Tanta confidenza
di
IL MICROBO
genere
gay
TANTA CONFIDENZA
Ogni domenica, che è il nostro giorno di libertà andiamo a zonzo e ci guardiamo intorno commentando i maschietti e i maschioni che ci sono in giro.
-“Guarda quello: che culo in carne da sfondare in punta di forchetta”.
-“Ma dai non fare lo sbruffone”.
-“Lo so che tu invece sbirci solo i pacchi”.
-“A ognuno le sue voglie, ma dimmi non ti basto?”
-“Certo che mi basti. Ti prego di non mancarmi mai”.
-“Quel che è mio è tuo”.
-“E viceserva: Ahh! Ahhh!”
Poi giù a ridere e a sganasciarci. Se invece restiamo a casa ci va ancora meglio. Ci piace stare uno sopra l'altro a letto e brindare al sesso che facciamo. Qualche volta se sono in piedi mi si avvicina da dietro e mi avvolge sorprendendomi con un dolcissimo: “Ti amo sai”. Al quale rispondo sempre: “Io di più”. Mi ha presentato ai suoi amici, tutti accompagnati, che mi hanno squadrato come se volessero mangiarmi e gli hanno bisbigliato: “Che bella pollastra che ti sei scelto”. Lui ride e si barcamena ma in pubblico non mi manca mai di rispetto. Una volta a uno dei suoi che non sapeva resistere e stava allungandosi sul mio culo lo ha stoppato e gli ha mollato uno schiaffo tagliando corto e mettendolo alla porta. Ci ha telefonato scusandosi e l'ho perdonato ma non posso farci niente se certi tipi mi spogliano con gli occhi. I culetti come il mio tirano l'occhio e non c'è niente di male basta che non si passi dalle intenzioni ai fatti, ai quali ci pensa il mio Amore, il solo e unico padrone di fare e disfare, palpare, strizzare, infilarci un dito o il suo spiedo per cucinarmi arrosto a canna fumante. Mi può azzardare di tutto e anche di più infatti il nostro stare bene insieme è senza riserve, senza freni, senza limiti, perché il sesso anche quando si spinge sullo sconcio e sull'osceno o un pochino sul brutale ci fa sempre bene in quel gioco delle parti che nudo su nudo succede. Le sue mano sono le mie mani. Il suo uccello è mio. Il mio bauletto è suo. Siamo un'orchestra a otto zampe, a due bocche che si fanno una, con uno che prende ciò che gli piace e uno che viene preso come gli piace, nel torbido delle nostre emozioni che ci innalzano all'orgasmo e ci fanno vivere tanti sudici coiti, l'ultimo dei quali diventa subito il penultimo e ci fa pensare al prossimo, alzati in volo nel nostro cielo di passione, a spasso nell'universo dei sensi.
Ogni domenica, che è il nostro giorno di libertà andiamo a zonzo e ci guardiamo intorno commentando i maschietti e i maschioni che ci sono in giro.
-“Guarda quello: che culo in carne da sfondare in punta di forchetta”.
-“Ma dai non fare lo sbruffone”.
-“Lo so che tu invece sbirci solo i pacchi”.
-“A ognuno le sue voglie, ma dimmi non ti basto?”
-“Certo che mi basti. Ti prego di non mancarmi mai”.
-“Quel che è mio è tuo”.
-“E viceserva: Ahh! Ahhh!”
Poi giù a ridere e a sganasciarci. Se invece restiamo a casa ci va ancora meglio. Ci piace stare uno sopra l'altro a letto e brindare al sesso che facciamo. Qualche volta se sono in piedi mi si avvicina da dietro e mi avvolge sorprendendomi con un dolcissimo: “Ti amo sai”. Al quale rispondo sempre: “Io di più”. Mi ha presentato ai suoi amici, tutti accompagnati, che mi hanno squadrato come se volessero mangiarmi e gli hanno bisbigliato: “Che bella pollastra che ti sei scelto”. Lui ride e si barcamena ma in pubblico non mi manca mai di rispetto. Una volta a uno dei suoi che non sapeva resistere e stava allungandosi sul mio culo lo ha stoppato e gli ha mollato uno schiaffo tagliando corto e mettendolo alla porta. Ci ha telefonato scusandosi e l'ho perdonato ma non posso farci niente se certi tipi mi spogliano con gli occhi. I culetti come il mio tirano l'occhio e non c'è niente di male basta che non si passi dalle intenzioni ai fatti, ai quali ci pensa il mio Amore, il solo e unico padrone di fare e disfare, palpare, strizzare, infilarci un dito o il suo spiedo per cucinarmi arrosto a canna fumante. Mi può azzardare di tutto e anche di più infatti il nostro stare bene insieme è senza riserve, senza freni, senza limiti, perché il sesso anche quando si spinge sullo sconcio e sull'osceno o un pochino sul brutale ci fa sempre bene in quel gioco delle parti che nudo su nudo succede. Le sue mano sono le mie mani. Il suo uccello è mio. Il mio bauletto è suo. Siamo un'orchestra a otto zampe, a due bocche che si fanno una, con uno che prende ciò che gli piace e uno che viene preso come gli piace, nel torbido delle nostre emozioni che ci innalzano all'orgasmo e ci fanno vivere tanti sudici coiti, l'ultimo dei quali diventa subito il penultimo e ci fa pensare al prossimo, alzati in volo nel nostro cielo di passione, a spasso nell'universo dei sensi.
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