I gemelli

Scritto da , il 2014-06-12, genere prime esperienze

Eccomi nuovamente qui, dopo qualche mese di assenza, per riprendere a raccontare le mie esperienze da ragazzo.
Salto qualche anno, dai 13 anni di "gioco da ragazzi", per passare ad un'esperienza di quando avevo da poco compiuto i 16 anni; per quel che riguarda gli anni trascorsi conto di raccontare gli eventi in storie future.
A sedici anni avevo una discreta esperienza riguardo ai giochi sessuali che si possono fare tra maschietti; avevo preso cazzi in mano, in bocca, ne avevo anche presi in culo e messi naturalmente dato che questi giochi tra ragazzini si basavano sulla reciprocità: "tu lo infili a me ed io lo infilo a te".
Allora non sapevamo cosa volesse dire gay, anzi non esisteva nemmeno la parola, eravamo dei maschietti in corso di sviluppo, con gli ormoni che ribollivano e con una grande curiosità riguardo il sesso in tutti i suoi aspetti. Non è che non ci interessassero le ragazze, anzi eravamo sempre lì che cercavamo di vedere quel poco che ci era possibile, semplicemente le ragazzine della nostra età non si lasciavano fare niente (o al massimo una toccatina di sfuggita), le donne più grandi poi ci consideravano dei bambinetti, morale dovevamo fare qualcosa tra noi.
Come dicevo avevo 16 anni quando ebbi una esperienza, anzi alcune esperienze che mi sono rimaste impresse per moltissimi anni .
Tutto inizio nell'estate, soggiorno in campagna in casa di parenti, lui cugino di mia madre, sui 45, uomo robusto e di carattere allegro, lei sui 40 rotondetta e piacente, anche lei di buon carattere; li chiamavo zii anche se tali non erano. Poi c'erano i due figli: gemelli di 15 anni, biondi, ben sviluppati per la loro età, sportivi, identici tanto che non sapevo mai qual'era Piero e qual'era Paolo (non so se i loro genitori fossero in grado di riconoscerli, ne dubito).
Il primo giorno della vacanza passò in modo piuttosto noioso, visita alla casa, sistemazione in camera, qualche parola impacciata con i due ragazzi, come se avessero nutrito nei miei riguardi una certa diffidenza.
Venne la notte e l'ora di andare a dormire, mi avevano sistemato in una cameretta a fianco di quella dei due gemelli, eravamo separati da una vecchia porta chiusa a chiave da anni, tanto che nessuno sapeva più dove fosse finita la chiave.
Dunque dicevo a letto, mi addormentai quasi subito, poi, verso l'una mi svegliai sentendo dei rumori venire dalla camera accanto, accostai l'orecchio alla porta e riuscii a percepire quelli che mi sembrarono dei gemiti e dei mugolii, ma soffocati, come se chi li emetteva non riuscisse a fare a meno ma cercasse di fare meno rumore possibile. Provai ad avvicinare un occhio al buco della serratura che, per fortuna, era abbastanza grande e mi offriva una buona visuale sui letti dei ragazzi, la finestra della camera era spalancata e la notte luminosa, perciò, dopo qualche secondo per abituare la vista, potei vedere bene cosa stava succedendo: uno dei due era disteso sul letto mentre il fratello, inginocchiato davanti a lui, gli stava prendendo in bocca il membro, insomma gli stava facendo un pompino in piena regola. Dopo qualche minuto i due cambiarono posizione e si immersero in un 69, continuarono sinché non vennero succhiando l'uno la sborra dell'altro ed emettendo un gridolino soffocato.
La mia mano era partita in direzione dell'uccello e mi stavo facendo una sega in piena regola, badando anch'io di non fare rumore.
Quel che avevo visto mi aveva fatto desiderare di essere ammesso a partecipare ai giochi dei due ragazzi, rimuginai diversi piani, alla fine decisi per un'azione diretta.
Aspettai la notte successiva e quando mi accorsi che i ragazzi stavano iniziando i loro giochi uscii silenziosamente dalla mia stanza e mi avviai alla loro porta. Ero nella tenuta perfetta per l'azione che avevo in mente: completamente nudo e con il cazzo bello ritto. Così bardato aprii la porta ed entrai nella camera, avevo badato bene di non fare il minimo rumore così li sorpresi in piena azione. Si separarono in fretta cercando di coprirsi alla bene meglio con le mani.
- cosa vuoi? - Chiese uno dei due
- Indovinate - risposi mettendomi in modo che vedessero il mio membro eretto e scappellato.
- Vuoi giocare anche tu? -
