Il prete sadico, capitolo secondo,l'assassinio della ragazza

Scritto da , il 2012-12-06, genere sadomaso

Il prete sadico,capitolo secondo, l’assassinio della ragazza
Don luigi, dopo essersi un po’ riposato, salì in canonica, nella stanza dove si trovava Carmela. La ragazza stava seduta sul letto e sembrava riflettere. Aveva indosso la solita vestaglietta e non sembrava portasse altro, salvo le mutandine. Don Luigi le si sedette accanto e mettendole una mano una mano sulla spalla, le disse:
“Abbiamo dato sepoltura a quel ragazzo; quando vorrai, potrai andare in giardino a portargli qualche fiore”
La ragazza lo guardava indifferente e sospettosa;riuscì a dire:
“Lo sapete, Don Luigi, lui non era una brava persona, ve lo dissi, mi aveva violentata , mi picchiava, un giorno tentò di ammazzarmi e voleva farmi fare la vita”
“Tu mi devi confessare tutto” le si accostò di più,sentendo con la sua coscia il calore della coscia della ragazza, semiscoperta “mi devi dare una confessione completa,cominciando dall’inizio, dalla violenza che hai subito, dicendomi tutti i particolari; farà bene a te e potrò valutare bene le cose. Coraggio, piccola mia, dì tutto, e ricordati che sei sotto confessione”
Intanto la mano che era sulla spalla le si era insinuata sotto l’ascella e s’era appoggiata sul seno, permettendogli di sentire il calore della zizza.
La ragazza non fece caso a quella mano, pensando che fosse come un gesto affettuoso e prese a raccontare:
“Una volta, eravamo soli in casa, faceva caldo, io ero un po’ scoperta in camera mia …”
“Scoperta come, devi essere precisa”
“avevo solo le mutandine, mi ero tolta tutto”
“avevi il seno scoperto? E non pensavi che qualcuno ti potesse vedere, magari dalla finestra?”
“faceva caldo,non si respirava, ero tutta sudata, padre, avrò sbagliato, ma non ci pensai e comunque,scusatemi, non me ne importava”
“sudavi molto? E ti puzzavano le ascelle? E dalla cosina si sentiva l’odore?;scusami,se te lo chiedo , ma è per valutare bene”
La ragazza non capiva, che c’entrava questo?,che importanza aveva se gli puzzava la fica? E le ascelle?Sentiva la mano del prete che le tastava il seno, ma non diede molta importanza alla cosa; in fondo, si fidava di lui, le aveva fatto del bene:
“si sa Padre, quando è estate,non si ha la voglia di far niente, magari si va a fare pipì e non ci si pulisce, per forza si doveva sentire l’odore della pipì”
“vuoi dire che quando urini non ti fai il bidè?Infatti, mi par di sentire un odore”
Don Luigi avvicinò il viso al grembo della donna, infilando il naso tra le cosce di lei; poi si sollevò e le rimise la mano sulla zizza; evidentemente, non sapeva rinunciare a quel calore; tuttavia, fece un po’ di più, si soffermò a brucare sotto l’ascella della ragazza e , dopo, teatralmente, si annusò la mano:
“Figlia mia, devi stare più attenta all’igiene; la vagina emette un odore intenso, di pipì e di donna e poi, vedi, le ascelle ti puzzano di un odore animalesco” le mise il dito che aveva pescato nell’ascella sotto il naso, come a farle capire che non stesse dicendo sciocchezze; “ lo sai, a parte l’igiene, questi olezzi hanno il significato di un richiamo per l’uomo, possono scatenare i suoi bassi istinti”
La ragazza non sembrava capire:
“Bassi istinti,che vuol dire, padre?”
“Gli istinti bassi, cioè degli organi genitali, che ,appunto, stanno in basso”
Sorrise un po’, Don Luigi e, come preso da un desiderio più forte (aveva cercato, fino a quel momento, di trattenersi), prese una mano della ragazza e se la mise sul basso ventre, proprio sul cazzo, che aveva durissimo, “ cioè qui” , concluse e scrutò Carmela, come a vedere l’effetto che ciò potesse avere su di lei.
La ragazza era frastornata, quel prete con la tonaca semiaperta, che mostrava un petto villoso, quel rigonfio che aveva sotto; ingenuamente, disse:
“Come, anche lei, padre,anche lei è preso da questi istinti … , bassi, come dice lei?”
“Il demonio, piccola, il demonio è in agguato” Si era fatto più azzeccoso, ora le palpava più decisamente il seno e le aveva messo una mano in mezzo alle gambe “ad ogni modo, continua il racconto”
“Quale racconto”
“Il racconto di quando lui ti ha fatto, insomma ti ha fottuto, scusa il termine, ma debbo parlare per forza così,perché tu sembri non capire i termini appropriati”
Poi spiegò:
“Se ti avessi detto raccontami di quando lui voleva avere un coito con te, mi avresti capito?”
“No”
“Lo vedi, perciò devo usare termini volgari espliciti, devo chiederti quando lui ti voleva chiavare, ti voleva fottere, insomma”, sembrava provasse piacere in quel turpiloquio e più la palpava,la mano tra le cosce era risalita quasi fino al pube.
Malgrado tutto, la ragazza sorrise:
“ok, padre” la ragazza cominciava a provare un certo fastidio per quelle mani che la toccavano dappertutto ; ad ogni modo proseguì:

