Vatti a fidare di Kalehèm

Scritto da , il 2013-01-01, genere gay

Aiuto. Mi sono perso attorcigliato su me stesso, intrecciato nelle mie idee, nelle mie contraddizioni. C'è qualcuno che ritrova il bandolo della matassa e mi aiuta a ritrovarmi? Mi spiego, anzi no, semplicemente cerco si raccontare come l'ho sempre pensata su certe questioni e cosa invece mi è successo recentemente così capirete il perché sto “ cortocircuitando”.
Da dove comincio? Dai troppo immigrati stranieri nel nostro paese. Mi hanno dato del razzista perché non li accetto, ma il mio non era, razzismo, è che a me hanno fatto tenere chiuso il negozio di souvenir perché non avevo battuto uno scontrino fiscale per una vendita per un euro e venti centesimi e nessuno dice niente al “Vucumprà” che vende, senza licenza e senza scontrini, davanti al mio negozio, danneggiandomi due volte, perché tratta pure lui souvenir. Mi hanno dato dell'omofobo perché mi sono rotto le scatole del via vai di “tipetti” strani nel mio palazzo, tutti pseudo clienti di uno studio di massaggiatori al primo piano della palazzina dove abito, ormai per fortuna chiuso dopo che un mio vicino ha sporto denuncia ed è risultato che di fatto al primo piano c'era una casa d'appuntamento per maschi, clienti di sedicenti massaggiatrici, e maschi apparenti, clienti del titolare, pseudo massaggiatore pure lui, in realtà prostituto alla stessa stregua delle sue collaboratrici. Si fa presto a condannarmi se non ci si trova nelle mie condizioni, con l'attività commerciale messa su a fatica che, escluso certi periodi “buoni”, in genere rende appena per coprire le spese per l'affitto del locale e per il consumo luce e vedersi soffiare i clienti da un abusivo che staziona davanti al negozio, oppure sopportare che oltre ad essere modesta ed umile l'abitazione che posso permettermi deve essere anche malfamata per il movimento di persone già detto. Certo che se non fossi stato così direttamente interessato non mi sarei fatto alcun problema per il commercio abusivo di immigrati clandestini e per le tendenze sessuali di tanti apparenti maschi, i quali...se erano ridotti ad avere prestazioni sessuali pagandole, capirete che non erano proprio esemplari belli da vedere, ma...suvvia...proprio una terza o quarta scelta dell'umanità.
Questa è il quadro generale. Adesso veniamo ai fatti.
Torno a casa con il solito umore, non proprio dei migliori: la giornata è stata una di quelle da dimenticare per una serie di circostanze che non vale la pena stare a riferire. A pochi metri dal portone di casa mia, mentre imbraco ad un palo della luce, con la catena ,la ruota ed il telaio della mia bici per evitare che me la freghino, mi si avvicina Kalehèm (credo che si scriva così, si pronuncia: ca.lé.em, con l'ultima “e” aspirata). Extracomunitario ma, siccome è uno che conosco chissà perché non mi sta sulle scatole. Di solito si prova antipatia per delle categorie, per istinto, per condizionamenti, per ragioni varie, ma non per i singoli appartenenti a quella categoria che noi conosciamo: faccio qualche esempio. Si dice che i romani sono sfaticati, ma Romolo che io conosco e fa il muratore, lavoro sodo e conosce bene il suo mestiere, non eme ne frega niente che è romano, lo stimo perché è un gran lavoratore; si dice che i siciliani sono tutti malavitosi, io conosco Alfio siciliano palermitano che ha trovato un portafogli con ottocento euro dentro e non si è dato pace finché non ha rintracciato chi l'aveva perso per renderglielo senza volere neanche una ricompensa, lo so perché quel portafoglio l'avevo perso io; si dice che all'occasione propizia tutte le donne la danno, quelle che conosco io però non sono così, ma sono mogli e madri esemplari, così gli extracomunitari senza permesso di soggiorno, mi stanno sullo stomaco, anzi sulle palle, per il motivo che ho detto, ma Kalehèm è un ragazzo che lavora , in nero ma lavora, lavando i vetri dei negozi, facendo pulizie nei garage, insomma ogni genere di lavoro tranne il delinquente. Io gli faccio lavare la vetrina del mio piccolo negozio da diversi mesi.... per me è come se non fosse extracomunitario, proprio come per me Romolo non è romano, Alfio non è siciliano, la signora Adele non è una che la da, e via dicendo. Quando le persone si conoscono da vicino, alla fine sono tutte brave. Anche Kalehèm! Almeno credevo. Invece quando mi vede e mi riconosce, mi si avvicina e mi dice “Giao amigo mio” (parla bene l'italiano ma le consonanti dure non riesce proprio a pronunciarle, usa la G per la C, la B per la P, la D al posto della T, ecc.). Lo saluto sorpreso di vederlo dalle mie parti, molto distante dal centro dove ho il mio negozietto e dove di solito lui va lavoricchiando, Non faccio in tempo a chiedergli come mai è da queste parti che la domanda me la pone lui .”Birbande, anghe du da quesde bardi?” ride e prosegue”volia di fare giup giup anghe tu?”
