Mia Mamma

Scritto da , il 2013-01-08, genere sentimentali

Mia MAMMA.
Sono passati poco più di 8 mesi, che non ho più notizie di Elena, Anna e Aldo. Ai miei genitori ho detto che il mio fidanzamento con Elena aveva subito uno stop, il motivo era perché io volevo vivere nella mia cittadina, mentre lei voleva vivere nella sua. Per questo, di comune accordo avevamo deciso di prenderci una pausa. Molte volte a letto penso a Elena, mi manca tanto. Mi manca poterla stringere a me. Baciarla. Poterla toccare. Baciarla il seno, palpeggiarlo. Mi manca tanto la sua vagina. Giocarci con le dita. Leccarla. Baciarla. Ho tanta voglia di penetrarla con il mio membro. E che dire del suo bel sedere s del suo ano. Poi penso a lei, a cosa starà facendo. Poi mi do la risposta: starà facendo del sesso, magari con Aldo. Quando mi immergo in questi pensieri il mio membro diventa duro e finisce che mi masturbo fino a che raggiungo un orgasmo. Mi capita anche di fare questi pensieri anche su Anna. Qualche sabato sera esco per andare al cinema da solo, poi mi fermò in birreria, per fare rientro a casa poco prima delle 01.30. Alla mamma dico che ho passato la serata con vecchi amici. Una domenica mattina sono in cento a fare colazione. Poi a piedi mi avvio a piedi verso casa. Mentre sto camminando verso casa incrocio mio papà in macchina con una donna, non è mia mamma. Arrivo a casa, entrò. Non vedo mia mamma ne in cucina ne in soggiorno. Salgo al piano di sopra per andare in stanza. Dalla porta aperta della stanza dei miei genitori, sento la musica della radio. Entro. Non vedo la mamma. Sento scendere l'acqua della doccia. Mi avvicino alla porta del bagno e sbircio dal buco della serratura. Vedo la sagoma della mamma dietro il vetro smerigliato del box doccia. La sento canticchiare la canzone che sta suonando la radio. Dopo non molto, la mamma ha finito di farsi la doccia. Dopo aver fermato l'acqua, apre un lato del box e esce. Gli vedo subito i suoi bei seni. Poi prende e sì infila l'accapatoio e poco dopo si mette un asciugamano in testa. Peso che ora potrebbe uscire dal bagno allora mi allontano esco dalla sua stanza e scendo giù di sotto. Sono in cucina e mi appresto a prepararmi un panino con prosciutto e fontina. Sento la mamma che scende le scale. La sento perché canta. Poi sento accendersi la televisione in soggiorno. È accesa su un canale musicale. Mi avvicino alla porta della cucina, in anticamera c'è uno specchio che se si sta tutto a sinistra sulla porta della cucina si può vedere quasi tutto il soggiorno. Vedo la mamma che sta in piedi a metà tra il tavolo e il divano. Indossa ancora l'accappatoio ma non ha più l'asciugamano in testa. I suoi bei capelli neri e ricci gli arrivano sulle spalle. È finita una canzone e ne è iniziata un'altra. Non la sento cantare, anche se la canzone è abbastanza famosa, ma comincia a muoversi lentamente, poi sempre un po' di più. Ora sta ballando. Finisce la canzone e parte la pubblicità. Si avvicina alla credenza. Prende una bottiglia, poi da un lato della credenza prende un bicchiere. La bottiglia che ha preso è una bottiglia di brandy. Ne versa più di mezzo bicchiere. Lo beve tutto in un solo sorso. Ne versa ancora e lo beve. Poi si toglie l'accappatoio. Mi da le spalle. Ha delle belle cosce e un gran bel sedere. Con le gonne che porta, lunghe un poco sotto il ginocchio, nasconde bene queste sue parti. Poi si gira. Ha una folta peluria nera, si vede che non se ne prende cura perché è molto estesa. I seni sono molto abbondanti e abbastanza sodi. Alla televisione la musica riprende e li si gira verso la televisione, dandomi le spalle. Dopo qualche canzone inizia un'altra e lei inizia a ballare. Anche con la canzone successiva balla. Mentre balla si gira. La rivedo tutta nuda. Il mio membro diventa duro. Comincio a fantasticare su di lei. Finisce la canzone che è ancora girata verso di me. Prende il bicchiere e beve. Poi si avvicina al divano. Ha preso i collant. Poi vedo che è una calza. La infila. Quando la lascia questa ricade. Non è un'autoreggente. Poi