Il turno notturno

di
genere
etero

E' una giornata estiva calda e umida. Sto lavorando nel mio ufficio quando sento squillare il telefono. E' una consulente di una azienda che mi offre il lavoro di addetto alla sorveglianza durante il turno notturno in una farmacia di loro proprietà. Accetto l'incarico, mi vesto con pantaloni, camicia e giacca scuri e mi presento in farmacia. Dopo alcuni minuti di attesa, arriva al banco una bella ragazza con lunghi capelli neri, occhi neri e labbra sottili. Ha un sedere alto e sodo e gambe tornite. Sotto il camice indossa una canottiera rosa, pantaloncini corti di colore blu e scarpe da tennis bianche. I suoi pantaloncini sono talmente corti da lasciare scoperta una parte dei suoi glutei.
Dopo esserci salutati, mi posiziono vicino alla porta scorrevole della farmacia e osservo i clienti che entrano. Ogni tanto fisso il mio sguardo sulla attraente dottoressa e lei mi ricambia con un sorriso.
All'improvviso suona un cellulare. E' quello della ragazza. La dottoressa si sposta nel retro del negozio e risponde alla chiamata. “Ciao Alfredo. Questa notte non posso, devo lavorare. Va tutto bene, non fare il geloso. Ci vediamo domani”. La farmacista spegne il telefonino e ritorna dietro al banco. All'improvviso, entra un ragazzo. Sembra agitato e chiede un ansiolitico. “Mi dispiace ma senza ricetta non te lo posso dare” gli risponde la dottoressa. Lui, preso dalla rabbia, vomita addosso alla giovane farmacista. Lei urla. Io afferro lo sconosciuto per le spalle, gli rifilo un calcio nel sedere e con una forte spinta lo scaravento fuori dalla farmacia. Lui cade per terra, si rialza e scappa via. Mi volto verso il banco di vendita, ma la dottoressa non c'è. “Non si preoccupi. Sono nel retro. Sto cercando di pulirmi i vestiti” mi dice la dottoressa. Silenziosamente, vado anch'io nel retro della farmacia e vedo la giovane che si sta togliendo la canottiera. Mi da le spalle, non può vedermi. Senza essere visto, mi metto dietro di lei e inizio ad accarezzarle i fianchi. “Ma cosa sta facendo..vada via” mi sgrida la farmacista. “Voglio solo aiutarla a toglierle i vestiti..” rispondo io.
Lei cerca di tirarmi uno schiaffo, ma io gli blocco subito la mano. “Va bene, se vuole proprio aiutarmi, mi pulisca i pantaloncini dai residui di vomito di quel balordo” ordina la dottoressa. Vado a prendere un fazzoletto per pulire, ma lei non me lo permette. Mi abbraccia e mi bacia sul collo. “Ti volevo solo mettere alla prova. Sei davvero un bravo ragazzo..” mi dice la farmacista. Le accarezzo subito le cosce, i fianchi e i seni. Lei mi lascia fare. Le tolgo i pantaloncini e stringo i suoi capezzoli. La giovane dottoressa inizia a gemere. Subito dopo, strofino il rigonfiamento dei miei pantaloni sopra al suo perizoma. Lei infila la mano dentro ai miei pantaloni e inizia a massaggiarmi il pene. La bacio sulle labbra. La sua lingua entra nella mia bocca e ci scambiamo la saliva. Nel frattempo, il mio membro si è indurito. La spingo contro il muro e infilo le mie dita dentro il suo perizoma. Le mie dita scorrono lungo le sue piccole labbra e giocano con il suo clitoride. La farmacista urla di gioia. Siamo entrambi eccitati. E proprio quando sto per infilare il mio membro dentro la sua vagina, ecco arrivare un cliente. Ci rivestiamo velocemente e torniamo davanti al negozio. Dopo che la dottoressa ha servito il cliente, mi avvicino per baciarla, ma lei mi respinge. “Mi dispiace. E' stato un errore. Per un attimo ho perso la testa. Stai lontano da me e facciamo finta che non è successo niente” mi dice. Io la stringo tra le mie braccia, la bacio sulle labbra e ritorno velocemente nella mia posizione vicino alla porta. Lei sorride e, ritornando nel retro del negozio, mi dice ad alta voce “Questa volta non seguirmi. Ho già un fidanzato, che si chiama Alfredo, e, almeno per il momento, non voglio tradirlo”. Io rimango vicino alla porta scorrevole e, finito il turno, esco dalla farmacia e mi avvio velocemente verso il mio ufficio. P.S. La storia è frutto di fantasia, ogni riferimento a persone reali o cose è puramente casuale.
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scritto il
2016-07-17
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