Racconto d'estate

Scritto da , il 2016-03-03, genere etero

Adoro le vacanze al mare con gli amici.
Eravamo tutto il nostro gruppetto sulla spiaggia, di notte, con la musica dei locali in lontananza, potevamo parlare ascoltando le onde del mare.
Ero accanto ad un ragazzo conosciuto qualche giorno fa. Un po' magrolino, sicuramente più piccolo di me.
Parlavamo seduti sulla sabbia, mi faceva anche ridere, e ci stringevamo sempre di più.
Te ne accorgi di certi sguardi, di chi ha davvero voglia nel cuore, mi guardava il collo, la gola, le mie spalline esili, finché non mi ha toccato il bordo del mio costume, sul petto, aspettando la mia reazione.
Rimasi ferma con la birra in mano, entrambi con il viso basso, mentre lui accarezzava il bordino nel costume, fino a diventare più audace e infilare un dito dentro, toccando il mio seno, il capezzolo...
Mi veniva solo da sorridere, mi piaceva quella situazione. Gli altri a parlare poco più in là e lui che mi esplorava.
Infilò tutta la mano nel costume per prendermi il seno, forse godeva già così, gli entrava tutto in una mano.
Misi anche io una mano nel suo costume, volevo sentire il suo pene, la consistenza, la forma, com'era il prepuzio...
Era già durello, imbarazzato, mi piaceva toccargli la pelle sulla cappella.
Mentre lo accarezzavo, gli sussurrai all'orecchio: ti va di scopare?
Rimase un attimo senza fiato, poi sorrise, aveva gli occhi che brillavano.
Ci nascondemmo dietro delle rocce scure e dei cespugli, ma vicino alla riva, non passava nessuno ma non ne eravamo certi.
Mi baciò con foga, era impacciato, spingeva la lingua nella mia bocca come per assaporarmi tutta. Aveva una lingua pesante, quasi soffocavo.
Non mi spogliava, eppure aveva il costume tirato dal suo pene in erezione.
Mi sciolsi il costume e rimasi nuda prima sopra e poi sotto, con lui ancora coperto.
Gli scesi il costume "non ti spogli?" Gli chiesi, ma lui tirò tutto d'un fiato il suo pensiero "non l'ho mai fatto". Ah! Allora capisco tutto!
Mi mi si in ginocchio e gli accarezzai il pube e la pancia con una mano, guardandolo in viso, poi diedi un bacio sul suo pene "non ti preoccupare, adesso giochiamo soltanto, se non te la senti, dimmelo" e mi rispose con un cenno della testa.
Iniziai a fargli un pompino lento, notai che gli piaceva dal movimento delle sue mani, prima si mantenne alle mie braccia, poi pian piano si lasciò andare, braccia lunghe contro i suoi fianchi, occhi chiusi.
Aumentai l'intensità, andai più a fondo, sempre lentamente, spingevo bene la sua carne in gola.
Il suo viso era una smorfia di piacere, bocca socchiusa, non riusciva a guardarmi.
Mi poggiò una mano sulla testa e mi guardò come per farmi cenno che stava per venire e non sapeva cosa fare; ma ingoiai, mentre veniva, accolsi i suoi getti in bocca e in gola, gli facevo sentire come ingoiavo e divaricò le cosce, sospirando, mi spinse di più il cazzo contro il viso, iniziava a sentirsi padrone della situazione.
Lo guardavo in faccia e bevevo, succhiai anche dopo che aveva finito, facendoglielo scendere in bocca.
Mi scostai ed era un po' stordito, imbarazzato.
Gli diedi un bacio sulla guancia e gli poggiai una mano tra le mie cosce, nel triangolino tra le labbra e le due coscette. Accarezzò intimidito, curioso, già lo aveva fatto ma era incerto.
Iniziai a baciarlo di nuovo e mi strofinai sulla sua mano, sulle sue dita che mi accarezzavano dolcemente. Spinse un dito dentro di me, fece un sospiro dopo aver sentito il mio calore, la mia consistenza, e a me piacevano le sue dita.
Gli diedi le spalle, strofinavo il mio culetto contro di lui e gli tornò subito duro.
Con una mano lo presi, poggiai la cappella liscia e libera sulle mie grandi labbra gonfie e lisce.
Mi guardava in viso, in estasi, mentre spingevo contro di lui, con il suo cazzo mirato alla mia entrata. Ci guardavamo in viso, in silenzio, aggrappati, spingendo piano piano, aspettando, lui mi aspettava. La cappella entrò subito, lui strinse le labbra e poi continuò a spingere, a guardarmi in viso, finché non entrò tutto ed io sollevai la gamba.
Prese la mia gamba, come un gesto involontario, era entrato nella situazione.
"Senti come sono calda?" Gli chiesi, ma mi rispose con dei colpi pesanti e lenti, ad occhi chiusi "... Come sono bagnata?" Ed aumentò il ritmo.
Ansimava, grugniva con il naso, a volte girava il viso dall'altra parte.
Che soddisfazione sentirlo e vederlo godere grazie a me, neanche lo conoscevo.
Sentivo la sua carne muoversi dentro di me, spostarmi bene le pareti, sentivo tutto, il suo corpo mi riempiva.
Mi strinse le unghia nella gamba e cercando di sfilarsi velocemente, comunque rimase con un po' di asta dentro, la cappella poggiata dentro le mie labbra, e venne. Gli uscì un "ugh!" Di piacere, misto a confusione.
Mi sporcò le labbra, dentro la passerina, per poi uscire.
Non potevo pensare altro che fosse adorabile è buffo, mi piaceva tanto.
"Possiamo farlo ancora?" Mi chiese senza fiato.
Mi sdraiati tra gli scogli ed aprii le gambe "però questa volta se devi sborrarmi dentro, fallo bene" ed allungai una mano, che poi baciò con passione.
Strofinò ancora il glande sulla mia apertura, tornò subito duro (con mia sorpresa) e spinse di nuovo dentro.
Si sdraiò su di me e iniziò a godere, tantissimo, ed io con lui.
Ci baciavamo, ci stringevamo, mi piaceva alzare le gambe più che potevo, con lui addosso, praticamente addosso.
Il suo peso era bellissimo, spingeva senza sosta, aveva una foga indescrivibile.
Mi ispezionava in ogni punto, ansimava come un cane, si sentiva il rumore dei miei umori.
Toccò un punto magnifico, sentii spingere contro la carne, non riuscivo a dargli indicazioni, tanto che si agitava, eppure mi premeva il cazzo dentro a dovere. Venni ansimando forte, mordendomi le labbra, neanche se ne accorse per quanto era preso.
Poi lo sentii accovacciarsi di più a me, stringersi, spingere ancora di più il bacino.
Prese il mio viso tra le mani, lo guardò, gli vidi gli occhi girati e poi poggiò le labbra sulla mia guancia, venendo, spingendo più che poteva.
Sentivo già il mio buchetto pieno, il suo sperma era denso e copioso. Mi sentivo colma, sentivo proprio qualcosa dentro da pisciare.
Diede qualche colpetto per sfogarsi ancora e poi rimase dentro di me, accasciato a me. Le mie gambe alte dietro di lui, il silenzio, i nostri sospiri pesanti, il mare, il suo sudore al sale...

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