va a mettersi l'altra. E anche questa una volta lasciata ricade. Passa a mettersi un reggicalze attorno ai fianchi. Poi si allaccia una prima calza ai 2 laccetti, poi si allaccia l'altra. Beve e torna a versare altro brandy nel bicchiere. Un po' barcollante si avvicina alla poltrona e si siede. La guardo. Ha le gambe divaricate. Sento la macchina di mio papà che è arrivato. Entrò in cucina e chiudo la porta. Mio padre entra. Poco dopo lo sento che parla con la mamma "Hai bevuto? Vieni.....Appoggiati a me che ti porto a letto." Sento la voce di mia mamma "Se andato a scopare?" Mio papà non parla. Ancora mia mamma "Dimmi hai fatto quante scopate con quella?........Dimmi." Poi li sento di sopra. Allora esco. Sto fuori poco meno di 5 minuti poi rientro. Quando entro in casa dico "Sono arrivato......Non c'è nessuno in casa?" Mio papà che sta scendendo le scale mi dice "Ciao." E io "La mamma non c'è?" E lui mi risponde "La mamma è a letto che non sta bene." "Salgo a trovarla." Dico io. E lui "Mi ha detto di lasciarla in pace e che ora vuole riposare e magari dormire un po'.... se ci riesce." Gli chiedo "Cosa c'è da mangiare?" Mi risponde "Tua madre stava così male che non ha potuto preparare niente, ora preparo io qualcosa. Prima faccio una telefonata. Oggi ero invitato a pranzo da un'amica, cioè volevo dire da un'amico, ero passato da casa per prendere un paio di bottiglie di vino, ora lo chiamo per dirgli che non vado." "Ma papà, ora sono qua io, prendi le bottiglie di vino e vai a pranzo dal tuo amico." "Dici davvero." Mi dice il papà. E io "Ma certo vai. Qua mi arrangio io, per mangiare e per assistere alla mamma se necessita. Va. Vai pure e divertiti." Allora il papà scende in cantina a prendere 2 bottiglie di vino e poi esce di casa. Poco dopo sento la macchina che parte. Io mi preparo il mio panino con prosciutto e fontina. Poco più di un'ora dopo salgo di sopra. La porta della stanza è per metà aperta. Infilo la testa. La mamma è sotto la coperta. È girata su un fianco con la faccia girata. Giro attorno al letto per andare a guardala. Lei si gira e si mette sdraiata. La guardo. Dorme. Poi dopo un po', mi avvicino a un lato, prendo un lato della coperta e delicatamente lo porto indietro fino ai bordi del letto. La mamma è a letto così com'era giù in soggiorno con le calze allacciate al reggicalze. La guardo. La osservo. Ho un'erezione. Sto guardando mia mamma che è nuda. All'improvviso apre gli occhi. Ci guardiamo. Poi lei mi dice "Ciao." "Ciao." Gli rispondo io. Rimango immobile e continuo a guardarla. Anche lei mi guarda. Poi abbozza un sorriso. Poi mi dice "Devo andare a fare la pipì. Vuoi venire a vedermi mentre la faccio?" Non rispondo. Quando lei mi ha passato e sta per entrare in bagno la seguo. Mi fermo sulla porta. Lei va vicino al water, alza la tavoletta, si siede e poi mi dice "Se stai li puoi sentire solo il rumore, ma non vedi. Vieni a metterti qua davanti appoggiato al muro." Qualche istante dopo sono davanti a lei. Lei si alza un poco rimanendo staccata dall'asse del water, poi comincia a urinare. Vedo un getto giallo che esce dal suo boschetto e poi sento il rumore che fa quando entra in contatto con l'acqua del water. Finito di fare pipì, prende un po' di carta igienica e se la passa in mezzo alle gambe per poi passarla sul pelo e poi dentro di esso. Mi guarda sorride e si avvia a uscire dal bagno. La seguo. Prende da un cassetto delle mutandine e un reggiseno. Poi da un altro cassetto una camicia e dall'armadio una gonna. Tutte queste cose le ha messe sul letto. Io sono in piedi che la guardo. Comincia con il mettersi le mutandine. Una volta indossate non sono mutandine, sono mutande di cotone bianco che assomigliano a boxer. Poi prende e si mette il reggiseno. Anche questo capo di abbigliamento è un capo retro'. Penso "Se la mia donna si presenta così davanti ai miei occhi non so il mio sesso diventa duro." In effetti il mio membro non da segnali di vita. Poi finisce di vestirsi. Una volta vestita mi dice "Dimmi come mi hai trovata quando