Capisco tutto, anche “bardi”, “volie” e persino “giup giup” perché fa un eloquente gesto con la mano, una mimica molto italiana per dire “trombare”. Ecco, già mi va la mosca al naso per la solita storia di non potermi permettere un'abitazione in una zona meno malfamata di quella dove abito. Quasi mi vergogno a dirgli “Ti sbagli, io da queste parti ci abito” e lui, spalancando le palpebre esclama “Davvero? O du sei grande, du sei favoloso, du mi buoi dare informasione giusda allora..” Mi prende con eccessiva confidenzialità per un braccio, ponendosi al mio fianco, poi avvicina il capo al mio parecchio per parlare a bassa voce, anche se non c'è nessuno intorno:” Du, amigo mio, vero quesdo? Du non sgandalissarti se io digo a de in confidensa gosa gergo. Vero amigo?” £Tanto non serve, si è capito, cerchi una puttana..”. Mi strattona il braccio e mi dice: “ Non brobrio, io a dde digo le veridà, non ho vergonia io di dde... a me piage più uomo ghe donna...ma io sono uomo, non rigghione, io meddo, altro uomo brende, du gabido? A me piage rigghione ghe brende in gulo, ah, ah, ah”. Mi scrollo il braccio per liberarmi dalla sua presa, concertato e sorpreso. Gli chiedo con tono risentito:e che vuoi da me? Sta alla larga?. Lui ride e dice: “Dranguillo amigo, io volio solo informasione da dde! Mi hanno deddo che guì gi deve essere uno che fa massaggi e invece fa pure altro dipo di massaggi, quello che io gergo...ma non so bosto pregiso, Ddu ghe abidi guì, mi sai indigare dov'è questo massaggiadore rigghione?” Capisco chi cerca, quello dello studio sotto la mia abitazione, lo studio che hanno finalmente chiuso. Quasi con orgoglio gli dicco “Non c'è più, è andato via, niente più massaggi, ha chiuso lo studio..” poi a bassa voce aggiungo “finalmente”, ma lui o non mi sente o non capisce l'ultima parola. La sua espressione si fa improvvisamente triste, lo noto e, credetemi è veramente difficile vedere il cambiamento di umore sulla faccia di un nero come Kalehèm. Di certo non poso dire che divenne di umore nero perché...Kalehèm è nero, nerissimo di suo, non scuro, proprio nero, nero, nero, come l'ebano, e come l'ebano ora il suo volto riluce, perciò potrei dire che si fa lucente, non nero. Ma c'è una cosa che ho sempre notato in Kalehèm, i suoi fantastici denti bianchissimi che mostra spesso, con il suo propendere quasi sempre al sorriso gioioso. Ora, ed è forse la prima volta da mesi e mesi che lo conosco, non sorride , non esibisce quei denti bianchi come l'avorio, dentatura splendente e perfetta da fare invidia a chiunque. Ed ecco che noto, in tutto il suo nero che più nero non si può, che anche le cornee dei suoi occhi sono bianche, non bianchissime come i denti però, all'estremità gli occhi sono appena un poco arrossati. Probabilmente sono sempre stati leggermente rossi in quelle zone i suoi occhi, ma io non l'avevo mai notato, del resto non l'avevo mai guardato con interesse negli occhi. Ora che li vedo mi sembrano occhi come quelli di un ambino della nostra razza europea che hanno pianto da poco. Per la prima volta provo un sentimento di solidarietà per lui. Povero Kalehèm, è un essere umano anche lui, è giovane, sano, è ovvio che ha dei bisogni sessuali come ogni altro essere umano...oddio, non proprio”come”, ma simili, del resto anche tra noi cosiddetti di razza bianca, ce ne sono a iosa di quelli che preferiscono i rapporti omosessuali a quelli etero, basta che mi ricordi il via vai di finocchi che c'era fino a qualche giorno fa da e per lo studio del massaggiatore e...Kalehèm...non mi appare più...”uno sporco negro”, caso mai “uno schifoso frocio”. Però..ci ripenso, perché “schifoso?” non è forse il Kalehèm di sempre, quello che stimo nonostante sia un extracomunitario? Che forse mi sono azzardato mai a chiamare “sporco finocchio” il mio commercialista che ..pure lui.... come tenuta delle contabilità nulla da eccepire, ma come frocio è più che rinomato...In molti anziché dottore lo chiamano con la è finale accentata (dottorè) come abbreviazione di “dottoressa” e lui gradisce molto...l'accento finale... e qualche altra cosa... per esempio un bel tipetto come Kalehèm.
