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IL MICROBO
genere
gay
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Sono una uomo maturo e mi piace da morire il maschio. Per anni mi sono trattenuto e ho cercato di reprimermi. Il medico mi ha sempre detto che non è una malattia. Il parroco che non è una bella cosa. Di esperienze ne ho avute alcune fin da giovanissimo quando ero una preda per gli uomini che mi adescavano. Poi col tempo ho avuto diversi incontri occasionali i più insipidi dei quali in sauna gay e anche qualche relazione sempre naufragata nel giro di poco. Diverse sere fa ero seduto al bar in solitaria a farmi uno spritz quando ho incrociato lo sguardo con un avventore che mi piaceva molto. Un bel moro irsuto di tanto muscolo (sono i miei preferiti) maturo e rilassato che mi guardava mentre io lo guardavo e ci accorgevamo l'uno dell'altro. Ho pagato il conto e sono uscito. Mi ha seguito. Mi sono fermato ci siamo sorrisi ed è sbocciata come per incanto fra noi una certa cordialità che ci ha portato insieme al ristorante a fare cenetta. Di confidenza in confidenza complice anche un buon vino mi ha confidato che era in cerca di un culetto col quale condividere un pezzo di vita. Per farla breve sono finito a casa sua e siamo entrati in doccia coccolati da carezze che sarebbe meglio definire palpate. La temperatura è salita di molto. La sua erezione mi ha stregato da subito. Mi ha portato a letto e mi ha preso. Quando l'ho sentito dentro mi sono abbandonato e ho provato un piacere di cui da troppo avevo fatto senza. Quanti baci e che belle pennellate. Il giorno dopo sono tornato da lui e ho continuato a frequentarlo. Mi dice che sono una mogliettina (mi chiama “La sua Liscia”) ed è proprio così che mi sento. Ieri sera mi ha spalancato un anello e me lo ha infilato al dito. Ho pianto di gioia. Mi ha stretto nel caldo del suo torace facendomi poi un'altra volta suo. Poi come per scherzo ha preso in mano il mio uccellino e lo ha strizzato sussurrandomi che non mi serviva a niente e che doveva bastarmi il suo, cosa che è senz'altro vera. Mi si è annebbiato il cervello. Mi sono chinato e glielo l'ho preso a pompa e non l'ho mollato fino a quando non mi ha donato a spinta un bel fiotto di seme. Stiamo bene insieme di giorno come di notte e spero che duri ma credo di sì perché ad occhio e croce, a culo e a cazzo, di testa come di cuore mi sa che siamo fatti l'uno per l'altro. Se è solo un sogno spero di non svegliarmi mai se non fra le sue braccia.
Sono una uomo maturo e mi piace da morire il maschio. Per anni mi sono trattenuto e ho cercato di reprimermi. Il medico mi ha sempre detto che non è una malattia. Il parroco che non è una bella cosa. Di esperienze ne ho avute alcune fin da giovanissimo quando ero una preda per gli uomini che mi adescavano. Poi col tempo ho avuto diversi incontri occasionali i più insipidi dei quali in sauna gay e anche qualche relazione sempre naufragata nel giro di poco. Diverse sere fa ero seduto al bar in solitaria a farmi uno spritz quando ho incrociato lo sguardo con un avventore che mi piaceva molto. Un bel moro irsuto di tanto muscolo (sono i miei preferiti) maturo e rilassato che mi guardava mentre io lo guardavo e ci accorgevamo l'uno dell'altro. Ho pagato il conto e sono uscito. Mi ha seguito. Mi sono fermato ci siamo sorrisi ed è sbocciata come per incanto fra noi una certa cordialità che ci ha portato insieme al ristorante a fare cenetta. Di confidenza in confidenza complice anche un buon vino mi ha confidato che era in cerca di un culetto col quale condividere un pezzo di vita. Per farla breve sono finito a casa sua e siamo entrati in doccia coccolati da carezze che sarebbe meglio definire palpate. La temperatura è salita di molto. La sua erezione mi ha stregato da subito. Mi ha portato a letto e mi ha preso. Quando l'ho sentito dentro mi sono abbandonato e ho provato un piacere di cui da troppo avevo fatto senza. Quanti baci e che belle pennellate. Il giorno dopo sono tornato da lui e ho continuato a frequentarlo. Mi dice che sono una mogliettina (mi chiama “La sua Liscia”) ed è proprio così che mi sento. Ieri sera mi ha spalancato un anello e me lo ha infilato al dito. Ho pianto di gioia. Mi ha stretto nel caldo del suo torace facendomi poi un'altra volta suo. Poi come per scherzo ha preso in mano il mio uccellino e lo ha strizzato sussurrandomi che non mi serviva a niente e che doveva bastarmi il suo, cosa che è senz'altro vera. Mi si è annebbiato il cervello. Mi sono chinato e glielo l'ho preso a pompa e non l'ho mollato fino a quando non mi ha donato a spinta un bel fiotto di seme. Stiamo bene insieme di giorno come di notte e spero che duri ma credo di sì perché ad occhio e croce, a culo e a cazzo, di testa come di cuore mi sa che siamo fatti l'uno per l'altro. Se è solo un sogno spero di non svegliarmi mai se non fra le sue braccia.
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