Ginevra e Paride,l'amico di papà. PT 1

Scritto da , il 2015-08-12, genere etero

Ginevra e Paride, l'amico di papà.


*Ripubblico il racconto con l'account che utilizzo maggiormente su questo sito. Grazie*

Dopo aver dato l'ultimo esame del semestre, Ginevra decide di ritornare a casa, non vedeva i suoi cari da troppo tempo, e così presa da un attacco di nostalgia decide di prenotare un volo last minute per fare una sorpresa a tutti.
Poco prima di partire le viene in mente di chiamare Paride per farsi venire a prendere dall'aeroporto una volta arrivata;

Paride era una costante per la sua famiglia, conosceva suo padre sin dai tempi delle scuole medie, e arrivò in Ospedale quasi prima di lui quando Ginevra venne al mondo;
Tra i due c'è sempre stato un legame particolarmente affettuoso, Paride aveva avuto mogli bellissime ma per scelta non ha mai voluto dei figli, e con Ginevra nella sua vita, non ne aveva nemmeno mai avvertito la necessità.

Arrivata a destinazione, Ginevra corse fuori e lo vide proprio lì, appoggiato al suo Mercedes CLA nero, era alle prese con una telefonata che fu interrotta subito dopo aver visto la giovane, i due si abbracciarono e lui la sollevò come usava fare ogni volta che la vedeva e articolò il suo saluto con un "Finalmente Ragazzina, mi sei mancata".
Più passavano gli anni e più il fascino di Paride aumentava, aveva su per giù 50 anni ma li portava egregiamente, perennemente abbronzato, con dei capelli neri pettinati all'indietro, un nasino molto delicato, delle labbra carnose, una bocca adornata da candidi denti con un'arcata priva di imperfezioni, i suoi occhi erano color nocciola ma se accarezzati da alcuni riflessi di luce facevano notare delle leggere sfumature verdi, per non parlare del suo profumo, lo stesso da una vita: Creed-Aventus, le note del ribes nero e del gelsomino del Marocco si sposavano impeccabilmente con il pH della sua pelle.
Era sempre impeccabilmente vestito, quel giorno indossava la sua solita camicia bianca doppio collo perfettamente stirata, un pantalone Capri blu e dei mocassini in tinta.

In viaggio verso casa i due iniziarono a parlare del più e del meno, a ricordare vecchi aneddoti, a rispolverare vecchie promesse, e a ridere come facevano sempre quando si ritrovavano insieme.
Paride le raccontò del divorzio con Linda e del fatto che non era destinato a legarsi a nessuno, così Ginevra prese la sua mano e la strinse alla sua, lui la guardò e non disse più nulla.

Arrivati a casa verso l'ora di pranzo e dopo le mille feste dei suoi cari, Ginevra e Paride si sedettero a mangiare con gli altri, e sebbene Ginevra fosse sommersa dalle mille domande dei suoi parenti non riusciva a distogliere lo sguardo da Paride, questa era per lei la prima volta che lo ammirava con occhi differenti.
Lentamente lei fece scivolare il suo delicato piede verso la gamba di lui, e iniziò a sfiorarla, suscitando in Paride una totale sorpresa, lui la guardò e la bacchettò con lo sguardo, lei arrossì, lasciò scivolare per terra il piede e si sentiva quasi mortificata.
Il pranzo finì, i genitori di Ginevra tornarono a lavoro, ogni altro membro della famiglia riprese le proprie attività e Ginevra andò a disfare la valigia.
Era piegata per terra a piedi nudi e con la sua corta gonna nera a pieghe e la sua camicetta bianca infilata dentro, le sue morbide ciocche di capelli biondi le cascavano sulla schiena, e mentre era intenta ad aprire quella valigia che strabordava di vestiti e scarpe decise di sollevarsi per togliersi i grandi orecchini che iniziavano a pesare, quando si voltò lo vide lì sulla soglia della porta, la stava guardando silenziosamente, lei quasi sobbalzò dallo spavento, lui la guardò negli occhi e le si avvicinò chiudendosi la porta alle spalle, con fare delicato le mise i capelli dietro le orecchie e le sfiorò il viso, lei timidamente si scusò per l'atteggiamento adottato a tavola, era mortificata ma si sentiva così attratta da lui, lui la azzittì e le disse che nutriva le stesse emozioni per lei da troppi anni ormai, sin da quando lei iniziava a sviluppare le sue acerbe forme e si sedeva su di lui a cavalcioni e ne avvertiva il calore della sua vagina sul ginocchio, ora che era diventata grande e non poteva più essere penalmente perseguibile aveva deciso di tenerla a distanza per il rispetto nei confronti del suo amico nonché padre di lei, così Ginevra, vedendo crollare quell'uomo sempre troppo sicuro di se, e fermo, decise di azzittirlo con un bacio, si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò che suo padre non avrebbe mai saputo nulla, così lo spinse sul suo letto a baldacchino, si sedette su di lui a gambe aperte prese le sue mani e le cinse intorno a lei per poi farle adagiare sulle sue morbide natiche e lentamente iniziò a muoversi strusciando sulla sua patta la sua carnosa vagina mentre le sue morbide labbra baciavano quelle di Paride e ne mordevano gli angoli, Paride appariva quasi ipnotizzato da lei, non aveva mai provato quelle sensazioni, e proprio mentre stava per prendere l'iniziativa e stava per tornare in sé scivolando con la sua bocca sul collo e sul suo décolleté, una voce dal piano di sotto chiamò Ginevra, i due balzarono in piedi e si ricomposero, Ginevra baciò a stampo Paride e corse giù per le scale sorridendo, si trattava solo di un arrivederci, ma si sentivano entrambi come due quindicenni alle prese con la loro prima volta.
Continua..

Questo racconto di è stato letto 8 1 0 1 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.