Un incontro

Scritto da , il 2012-03-05, genere saffico

Spesso una giornata insignificante si può trasformare in qualcosa di meraviglioso e di eccitante. Così era capitato a me in una giornata di metà marzo, una giornata che definire uggiosa, a mesi di distanza, mi sembra più che appropriato.

Sono una manager di 40 anni di una multinazionale americana e vivo in una grande città, sono divorziata da 5 anni, mio marito, che fa il mio stesso lavoro, ma in un’altra azienda, non sopportava che io riuscissi a fare più carriera di lui e mi ha lasciata, non lo nego all’inizio (veramente per quasi un anno) non l’ho presa bene, ma poi il tempo lenisce tutte le ferite, e puntualmente ha lenito pure questa.

Penso sia giunto il momento di raccontarvi qualcosa di me, insomma, farvi capire che tipo sono, mi chiamo Luisa, come ho detto, ho 40 anni, sono alta 1 metro e 75 centimetri, senza tacchi, sono bruna, occhi verdi, carnagione sempre un po’ scura, ho delle lunghe ciglia che curo con grandissima attenzione, la mia mamma mi ha fornito di un bel seno grande e sodo e di un bel sederino, in somma mi presento abbastanza bene, per molto tempo non ho portato i tacchi perché la mia altezza mi metteva in difficoltà, poi ho conosciuto il mio ex, che era un cestista, alto 2 metri, e grazie a lui ho cominciato a indossare le scarpe con i tacchi, di cui oggi non so più fare a meno.
Io ed il mio ex marito ci siamo conosciuti all’Università, ci siamo innamorati, dopo la laurea conseguita, da entrambi con il massimo dei voti, la mia vita venne travolta da una serie positiva di fatti, ho trovato lavoro in un’azienda da cui la mia carriera ha peso avvio, mi sono sposata, in somma a 27 anni mi sentivo una giovane donna realizzata. A 30 anni ho ricevuto un’offerta di lavoro, praticamente irrinunciabile, e da li la mia carriera è veramente decollata. Il fato, o se preferite chiamarlo, il destino è allora che colpisce e mio marito ha deciso di lasciarmi per una donna assai meno di successo di me e forse anche più disposta a cedere a tutti i suoi desideri. Non sono né una tipa glaciale né tanto meno una frigida, ma non riuscivo più a soddisfare le voglie di mio marito e nemmeno le mie, sì perché sia all’università sia all’inizio della vita matrimoniale eravamo una coppia perfettamente affiatata, anche sotto le lenzuola. Poi gli impegni lavorativi, lo stress e più in generale la vita hanno fatto in modo che il nostro meraviglioso piccolo mondo andasse lentamente in frantumi. Per un lungo periodo vissi solo per il lavoro dove ero apprezzata e avevo successo, il mio rifugio dal fallimento della mia vita privata. Non ebbi alcun tipo di relazione ero terrorizzata dall’idea di fallire nuovamente e di conseguenza di soffrire di nuovo.

Cambiai palestra, non volevo correre il rischio di rivederlo e così cominciai a frequentare la palestra vicino all’ufficio, ma anche lì nessun tipo di relazione, né stabile né fugace, ma notai una cosa ero più interessata a guardare i corpi femminili rispetto a quelli maschili. Solo la gioia di vedere i corpi delle altre donne, che consideravo più armoniosi rispetto a quelli maschili.