ero tutta nuda e come mi trovi ora vestita. Dimmi la verità. Guardami e giudicami come donna e non come tua mamma. Non avere timori dimmi la verità." Passano alcuni minuti di silenzio poi inizio a parlare "La camicia è O.K., mi piace. La gonna è un po' troppo lunga, va accorciata. Puoi togliere i vestiti. Grazie." Si toglie prima la camicia e poi il reggiseno. Poi continuo "Quel coso che ti contiene il tuo seno, non sarà mica un reggiseno!.... Potrebbe essere un reggiseno che usavano le nonne. Toglilo." E lei lo toglie. "E quelle cosa sono, sembrano mutande da uomo. Giù levatele." E va a levarsele. Continuo "Il seno mi piace. Bello. Formoso. Sodo. E.........deve essere anche bello morbido a vedersi." E li in basso......c'è troppo pelo. È un cespuglio tenuto male......Andrebbe regolato." Poi cala il silenzio. Poi lei mi dice "Grazie. Mi hai dato dei buoni consigli. Ora però devi aiutarmi sul piano pratico." E io "Non capisco." E lei "Mi devi aiutare nell'abbigliamento, intimo compreso, poi mi dovresti sistemare il cespuglio, dargli una regolata.Quando cominciamo?" E io "Se vuoi subito. Potrei iniziare a sistemanti il cespuglio." Lei con un gran sorriso mi risponde "Cominciamo. Vado a prenderti una forbice." E io "Porta anche un pettine." Va in bagno poco dopo è di ritorno con forbice e pettine e me li mette in mano. "Togliti la gonna, le mutande e stai li in piedi." Poco dopo è lì in piedi come gli ho detto di mettersi, senza gonna e senza mutande. Prendo una sedia e mi siedo davanti a lei. Ho la faccia un po' più in alto del suo boschetto. Mi alzo prendo 3 libri, vado a metterli sotto i suoi piedi, ritorno seduto. Occorre un'altro libro. Mi risiedo. Ora la mia faccia è in posizione del suo sesso. Infilo il pettine di traverso nel pelo e taglio. Pochi passaggi con il pettine e un po' di sforbiciate che il pelo è corto. Si intravvedono le labbra della vagina. Ora solo con la forbice iniziò a restringere il perimetro del pelo tagliandolo. Quando ho ristretto il perimetro a circa un centimetro dalla vagina, mi fermo di tagliare e gli dico "Vado nella mia stanza a prendere la schiuma da barba e un rasoio." Poco dopo sono di ritorno. Sono di nuovo seduto sulla sedia. Agito la bomboletta della schiuma gel e ne spruzzo un po' sulle dita. Vado poi a passarglielo sulla parte che poi vado a radere. Mi accorgo che quello che le sto facendo l'ha eccitata. Noto che la sua vagina è impregnata dei suoi umori. Non dico niente e continuo a raderla. Quando ho finito, mi alzo, vado ad aprire un'anta dell'armadio, quella con lo specchio grande, poi gli dico "Mamma, vieni a guardarti." Scende dai libri si avvicina allo specchio e esclama "Che figa!!!!" E io "Mamma!!!!!" Mi risponde sorridendo "Non è così che voi giovani la chiamate?.......Comunque grazie......Puoi e vuoi fare altro?" "Per oggi basta così, questa sera prima di andare a dormire, ti appunto una gonna con degli spilli, poi tu domani la accorci e domani sera te la voglio vedere indossata. Passiamo il resto del pomeriggio seduti sul divano a guardare la televisione. Alle 20.10 il papà non è ancora arrivato. Io è la mamma decidiamo di mangiare una pizza. Telefono in pizzeria e mi faccio portare 2 pizze. Alle 20.45 ci sediamo in cucina a mangiare, poi bevuto il caffè la mamma mi dice "Salgo di sopra a prendere una gonna e gli spilli." E mi sorride. Dopo un po' scende. Io sono in soggiorno le mi raggiunge. Indossa una gonna blu. Non è molto larga. La gonna gli copre e scende oltre le ginocchia, fino a metà gamba. Mi inginocchio ai suoi piedi gli sollevo la gonna fino a metà coscia, prendo uno spillo da una sua mano e lo infilo nel tessuto. Poi punto altri 6 spilli. Alla fine lei si guarda nel vetro del mobile dove si vede rispecchiata e dice "Ma non è un po' corta?" Gli rispondo io "È per mettere in mostra le tue belle gambe." Si gira verso di me, mi guarda e mi sorride. Mi si avvicina, io sono ancora in ginocchio e si toglie la gonna. Mi si avvicina ancora di più, fino a che le sue mutande sono a contatto con la mia faccia. Annuso. Sento un'acre dolore. È un misto dei suoi umori e di qualche goccia di pipì. Mi sembra di impazzire. Ho il membro duro. Ho una voglia di togliere la lingua e di leccare. Ho una voglia di prendere tra i denti la stoffa delle mutande.......Ma accidenti....