Il servizio Militare

Scritto da , il 2013-02-13, genere gay

Io sono uno di quelli che ha fatto il Servizio Militare. Avevo 18 anni appena compiuti, quando sono partito per svolgere il servizio militare. L'angoscia di perdere un anno della mia vita, per fare obbligatoriamente il servizio militare, mi aveva reso triste e chiuso, avevo paura di quello che mi sarebbe successo: mi ero fissato che mi avrebbero spedito chissà dove a fare chissà cosa, ma fortunatamente, tutti i miei pensieri sparirono fin da subito. Durante il periodo della leva, ho conosciuto tantissime persone, tantissimi imbecilli, e ho avuto il piacere di vedere e provare più cazzi io che una puttana per strada. A 18 anni ero molto bello, cosi tutti dicevano, avevo una pelle bianca e morbidissima, e neanche un pelo, se non nelle parti intime. Ero un fifone, anzi sono un fifone. Mi spaventavo per ogni cosa e non amavo, le armi, e tutte le altre cose maschili. In caserma, passavo tantissimo tempo ai lavatoi, adoravo lavare i panni sporchi con il sapone di marsiglia, mi piaceva l'odore del sapone di marsiglia. Quando sono arrivato in caserma, il maresciallo, mi ha dato una branda nella stanza degli anziani, perchè non c'era altro posto, e non vi dico la gavetta che ho dovuto fare per farmi apprezzare. Erano tutti ragazzi più grandi di me di tre o quattro anni tutti meridionali. Uno di loro, Amedeo, aveva 23 anni ed era un bonazzo incredibile, nonchè il Capocamera. L'ho apprezzato fin da subito, era il mio tipo ideale, carnagione scura, moro, occhi verdi, magro, asciutto, tutto nervi ed un pacco che metteva voglia. Era anche un tipo manesco passava dalle parole ai ceffoni con una rapidità impressionante. Fin dal primo giorno ho capito che era naturale che lui comandasse, ed era giusto che io fossi sottomesso alla sua volontà. D'altronde questa è la vita, schiavo e padrone, master and slave come si dice in gergo. Le prime settimane furono difficili, non capivo un cazzo, non ero buono a fare un cazzo, negato per tutte le attività, tanto che il maresciallo, mi mise a fare le pulizie per la caserma, la sola cosa che mi riuscisse bene. Non mi sono mai piaciuti gli ufficiali, cosi snob, e i graduati, cosi coglioni, apprezzavo i ragazzi di leva, costretti come me a quell'inutile servizio. Nella mia camera dormivano 7 anziani ed io. Amedeo, ogni giorno mi diceva cosa fare ed io ogni giorno mi davo da fare, per pulire la camera al meglio, facevo anche più del dovuto. Pulivo i cessi meglio di quelli che si vedono nelle pubblicità televise. Dopo un mese che stavo in caserma, mi capitò la cosa che cambio la mia vita militare. Era un sabato pomeriggio, in caserma non c'era quasi nessuno tranne il personale che doveva espletare i servizi di guardia ed i puniti. Io non ero uscito, ero rimasto dentro, perchè avevo pochi soldi. Con me era rimasto anche Amedeo. Il caldo estivo era insopportabile ma avevo comunque deciso di pulire a fondo la camera e i bagni, per portarmi avanti con il lavoro del lunedi successivo. Amedeo aveva passato la mattina ad allennarsi ed era tornato in camera mentre io era in mensa. Quando rientrai in Camera, trovai un casino incredibile, i suoi vestiti sparsi per terra e non vi dico il bagno: un lago. Non sò che cazzo mi è passato per la mente ma sono andato da Amedeo incazzatissimo urlandogli che era uno stronzo. Lui si è alzato e mi ha picchiato, ma tanto, ma tanto che alla fine mi sono messo a piangere e non sò neanche io il