Verso le feste di Natale e di Capo d’anno cominciai a sentire la necessità di avere di nuovo una vita sentimentale. Non essendo brutta, anzi, in questi 5 anni trovai un sacco di corteggiatori, ma come detto io non ho mai dato seguito alle loro avances, solo in quei giorni la mia mente si fermò a pensare ad un avvocato, mio coetaneo, il classico fighetto sempre abbronzato, e cominciai ad uscire con lui. Al terzo invito gli proposi di venire a casa mia e, come si sul dire, da cosa nasce cosa e dopo qualche bicchiere di liquore cominciammo a baciarci e finimmo a letto, fu fantastico, fu una sessione interminabile che durò dal sabato notte, diciamo mezzanotte fino alle 18 della domenica, con le dovute pause per dormire e ricaricare le pile. Devo ammettere che fu assolutamente fantastico. Lui aveva un pene incredibile, mio marito ce lo aveva grosso, era perfettamente proporzionato alla sua imponente stazza, ma anche lui non era male per niente, ma la cosa più fantastica era il modo di usarlo, le penetrazioni lente e profonde i colpi che si alternavano potenti e delicati, sapeva come mandare in estasi una donna. La sensazione della vagina dilatata e riempita da quel paletto di carne rimane uno dei più bei ricordi di quel periodo. Ma dopo un po’ di giorni sentii una sorta di amaro in bocca come se quella storia non fosse quella giusta per me. Giorgio, questo era il suo nome, per alcuni giorni mi cercò, ma io mi feci travolgere dagli impegni lavorativi e mi feci sempre negare. Dopo circa un mese anche Giorgio era nel dimenticatoio, ed io non sapevo più cosa fare. Sessualmente era stato molto appagante, almeno credevo, il pene di Giorgio era grande e lungo e mi aveva in apparenza appagato moltissimo, ma in me cresceva una forma di frustrazione, si questo è il termine corretto per indicare il mio stato d’animo, mi ricordavo di quando, all’inizio della nostra storia, facevo l’amore con il mio ex marito e dopo l’orgasmo la mia mente vagava libera in un paradiso di pace e serenità. Non era più così, non mi sentivo più in quel modo e la mia mente vagava alla ricerca di una qualunque cosa a cui pensare. Non era perché ero ancora innamorata di lui, ma gli uomini non mi provocavano più interesse dal punto di vista sessuale. Un sabato pomeriggio dal parrucchiere mi trovai a guardare con uno strano interesse il corpo di una di quelle veline che agli uomini piacciono tanto e mi scoprii a pensare come sarebbe stato bello far scorrere le mie unghie sulla sua pelle. Mi destai da quel sogno e vergognandomi, cercai di reprimere quei strani desideri che pervadevano la mia mente.

Una sera stavo guardando la televisione e mi capitò un’esperienza stranissima, vidi il seno di un’attrice e quando andai in bagno per fare pipi mi ritrovai la fighetta tutta bagnata, non avendo mai preso in considerazione di potermi eccitare con un corpo femminile non ci volli fare caso. Andando in palestra la strana esperienza si ripeteva, allora andai a parlare con un’amica psicologa la quale mi rasserenò dicendomi che queste strane situazioni si potevano spiegare con lo stress e con la mancanza di un uomo al mio fianco. In quell’occasione non provai alcun tipo di eccitazione, ma quella donna la conoscevo fin da quando eravamo bambine, era per me quasi come una sorella, e non provai alcun tipo di emozione. La sera rasserenata andai in palestra, fu una vera tortura dovetti andare in bagno e placare il mio desiderio toccandomi più e più volte. Quella notte non riuscii a chiudere gli occhi era sconvolgente appena chiudevo gli occhi mi trovavo davanti gli occhi i corpi delle donne che vedevo nello spogliatoio e i loro sguardi ammiccanti. Il giorno dopo arrivai in ufficio che ero un fantasma, ma quando iniziò una certa riunione la mia vita cambiò.

Entrarono gli alti dirigenti dell’azienda con cui dovevamo entrare in affari, dietro l’amministratore delegato, c’era una pletora di avvocati ed avvocatesse, tra cui una che mi ha lasciato letteralmente senza fiato; era castana scura, portava i capelli legati, circa 1 metro e 75, come me, il seno non sembrava grande, ma, in apparenza, sembrava ben fatto delle gambe lunghe in apparenza sottili, insomma sembrava veramente una gran bella donna, per tutto il tempo di quella prima riunione mi sforzai di non pensare a lei, anche perché portava la fede. Le trattative proseguirono con scadenze regolari, ci si incontrava 2 volte a settimana, ma fino a sabato 19 marzo non ebbi più notizie di lei. Poi una visione: giravamo entrambe per il centro della nostra città e i nostri occhi si incrociarono e decidemmo di passare il resto del pomeriggio insieme e anche la serata. Da chiacchiera nasce chiacchiera e scoprii che anche lei era separata, istintivamente ci trovammo simpatiche e diventammo amiche, quelle amiche che si fanno le confidenze e dicono proprio tutto. Per un breve scorcio di tempo non pensai a lei come ad una donna da desiderare, ma solo come ad un’amica con cui passare delle piacevoli ore, nulla più.

