Io, un'amica imperfetta

Scritto da , il 2016-01-26, genere masturbazione

Sono una ragazza e non penso di aver chiaro il mio orientamento sessuale. Mi eccito facilmente e la presenza di una persona in stanza non sempre mi ferma dal soddisfare le mie voglie. Mi masturbo senza che l'altra persona se ne accorga e la cosa non fa che aumentare il mio piacere finale.

Come accadeva spesso, anche quella sera la mia amica mi invitò a dormire da lei. Era sola in casa e le piaceva la mia compagnia.
Prima di dormire indossammo il pigiama. Io cercavo di cambiarmi velocemente e senza mostrare molto, lei al contrario mi passò davanti senza indossare né la maglietta del pigiama né il reggiseno.
Ho ancora l'immagine delle sue tette in mente. Piccole, sode e con dei bei capezzoli. Cercai di non farci caso e finii di cambiarmi velocemente per mettermi sotto le coperte del letto di sua sorella. Quella notte, spente le luci, parlammo della scuola, delle amiche, dei ragazzi, del sesso e dei porno. Bastò questo per eccitarmi. Mentre ne parlavamo, portai una mano all'interno dei pantaloni e poi dentro le mutandine; iniziai a stimolarmi il clitoride. Lei parlava delle sue esperienze sessuali e io mi masturbavo ascoltandola. Più mi raccontava di come le piaceva quando gliela leccavano e più mi eccitavo; volevo sentirla parlare, perché stavo davvero godendo. Affinché non mi scoprisse, trattenevo come potevo il respiro pesante e intanto aprivo di più le gambe nascoste dalla coperta. Quando mi faceva una domanda rispondevo con dei mugugni, ma a lei non importava molto; le piace parlare e a volte credo che io non le serva più di tanto. Ma in quel momento era lei ad essere utile a me. Immaginai di essere io a leccargliela. Di alzarmi dal letto, avvicinarmi a lei e baciarla. La mia lingua nella sua bocca. In lei l'iniziale sorpresa diventava voglia e io la soddisfavo. La facevo distendere e le leccavo quei capezzoli che mi aveva mostrato prima, quasi provocandomi. Prima uno, stuzzicando nel frattempo l'altro con le dita e poi facendo cambio. Le piaceva e incurvava la schiena: ne voleva ancora. Leccavo e le accarezzavo il corpo. Poi le abbassavo i pantaloni e le mutandine. Le aprivo le gambe, avvicinavo il viso e iniziavo a leccarla come avrei voluto fare dall'inizio. Lei gemeva e si muoveva, io continuavo senza fermarmi. Si bagnava sempre di più e senza fermarmi le mettevo due dita dentro e cominciavo a muoverle. Mi concentravo sul clitoride. Lo leccavo e muovevo le dita, leccavo e muovevo, ancora e ancora. Infine avrei sentito i suoi muscoli tendersi e lei arrivare a un potente orgasmo.

In quel letto non mio, fui io ad avere un grande orgasmo. Tremavo tutta di piacere, ma cercai di contenermi e lei non si accorse di nulla, perché continuò a parlare ancora per un po'.
Da quella sera, ogni volta che mi invita a casa sua, io aspetto che si addormenti e poi mi masturbo immaginando come svegliarla in modo piacevole.

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