La casa dell'amore 4

Scritto da , il 2016-02-01, genere incesti

La casa dell’amore 4

Mamma imbarazzata corse nella sua stanza piangendo.
Ritornai da Marika, che era scoppiata in una fragorosa risata, poi si mise una vestaglia e prima di tonare nella sua camera commentò:
“Hai visto la tua mammina, dice tanto, fa la santa però il cazzo piace anche a lei, mi sa che non passi tanto che ti fai anche lei”
Si fece una risata, si accarezzò la pancia che incominciava a ingrossarsi, poi con eleganza si alzò dal letto, mi diede un bacio in bocca e mi disse:
“Tua mamma, ti darà la figa, magari la bocca e poi anche il culo, ma non credo ti darà mai un figlio come ho fatto io”
Se ne andò nella sua stanza, mi stesi sul letto e mi calmai, dopo una decina di minuti mi alzai, andai a bussare alla porta di Roberta, con voce piangente disse:
“Chi è?”
“Sono Paolo” risposi.
“Vai via, mi vergogno troppo”
“Mamma, fammi entrare, dobbiamo parlare”
“Entra è aperto”
“Mamma, perché è diverse notti che vieni a spiare me e Marika?”
“Amore mio, sono una donna anch’io, e come donna sento il bisogno di far l’amore”
“Mamma Veronica un po’ di tempo fa, mi ha detto che dopo la morte di papà ti sei innamorata di un uomo sposato, che fa parte della famiglia”
“Si mi sono innamorata di lui come una liceale al primo appuntamento, ma non ho mai avuto il coraggio di rivelarglielo, è stato lui a scoprirlo e in una situazione imbarazzante”
“Mamma per caso stai dicendo che quel uomo sono io?”
“Certo tesoro, ma il problema che non ti ho mai detto niente è che sono oltre che possessiva molto gelosa, e quando ti so a letto con un'altra vorrei morire”
A quel punto ho preso mia madre in braccio e di peso l’ho portata nella mia stanza, l’ho adagiata sul letto, poi l’ho baciata , mentre con la lingua ho raccolto le sue lacrime. Dopo un’ora si era calmata e facendo piano per non scombussolarla ho infilato la mano sinistra sotto la camicia del pigiama, palpandole il seno, invece con la destra andai a sfiorarle il clitoride.
Mamma sentendosi toccare nella sua intimità mi disse:
“Fermati Paolo, non dobbiamo! Tra madre e figlio non va bene!”
“Rilassati mamma, non facciamo male a nessuno e poi sei stata tu a confessare a Veronica che eri innamorata di me, e prima me l’hai anche confermato”
“Certo caro, sono innamorata di te, ma come ti ho detto sono anche gelosa e possessiva e non so se riesco ad accettare le altre”
“Per te come per Marika sarò più presente che non per le altre donzelle, compresa mia moglie”
Nel mentre di parlavamo non ho mai smesso di stimolare mamma, che ormai sembrava giungere all’orgasmo, sentivo la figa che sembrava il lago maggiore, e i capezzoli si erano inturgiditi e sembravano degli spilli tanto pungevano, l’unica cosa che non andava era il suo intimo, non sembrava quello di una cinquantenne, ma quello di un’ottantenne, portava mutandoni di lana e un reggiseno anni 60.
In quel momento decisi che il mattino dopo ci saremmo recati a Torino ad acquistare indumenti più consoni ad un’amante. Perciò le dissi:
“Ora dormi, riposati tranquilla, domani ti porterò a fare acquisti, voglio che la mia mamma amante sia più moderna”
“Cosa diranno le altre?”
“E chi se ne frega! L’importante e quello che interessa noi due”
Si rilassò e si addormentò tra le mie braccia, alle sei la svegliai con un bacio, quando aprì gli occhi, le accarezzai le gambe poi la limonai per circa cinque minuti, vedendo che partecipava con trasporto, poi dandole una pacca sulle chiappe le dissi:
“Ora vai a vestirti che dopo colazione si parte”
“Allora dicevi sul serio?”