Poi venne l’estate, avevamo entrambe 3 settimane di ferie e venne spontaneo, che una sera a cena decidessimo di farci una bella vacanza al mare, tutte e due amiamo andare al mare, prendere il sole, insomma, la comoda vita passata su un lettino in riva al mare. La nostra attenzione venne catturata dalla Costa Azzurra e più in particolare da Saint Topez, dove prenotammo per tutte e tre le settimane di vacanza. Marianna volle mettere a disposizione per la vacanza il suo SUV, mentre io mettevo a disposizione il mio ottimo francese. I soldi non ci mancavano e quindi riuscimmo a passare veramente un’ottima vacanza. Le nostre valigie erano molto simili, biancheria intima sexy, abiti eleganti per la sera pantaloncini corti e magliettine di cotone per il giorno e ovviamente una miriade di bikini di tutti i tipi e di tutte le dimensioni, poi ovviamente le scarpe, questa è una passione che ci accomuna, tutte con il tacco alto. Fu un’estate speciale sotto tutti i punti di vista. Un’estate di passione e trasgressione. Un’estate romantica e sensuale trascorsa tra due amiche che divennero sempre più inseparabili, fino a quello che a guardarlo oggi è l’inevitabile conclusione, dolce ed inevitabile, ma andiamo per ordine.

Arrivate al mare trovammo una specie di brutta sorpresa, la direzione dell’albergo ci chiese se potevamo stringerci in una stanza sola perché un cliente molto affezionato aveva chiesto se c’era una stanza per quelle tre settimane e loro non volevano perdere il cliente, sempre che a noi non ci dispiacesse troppo, io guardai Marianna e lei dissi sottovoce ed in dialetto che a me poteva anche andare bene come soluzione e anche lei si trovò d’accordo e così ebbe inizio la nostra vacanza, stavamo bene da sole e anche se avevamo programmato di rimorchiare più uomini possibile dopo tre giorni eravamo sempre sole, la cosa sorprendente è che eravamo felicemente sole, senza nessuno che ci rompeva le scatole, poi…

Un giorno presi troppo sole mi addormentai sul lettino a pancia in giù, mi ero tirata gli slip del costume dentro il sedere e così mi ritrovai le chiappe rosse e doloranti, Marianna si offrì volontaria per massaggiarmi il sedere, all’inizio provai una sensazione di benessere un po’ di refrigerio ad una parte sofferente. Poi con il passare dei minuti il refrigerio passò in secondo ordine, preceduto da una piacevole sensazione di frescura e di calore. Mi accorsi di essere tutta bagnata ed ebbi anche un piccolo orgasmo, cercai di rimanere il più possibile ferma, fu una vera impresa, Marianna ad un certo momento ebbe un fremito e quasi in modo impercettibile mi strinse i globi di carne, girai la testa e la vidi con gli occhi chiusi e visibilmente sudata, anche lei ebbe un orgasmo, penso più violento del mio. Per la sera decidemmo di vestirci con abiti bianchi molto aderenti che mettessero in risalto le nostre abbronzature, ma anche la nostra femminilità. La sera la passammo tra di noi, come se tutto il resto del mondo non esistesse, poi io dissi a Marianna se volevamo andare in camera a ballare e continuare in privato la nostra serata, ci facemmo portare in camera lo champagne e salimmo anche noi. Giunte in camera aprii le finestre e feci entrare nella camera la musica ed invitai Marianna a ballare con me, lei accettò e quasi liberata da un peso mi strinse, io avevo i capelli raccolti in un sensuale chignon, Marianna aveva una coda di cavallo, così entrambe potevamo odorare il collo dell’amica, fui io, colta da un’improvvisa e quanto mai inaspettata frenesia ed impazienza, a fare la prima mossa, cominciai a darle dei teneri baci sul collo a cui rispose con un piccolo gemito e accarezzandomi il collo appena sotto lo chignon, un brivido caldo ci percorse la schiena. Decisi che era giunto il momento di guardarci in faccia lei aveva gli occhi quasi spaventati, ma quando vide nei miei occhi lo stesso ardente desiderio che c’era nei suoi allora si lasciò andare, le nostre labbra si unirono in un caldo bacio. Un bacio lungo e appassionato, ma nello stesso tempo pieno di tenerezza. Io spinsi la mia lingua nella calda bocca di Marianna e cominciai a far girare la lingua e a cercare la lingua della mia compagna. Fu lei a staccarsi, li per li pensai di avere esagerato, ma lei mi guardò con gli occhi della passione, si fece scivolare addosso il vestito mostrandomi il suo affascinante e flessuoso corpo. Mi girò alle spalle e con la dolcezza e la lentezza che solo noi donne sappiamo avere mi tolse il vestito, entrambe rimanemmo solo con le calze autoreggenti e i perizomi, oggettivamente eravamo 2 belle gnocche, consapevoli ed orgogliose di esserlo. Io mi abbassai e cominciai a baciarle i seni come mi sarebbe sempre piaciuto che i miei amanti mi baciassero e mordicchiassero i capezzoli, finito con quella goduriosa attività mi dedicai a baciarle la pelle, pelle di seta abbronzata e che sapeva di dopo sole, una pelle che sotto i miei baci lenti ed appassionati vibrava sempre di più. Arrivata all’ombelico, tirai fuori la lingua e lo umettai con tutto l’amore di cui ero capace, infilai le unghie e le tolsi il perizoma e poi diedi dei piccoli morsi al monte di venere, che era completamente rasato, Marianna era completamente partita, quando mi dedicai al suo clito cominciò a mugolare e a implorarmi di non smettere e darle tutto il piacere che potevo.
Le faci raggiungere il suo primo vero orgasmo tutto al femminile, ma né a me né a lei questo poteva bastare. Lei mi baciò e mi disse che ora toccava a lei contraccambiare, mi baciò prima i seni ed il mio corpo venne scosso da improvvise scariche di piacere, poi quando facendo seguito ad un mio desiderio cominciammo a baciarci lei mi mise due dita dentro e mi fece uno dei più violenti, teneri e sensuali ditalini che mi siano mai stati regalati. Le venni in mano,eravamo tutte e due distrutte, ci sdraiammo e ci addormentammo, abbracciate e finalmente felici.

