Ubbidire agli ordini

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genere
dominazione

UBBIDIRE AGLI ORDINI
Sono in età da patente ma ancora non ce l'ho e per i miei spostamenti anche in piena notte mi tocca fare autostop, un modo come un altro per conoscere gente strana che appena mi prende a bordo si dimostra davvero gentile e anche pronta ad offrirmi un po' di amicizia. Un mese fa sono stato imbarcato da un bel tipo che subito mi ha palpato la coscia e poi visto che lasciavo fare mentre mi parlava del più e del meno è scivolato in quella zona a rischio fra le gambe dove mi ha sentito duro. Subito mi ha fatto dei commenti su quanto sono troietti certi giovanotti di sua conoscenza e che ad occhio gli sembravo uno di loro in cerca di avventure.
-”Ti piacciono gli uomini”.
-”Beeh”.
-”Sei un verginello o lo hai già dato?”
-“Qualche volta ma poco”.
-”Sai come mi chiamano?”
-”Non...”
-”TRIVELLA”.
-”Ahhhhhhhhh”.
-”Datti da fare”.
Sono andato a frugarlo a due mani. L'ho sbottonato. Mi ha chiesto di tirarglielo fuori. Aveva tanta pelliccia e una pistola che mi ha mandato in tilt. In sosta dietro un capannone me lo ha fatto imboccare e mentre lo succhiavo a testa bassa è venuto.
-”Sei bravo sai”.
Ci siamo scambiati il cell e mi ha mollato su un marciapiede della circonvallazione.
La sera dopo mi ha invitato a raggiungerlo a casa sua. Ci sono andato. Faceva caldo e sudavo. Mi ha fatto spogliare e tenuto in piedi per esaminarmi nudo davanti e dietro come una merce. Avevo l'idea di levarmi d'impaccio il prima possibile quando si è alzato dalla poltrona, sulla quale sedeva come un re in trono, e senza darmi scelta mi ha spianato a squadra sul tavolo e l'ho sentito dentro come una bestia. Se non è stato stupro ci eravamo vicini. Mentre ancora piangevo e non riuscivo a rialzarmi da quella orrenda posizione è arrivato un altro giovanotto che subito si è spogliato e gli si è presentato a rapporto sull'attenti chiamandolo ad ogni pie' sospinto “Mio Signore”.
-”Vado a farmi un giro. Scemolo informa il nuovo acquisto delle nostre abitudini e sgrezzalo un po'”.
Una volta soli per rompere il ghiaccio il tipetto mi ha preso in mano l'uccello in sega giuliva finché non sono venuto a schizzo.
-”Impara cosa devi fare quando hai sporcato”.
Non vi dico. Me l'ha fatta leccare tutta. Giorno dopo giorno ci sono tornato. I miei erano contenti perché credevano che mi fossi fatto la ragazza. Ogni sera era una sorpresa. Tutto un via vai di ragazzi a disposizione del loro “Signore”, dai quali prendevo esempio per capire come dovevo comportarmi. Una domenica due dei suoi servetti mi hanno tenuto fermo e il “Signore” mi ha dato una prima lezione di frusta. Poi, mentre mi strofinavo le natiche che erano in vampa, ad un “Suo” cenno si sono riversati senza fiatare sul tavolo buscandosene una dose pure loro. In quella casa c'è sempre una truppa di “schiavetti” molto rassegnati. Certe volte invita amici che non si fanno scrupoli ad usarci. Qualche sera mi vuole tutto per sé, per una sana pompatina, poi sculacciatina, poi inculatina a tu per tu. Il cazzo lo vuole sempre ripulito a lingua, dopodiché gli bacio le palle, lo ringrazio e mi manda al diavolo. Mi tratta come un animale ma non mi azzardo a rifiutargli niente, come ho cercato una volta sola e poi basta da tanto che mi ha pestato e fatto sentire in colpa. Mi dice che lo faccio godere molto di più di tutti quelli che ha sottomano, nessuno così ben fatto, così stretto, così in presa, così gemente sotto sforzo, da prosciugargli i coglioni di botto. Non so se sono complimenti ma di sicuro è la pura verità di come lo accontento. Non aggiungo nulla perché delle altre cose che mi fa e mi fa fare mi vergogno troppo.
scritto il
2025-12-02
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