“Certamente, ti voglio più giovanile e più come dire, sexy”
Corse nella sua stanza si vestì in modo sobrio, comunicammo alla famiglia che mamma doveva andare a Torino per acquisti e l’avrei accompagnata. L’unica che immaginò qualcosa fu Marika che esibì un sorriso ironico come dire visto che è caduta nel tuo letto pure lei.
Alle nove partimmo, verso le 10.30 eravamo Alle porte della città, dove prendemmo un taxi e ci facemmo portare in via Roma. Raggiunto il centro girammo diversi negozi di intimo e alcuni d’abbigliamento.
Comprammo calze a rete con maglie larghe e strette nere, rosse, viola e verdi, alcune guepiere nere e rosse, tre paia di calze nere con cucitura posteriore e diversi reggiseni..
In un altro negozio acquistammo delle mutandine molto ridotte e dei perizomi, non contento portai mamma in un negozio d’abbigliamento e le feci prendere delle gonne con lo spacco sia laterale che centrale, e cinque o sei minigonne. Roberta era ritrosa per questi acquisti , io gli dissi:
“Mamma voglio che le tue bellissime gambe siano in vista, perché chi ti guarda deve morire d’invidia”
“Tu sei matto, ma se vuoi così, sia”
Usciti dal negozio d’abbigliamento ci dirigemmo da uno specializzato in camice e qui le feci prendere camice scollate e trasparenti.
Quindi prendemmo un taxi, per tornare dove avevamo posteggiato l’auto, appena saliti in auto abbracciai mamma, poi la baciai, quando ci staccammo le dissi:
“Ora ci vuole un bel pranzetto noi due soli”
Dopo aver percorso diversi chilometri girai in una strada sterrata, dove sapevo esserci un trattoria con un’ottima cucina, e cosa che non guastava aveva anche delle stanze.
Mamma mi chiese:
“Che intenzioni hai che hai imboccato questa strada?”
“Abbiamo parlato di mangiare e al fondo di questa via c’è una trattoria in cui si mangia divinamente”
“Pensavo che volessi trattarmi come una puttana e fare l’amore per strada, perché sappi che per te sono disposta a tutto, ma non farti venire idee di fare l’amore in auto e per strada, io non sono una prostituta”
“Mamma non ho mai pensato una cosa del genere”
“Paolo mi hai fatto venire i dubbi quando hai imboccato questa strada sterrata e dopo quel che mi hai fatto comprare”
“Ma no ti voglio solo più sexy e moderna”
“Sai per me calze a rete o con cucitura posteriore ed anche certi indumenti intimi che abbiamo preso sono indumenti da prostitute”
Finito di parlare, arrivammo alla trattoria , ci fecero accomodare in un tavolo separato dove potevo accarezzare mamma senza turbarla.
Mangiammo bene al momento del conto chiesi se c’era una camera libera, perché avrei voluto riposarmi prima di ripartire.
Il locandiere mi diede la chiave e così presi alcuni pacchi e feci venire anche mamma in camera con me.
Una volta in stanza la convinsi a spogliarsi lei era un po’ restia. Le dissi:
“Mamma qui non siamo ne per strada ne in auto “
“Va bene hai ragione, ma preferisco fare l’amore con te a casa”
“Guarda che non voglio fare l’amore qui, voglio che ti cambi e incominci a renderti più desiderabile”
“E cosa devo indossare?”
“Mettiti le calze a rete autoreggenti a maglia sottile nere, poi indossa un reggiseno nero a balconcino che ti esalta il seno, poi mettiti una gonna con spacco laterale sinistro in modo che quando viaggiamo di posso toccare la patata, e una camicetta azzurra trasparente”
Una volta completata la vestizione ho notato che era una splendida cinquantenne, che così agghindata sembrava una vamp, ma mancava ancora una cosa cioè ci volevano delle calzature per accompagnare quel tipo di vestiario, e mi risultava che Roberta non avesse scarpe con tacchi a spillo, stivali ho altro di moderno.
