho fatto il giorno prima), quasi per giustificarsi… Ma d’altra parte sono stata io a spingerla fra le braccia di sua figlia, quindi che potrei mai dire?
Giulia si siede davanti a me e accanto alla sua amichetta, che ammicca maliziosa chiedendole come ha dormito.
Mia figlia non fa in tempo a rispondere, che anche l’ultima coppia ci raggiunge a tavola.
Eva sembra piena di energia, allegra e sorridente come sempre. Viene a sedersi a capotavola fra me e Giulia, con un sorriso smagliante. Mi da un bel bacio di lingua sussurrandomi ti amo a fil di labbra, e si accomoda con un’espressione soddisfatta.
La Franci non sembra altrettanto in forma: cammina a gambe larghe, e quando si siede fra Elena e Mara il viso le si contrae in una smorfia di dolore.
Ho avuto la risposta alla mia domanda notturna: no, Eva non ha usato la vaselina…
E’ evidente che i rapporti fra le due diciottenni sono un po’ incrinati: non solo Franci si è seduta più lontano possibile dalla sua compagna di letto, ma evita accuratamente di guardarla in faccia. Se ne sta per i fatti suoi, con un’espressione scontrosa che viene distorta da smorfie di dolore ogni volta che deve cambiare posizione. Il buco del culo deve davvero farle un male cane…
Anche Elena non è molto loquace, mentre Eva e Giulia sprizzano allegria da tutti i pori.
Mentre chiacchiera con mia figlia e si versa il succo di arancia, Eva mi accarezza il ginocchio da sotto il tavolo.
Dall’altra parte, osservo che Mara sta cercando di confortare la Franci, che dopo un po’ comincia a reagire positivamente alla sollecitudine della ragazzina più giovane. Bene, non voglio musone a bordo della Serenissima…
Dopo colazione, Elena si distende pigramente sul lettino, e per una volta non posso irritarmi con la mia amica: immagino come si deve sentire dopo il double fisting cui l’ho sottoposta il giorno prima, e poi per una volta ha perfino contribuito a preparare la colazione.
Giulia, Eva e io ci tuffiamo in mare con strilli da adolescenti e cominciamo a schizzarci tutte.
A bordo, Mara e Franci cominciano a sparecchiare. Mi dispiace per Mara, che ha anche preparato da mangiare, ma immagino che le faccia piacere avere una scusa per stare un po’ da sola con la Franci. In fondo, loro due sono le vere lesbiche a bordo… Franci ha fatto un po’ la schizzinosa all’inizio per via della giovane età di Mara, ma ho idea che le due siano fatte una per l’altra…
Come me e Eva.
- Sei arrabbiata? – mi chiede, mentre Giulia nuota intorno alla barca e noi ci afferriamo alla scaletta di poppa.
- Perché sei stata con Franci? – ridacchio io, schizzandole acqua sul viso – Non essere sciocca! Ho capito perfettamente perché l’hai fatto. Spero solo che tu non l’abbia rovinata per sempre…
Eva arriccia il naso: - Non lo so… Ci sono andata un po’ pesante. Ma ero così arrabbiata! Pensare di potermi portare via da te… Vendicativa e presuntuosa. Si meritava una lezione, non credi?
- Hmmm… Penso che abbia capito.
- Sì. Ma dimmi una cosa: su chi lo hai usato, lo strapon? Elena era fuori combattimento, stanotte, e pensavo che la Mara si stesse prendendo cura di lei…
Io annuisco, sorridendo.
- Ma allora… Tu e Giulia?
- Già. Disapprovi?
Eva scoppia a ridere: - Ma no, figurati… E’ solo che adesso le devo una cena! Avevo scommesso che non sarebbe riuscita a sedurti.
Rimango basita: - Tu sapevi che lei…?
- Che ti aveva messo gli occhi addosso? Beh, era abbastanza evidente. Ma in più me lo aveva detto lei stessa. Era un po’ imbarazzata dai suoi pensieri su di te e si è confidata. Io l’ho sfidata a provarci, dicendole che tu non ci saresti stata, e così abbiamo fatto una scommessa. Se riusciva a indurti all’incesto io dovevo portarla fuori a cena; se tu le resistevi, le avrei fatto la festa io. Accidenti, speravo davvero di vincere…
Mi arrabbio per finta: - Cosa? Tu volevi inforchettarti mia figlia?
- Perché, puoi darmi torto? E’ davvero un bel bocconcino… - risatina - Va bè, non posso lamentarmi: mi sono confortata con Francesca ed è stato divertente anche così.
Ci abbracciamo in acqua, e ci baciamo in bocca con affetto.
- Interrompo qualcosa?
Giulia ha finito il giro della barca e ci ha sorprese a fare lingua in bocca attaccate alla scaletta.
La attiro a noi con un braccio e la coinvolgo nel nostro bacio. Lei non si tira indietro, e le nostre tre lingue si attorcigliano in un bacio saporito e appassionato.