è mia mamma. Siamo ancora così che si sente la voce di mio papà "Ma bravi......Madre con figlio. Figlio con madre.....Che bel spettacolo. Continuate. Io vado a letto." Lo sentiamo che si allontana. Ci mettiamo seduti sul divano a guardare la televisione. Alle 23,10 decidiamo di andare a letto. Lei cammina davanti a me. Anche se indossa quelle mutande che assomigliano più a boxer, quando fa le scale il suo sedere si muove in un modo che mi fa arrapare e il mio membro diventa dura. Arrivati di sopra, avvicina la sua bocca a un mio orecchio e a voce bassa mi dice "Ti è piaciuto osservare il mio culo mentre facevo le scale? Gli rispondo "Si mi è piaciuto molto, ma se indossavi delle mutandine che dico io non so come sarebbe andata a finire una volta arrivati qua sopra!!!" E lei mostrandomi un'espressione sbalordita mi risponde "Ma cosa dici. Sono tua madre. Comunque grazie per quello che hai fatto per me oggi, me ne ricorderò e un giorno ti ripagherò." Mi da un bacio sulla guancia poi entra in camera chiudendo la porta dietro di se. Rimango li in piedi fuori dalla sua stanza. Faccio per andare nella mia stanza quando sento la voce del papà "Dimmi un po'.....Cosa ti stava facendo nostro figlio, tuo figlio giù in soggiorno inginocchiato ai tuoi piedi e tu senza gonna?......Ho forse interrotto qualcosa o poi avete continuato?" La mamma tace. È il papà "Dimmi. Raccontami." Sento la mamma "Quello che mio figlio mi ha fatto a te non deve interessare. Fine del discorso. Io con te ho chiuso. Da domani io a te non faccio più niente. Arrangiati tu a farti da mangiare. A lavare. A rammendare i tuoi vestiti. Comunque puoi sempre contare sulla tua amichetta. Puoi andare a vivere da lei se vuoi." "Ti sei scopata tuo figlio. Che troia. Che vacca. Ora mi alzo e vado a dormire in soggiorno." Prima che il papà esce dalla stanza io sono già entrato nella mia. Una volta a letto penso "Il papà crede che io e la mamma abbiamo fatto sesso. Perché la mamma glielo ha lasciato credere?" Con questo dilemma mi addormento. Sono le 6.50 quando mi sveglio. Vado in bagno poi scendo. Guardo in soggiorno il papà non c'è più. Poi vado in cucina il papà è seduto e sta facendo colazione. Ha lo sguardo rivolto verso la finestra. Nessuno dei 2 parla. Sul piano della cucina c'è appoggiata la caffettiera. Ne verso una tazza e bevo il caffè rimanendo in piedi. Esco e prendo le scale per salire. Busso leggermente alla porta della stanza della mamma. Niente. Ridiscendo in cucina. Lascio sul tavolo della cucina un biglietto dove ho scritto "Sono uscito per andare al lavoro. Ci vediamo questa sera. Ciao." Poi esco. Prendo la macchina parto. Sto ritornando verso casa. Oggi al lavoro è stata una giornata impegnativa, questo non mi ha permesso di pensare alla mamma. In mensa con i colleghi si è parlato un po' di politica, di viaggi, di sport, tanto che l'ora di pranzo è volata. Ora che sono in macchina e ho 20 minuti di tragitto il mio pensiero va alla mamma. La immagino tutta nuda. La immagino che si sta adattando ai cambiamenti, a partire dal taglio del pelo della sua vagina. Già nel mio immaginario la vedo in intimo come a me piace. Facendo questi pensieri il mio membro diventa duro. Finalmente eccomi a casa. Metto la macchina in box, poi entro in casa. Appena dentro sento la voce della mamma "Vieni. Sono in soggiorno." La raggiungo. Indossa la camicia di ieri e la gonna che ha accorciato. Ora la gonna è molto più corta, non è una minigonna ma un poco più lunga. Accorciandosi si è un po' stretta. Gli lascia scoperta metà coscia. "Come sto così?" Mi chiede. E io "Se fosse 2 dita più corta sarebbe meglio!" E lei "Non è già abbastanza corta!!!!!!" Io sorridendo "Va bene! Va bene così." Si gira e si rigira e poi dice "Così piace anche a me. La toglie rimanendo in calze con reggicalze neri e un paio di mutandoni neri. "Ora che ne dici di cambiare questo intimo!!!!". E io gli rispondo "Sabato. Lo facciamo sabato mamma." Lei incalza "Andiamo ora a comperarli, poi rimaniamo fuori a cena." Cedo "Va bene mamma andiamo." 