Oddio...”bel tipetto” a Kalehèm non so se lo si possa dire, in fondo è un nero, mero, nero, si ma.. che bel nero intenso, beh..suvvia..a ben guardarlo...una faccia di un ovale perfetto, le narici leggermente più grandi dei comuni europei danno un sexy appeal in più a quel volto, come se fossero narici dilatate per effetto “aquilina” nel desiderare qualcosa di buono...e Kalehèm lo so cosa sta desiderando adesso, con quelle narici sembra bramarlo addirittura. Poi ora che non sorride e nasconde il suo abbagliante sorriso vedo quante grandi e carnose sono le sue labbra, bellissime labbra con una fessuretta al centro di quella inferiore, che sembra essere una screpolatura invece è così' di natura. Di faccia ..a parte il nero ebano mi ricorda un attore che ho visto una volta in un vecchio film in bianco e nero, mi pare si chiamasse Harry Bellafonte o qualcosa di simile. Poi Halehèm è alto, mezza spanna più di me certamente, e io non sono proprio basso, chissà se ha qualcosa a che spartire con i watussi, dall'altezza potrebbe essere. Un difetto ora non si vede ma io so che ce l'ha, me lo ricordo da quando quest'estate girava con dei coloratissimi e larghi pantaloni lunghi fino a d appena sotto il ginocchio, allora ho visto i suoi polpacci piccoli, quasi inesistenti e le sue caviglie sottilissime, me lo ricordo perché mi sono sembrate, quando le ho viste, gambette esili, fragili e facili a rompersi, tanto erano e saranno ancora sottilissime. Per il resto..è un gran bel pezzo d'uomo, dalle spalle larghe, i fianchi stretti, le chiappette sollevate e rotonde... chissà come sta ad attributo! Dicono che i neri di solito sono super dotati, chissà se è proprio vero...chissà se è come il suo fisico (lungo e robusto) o come le sue gambe (lungo e sottile), comunque lungo me lo immagino di certo... Ma che cazzo mi succede? Sto pensando a com'è Kalehèm da nudo? Nonostante ora so che ha anche certe tendenze e che in questo momento ha anche ben determinate voglie...o bisogni da soddisfare ? Non è normale che io pensi questo.
Kalehèm si riprende, fa rifiorire il suo radioso sorriso tra le carnose e sensuali labbra e mi dice: “Qual'è la tua gasa, amigo? Non mi offri una birra per gonsolarmi? Magari di viene nella mende qualghe aldro uomo rigghione di quesde bardi, da suggerirmi... mi offri una birra? O non abri la borda di gasa dua, ad uno gome duo amigo Kalehèm?”.
Nooo! Questa richiesta no. Non me la doveva fare. Come faccio ora a dirgli di no? Mo conosce bene e sa che vivo solo, non ho moglie, figli, genitori..ne abbiamo parlato altre volte. Non ho scuse e, infatti, anche se non proprio di tutti cuore, gli dico: “Come no?! Anzi! Vieni, vieni!”