“Lui era entrato nella stanza e mi si sedette vicino , proprio come sta lei, e cominciò a toccarmi”
“ Ti toccava dove?”
“Qua in mezzo, sul seno”
“qua in mezzo, sii più precisa, dove tengo la mano io adesso ?”la mano ora le toccava la fessa “e ti cominciava a masturbare?”
“sii” sospirò lei “mi strofinava il dito là”
“là dove?devi essere precisa, te l’ho detto”
“nella… fessa”
“mmm, nella fessa? Sopra o sotto la mutandina?”
“prima sopra”
“ e poi?”
“poi aveva scostato l’orlo e mi strofinava in mezzo”
“sopra il clitoride?insomma, sopra ‘o centrillo?”
“si, si”
“poi?”
“poi, si è sbottonato e …”
“e ? mi devi dire tutto”
“ha tirato fuori il…cazzo, insomma il pesce”
“il pesce? E l’aveva duro? Insomma s’era arrizzato?”
“siii, una cosa enorme..; poi,mi ha messo una mano dietro la testa”
“dietro la testa?”
“sii, per costringermi, spingendo ad avvicinare la bocca al ..”
“la bocca al cazzo,non aver paura di parlare, così, insomma?”
Don Luigi ora, aveva messo una mano dietro la testa della ragazza e faceva come nel racconto, avvicinava la bocca di lei al rigonfio che aveva sotto la tonaca. Poi si sbottonò la tonaca e tirò fuori il cazzo, costringendo la ragazza a ingoiarlo; per convincerla maggiormente, le aveva messo una mano attorno al collo, mentre l’altra mano,sotto la fica calda di lei,le aveva scostato la mutandina e la stava furiosamente masturbando. La ragazza ora cercava di liberarsi, le dava fastidio l’odore di piscia e di sborra che proveniva dal cazzo del prete che aveva già lavorato intensamente quella mattina, ma il prete le stringeva forte la gola sicché lei si convinse a ingoiare quel forte arnese; il prete, ora, pretendeva altro, aveva preso una mano della ragazza e voleva che lei gli infilasse un dito nel culo; inoltre, diceva un sacco di oscenità:
“puttana, zoccola, fatti chiavare , zoccola di casino, ti voglio fottere, dopo ti debbo anche inculare, fa quello che ti dico se no ti strangolo, ti strozzo come una gallinella, scopri il culo di puttana , ti voglio infilare un dito nel mazzo, troia, chi sa quanti cazzi hai visto, fai la schizzinosa, fammi fottere se no t’affogo troia, ti strangolo”
Ora don Luigi le era andato sopra e l’aveva fatta stendere; le premeva la sua grossa pancia sulla sua, pelo contro pelo; poi le aveva aperto le cosce e le aveva infilato il cazzone dentro, e se la scopava alla grande, sbattendole le palle sul culo; poi mentre una mano non abbandonava la gola di lei, le aveva infilato l’altra mano sotto al culo e le aveva infilato tutto il dito dentro, dopo esserselo coperto di saliva; in più , labbra sulle labbra, le infilava tutta la sua lingua rugosa fino in fondo alla gola, emettendo come una bava dall’angolo della bocca, sicchè la ragazza non sapesse se lui la stesse soffocando o strangolando con quella mano che non le abbandonava il collo sensuale.
Infine, il prete urlando come un ossesso, svuotò tutto quello che aveva dentro nella fica della ragazza, che sentì un fiotto caldo inondarla; poi, l’uomo, sembrava un diavolo, cominciò ad urinarle dentro, e infine, lentamente, entrambe le mani alla gola, ora, cominciò decisamente a strangolarla:
“ti devo punire, zoccola, per quello che hai fatto stamattina, mi hai condotto nell’abisso, ora ti strangolo per purificarti, ecco, non respiri , eh, ti manca l’aria?”
La scrutava attentamente; la ragazza aveva dei sussulti, lui pensava che fossero anche degli orgasmi,oltre gli spasmi della morte imminente; la vedeva diventare tutta rossa, le vene del collo gonfie, vedeva che respirava a stento e che la vista le si annebbiava; strinse con più forza;la ragazza, dopo avere oscenamente spalancato e irrigidito le cosce, emise una schiuma biancastra dalla bocca e piegò il capo; ora lui stringeva ancora, voleva sincerarsi che fosse realmente morta , poi si afflosciò sopra di lei e fu preso dal sonno, che sembrava gli venisse dolcemente, sentendo il calore di quel corpo di femmina sotto di lui.
Dopo una mezz’oretta, si svegliò e trascinò quel corpo ancora caldo fino al pozzo, dove lo fece precipitare. Poi, finalmente andò a letto e prese sonno, riandando con il pensiero, soddisfatto , a quanto aveva goduto quel giorno.
scritto da sadie strangler strangolatore31@yahoo.it

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