10 minuti dopo siamo in macchina. Mi dice "Non portarmi in qualche negozio qua. Qua ci conoscono. La gente cosa può dire.....Ho vergogna." Gli rispondo "Va bene, ti porto a -nella cittadina dove vivono Elena, Anna e Aldo. Arriviamo all'ingresso del centro commerciale che sono le 19.20 entriamo. Cammino sicuro, so già dove c'è un bel negozio di intimo femminile. Arrivati davanti alla vetrina gli dico "Entriamo?" Mi sorride e mi dice "Entriamo." Giriamo un po'. La vedo che guarda con attenzione dei manichini che indossano biancheria intima. Ci fermiamo davanti a dei mezzi manichini. Manichini con le cosce mozze e con solo il sedere. Li guarda e poi con una faccia meravigliata mi dice "Non mi dire che sono queste le mutande che mi vuoi fare indossare????........Dietro la stoffa è un filo. Come fa a coprirmi il culo?" Gli sorrido e gli dico "Mamma....Primo non si chiamano mutande ma tanga. Secondo quello che tu chiami filo ti deve entrare in mezzo alle chiappe, non è fatto per coprirti il culo." "Ma riuscirò a indossarlo? Non mi darà fastidio il filo tra le chiappe?" Io "No mamma, vedrai che non ti darà fastidio. Dopo che ti sarai abituata vedrai la sua comodità." "Mi hai convinto, ne prenderò un paio. Posso provarli?" Gli dico "No mamma, in questo negozio le mutandine non possono essere provate." E lei "Va bene. Vado da quella commessa e ne compero un paio." Si allontana. La vedo parlare con la commessa. La commessa si allontana, poco dopo gli consegna una borsa. La mamma mi raggiunge e mi dice "Andiamo. Andiamo alla cassa a pagare poi andiamo." Raggiungiamo la cassa, paghiamo e ci incamminiamo verso l'uscita. Passiamo davanti a una toilette e la mamma mi dice "Aspetta che entro e mi metto il tanga." Mentre mi dice questo mi sorride. Entra nella toilette. Non molto dopo esce e subito mi dice "Le mie vecchie mutande le ho lasciate nel cestino degli assorbenti. Il filo del tanga tra le chiappe mi fa uno strano effetto, ma è piacevole." Noto che ha la borsa del negozio. Ho l'impressione che all'interno c'è qualcosa. Gli chiedo "Cosa c'è nella borsa?" Lei sorride e mi dice "6 altri tanga. Noi donne ci cambiamo le mutande almeno una volta al giorno. I giorni della settimana sono 7, quindi ho comperato 7 mutande. Volevo Dire 7 tanga." E sorride. Quando sono in macchina gli dico "Accidenti, in quel negozio vendono anche dei calze collant autoreggenti. Non mi sono più ricordato." E lei "Ritorneremo sabato. Ora dove mi porti a mangiare?" E io "Ristorante!!!" "No. Pizzeria!" Mi risponde. 10 minuti dopo entriamo in pizzeria. Prenotiamo. Parliamo. Mangiamo. Parliamo. Ridiamo. Non ricordo l'ultima volta che mi sono trovato a parlare un po' di tutto con lei e a ridere. In macchina proprio prima di arrivare a casa mi chiede "Non mi hai detto niente sui miei capelli! Vanno bene tenuti ricci? Vedo tante donne, giovani e meno giovani, che li stirino per renderli lisci. Cosa ne pensi?" "No mamma. Non lisciarli. A me i capelli ricci sul capo di una donna piacciono molto." Gli dico. E lei "Allora li tengo ricci. Li tengo ricci per te." Poco dopo siamo a casa. Entriamo il papà è sdraiato sul divano e guarda la televisione. Lo ignoriamo e saliamo di sopra. Anche lui non ci saluta. Entriamo nella sua stanza. Lei si alza la gonna fino a che mi mette in mostra un bel tanga blu. Poi si gira, allarga un po' le gambe. Poi si china in avanti fino a mettere le mani sul pavimento. Davanti. A me ammiro lo spettacolo del suo bel sedere. Poi noto che la striscia di stoffa del tanga è spostata di lato a un labbro della vagina lasciando così in vista il pelo che copre la vagina. Vedo anche il buco crespato dell'ano. Gli dico "Mamma la stoffa del tanga non va tenuta così, ma deve stare sul taglio della tua vagina." E lei "Lo messa così perché se la metto come