E poi fu mattina ebbi paura, ci svegliammo insieme, ci guardammo, non ci uscirono parole dalle labbra, io le sorrisi, lei mi rispose, non sapevo cosa fare, le accarezzai il viso, allora la mia piccola Mari si fece coraggio, mi diede un bacio sulla mano, ci sciogliemmo, le baciai le labbra con dolcezza lei rispose, non resistetti le dovetti dire quanto la amavo e di come ero felice di aver scopeto il mio amore per lei. Lei, dal canto suo, mi disse di non essere mai stata così bene, e di avere capito di amarmi veramente alla follia.

Scendemmo a fare colazione e poi al mare, andava tutto bene, nulla sembrava cambiato, ma in me molto era cambiato, mi sentivo strana, Mari se ne accorse, quella mia ritrosia per un nuovo rapporto si stava riaffacciando.
Ebbi paura, lei se ne accorse e la sera stessa dopo che eravamo state a cena ed in un locale quando eravamo in camera mi affrontò, mi disse quello che provava per me e che cosa si aspettava da me, io le dissi che non mi volevo impegnare.
Non disse una parola, uscì dalla stanza.
Non la vidi per 3 lunghi giorni.
Quando mi guardavo allo specchio mi vedevo sempre più distrutta, ero persa, è difficile spiegare come mi sentivo, ma la sensazione era chiara, mi mancava. Non potevo più vivere senza di lei.
Dopo 2 giorni di dolore e sofferenza decisi.
Decisi che avrei rovesciato l’intero universo per trovarla e dirle quello che provavo per lei. Passai l’intera giornata a cercarla per tutto la cittadina della costa, in tutti gli alberghi, su tutte le spiagge.
Poi nel tardo pomeriggio una scena che mi fece accapponare la pelle, lei era bellissima in un abito bianco lungo e svolazzante, parlava con un uomo, un uomo bellissimo, che era vicino ad una macchina, i due si abbracciarono, ero morsa dalla gelosia, non mi era mai successo, non avevo mai provato nulla di simile, non potevo perderla, non dopo aver provato la passione che mi aveva travolto.
Dovevo fare qualcosa, ma cosa, mi giocai l’unica carta che avevo la sorpresa.
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola, non mi importava, se qualcuno sentiva, se quell’uomo mi giudicava una schifosa lesbica.
Non mi importava.
Urlai il suo nome e il mio amore per lei.
La dovevo raggiungere prima che partisse con lui, non c’era nessuno. Il cuore si fermò mentre correvo, lei lo abbracciò, in un abbraccio tenero e delicato, scoprii dopo, privo di passione, arrivai da lei ero sudata il cuore mi scoppiava nel petto, non ce la facevo più.
Non riuscivo più a parlare, ma mi feci coraggio, le chiesi scusa le dissi che ero stupida e mi vergognavo della mia paura, ma che ora era diverso non potevo correre il rischio di perderla per sempre. Lei mi presentò l’ex marito e la sua nuova compagna, si sarebbero sposati di lì a poco. Lui mi guardò e le disse che aveva scelto bene, poi mi diede un buffetto sul mento e mi intimò di non farla più soffrire, gli dissi che dopo la notte più bella della mia vita avevo passato i tre gironi più brutti, neanche quando mio marito mi lasciò soffrii così tanto. Lui salì in macchina e