Quando torniamo a bordo inzuppate e rilassate, troviamo Elena che prende placidamente il sole sul suo lettino, mentre Franci e Mara se ne stanno appartate a chiacchierare all’ombra: la milanese si è scottata di brutto, e la napoletana è ben lieta di farle compagnia un po’ in disparte…
Noi ci accomodiamo a nostra volta sui lettini per asciugarci al sole: Eva si stende insieme a me, e quel tesoro di Giulia, per lasciarci un po’ da sole, si va a sdraiare accanto a Elena, con cui si mette a chiacchierare.
Non sono mai stata così felice in vita mia.

Non ho mai visto la Franci cucinare.
Eppure eccola lì, assieme alla sua nuova amichetta Mara (che ne sa molto di più in quanto a tegami e pentole), intenta a preparare non solo la pasta alla sorrentina, ma anche una bella insalata nizzarda!
Ah, l’amore!
Mangiamo allegramente, e devo dire che anche Elena e Franci adesso sembrano maggiormente in forma: la milanese continua a fare smorfie quando si siede, ma d’altra parte qualche inconveniente facendo una vita dissoluta come la sua, va anche messo in conto. Quanto a Elena, per essere una che si è presa due avambracci nella pancia il giorno prima, mi sembra piuttosto in forma…
Dopo pranzo siamo io e Eva a sparecchiare, mentre le altre giocano a carte all’ombra per proteggersi dalla canicola. Mentre siamo nel cucinino a sistemare le cose, la mia ragazza e io ne approfittiamo per pomiciarci un po’, lo ammetto.
Ma quando torniamo di sopra, notiamo che Mara e Franci, sedute una di fronte all’altra, si fanno piedino senza troppo cercare di nascondersi… “Piedino” in questo caso significa che si stanno masturbando a vicenda da sotto il tavolo, ognuna con l’alluce sul clito dell’altra. Accanto a loro, Giulia e Elena sorridono divertite.
Bene, visto che le altre sono già sistemate, Eva e io ci stendiamo di nuovo al sole insieme.
Dopo qualche minuto stiamo già amoreggiando apertamente, e dopo un altro po’ facciamo apertamente sesso davanti alle altre.
Mentre siamo a sessantanove, la partita finisce, e un’altra coppia ci raggiunge: Franci e Mara si stendono accanto a noi e si dispongono direttamente in connilinguo senza perdere tempo a riscaldarsi… Probabilmente il gioco del “piedino” è stato più che sufficiente.
Giulia e Elena ripongono le carte, bevono una coca cola, chiacchierano un po’, e alla fine vengono anche loro a prendere il sole.
Elena potrà essere un’appassionata di cazzi finché vuole, e magari Giulia avrà anche ragione quando dice di essere eterosessuale, ma lo spettacolo di noialtre quattro che ci lesbichiamo senza ritegno deve essere difficile da ignorare a lungo.
Quando sollevo lo sguardo da dietro le cosce spalancate di Eva al termine del mio fiero pasto, rimango piacevolmente sorpresa nel vedere mia figlia e la mia vecchia amica che limonano senza ritegno sul loro lettino, come se fosse la cosa più normale del mondo: sono la più giovane e la più anziana del gruppo, ma si fanno fra loro come se fossero amanti da sempre. Giulia sta frullando il clito di Elena, e questa le rende il favore succhiandole i capezzoli gonfi di eccitazione.
Le guardo andare avanti finché le due non finiscono com’era da aspettarsi: a sessantanove anche loro, con Elena di sotto e la Giulia di sopra, ciascuna intenta a divorare la figa dell’altra.
Lieta di vedere come mia figlia abbia acquisito sicurezza e come anche l’ultima ospite sia opportunamente intrattenuta, torno a dedicarmi esclusivamente alla fica biondissima e sgocciolante della mia compagna.