In quel momento a veder mia mamma così sexy mi è venuta voglia di scoparla, allora la presi per mano e l’attirai a me, la baciai sulla bocca introducendo la lingua nella sua bocca, nel mentre le portai la mano sul mio cazzo per farle sentire come era duro e constatai che raggiunse una durezza che nemmeno Marika riusciva a farmi ottenere.
Mamma sentendo la consistenza del membro disse:
“Amore sono io che ti faccio quest’effetto?”
“Già tu e il tuo abbigliamento!”
“E adesso cosa vorresti farmi?”
“Vorrei prenderti sia davanti che dietro e non lasciarti fino a che non orgasmo almeno dieci volte”
“Sai io non ho mai raggiunto l’orgasmo con papà”
“Hai mai avuto altri uomini?”
“No! Oltre papà sei il solo con cui farò l’amore”
“Mamma è una bellissima dichiarazione d’amore”
La attirai a me e incominciai a succhiarle un capezzolo, quando mi sembrava ben stimolato e mamma incominciava a gemere sono passato all’altro seno, lo lavorai per una decina di minuti poi non ce la feci più e infilai il mio manganello e lo infilai nella sua figa ormai umida e incomincia a fare su e giù, mamma partecipava e ad un certo punto in preda penso all’orgasmo mi posizionò le gambe sulle spalle e gridò:
“Continua cos’ è magnifico, tuo padre al tuo cospetto era un dilettante impotente e incapace, continua così amore mio, voglio rimanere incinta come quella puttana di Marika. Se può darti un figlio lei, te lo posso dare anch’io. Vuoi un figlio da tua madre. Lo vuoi? Dimmelo che lo vuoi!”
Ormai non ragionava più, godeva talmente che non sapeva quel che diceva, infatti nel momento che sentii la sborra che stava per spruzzare, cercai di uscire da quella magnifica tana, ma lei veloce come un fulmine tolse le gambe dalle mie spalle e le mise attorno alla mia schiena impedendomi di uscire e disse:
“Ti ho chiesto se vuoi che ti partorisca un figlio, vienimi dentro se resto incinta e non lo vuoi abortirò, ma voglio che mi impregni, non sono meno fertile delle troie che ti fai a casa”
Le venni in pancia poi mamma svenne, mi fece preoccupare era la prima volta che facendo l’amore con una donna questa mi sveniva nel momento dell’amplesso.
Dopo dieci minuti mamma si riprese, apri gli occhi e mi sorrise, poi con voce tremolante disse:
“E’ la prima volta che raggiungo l’orgasmo in vita mia. E’ stato bellissimo, ora sono tua, fai di me ciò che vuoi”
Mi rivestii, sceso alla reception pagai la stanza, mamma scese dietro di me vestita come l’avevo detto, in auto allungai la mano e la intrufolai nello spacco e raggiunsi la sua figa, poi giocherellai col clitoride fino a che mamma incominciò a gemere e bagnarsi per l’ennesima volta, nel mentre eravamo giunti in prossimità di un calzificio, fermai l’auto e mamma chiese:
“Perché ti fermi proprio adesso che incominciava a piacermi?”
“Vedi mamma, ho visto che tutto quello che abbiamo acquistato in mattinata non va bene se non hai le scarpe adatte!”
“Caro abbiamo speso quasi 2000 euro solo per me e adesso vuoi comperare ancora un paio di scarpe?”
“Scherzi mamma?”
“No dico seriamente”
“Non voglio comperare un paio di scarpe, voglio comperare un paio di stivali al polpaccio, uno in pelle sopra il ginocchio e poi scarpe con tacco minimo 10”
“Paolo mi vuoi trasformare in una troia, non ti basta Marika”
“Non voglio trasformarti in un a troia se tu non vuoi, ma ti voglio troia tra le lenzuola, comunque stasera ho deciso che faremo una carta con i giorni in cui ognuna di voi verrà a letto con me. Cosa ne dici se a te e Marika dedico due notti ciascuna e una per ogni ragazza”
“E una magnifica idea, io potessi me le prenderei tutte, ma capisco che devi soddisfare le anche le troiette”
“Ma le troiette le soddisfo facilmente sono le due milf che sono delle troione esigenti che è più difficile soddisfare”
Scendemmo e comprammo due paia di stivali e delle scarpe con tacco 10,12,14 e un altro con tacchi altissimi che slanciava non solo le gambe ma anche le cosce di mamma, quelle con tacco 12 le consigliai di indossarle subito, in modo che arrivati a casa facesse morire d’invidia le puttanelle come le aveva definite lei.