partì, la guardai, le chiesi di nuovo scusa, e le dissi che non l’avrei mai più fatta soffrire, mai più. Poi mi inginocchiai e le chiesi se voleva tornare in albergo con me. Lei mi disse che l’avevo convinta con quella corsa e che sì, sarebbe tornata in albergo con me, e che avrebbe avuto più pazienza e che avrebbe aspettato i miei tempi, e che anche lei mi doveva chiedere scusa, in fondo anche lei si era comportata male nei miei confronti. L’abbracciai, le dissi che non ci saremmo più dovute chiedere scusa. In men che non si dica eravamo nel centro di Saint Tropez. Ci tenemmo per mano e poi andammo a prendere l’aperitivo nel nostro bar del cuore.

Le notti che seguirono fino alla partenza furono di intensa passione i nostri corpi non avevano più segreti per noi. Ci amavamo in modo completo intimo e profondo. Il giorno prima di partire lei ricevette una telefonata di lavoro, doveva partire il giorno del suo rientro la sera con il suo capo ed andare all’estero, per noi fu un duro colpo. Non avemmo nemmeno il tempo e la forza di programmare il nostro futuro. Andammo in un negozio del centro di Saint Tropez e comprammo un tailleur un paio di camicetta e della biancheria pulita così lei poté arrivare direttamente all’aeroporto, io la lasciai li e portai la macchina prima a casa mia dove scaricai tutte le valigie, anche le sue e poi andai a potare la macchina in garage. Dopo 3 giorni andai a casa sua a potare le valigie con tutte le sue cose pulite, e a vedere la posta. Lì c’era una lettera del proprietario di casa che le chiedeva di lasciare l’appartamento entro 15 giorni (dal momento che io avevo letto la lettera). Guardai tutte le sue cose, il suo guardaroba e pensai che a casa mia ci fosse spazio per lei. Così la sera la chiamai e le dissi che avevo da darle una brutta notizia per lei, ma che sarebbe potuto diventare una bellissima notizia per noi, le dissi che io ero andata a vivere in quella casa appena divorziata e che era giunto il momento che “casa mia” diventasse “casa nostra”, lei scoppiò a piangere e tra un singhiozzo e l’altro mi disse che non vedeva l’ora.

Giovedì pomeriggio alle ore 16,00 sono andata all’aeroporto a prenderla, ci siamo date un bacio sulla guancia lei aveva dietro il suo capo, io capii, non credo che siamo pronti ad una relazione tra due donne. Arrivammo a casa sua verso le 18,00 per le 20,30 lei voleva aver liberato tutto, per quell’ora arrivava il proprietario di casa e le voleva ridare le chiavi di casa.
Alle 23,00 eravamo a CASA NOSTRA mi sentivo immensamente viva. Mettemmo tutti i suoi vestiti nell’armadio e poi cominciammo a mettere i suoi pochi mobili per casa e poi andammo a dormire, fu fantastico averla nel letto con me. Quando ci svegliammo pensai che fossi la donna più fortunata del mondo.

Sono passati pochi giorni da quando conviviamo, ma è tutto fantastico io e Mari sembra che viviamo insieme da sempre. ORA POSSO URLARE AL MONDO CHE SONO, FINALMENTE, SESSUALMENTE APPAGATA E SENTIMENTALMENTE FELICE.





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