Lo considerai un invito, mi inginocchiai davanti a loro e presi in bocca la testa del cazzo, cominciai ad accarezzare il glande con la lingua, poi mano a mano feci avanzare l'asta nella mia bocca, sentivo il sapore salato del sudore mentre andavo su e giù lungo il membro. Intanto l'altro gemello si era sistemato in modo da fare a me quel che stavo facendo a suo fratello nel contempo si accarezzava. Dopo che me lo fui lavorato per una decina di minuti con la lingua e le labbra il cazzo stava per esplodere, mi scaricò in bocca tre successivi getti di sperma, lo recuperai tutto e me lo feci girare in bocca assaporandolo, poi misi in bocca le dita della destra, le bagnai bene con la miscela di saliva e sborra e, infilata la mano tra le natiche di Piero (non sono sicuro che fosse lui, ma d'altronde non posso continuare a non usare i nomi, se sono sbagliati pazienza, non cambia il senso del racconto) e provai ad inserire il medio nel buchetto; entrò senza difficoltà. Nel frattempo Paolo aveva continuato il suo lavoro di bocca ed esplosi anch'io, il mio seme gli schizzò in bocca e in faccia dato che si era spostato e non lo aveva raccolto tutto.
- cosa fai...? - Chiese Piero con due mie dita che si muovevano nel culo.
- Volevo vedere se eri vergine da quella parte, vedo che non lo sei -
- E tu ? - intervenne Paolo
Per tutta risposta presi la sua mano, insalivai per bene le dita, e me la portai nel solco tra le chiappe
- Prova -
Mi infilò prima un dito poi due senza fatica, subito dopo fui io a penetrare con le dita il suo sfintere.
- Bene - dissi - siamo tre rotti in culo, vediamo di approfittarne -
Presi Piero che era disteso su uno dei due letti e gli feci alzare le gambe sinché non ebbe il suo buchino esposto allo sguardo, lo insalivai per bene, del resto lo avevo già lubrificato con la miscela di saliva e sborra, poi poggiai la punta dell'uccello che mi era tornato duro e cominciai a spingere, in un primo momento trovai un po' di resistenza, ma dopo che la cappella ebbe superato l'anello dello sfintere mi sentii come risucchiato all'interno.
Nella posizione in cui ero, piegato in avanti con il culo in alto, c'erano le condizioni migliori perché paolo ne traesse vantaggio: mi ero appena immerso nell'ano di Piero che sentii la punta del membro di Paolo spingere all'ingresso posteriore del mio intestino, spinse con energia tanto che non potei trattenere un gridolino. Subito dopo mi trovai in una situazione per me completamente nuova: ero contemporaneamente possessore e posseduto, il cazzo di Paolo, muovendosi dentro di me, mi massaggiava dall'interno, mentre il mio membro, duro e teso, era stretto dalle pareti del budello di Piero. Dopo qualche movimento scomposto trovammo il giusto ritmo e cominciamo a muoverci sinché prima io venni nel culetto di Piero, poi suo fratello venne nel mio.
Dopo l'orgasmo mi sentivo sfinito, avrei avuto bisogno di un po' di recupero, ma Piero aveva ancora l'uccello in tiro e sentiva il bisogno di infilarlo anche lui in un buco. Si stese sul letto e, aiutato dal fratello, mi fece sedere su di lui in modo da farmi impalare sul suo sesso, stavolta la penetrazione fu facilissima dato che il mio buco era dilatato dalla precedente penetrazione e lubrificato dallo sperma. Paolo cominciò ad accarezzarmi l'uccello che, ben stimolato ed anche per effetto degli stimoli che arrivavano dall'intestino, non tardò a rizzarsi di nuovo, a questo punto il ragazzo si impalò sul mio cazzo, così mi trovai nuovamente ad essere contemporaneamente penetrato e penetratore.
Questa seconda scopata fu più lenta della precedente, sentivamo un po' di stanchezza, alla fine si concluse con una nuova sborrata nel mio culo e con la mia nel culo di Paolo.
Ora eravamo proprio sfiniti, rimanemmo distesi per parlare un po'.
- è la prima volta - mi chiese Paolo - che lo fai con due ragazzi contemporaneamente? -
- Sì - risposi - è bellissimo, dove avete imparato?-
Facendomi promettere silenzio mi parlarono di un gruppetto di ragazzi che si dedicavano al sesso di gruppo, anzi, mi promisero che, se i loro amici fossero stati d'accordo, avrei potuto partecipare alle loro orge (va bene non usarono questa parola, di cui non sapevamo il significato) promettendomi che mi sarei divertito.
A questo punto erano passate un paio d'ore, piacevoli anche se faticose, uscii dalla camera, passai in bagno per darmi una ripulita, cosa che poi fecero anche i miei compagni di giochi, raggiunsi il letto e in pochi minuti mi addormentai.
Volete sapere come continuò la storia? Beh, un'altra volta.

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