Arrivati a destinazione, chiamai tutte a raccolta e dissi:
“Ho pensato di organizzare le nottate in modo che ognuna di voi abbia un suo giorno, logicamente per Anna e Veronica fino al momento del parto lo useranno solo quando se lo sentiranno”
“E come hai pensato di organizzare i turni? Le sere che toccano a Anna e Veronica e loro non se la sentono, le sostituirà qualcuna o la usi per riposarti?” chiese Marika.
“Ci penso stanotte mentre mi porto mamma in stanza e domani a pranzo ve lo dico”
“Ok, ma ricordati che anch’io voglio un bimbo” disse Barbara.
“Quanta fretta, il bimbo lo voglio anch’io che sono sua moglie, vedendo Anna e Veronica in stato interessante, ho deciso che un figlio a Paolo sia giusto che glielo partorisca pure io”
“Non c’è il caso di litigare, avrei pensato due notti Roberta e Marika una per le altre, quando sono indisposte Anna e Veronica si alternano le prime due, comunque sarò più esauriente domani”
Presi mamma per mano e andammo in camera, poi la spogliai dei nuovi indumenti lasciandole solo la autoreggenti e la scarpe.
“Mamma che gran figa che sei, ho una voglia matta di scoparti e non solo in figa”
“Amore per te sono disposta a tutto ma non nel culo, fa un male cane”
“Scusa ma papà non te lo metteva in culo?”
“Ci ha provato una o due volte, ma mi faceva male e non ho più voluto”
“Quindi anche tu sei vergine analmente?”
“Si e conto di restarci e poi non dirmi che anche le altre lo sono”
“Si mamma lo erano e con molto amore Anna e Marika mi hanno donato il culetto, perciò voglio anche il tuo”
“No amore il mio non te l’ho do”
“Pazienza, vorrà dire che Marika avrà da parte mia un occhio di riguardo fin che anche tu non mi darai il culo, poi da quel momento sarai tu la mia preferita”
“Paolo, non voglio che tua suocera sia più considerata di tua mamma, perciò se farai con delicatezza il mio culo sarà tuo, dammi solo il tempo di abituarmi all’idea”
Scopai mamma, la presi a spegni candela, alla pecorina , mi fece anche due magnifiche pompe e una spagnola, fino alle cinque del mattino ci demmo dentro, poi ci addormentammo esausti, verso le 7.30 ci destammo e prima di scendere a colazione mi scrissi la tabella dell’amore. A colazione c’era tutta la famiglia in attesa della mia comunicazione.
Veronica sembrava la più curiosa e chiese:
“Allora come ti dividiamo?”
“Certo non è mica il caso che mi facciate a pezzi, diciamo che è un modo di avere un giorno cioè una notte senza dover discutere”
“Si va bene rendici partecipi” disse Barbara
“Ho pensato di dividere così la settimana:
 Lunedì Veronica
 Martedì Roberta
 Mercoledì Erica
 Giovedì Barbara
 Venerdì Anna
 Sabato Roberta
 Domenica Marika
Se qualcuna rinuncia il suo turno va a Marika e in sequenza a Roberta”
Nessuna commentò, tutte accettarono la mia proposta, i mesi di fine anno furono splendidi, mi ritrovavo come diceva mia moglie ad avere un arem con sei splendide donne.