Kalehèm è in casa mia, seduto sul divano troppo basso per le sue lunghe gambe che tiene fortemente divaricate, stando con le spalle abbandonate sullo schienale. La mano con la birretta aperta ce l'ha appoggiata sul ginocchio sinistro, l'altra mano cade a peso morto tra le cosce, quasi appoggiato al pacco di Kalehèm che non avevo mai notato essere così grande. Del resto non l'ho mai visto seduto in questo modo vagamente scomposto, ma sempre in piedi e con i suoi vestiti abituali, coloratissimi ed ampi, ben poco , anche per la mia scarsa attenzione, avevo notato in precedenza della sua fisicità. Adesso no, adesso sono attento anche a come cade la stoffa degli abiti su quel corpo per immaginare anche quello che non si vede e, nonostante non lo voglio consapevolmente tendo soprattutto ad immaginare la dotazione sessuale del giovane di colore e, inevitabilmente, guardo ossessivamente tra le sue lunghe cosce divaricate, su quella voluminosità che non risalterebbe con tanta evidenza, se Kalehèm non avesse il braccio morto, proprio li sopra. Il ragazzo ha, sì, il braccio morto, ma l'occhio sveglio e si accorge della mia attenzione particolare per la sua zona inquinale. Muove quella mano tenuta penzoloni per toccarsi e lo fa deliberatamente, afferrando il pene da sopra il pantalone di stoffa leggera e colorata, perché io possa godere nel vedere che bel salame sta afferrando e, con altrettanta malizia, porta la birretta alla bocca e, fissandomi, anziché bere a garganella o dall'imboccatura, si fa scorrere il collo della bottiglia tra le labbra, su e giù per alcune corse come mimando un pompino. Non muove il capo ma la bottiglia. Di conseguenza il liquido si agita e, si sa, la birra se agitata si trasforma in schiuma. Schiuma che invade la bocca di Kalehèm e ne fuoriesce dai lati, intorno al collo della bottiglia, ricadendo sui vestiti tipici che il giovane indossa e non si preoccupa se si sporcano o si bagnano, Pensa ad altro. Pensa a ridere e a dirmi: Vuoi bere anghe addur a guelfo modo? Magari di brage di biù guesda boddilia gol gollo di garne....vuoi brovare? Non g'è birra, ma g'è roba buona da bere,,, vuoi bere?
Ragazzi non sono scemo. Mi ha detto se voglio fargli un pompino!. Io l'etero, un pompino? Io il razzista, un pompino ad uno nero più del carbone? Ma siamo matti? Invece, con aria di sfida gli dico:-vediamo questa bottiglia, tirala fuori...
Kalehèm si china in avanti, poggia la bottiglia vera che ha in mano, si riappoggia con le spalle allo schienale, fa leva sui piedi, solleva il bacino e... zac, tira già con un colpo netto quella specie di calzoni che aveva. Sotto non indossava altro e....uno sventolone incredibile appare tra le sue cosce. Tutto nero tranne che il glande che è...non saprei come dire, non nero però, diciamo color sanguinaccio? Vila scuro? Una via di mezzo tra i du? Più o meno....ma chi se ne frega del colore quando si vede una cupola così bella e lucida, all'estremità di una specie di piccolo braccio altro che un semplice cazzo.
Gente io, non so cosa mi succede, ma non resisto, più che mettermi cado in ginocchio davanti a lui, afferro quel simbolo della fertilità con entrambe le mani e lo sbaciucchio, lo lecco,,,che odore che hanno i neri, diverso dal nostro,un odore più arrapante, afrodisiaco al massimo...è bello annusare, leccare, passarmelo sulle guance. Kalehèm mi dice di stare attento perché ho la barba che pizzica e mi suggerisce: non meddergi vigino la faggia, meddigi le guange del duo bel gulo con le ghiabbe lissie lissie..”. Io matto che gli do retta, mi alzo, mi giro e mi seggo sopra di lui, con quel serpentone nel solco tra le mie chiappe e mi muovo per farmelo strisciare contro. Quell'affare si gonfia ancora un poco, si indurisce come marmo pure essendo caldo come fuoco ed io, stolto, non mi rendo conto del pericolo. Infatti... sono scioccato ora, non capisco più niente, per questo chiedo aiuto....mi sento spaccato, sfondato, banato sul dietro e non so se sia solo sperma di Kalehèm o anche sangue mio perché, per sentirmi così squartato...forse mi ha lacerato davvero. Poi dicono che sono razzista! Per forza, a me gli extra comunitari mi hanno fatto un culo grande...tanto così.

Questo racconto di è stato letto 2 7 2 1 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.