Corde

Scritto da , il 2010-03-16, genere bondage

...Voglia di farmi male. Dolore lancinante...sovrapposto. Lacrime e sale. Notti sudate.
Giorni sanguinosi…di dolore e rabbia e odio e tenerezza e amore. Insostenibili pensieri…
Ti odio ti odio ti odio ti odio. Vorrei farti male. Vorrei tu sentissi il mio male. Sento le tue scariche di adrenalina, il coinvolgimento totale. Sei già lontano ormai…oltre.

Mi hai lasciata andare. Mi hai portata per mano fin sulla soglia del giardino. Mi hai spinta dentro e voltato le spalle…sola, sola, sola. Mille mostri nel giardino…
Voglio vivere, voglio emozionarmi, voglio scopare, voglio morire. Morire…per poter tornare indietro.
Senza pensare…senza coscienza…
Vado da lui. La mia pelle ha già scelto. La mia anima ha già compreso. Lui solo può. Niente cuore, niente ventre, niente inghippi. Emozione pura…cristallina. Lago glaciale e trasparente. Catarsi totale.


Ora ho voglia di cacciare…come un'animale attirato dal sangue caldo. Gusto di essere preda e cacciatrice insieme.
Ora la mia fica ha fame…voglia di uno per la fica. La mia mente ha sete…orgasmi cerebrali. Uno per la mente. Voglia di caldo al cuore. Uno che mi faccia ridere. Voglia di sentirmi male. Segni sulla pelle come ricami preziosi.
Singulti che squassano, è finita…
Voglia di dormire.

Stai passando sai… Sara?
Costante della mia vita…passa sempre più in fretta. Non soffro più: Ho smesso di urlare, il dolore. Quello che ti strizza fino al centro dell'universo.
Ora…sottile ansia, palpiti, fremiti, lievi singulti. Brevi, intensi…come luce di luna sull'onda della risacca.
Intrigo, adrenalina, giochi pericolosi, sensi tesi allo spasimo.
Lui…lo odio. Lui senza pietà. Lui che pretende la tua eccitazione come dono supremo all'amante innamorata.
Animale predatore.
Folle predatore non pago non sazio.

Giochi pericolosi, girotondi sull'orlo di un pozzo celato, mosca cieca sul ciglio di burrone.
Io sono andata ormai…Lo sai…nulla mi è dovuto: Ho imparato ad amarmi da me. Sto imparando a riprendermi ciò che mi è stato rubato.
Odio acuminato…il mio. Lucido. Felice di odiare chi ha sogni da due lire.
Libera di amarti…come mi pare e piace, in lungo e largo. Sguazzare in questo amore.
Farti l'amore. Farmi aprire da te.
Dilaniata nelle carni…persa nei tuoi occhi. Vorrei tu godessi di me. Di me legata, aperta, segnata di te.

M'intriga il pensiero di essere legata e plasmata con le corde…Mi intriga.

Male…fa un male cane. Sanguino, gocce di sangue e dolore denso…
La bolla insonorizzata in cui ero rinchiusa è scoppiata.
Sono cascata…piena di lividi.

Mi prepara il caffè, attento a me. I suoi occhi son saette: non perdono il mio sguardo…i miei gesti nevrotici…il fumo della sigaretta che inalo e sputo fuori: So che sente i miei tormenti. Ascolta…oltre le mie parole. E' come mi conoscesse da sempre. Avverto la densità del suo "sapere" di me, il sentire la sua mente dentro le mie lacerazioni…la mia anima, mi fa ardere come fossi seduta su braci ardenti.
Vorrei fuggire…per sfuggire. Vorrei trovare la pace. Sola con me. Ma so che se andrò via di là…senza conoscenza…mi ritroverò ancora sanguinante ed inquieta. Intuisco che pace sarà ma devo avere la forza di restare. Le sue dita sul mio polso, lievi come dita sulle corde di strumento…lievi e capaci di produrre suoni strazianti.

Mi spoglia come fossi porcellana…attento a che non cada. Sa che mi romperei in mille pezzi, mille schegge dirompenti.
Appena inizia il rito, la pace cala su di me. Mi sento al sicuro…nessun timore…nessuna ansia. Che strano, che strano, che strano.

Le mie braccia dietro…avverto la posizione forzata ma così naturale…oh…così naturale. Le mie spalle tirate in simmetria intonata…il mio seno che canta.

Dita agili e veloci e rassicuranti. Mi lascio andare alla maestria… è come ascoltare una sinfonia…il mio corpo plasmato da dita che sanno suonare. Non vedo i ricami…ma li sento. Corda che stringe e si innamora di me. Corda che possiede me. Corda che passa e stringe e carezza corpo e anima e mente.
Ora sono lì…sul letto, materia trasformata.
Il dolore è acuto, a tratti lancinante. Lo accolgo e lo sublimo.
Lui è con me…non mi abbandona un' istante. Beve le mie emozioni e me le ritorna indietro come balsamo al dolore. Non mi lascia sola neanche per un' istante.

Emozione forte e sconvolgente…

Con gesti brevi e sicuri, tira ancor di più, per dar modo ai nodi di incunearsi più a fondo dentro, di fondersi dentro di me.

Sensualità densa…

Accolgo le sue parole come nettare che mi sazia…come incastro perfetto dell'ultimo tassello, come incastro di pezzi perfetti.

"Eri bella…ancor più bella. La corda ti ha amato intensamente. Sei adatta: le corde risaltano il tuo corpo. Il tuo viso…dopo: pulito, disteso, terso, purificato. Sulla corda c'è il tuo odore. Il sapore della tua essenza. Hai fatto l'amore con la mia corda".

E' così che mi sento: purificata, bambina.
Rito propiziatorio e liberatorio.

Questo racconto di è stato letto 1 2 9 2 7 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.