dici te sul taglio della figa, ho come l'impressione che la stoffa entri dentro nella figa...Però l'esperto sei tu...Avvicinati e sistemami la stoffa sopra la figa." Sono subito dietro il suo sedere. Con il pollice e l'indice prendo la striscia di stoffa, ma non posso fare a meno di sfiorargli il sesso. Ha un leggero sussulto. Vado a posizionargli la stoffa sopra il taglio della vagina e delicatamente lascio la stoffa. Poco dopo lei si è rimessa in piedi e mi dice "Ho voglia di andare a letto, è meglio se tu ora vai in camera tua. Mi giro e poco dopo sono nella mia stanza. Una volta a letto. Penso "Sto cambiando il modo di vestire alla mamma. Lo sto cambiando in modo drastico. Lei accetta. È questo che mi meraviglia. Poi la ricordo poco fa, piegata in avanti e lo spettacolo che avevo ammirato. Mi addormento. Mi sveglio un po' prima che suona la sveglio. Dopo aver fatto come ieri mattina esco di casa per recarmi al lavoro. Sono le 15.20, quando mi chiamano, mi dicono che c'è mia mamma al telefono. Poco dopo sono in ufficio. "Pronto.......Stai male......Cosa?Hai quasi 40 di febbre........Chiedo se posso lasciare il lavoro e arrivo." Vado a parlare con il Direttore. Meno di 10 minuti dopo che mi sono cambiato e lavato sono in macchina. Arrivo a casa. Entro e poco dopo sono in stanza sua, di fianco al letto. "Ciao mamma sono qua. Come stai?" E lei con un filo di voce "Male.... Malissimo.....Non so dove non ho dolore e la febbre non scende." "Posso farti qualcosa?" "Sì. Chiamarmi il dottore. Giù in soggiorno, dove c'è il telefono c'è una rubrica del telefono. Alla lettera B trovi dottor Brivio. Chiamarlo e chiedigli quando può venire. Pochi minuti dopo ho parlato con il dottore e sono di nuovo al fianco di lei. "Mamma il dottore ha detto che sarà qui tra un'ora circa." "Bene." Mi dice. "Scendo ad aspettare il dottore gli dico. Poco meno di 50 minuti suona il campanello. Vado ad aprire. È il dottore. Io non l'avevo mai visto prima, io ho un'altro come medico condotto. Poi vedo che con lui c'è una ragazza. Il dottore "Buongiorno sono il dottor Brivio. Mi può accompagnare dalla signora. Gli faccio strada. Apro la porta della stanza. Il dottore entra. Io resto fuori e chiudo la porta. Rimango fuori con la ragazza. Lei si presenta "Ciao sono Clementina. Sono la figlia del dottore." Ciao. Il sono il figlio." La guardo avrà 30 anni. Sarà alta 1 metro e 60, massimo 65. Ha un seno moto pronunciato. Ma mi stupisce com'è vestita. È vestita come se portasse una divisa da college Americano. Ha due lunghe trecce che partono poco sopra le orecchie. "Un po' buffo come abbigliamento." Penso. La guardo ancora. Indossa un paio di anfibi neri. "Senti ora mi giro, così mi vedi anche come sono fatta dietro." Dice lei. Rimango di stucco. Nel frattempo lei si è girata. Dalla gonna mi sembra di intuire che debba avere anche un bel sedere, un bel grosso sedere. Poi si rigira e mi dice "Pensi anche tu che una persona che si trovi di fronte a me fa più in fretta a salarmi da davanti per trovarsi dietro piuttosto che girarmi attorno." Mi dice. Io non parlo. Ancora lei "Non mi trovi un tappo grosso come un tappo di damigiana." Sorrido. Poi gli dico "Ma, sai come si dice, che il buon vino sta in una botte piccola." Sorride. Continuiamo a fare altre battute. A dire freddure. Poi il dottore esce dalla stanza. Mi saluta senza guardarmi, poi con la figlia inizia a scendere le scale e io dietro a loro. Li seguo fino alla porta, una volta usciti chiudo la porta. Risalgo di sopra e entro nella stanza. "Cosa ti ha detto il dottore?" Gli chiedo. Mi risponde "Mi ha detto che è una coda di un virus. Due o tre giorni, se prendo i medicinali che mi ha prescritto e sarò guarita. Dovresti andare in farmacia a prendere le cose che mi ha ordinato." "Va bene, ci vado subito in farmacia. Dove sono le ricette?" Gli chiedo. Mi risponde "Sono appoggiate sul comò, prendi anche la tessera sanitaria. Poi in soggiorno trovi in giro la mia borsa, prendi dei soldi dal portafoglio." La mia risposta "Ora vado." Poco dopo sono in macchina