A casa di papà - Ivan, ma che fai?

Scritto da , il 2016-06-28, genere etero

Giada entrò in casa sbattendo la porta. Era incazzatissima. Per tutto il pomeriggio quella grande troia di Alessia aveva fatto la civettuola con Stefano, nonostante lui la respingesse! Alla fine gliene aveva dette quattro e quella aveva avuto perfino il coraggio di fare la faccia incredula, come se lei fosse pazza e urlare contro! Alessia era una sua compagna di classe, famosa in tutta la scuola per essere la classica "Barbie" piena di soldi e vestiti firmati, quella che tutti i ragazzi vorrebbero avere e che tutte le ragazze vorrebbero essere. Tutto bene...finché non si dimostra una "appassionata di birdwatching", come la definiva Stefano. Giada si ricordava un scena quasi epica che dimostrava la grande troiaggine di quella ragazza: Giada stava aspettando la sua amica Laura sotto casa; Laura era però ancora amica, all'epoca, di Alessia (prima che si scopasse il suo fidanzato); scendendo, Giada aveva sentito una conversazione fra le due, dove Alessia diceva: "Il mio ragazzo oggi non c'è, povero amore deve lavorare. Oh, ma lo sai che quel pezzo di merda di Gabri non mi ha più chiamata? E sì che gli ho fatto una pompa l'altro ieri! Tutto il contrario del fratello, mi è bastato ficcargli la lingua in bocca per farlo innamorare perdutamente di me!".
Comunque, appena entrò in casa, con il viso scuro, suo padre balzò in piedi dal divano: "Ehi ehi ehi! Che hai? Sembra che hai litigato con qualcuno."
"E infatti ho litigato con una puttana schifosa!"
Si sedettero e parlarono di quello che era successo quel pomeriggio, suo padre la ascoltava guardandola dritto negli occhi. Giada si sentiva perforare da quegli occhi. Quando finì il discorso e Mauro le disse di non dare peso a quela ragazza insulsa, lui le chiese: "Perché non inviti il tuo ragazzo a cena da noi domani sera? Mi piacerebbe molto conoscerlo."
"Davvero?"
"Certo amore! Digli che se vuole lo aspettiamo per le 20.00." Giada corse al telefono saltellando allegra dopo quella richiesta.

La cena era stata assolutamente fantastica. Stefano era entusiasta di poter finalmente conoscere il padre di Giada e il suo nuovo fratellastro e aveva accettato l'invito di buon grado. Durante la cena, a base di pollo arrosto e patate croccanti, Stefano e Mauro non avevano smesso un attimo di parlare, ridere e scherzare. Ivan se ne stava, come al solito, nel suo angolo di tavolo. Giada ogni volta che lo guardava, aveva sempre l'impressione che nascondesse qualcosa dentro di sé, aveva uno sguardo quando si rivolgeva a lei che trasmetteva lampi di strane sensazioni, come se nel suo cervello si dimenasse qualcosa in attesa di essere liberato, come una bestia in gabbia. Giada però attribuiva tutto questo anche all'età, i tredicenni hanno questi momenti in cui si tengono per loro tutte le emozioni.
Dopo cena, Giada e Stefano si diressero in camera per stare un po' in intimità, un amico di Stefano sarebbe passato a prenderlo con la macchina solo mezz'ora più tardi. Si davano baci lenti, delicati e allo stesso tempo pieni di passione, mentre si toglievano lentamente i vestiti. Giada saltò in braccio a Stefano che la teneva stretta per i gluetei sodi. Entrambi avevano gli occhi chiusi, godendosi il piacere e l'amore che sprigionavano. Giada gli mordeva con foga il carnoso labbro inferiore, mentre lui la spingeva contro il muro, le sue gambe lunghe e affusolate si incrociavano formando una X dietro la sua schiena. Lentamente si fece strada dentro di lei, con due lunghi gemiti soffocati di goduria mentre il pene entrava sempre di più. Il loro amplesso ebbe inizio, tra sospiri e mugolii pieni di voglia. Giada si aggrappò saldamente alle sue spalle larghe e muscolose mentre lui la scopava sempre più forte. Giada apriva e chiudeva la bocca, quasi cercasse il suo cazzo da succhiare. Stefano se ne accorse e dopo averla distesa delicatamente sul letto, si stese supino accanto a lei. Lei ebbe finalmente quella meravigliosa verga nella sua calda bocca, mentre la sua fica veniva soddisfatta da leccate veloci sul clitoride in un fantastico 69. Il muso di Stefano era fradicio e la bocca di Giada era occupata interamente dal suo membro duro e pulsante. Cominciò a succhiare forte, dando delle leccate decise sulla cappella rossa, si sentiva il rumore del risucchio e della saliva che aveva bagnato completamente i testicoli gonfi e pronti a svuotarsi nella sua boccuccia. Entrambi vennero l'uno nella bocca dell'altro. Stefano bevve quel succo afrodisiaco che colava fuori dalla sua vagina e mentre Giada era intenta a ripulire il pene dall sperma, si sentì un grosso tonfo contro la porta. Sobbalzarono e si vestirono alla meglio in fretta e furia. Giada aprì la porta di colpo per capire che cavolo stesse succedendo. In terra c'era Ivan che si lamentava premendosi il palmo della mano contro la fronte. "Ivan, ma che fai?" gli chiese Giada tra l'incredulo e l'arrabbiato. Stava cominciando a far quadrare i conti. "Scusa Giada, non volevo guardarvi, scusa scusa scusa!"
"Stavi spiando tua sorella?! Ma che cazzo hai nel cervello?!" Stefano era furibondo e Giada non sapeva cosa pensare. Si scusò infinitamente con Stefano e gli promise che gli avrebbe fatto un bel discorsetto, ma che non l'avrebbe detto a papà. A 13 anni gli ormoni sono a mille e molto probabilmente Ivan non la vedeva ancora come sua sorella e quindi si era sentito libero di poter spiare. Stefano comprese il suo discorso, ma era ancora infuriato con il ragazzino.

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