Ad Anna e Veronica come Marika, incominciava a vedersi la crescita della pancia, infatti le prime due dalla fine di novembre non vollero più avere rapporti sessuali per paura di far male al feto. Marika continuò invece sempre più zoccola e possessiva al punto di voler usufruire dei turni della figlia e di Veronica. Erica alla fine di settembre dopo una visita scoprì di essere in stato interessante, e per maggio avrebbe partorito. In quel periodo Barbara per via della separazione era sempre tesa e alla notizia della gravidanza di Erica ebbe una crisi nervosa.
“Le mie sorelle, mia madre e tua sorella incinte, io no! Dev’esserci qualcosa che non funziona in me, pazienza non restare incinta con mio marito e con i miei amanti, ma con te non è possibile, hai ingravidato tutte tranne me! Ho bisogno di uno specialista, perché io ad un pupo non ci rinuncio, non voglio essere meno delle altre, devo darti un figlio anch’io”
Cercai di calmarla. Ma non c’era verso, solo dopo aver prenotato una visita specialistica si tranquillizzò.
Passarono la feste natalizie, ma tre giorni dopo l’epifania scoppiò nuovamente la bomba, Roberta tornando dal medico, annunciò:
“Ragazze mi unisco anch’io al gruppo delle partorienti”
Barbara a quella notizia scoppiò a piangere e disse:
“Cos’ho io che non va, voglio restare incinta e non ci riesco mentre tutte voi anche se non lo volete siete in attesa di dare un figlio a Paolo”
Tutte le donne si avvicinarono a Barbara per consolarla.
A febbraio Barbara aveva la visita specialistica, il luminare dopo i controlli le disse:
“Signora il suo unico problema è il voler un figlio a tutti i costi, deve essere meno ansiosa e vedrà che si risolverà tutto”
Verso al fine di marzo Anna partorì una bella bimba che chiamammo Debora, ad aprile subito dopo la metà del mese Marika mise alla luce anche lei una femminuccia, le demmo il nome di Ilenia, ma la notizia che rallegrò tutti arrivò dieci giorni dopo Barbara comunicò a tutti di essere incinta.
A maggio la casa vide la nascita di Claudia, figlia mia e di mia sorella Veronica.
I mesi passavano e le bimbe crescevano, e le pance di alcune donne come Erica, Roberta e Barbara crescevano, a giugno Erica partorì anche lei una bambina, che volle chiamare Franca, nello stesso giorno che partorì, Marika scoprì di aspettare un’altra creatura.
Nel mese di agosto invece di andare in ferie accompagnammo Roberta in clinica dove nacque un maschietto, che in ricordo di mio padre volle chiamare Ennio.
Barbara ha ottenuto la separazione dal marito e un assegno mensile di 5000 euro, ormai non cerca più un uomo, le basto io, dice che è meglio una volta alla settimana con me, che tutti i giorni con magari qualche sbarbatello, e per la sua gioia a settembre a partorito due gemelline, una si chiama Gioia e l’altra Giada. Adesso che siamo a gennaio 2016, la situazione è che quasi tutte le mie donne sono in stato interessante, Marika mi darà un secondo figlio e spero non sia l’ultimo, è una donna meravigliosa e tanto porca, che la vorrei sempre piena, quando ha la pancia è molto calda e fare l’amore è qualcosa di favoloso, poi da quando le ho sverginato il culo, non rinuncia a niente.
Per la mia felicità, anche mamma Roberta tra poco partorirà nuovamente e anche per lei spero non sia l’ultima volta.
Veronica sembrava avesse trovato un ragazzo che le piacesse ma dopo un mese , l’ha lasciato, dicendo che lei può solo amare me e adesso anche lei aspetta un bimbo, Barbara dopo la preoccupazione di non aver figli adesso dopo la due gemelline sembra sia pronta per il bis e la sua preoccupazione ora è trovare i nomi per quando si verificherà il lieto evento.
Anna e Erica si godono il loro essere mamme anche se quando le bambine saranno un po’ più grandicelle gradirebbero ridiventare mamme.


Fine
Libertino.2016











Questo racconto di è stato letto 1 3 1 1 3 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.