Frustrato e inquieto
di
IL MICROBO
genere
sadomaso
FRUSTRATO E INQUIETO
Nel corso della mia vita sessuale, tolta una lunga parentesi da etero, mi sono sempre sentito molto attratto dal corpo maschile che per me è stato ed è una fonte di continua emozione alla semplice vista di uno dei tanti e forse troppi bellissimi giovani o maturi, gente di tutte le età, che osservo in giro. Ciascuno di loro senza eccezioni emana e spande intorno a sé, spesso senza esserne consapevole, il fascino non dell'altro sesso ma di quello stesso a cui indegnamente appartengo. Nel confronto mi considero un sottotipo di uomo, una sorta di inferiore, una quasi femminuccia, per ovvi motivi incline e destinata alla passività. Il mio modo di guardare gli uomini, le loro fulgide anatomie, i loro comportamenti virili sono una compiacenza che si esaurisce lì. Nel clima di qualche decennio fa un'indole gay comportava l'ingresso in un mondo abbastanza indecente e trasgressivo da considerare peccaminoso e da tenere segreto. Nel mio caso ancora oggi stento a portare a galla tali sentimenti confinandoli ai pochi momenti delle rare volte in cui ho affrontato sul serio un'intesa a due, aggiuntivi quegli altri casi in cui mi sono ritrovato a fare mucchio in sauna, per essere di tutti e di nessuno. Tuttavia ho avuto incontri più o meno occasionali e anche qualche relazione di breve durata. Nei miei ricordi è rimasto però più stabile il ricorso incessante e sfrenato a quella che si chiama masturbazione solitaria, piuttosto che la ricerca di confidenza, condivisione e convivenza con un partner. Col passare degli anni mi sono avvicinato al BDSM. Ho avuto un padrone virtuale che mi ha introdotto a comportarmi da sub e sotto la sua guida ho conosciuto varie modalità e pratiche di uso e abuso, fino ad acquisire una “forma mentis” appropriata allo scopo. Ho anche avuto due slave veri, nudi e crudi, che per qualche tempo mi sono stati devoti offrendomi bocca e culo. E come se non bastasse nel clima della mia solitudine ho compilato un assurdo e dettagliato diario (farcito di pensieri, di resoconti e storie a briglia sciolta) intorno all'esperienza di un fantomatico novizio che passo dopo passo diventa servo a vita di un autorevole master. Per il resto mi affido molto al web, alle sue chat lascive, ai suoi porno per tutti i gusti e ne divoro qualcuno di esemplare e feroce, ben cadenzata punizione a caning, la quale mi fa sempre e subito entrare in sega. Non so se mi identifico meglio dalla parte dei carnefici o delle loro vittime, o se più semplicemente mi intriga la complicità che li anima, stabilita dal senso del puro dominio o della purissima sottomissione, secondo il rispettivo e ineludibile bisogno di imporsi a furia di soprusi e la genuina necessità di subirli. Mi rendo conto che rimango assai in disparte rispetto a tanti normali le cui eccitazioni sono senz'altro più conformi delle mie. Sciaf! SCIAAAFFF! L'individuo che per sommi capi vi ho testé descritto, scavando nel profondo di mente cuore e viscere (monde o immonde che siano), sono proprio io: 175 x 65, maturissimo, snello, liscio, a sbando nel vagabondare entro i labirinti del piacere, del dispiacere, della sofferenza e del tormento (quest'ultimo più reale che presunto) della sua non certo candida psiche. Sob!
Nel corso della mia vita sessuale, tolta una lunga parentesi da etero, mi sono sempre sentito molto attratto dal corpo maschile che per me è stato ed è una fonte di continua emozione alla semplice vista di uno dei tanti e forse troppi bellissimi giovani o maturi, gente di tutte le età, che osservo in giro. Ciascuno di loro senza eccezioni emana e spande intorno a sé, spesso senza esserne consapevole, il fascino non dell'altro sesso ma di quello stesso a cui indegnamente appartengo. Nel confronto mi considero un sottotipo di uomo, una sorta di inferiore, una quasi femminuccia, per ovvi motivi incline e destinata alla passività. Il mio modo di guardare gli uomini, le loro fulgide anatomie, i loro comportamenti virili sono una compiacenza che si esaurisce lì. Nel clima di qualche decennio fa un'indole gay comportava l'ingresso in un mondo abbastanza indecente e trasgressivo da considerare peccaminoso e da tenere segreto. Nel mio caso ancora oggi stento a portare a galla tali sentimenti confinandoli ai pochi momenti delle rare volte in cui ho affrontato sul serio un'intesa a due, aggiuntivi quegli altri casi in cui mi sono ritrovato a fare mucchio in sauna, per essere di tutti e di nessuno. Tuttavia ho avuto incontri più o meno occasionali e anche qualche relazione di breve durata. Nei miei ricordi è rimasto però più stabile il ricorso incessante e sfrenato a quella che si chiama masturbazione solitaria, piuttosto che la ricerca di confidenza, condivisione e convivenza con un partner. Col passare degli anni mi sono avvicinato al BDSM. Ho avuto un padrone virtuale che mi ha introdotto a comportarmi da sub e sotto la sua guida ho conosciuto varie modalità e pratiche di uso e abuso, fino ad acquisire una “forma mentis” appropriata allo scopo. Ho anche avuto due slave veri, nudi e crudi, che per qualche tempo mi sono stati devoti offrendomi bocca e culo. E come se non bastasse nel clima della mia solitudine ho compilato un assurdo e dettagliato diario (farcito di pensieri, di resoconti e storie a briglia sciolta) intorno all'esperienza di un fantomatico novizio che passo dopo passo diventa servo a vita di un autorevole master. Per il resto mi affido molto al web, alle sue chat lascive, ai suoi porno per tutti i gusti e ne divoro qualcuno di esemplare e feroce, ben cadenzata punizione a caning, la quale mi fa sempre e subito entrare in sega. Non so se mi identifico meglio dalla parte dei carnefici o delle loro vittime, o se più semplicemente mi intriga la complicità che li anima, stabilita dal senso del puro dominio o della purissima sottomissione, secondo il rispettivo e ineludibile bisogno di imporsi a furia di soprusi e la genuina necessità di subirli. Mi rendo conto che rimango assai in disparte rispetto a tanti normali le cui eccitazioni sono senz'altro più conformi delle mie. Sciaf! SCIAAAFFF! L'individuo che per sommi capi vi ho testé descritto, scavando nel profondo di mente cuore e viscere (monde o immonde che siano), sono proprio io: 175 x 65, maturissimo, snello, liscio, a sbando nel vagabondare entro i labirinti del piacere, del dispiacere, della sofferenza e del tormento (quest'ultimo più reale che presunto) della sua non certo candida psiche. Sob!
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