destinazione farmacia. Non passa molto tempo che entro in stanza. "Sei già di ritorno mi dice? Hai fatto presto.....Ho ancora la febbre, portami qua la busta dei medicinali, toglie 3 scatole. Apre una scatola. Con 2 dita fa uscire -io pensavo- 1 pastiglia. Mi dice "Puoi venire qua vicino a prendere in mano questa supposta e se puoi puoi infilarmela." "Comete......Una supposta!!!!!!! E dove devo metterla?" Non mi resi conto della domanda stupida che avevo appena detto. Lei abbozzando un sorriso, ma si notava che stava soffrendo, mi disse "Nel mio buco del culo, tesoro mio, dove vuoi mettere una supposta." Mi avvicino a lei, prendo in mano la supposta, poi lei si mette su un fianco mostrandomi il suo sedere. Con un dito uncino la striscia di stoffa e vado a posizionar la su un lato del sedere. Gli ammiro il suo ano. Avvicino le dita tremanti che tengono in mano la supposta al suo crespo buchetto. Punto sopra la supposta poi la spingo dentro, fino che essa scompare dentro di se. Poi gli risistemo la stoffa del tanga. Lei si gira, mi guarda e mi dice "Grazie. Questa dovrebbe farmi abbassare la febbre. Ora ho voglia di dormire un po'. Puoi ritornare tra 2 ore per mettermi l'altra supposta. Se dormo svegliami." Poco dopo sono giù in soggiorno a guardare la televisione. Due ore dopo andai nella sua stanza per mettergli la supposta. Un'altra per abbassargli la febbre che gli era tornata alta gliela misi prima di andare a dormire. Il giorno dopo durante la pausa mensa la chiamai sul cellulare per sapere come andava "Ciao mamma come stai?" E lei "Mi sento uno straccio." Gli richiedo "Hai ancora la febbre?" Ancora lei "Meno. Prima ho messo l'altra supposta, quella per i dolori. Avrei tanto voluto che fossi tu a metter mela." Ci salutiamo. Alla sera prima che vado a letto vuole che gli metto la supposta per la febbre. Ma non ha tanta febbre e io non voglio mettergliela. Lei fa l'offesa. Il giorno dopo prima di uscire per andare al lavoro, mi accorgo che il papà non è rientrato. Quando chiamo la mamma durante la pausa pranzo mi dice "Va decisamente meglio. Ho pochi dolori e poca febbre. Non ho messo nessuna supposta. Questa sera voglio che me ne metti 1 per tipo." Glisso, ma gli dico "Sai che il papà questa notte non è rientrato?" Mi risponde "Mi ha telefonato questa mattina dall'aeroporto, mi ha detto che era in partenza per Francoforte, andava da suo fratello. Poi ha chiuso la telefonata." Ci salutiamo. Non so cosa pensare. Nel pomeriggio penso spesso a mio padre e penso che se se n'è andato è perché lui pensa che io e la mamma facciamo sesso. Come dargli torto perché ci ha lasciato. Alla sera la mamma scende per bere un bordino. Poi rimane un po' in soggiorno a guardare la televisione. Alle ore 21.50 mi chiede "Mi accompagni in camera e mi metti le 2 supposte così dormo tranquilla tutta la notte. Salgo in stanza con lei. Si mette a letto, gli sposto la stoffa del tanga e poi gli infilo 1 supposta e poi la seconda. Gli do il bacio della buona notte e scendo in soggiorno. Alle 23.30, vado a letto. Il giorno dopo mi anticipa e mi chiama sul cellulare. "Ciao. Sto benissimo. Sono guarita del tutto. Le supposte che mi hai messo nel mio buco del culo con tanto amore mi hanno fatto guarire. Ti aspetto per questa sera. Ciao." Alla sera mentre stiamo cenando mi chiede "Domani starò ancora buona in casa, poi dopodomani -sabato- mi porti in quel negozio di intimo, vorrei comperare altri tanga, dei collant e un body doll. Mi ci porti?" "Certo che ti portò!" Guardiamo insieme la televisione. Alle 23.00, andiamo a dormire. La sera dopo, abbiamo appena finito di mangiare che suona il telefono in soggiorno. Vado io a rispondere "Pronto." È il dottore "C'e la signora, posso parlargli?" "Vado a chiamarla." È la mia risposta. Poco dopo la mamma raggiunge il telefono. Io sono rimasto in cucina. Quando ritorna mi dice "Vuole venire a visitarmi domani mattina, per vedere se sono guarita del tutto. Ma io so perché vuole visitarmi." Io incuriosito gli chiedo "Cosa vuoi dire con questo. È una cosa