Le mie sorelline, che brave cagnette 2° parte

Scritto da , il 2011-07-14, genere incesti

Oramai erano trascorsi diversi mesi da quando il particolare rapporto tra me e le mie sorelline gemelle, Lori e Cris, era iniziato. Pur nella sua morbosità la nostra era una simbiosi perfetta. Loro con uno spirito completamente sottomesso, masochistico, desiderose nient’altro che di essere dominate, avevano trovato in me un perfetto padrone. Letteralmente mi adoravano, avrebbero fatto qualunque cosa avessi voluto. Anzi: più procuravo loro dolore ed umiliazioni, più loro diventavano attaccate a me. Io naturalmente assecondai appieno i loro desideri, inventandomi di giorno in giorno nuovi giochini. Non avevo mai immaginato di aver un simile spirito sadico, ma stando con loro esso via via emergeva sempre di più. Alternavo umiliazioni a momenti di estrema dolcezza. Era una cosa che procurava intenso piacere a tutti e tre, in modo indescrivibile. Quella sera rientrai da lavoro particolarmente in forma. Era stata una buona giornata ed in più era l’ultima di quella settimana: mi aspettava un lungo weekend in compagnia delle mie sorelline. Quando entrai, le trovai entrambe sedute sul divano intente a studiare. Faceva caldo, per cui erano vestite in modo molto leggero: entrambe portavano una cannottierina senza reggiseno e mentre Lori indossava un corta gonnellina, Cris aveva indosso dei cortissimi pantaloncini. Ovviamente entrambe indossavano il collare per cani, con tanto di medaglietta con il loro nome, che avevo loro regalato il giorno del loro compleanno. Non mancavano mai di metterlo quando erano in casa, anzi: spesso e volentieri in numerose serate di divertenti giochetti quello diventava il loro unico indumento. Erano completamente concentrate sui loro voluminosi libri: pensai che quello era praticamente l’unico lato della loro nuova vita che non riguardasse direttamente me. Università e studio, su quello io ero stato assolutamente intransigente: niente doveva interferire con questo. Dopotutto volevo bene a loro come a nessun’altra e le spingevo al massimo in quello che sapevo benissimo era la loro passione e il loro futuro. Per fortuna erano due ragazze intelligenti e metodiche, per cui non i risultati certo non mancavano. Mi avvicinai da dietro al divano. Entrambe alzarono alfine gli occhi, concedendomi un ampio sorriso. – Finalmente sei arrivato! Fece Lori, chiudendo il libro e contemporaneamente allargando le braccia e stiracchiandosi. Poi le rinchiuse su di me e mi cinse in un forte abbraccio – Mi sei mancato! disse ancora concedendomi poi un lungo e sensuale bacio. Cris, che era rimasta a guardare la scena muta, disse – Ehi, scusate se esisto anch’io! A quel piccolo rimprovero, ci staccammo. A volte era comicamente difficile il dover essere assolutamente equo con entrambe: qualunque gesto che fosse di affetto o altro fatto ad una, doveva esser in una qualche modo ricambiato con qualcosa di equivalente all’altra per non generare piccole invidie. Per cui subito le offrii una carezza sulla guancia. Lei strusciò la guancia sulla mia mano, quasi come stesse facendo le fusa. Poi afferrò un dito e se lo mise in bocca, cominciando a succhiarlo con uno sguardo malizioso. La lasciai fare, mentre Lori disse – Uff, è tutto il giorno che stiamo qui a studiare! Sti prof non ci danno tregua.. secondo me ce l’hanno con noi due perché pensano che ogni tanto ci scambiamo durante gli esami! Avrebbero potuto benissimo farlo: credo che quasi nessuno sarebbe riuscito mai a veder la differenza. Risposi ironicamente – E voi lo fate? – Magari! Ma sta scema, e qui indicò la sorella – Non vuole! Cris finalmente lasciò il mio dito per risponderle – Certo che no! Il giorno che saremo medici tu dirai ai tuoi pazienti che non li sai curare perché il problema che hanno la spiegavano nell’esame che io ho dato al posto tuo? – Vedi? La solita bacchettona! Fece Lori, con uno sguardo da bambina imbronciata. – Ascolta tua sorella, dissi io – E lei quella saggia! – Ah! Se lei è quella saggia io, invece, cosa sarei? Sorrisi e con una mano le arruffai i capelli . – Ovvio: quella simpatica, no? Dissi scherzosamente. – Scemo! Mi afferrò per le spalle e mi trascinò giù a forza dalla sua parte del divano. Facemmo un piccola lotta, a cui quasi subito si aggiunse Cris per dar manforte alla sorella. In breve, quelle finte prese da wrestling si tramutarono in abbracci e palpatine, soprattutto sulle parti intime. Dopo avermi in parte immobilizzato, salendomi entrambe sopra, pretesero un lungo bacio a testa. Ovviamente fui ben lieto di pagare il dazio. Alla fine, Cris mi disse maliziosamente – Dai, perché non ci fai scendere di sotto per farci svagare un po’, fratellone? Ricambiai quello sguardo