Torniamo in rada al tramonto.
Eva e Giulia mi aiutano ad attraccare mentre le napoletane si rivestono per tornare a casa.
Ci salutiamo tutte con un bel bacio (dopo aver fatto sesso tutte insieme per due giorni filati si crea una certa intimità), ma Elena deve usare la forza per staccare la Mara da Franci.
Io e Eva andiamo a dormire insieme nella nostra cabina. Non so se Giulia e Franci abbiano dormito ciascuna nella sua cabina, oppure se abbiano diviso lo stesso letto… In questo caso mi auguro si siano divertite.
Il mattino dopo ci sono alcune cose urgenti da fare.
Io ho l’esame per la patente marittima e Eva deve spedire dei test all’università.
Poi devo spedire le carte per la separazione all’avvocato, mentre Giulia va a trovare il Mauri in ospedale (sa benissimo che il cornuto non è suo padre, ma è comunque un po’ affezionata).
Quando Giulia torna, veniamo a sapere che il cornuto è stato dimesso e lei lo ha accompagnato a casa: tornerà a Milano l’indomani, con la coda fra le gambe.
Anche Franci deve rientrare a Milano. Diventa quasi ovvio che il Mauri le darà uno strappo, così almeno avrà compagnia sull’autostrada.
Mara telefona e chiede se la sua nuova amica gradisce passare l’ultima notte a Rimini con lei… E naturalmente Franci gradisce, e come!

Il giorno dopo piove.
Franci torna alla barca di primo mattino dopo aver passato la notte a letto con il suo nuovo amore, ed è tutta allegra. Bene, sono contento di vederla andare via così… Non sono fiera di averle spezzato il cuore, e vederla di nuovo felice mi fa solo piacere.
Alla fine ci salutiamo con un abbraccio, augurandoci buona fortuna, nella vita e nei nostri amori.
Il Mauri viene a prenderla (in ritardo come il solito), ed io non scendo neanche dalla Serenissima, limitandomi a un ciao svogliato dalla battagliola, ricordandogli che i documenti per la separazione e il divorzio sono già in itinere.
Lui se ne va come un cane bastonato assieme alla Franci, che ha già capito di poterlo trattare come una pezza da piedi.
Io mi do subito da fare per accelerare la vendita della casa, che ormai non mi serve più a niente… Essere titolare di un’agenzia immobiliare aiuta.
Svuoto la casa di tutto quel poco che mi può interessare e che porto sulla Serenissima, poi compilo le carte necessarie per la vendita.
Vendere una casa in seconda schiera a Rimini, naturalmente, non è esattamente un’impresa improba…
Purtroppo, anche Elena e i suoi stanno rientrando a Napoli, portandosi dietro tutti gli strascichi della tragedia di Nino. Angi per ora è prosciolta dalle accuse di complicità con Aldo, ma si porterà appresso per un bel pezzo le conseguenze psicologiche del suicidio del fidanzato.
Invitiamo madre e figlia per un’ultima cenetta insieme sulla Serenissima prima della loro partenza (naturalmente Angi viene lasciata a casa), ma siamo un po’ melanconiche tutte e cinque così per una volta la serata non si conclude a letto.
Giulia e Mara versano anche qualche lacrimuccia abbracciandosi per l’ultima volta, e ci diamo appuntamento per l’estate prossima.
Siamo rimaste noi tre.

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