che puoi dire!!!!!" Lei sorridendo "Ti racconto. Il dottore da prima mi ha fatto delle domande sul mio stato di salute. Cosa sentivo. Se avevo febbre. Dove erano più forti i dolori e dove erano meno forti. E io stavo sotto le coperte. Poi mi ha detto che mi avrebbe tirato indietro le coperte per visitarmi. Deve aver notato subito le mie gambe. Nelle altre volte che venne a visitarmi io ho sempre portato i pantaloni. Poi mi dice che deve sollevare un poco la camicia da notte per toccarmi la pancia. E li mi ha visto il tanga, che io avevo tenuto un po' più giù così da far uscire un po' di pelo della mia figa. Poi dopo avermi toccato un po' la pancia, mi dice di sollevarmi la camicia fino sotto il mento per sentirmi i polmoni. Faccio come mi ha detto. Alla sua vista gli apparvero i miei seni nudi. Non me li aveva mai viste. Almeno non ricordo. Quando mi faceva alzare la camicia del pigiama io portavo il reggiseno, e tu hai visto il reggiseno. Poi mi ha chiesto di girarmi a pancia in giù per sentirmi da dietro i polmoni. Immagini che spettacolo ha visto? Ecco perché vuole venire domani." Ridiamo insieme. Poi continua "Verrà per le 09.00, di solito è puntuale. Poi quando se ne sarà andato partiamo per andare a fare compere. Alle 23.20, andiamo a letto. A letto non posso pensare a quello che mi ha raccontato la mamma e penso "Se continua così, con questo cambiamento nel vestirsi e nel comportamento, tra non molto la mamma farà sesso con qualcuno." Sono le 07.20, e sono in cucina a fare colazione. Arriva la mamma. Indossa la camicia da notte. Gli dico "Non ti cambi?" E lei "Deve arrivare il dottore!!" "Già il dottore!!!!" Dico io, poi proseguo "Mi piacerebbe poterti spiare dalla serratura, quando il dottore ti starà visitando. Posso?" Mi risponde "Sarò felice di saperti dietro la porta che mi stai spiando." Sono le 08.50, quando arriva il dottore. Con lui c'è la figlia. Subito penso "Addio spiata. Ma questa cos'è venuta a fare?" Il dottore sale dalla mamma e entra in stanza. Clementina allora mi dice "Alle 14.40, mio papà ha l'aereo per Barcellona, deve andare a una conferenza di medici, che si terrà domani. Rientrerà lunedì mattina. Io di solito vado con lui. Ma sai che noi. Questa volta voglio restare a casa. Lui non si fida a lasciarmi a casa da sola. Io ho puntato su di te. Ho detto al papà che verrai a casa nostra e rimarrai con me fino al suo ritorno. Non mi dire di no. Ti prego. Non dico niente. Questo sua richiesta mi ha preso alla sprovvista. Non so. Non riesco a pensare. Si apre la porta della stanza della mamma, il dottore esce e scende le scale. Ora è vicino alla porta e sua figlia gli è vicina, poi Clementina dice "Sai papà, lui si è detto contento di venire a tenermi compagnia a casa, nei 2 giorni che tu sarai a Barcellona." Il dottore mi guarda, ma non parla. Sono io che gli dico "Sempre che a lei questo fa piacere." Con un cenno della testa mi fa cenno di si. Clementina rivolgendosi a me mi dice "Passiamo a prenderti alle 12.00, portiamo in aeroporto il papà poi torniamo. Tu guidi?" Gli faccio cenno di si con la testa. Poi esce. Salgo di sopra e gli chiedo "Com'è andata la visita mamma?" E lei "Pari-pari come quell'altra. Io da prima sotto le coperte come fossi malata. Poi tutto come l'altra visita. Questa volta ho guardato bene. L'ho visto eccitato." Ti devo dire una cosa." Gli dico. E gli dico dell'invito di Clementina. "Hai fatto bene ad accettare. Mi auguro che tu possa fare almeno una scopata con la figlia del dottore. Sono già 10 mesi che tu non scopi più." Non mi aspettavo questa risposta della mamma. Diventa sempre più disinibita e penso "Anche te mamma hai una gran voglia di scopare." Poi lei mi stringe in un forte abbraccio, sento i suoi seni contro il mio petto. Poi mi lascia. Allora io esco dalla stanza. Alle 11.50, sono venuti a prendermi. La mamma esce per salutarci. Indossa la gonna blu e la camicia. Noto che il dottore la guarda e sorride. Partiamo.

Continua

WEEK-END a casa di CLEMENTINA.

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