L'addestramento

di
genere
sadomaso

L'ADDESTRAMENTO
Stavo in piedi al bancone di un bar che a dire la verità mi sembrava un po' strano ma a tarda sera era l'unico ancora aperto e avevo proprio un sete boia. Ho chiesto una Coca cola e me lo sono scolata. Uno di quelli che stavano lì mi si è avvicinato da dietro facendomi sentire una mano sul culo, il suo corpo su di me e il fiato sul collo. Sul momento sono rimasto immobile come paralizzato. Poi, mentre insisteva a palparmi ho iniziato a fare dei respiri lunghi e dei sospiri, la qual cosa deve averlo per forza incoraggiato. Volevo andar via ma non ci riuscivo. Mi palpava in modo sempre più in vista e non gli importava se c'era gente intorno. Mi ha fatto vergognare ma ciò nonostante restavo lì. Mi ha strizzato i glutei ancora più forte tanto che ho cacciato un urletto e a quel punto mi ha sussurrato in un orecchio:
-”Sei una bella puledrina: vieni con me a casetta che ho bisogno di scoparti”.
Stavo per protestare quando mi ha dato una dritta.
“Ora esco dal bar e vado in macchina. Seguimi!”
Non ho mai avuto esperienze con uomini. Come un automa ho ubbidito, sono uscito dal locale e sono salito in auto con lui. Dove subito mi ha detto:
“Hai un culetto da favola che male c'è se ti voglio?”
Sono rimasto zitto. Fra me e me pensavo che mi era stato fatto una specie di complimento. Ha messo in moto e si è fermato sotto casa sua. Continuava ad accarezzarmi le cosce, me le apriva di forza, dava schiaffetti sopra il mio pacco di genitali e mi faceva molto, moltissimo male ma anche entrare in erezione.
-“È la tua prima volta?”
-”Behhh sì”.
-”Hai mai sentito dire che certi maschi sono padroni?”
-”No”.
-”No Signore si dice”.
-”No Signore. Mi scusi tanto”.
-”Ti voglio sottomettere lo hai capito vero?”
-”Sì Signore”.
-”Hai niente in contrario?”
-”No Signore”.
-”Secondo me impari in fretta e diventi un bravo servo”.
Una volta a casa mi ha fatto spogliare nudo per mostrargli tutto di me girato e rigirato in piedi e per benino (davanti, di fianco e dietro). Ha cominciato a trattarmi quasi da cagna, ordinandomi di inginocchiarmi e baciargli la patta che era molto grossa e sporgente. Di aprirla. Di abbassargli gli slip e tirarglielo fuori. Accidenti che coso grande che aveva. Di darci qualche bella leccata sul glande. L'ho fatto. Di succhiargli l'asta cosa che mi intrigava abbastanza anche se era la mia prima volta perché mai mi era successa una cosa del genere. Il suo uccello mi è arrivato in gola. E l'ho succhiato o come si dice pompato meglio che potevo.
-”Bravo!”.
Volevo andargli bene non so nemmeno io perché e quando me lo ha puntato di bruto tra le natiche e l'ho sentito entrare, entrare e uscire così bene, mentre guaivo come lui si aspettava, dopo pochi colpi è venuto e sono venuto anch'io. Mi sono lasciato andare tra gemiti e lacrime, un po' di stupore e un po' di meraviglia, tanto che come lo ha tirato fuori ho sentito il dovere ma anche il piacere di ringraziarlo.
-”Huauu! Grazie!”
-”Grazie Signore si dice”.
-”Grazie Signore”.
-”Puliscimelo!”
Gliel'ho pulito all'istante senza troppo discutere.
-Ti voglio ancora. Ora sei mio”.
-”Si mio Signore”.
Da quel giorno ho cominciato a capire Lui e anche qualcosa di me. Ci sono tornato tutte le sere e mi ha insegnato molto. Ieri ha comprato un collare di pelle che oggi mi stringerà al collo per premio, perché ho imparato bene da “schiavo”, così mi ha detto, e in quell'attimo mi sono sentito fremere. Non mi sembrava vero che gli andavo così a genio.
“Ora sei collarato”.
Di botto, non so nemmeno perché, gli ho baciato il buco del culo e mi ha fatto capire che era una cosa più che giusta. Ho tirato fuori la lingua e gli ho leccato in lungo e in largo l'ano. Non mi ha fatto schifo ma mi ha dato l'idea di essergli riconoscente nel profondo e di essere pronto a imparare da Lui altre cose, tutte quelle che penserà di insegnarmi e di costringermi a fare che mi piacciano o no. Ha tirato fuori uno scudiscio di pelle e per ricompensa mi ha fatto bollire per la prima volta e bruciare a cento gradi il sedere. Non mi sono lamentato più di tanto, stringevo i denti e sbavavo e pativo e più pativo più Lui godeva e rideva e continuava a tormentarmi fino ai cinquanta colpi che ho buscato e che mi sono meritato. Ho sopportato tutto senza lagne e adesso sono e mi sento completamente in Suo potere, del Mio Padrone e Maestro, l'unico che sappia tirare fuori tutto quello che di lurido ho dentro senza saperlo, prima di adesso sole vuote fantasie che mi frullavano in testa e ora perfetta e splendida realtà e bisogno di appartenenza per il Suo modo di volermi indecente, scrofo e zozzetto adoratore di minchia, tremendamente usato quando, quanto e come gli pare di esigere e pretendere da me. Compiaciuto per come eseguo ogni Suo ordine, di Lui Padrone irsutissimo e cazzuto, io sub che da liscio lo venero e senza fiatare lecco i suoi sputi.
scritto il
2025-11-13
1 0 8
visite
2
voti
valutazione
8.5
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Sessioni da orbi

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.