perchè ma l'ho abbracciato chiedendogli scusa. Lui ha accettato le mie scuse ed io mi sono messo a pulire il casino che aveva fatto. Dopo le pulizie sono andato finalmente in bagno e mi sono messo nudo per vedere se mi aveva lasciato i segni, ero tutto un livido. Nudo in bagno, col corpo segnato dalle botte, le lacrime agli occhi, entra Amedeo e mi dice, sei una femminucia del cazzo. Sono scoppiato a piangere come una fontana, piangevo e singhiozzavo, e lui manco per il cazzo, si avvicina e mi da due ceffoni, da paura. E' stato in quel momento che mi ha urlato: "sai che ci vuole per uno come te?" ed io rispondendo senza pensare "una punizione". "Bravo mi ha detto Amedeo, ora te la do la punizione, ti insegno a vivere!". Ha chiuso la porta della camera si è tolto le mutande e mi ha detto, "preferisci le botte" o vuoi questo?" e mentre mi parlava si palpava un cazzo duro come il marmo. Non sapevo che fare, non volevo che mi sputanasse con gli altri, ma il mio cazzetto mi ha tradito. Amedeo mi mise in ginocchio e si fece fare un pompino. Avevo già avuto esperienze sessuali, quindi ero pratico di cazzi da succhiare, sbocchinavo bene, al punto che Amedeo mi sborrò in bocca quasi subito. Dopo il pompino, mi feci una doccia. Ero dolorante in tutto il corpo, Avevo cinque dita stampate in volto ed ematomi ovunque. Dopo un'eternità, esco dalla doccia e vado in camera per prendere un paio di slip puliti. Amedeo era nudo sul letto con il cazzo in mano. Mi si avvicina e mi dice che cazzo fai, vieni qui a finire il lavoro che hai iniziato. Mamma mia, mi ha inculato sabato e domenica, mi inculava, mi mordeva e mi picchiava, era una bestia. Sono stati due giorni da paura per me, ma anche due giorni che non dimenticherò mai, in cui ho sborrato senza toccarmi. Il lunedi finalmente arrivò, ed io pensavo meno male, oggi rientrano tutti dal permesso e questa storia finisce. La giornata passò tranquilla. Io mi ero riempito di crema Lasonil, ma i segni nel corpo c'erano tutti. La sera dopo cena passeggiai in pineta e poi finalmente alle 22.00 andai in stanza. In camera ho trovato i ragazzi sdraiati, chi leggendo pornazzi, chi scrivendo cazzate alla ragazza. Appena entrato tutti zitti. Massimo, un ragazzo Napoletano, si alza e chiude a chiave la porta, mi si avvicina e mi dice fatti un pò vedere, facci vedere i segni che Amedeo ti ha fatto? Mi sono dovuto spogliare nudo al centro della stanza, e tutti mi hanno voluto esaminare. Poi Luca un ragazzo di Gaeta, mi ha detto tranquillo, ora ti spalmiamo la crema per bene, ha preso il lasonil e ha cominciato a massaggiarmi. Mi massaggiavano in tre, Luca, Fabio, Davide. Avevano le mani calde, io ero nudo, e mi è venuto il cazzetto duro. Amedeo mi guarda e con voce solenne dice "visto! Ve l'ho detto è un finocchietto" e tutti gli altri, "allora sei finocchio? - ti piace la nerchia? la vuoi questa banana?" Ero rosso, viola, il cuore mi batteva fortissimo e dallo spavento sono svenuto. Mi sono risvegliato su un letto con Fabio che mi accarezzava la testa, e Amedeo che mi diceva, scusa, tranquillo, non volevamo spaventarti. Io sudavo freddo e tremavo come una foglia dalla paura. Ero tutto nudo, quando Marco un'altro ragazzo di Napoli, mi ha cominciato a rincuorare, mi diceva, va be, ti piace il cazzo e cosa ci puoi fare, puoi fare felici noi, tranquillo e cosi da quella sera per quattro mesi saltuariamente a turno li ho fatti felici.

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