Nel buio pesto

di
genere
gay

NEL BUIO PESTO
È stato l'orgasmo più allusivo delle mia carriera, sul treno da Parma a Bologna. Da soli in scompartimento senza guardarci. Lui grondava di voglia senza toccarsi, mi mangiava con gli occhi ma restava composto, con solo piccoli assestamenti dei lombi, quasi delle spinte che però tradivano in braga una solida eccitazione. Sono un esperto di patte e la teneva in punta. Io che gli stavo di fronte me lo sentivo crescere nelle mutande. Sudavamo e siamo diventati paonazzi, botta e risposta nel silenzio di un viaggio che ci ha portato a districare un traguardo senza nome, sigillato nell'involucro dei nostri vestiti, tradito dal trasalire introverso del nostro sotterraneo arrivare al dunque. A cose fatte ha compiuto un giro di sguardo che comportava sollievo. Siamo scesi insieme ma non c'è stato altro. Forse tornava in famiglia da una moglie che lo aspettava. La sborrata mi aveva inzuppato gli slip e faceva macchia sui pantaloni. Di fretta a casa mi sono cambiato, giusto in tempo per ricevere la visita del mio bello al quale non ho rivelato come lo avevo tradito, tra il poco dire il molto fare telepatico, di ciò che era successo senza succedere, nei limiti di una repressa indecenza che si era fatta largo, sepolta nel buio di due slip, fra estranei in calore avvolti e travolti dalla felpata, quasi silente, sincrona complicità di quello che ci era capitato di sputare dalle palle fino al prepuzio, in forma di densa lurida taciturna alluvione spermatica fine a se stessa.
scritto il
2025-12-07
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