e con un cenno, che oramai tutti e tre sapevamo riconoscere al volo, feci intendere di si. Le presi entrambe per una mano e le accompagnai, come se fossero due bambine, fino alla scala che portava al piano di sotto. Scendemmo ed alla fine entrammo nella nostra “sala giochi”: la tavernetta. Questa era diventata oramai il luogo preferito per le nostre serate. Avevo dato fondo a tutte le mie abilità di falegname ed anche un po’ di fabbro per attrezzarla adeguatamente. Ovviamente Lori e Cris mi aiutarono per tutto il tempo. Mi aveva fatto decisamente uno strano effetto vederle dedicarsi con tanto impegno a preparare quel luogo dove poi io le avrei poi lungamente umiliate e torturate. Spesso addirittura erano loro stesse a suggerirmi qualche accessorio interessante da metterci. Quante volte mi ero fermato ad ammirarle mentre loro, indossando una tuta da lavoro e completamente nude sotto, sudavano e si impegnavano in quei lavori. Comunque, dopo tanti sforzi adesso era davvero il luogo perfetto per i nostri divertimenti. C’era un grosso tavolone, ripieni di vari oggetti, un cavalletto recuperato da una palestra, due grosse croci di legno fatte ad X e soprattutto catene e vari ganci pendenti dal soffitto. Ed era completamente insonorizzata. Scendemmo le scale e chiudemmo la porta alle nostre spalle. Ci fermammo in centro. Loro mi guardavano sempre sorridendo: non vedevano l’ora di cominciare, ma una volta entrate li, esse diventavano come delle vere bambole cui dovevo ordinare tutto. –– Allora, cominciamo.. Per prima cosa..via tutti i vestiti. Immediatamente si spogliarono completamente. Girai loro attorno, come un comandante che esamina le truppe. Ammirai ancora una volta i loro corpi perfetti: sembravano delle modelle, per quanto erano belle. Palpai i loro culetti, così tondi e lisci. Tastai anche le loro fighettine, accuratamente completamente depilate. Era uno delle mie pretese: non dovevano aver un solo pelo in tutto il corpo. Osservai anche un piccolo livido sulla coscia di Cris, ricordo della serata precedente. Non ne fui del tutto contento: nonostante a loro non disturbasse, anzi a volte sembrava che addirittura gli piacesse averne, io invece non amavo lasciare segni in quei corpi perfetti. In passato avevamo avuto anche delle piccole discussioni proprio su quello: tempo prima avevo preso una piccola frusta e per un paio di volte l’avevo usata, ma questa lasciava spesso dei bruttissimi segni e non mi piacque affatto. Per contro loro ne erano letteralmente estasiate.. e più volte mi implorarono di rifarlo, ma io, irremovibile, limitai a solo rarissime e speciali occasioni. Dopotutto era mio dover aver cura di loro ed in qualche modo proteggerle anche da loro stesse e dal loro assoluto masochismo: se avessi dato retta a ogni loro desiderio, a volte avrei finito davvero per esagerare. Comunque dopo averle passate in rassegna decisi cosa avrei fatto quella sera. Le feci avvicinare al gancio. Quindi le misi una di fronte all’altra e con cura le legai assieme in quel modo, prima i piedi fin e poi le mani. Loro mi lasciavano fare, aiutandomi persino. Infine feci alzare le braccia, le attaccai ad un gancio e le sollevai. Rimasero appese, cosi, faccia contro faccia. Le lasciai ballonzolare un po’, a volte dando un qualche colpettino che le faceva girare lentamente su se stesse, prima in un senso e poi nell’altro. Loro tenevano gli occhi socchiusi, gustandosi quegli istanti. Avrei potuto far loro qualunque cosa in quel momento: erano completamente nude ed indifese. Il sentirsi così, completamente alla mia mercè, era già per di se stesso fonte di intenso godimento per loro. Dopo averle lasciate li, penzolanti, andai al tavolo su cui tenevo gli attrezzi. Presi uno che aveva l’aspetto di una sottile asse di legno, perfettamente levigato. Poi mi riavvicinai e feci in modo che lo vedessero per bene. Le ragazze capirono al volo e dai loro sguardi mi fecero capire che già stavano fremendo dall’attesa di assaggiarla. Mi piazzai dietro a Lori. Presi la mira e lanciai un bel colpo deciso sulle sue natiche completamente scoperte. Lo schiocco del contatto fu coperto dal gridolino di dolore che lei si fece scappare. Attesi un attimo e poi le diedi un altro colpo e poi un altro ancora. Dopo il primo però lei non gridò più, perche Cris aveva cominciato a baciarla. Continuai a lungo, mentre loro si slinguavano appassionatamente. Poi girai attorno a loro e anche a Cris diedi la sua bella dose. Poi mi misi a piazzarle delle piccolissime mollette, dotate di piccoli ed appuntiti dentini, ovunque sul loro corpo, soprattutto nei punti in cui erano più dolorosi e sulle parti intime. Poi ancora con un accendino le scottai sulla pianta del piede. Andammo avanti così per quasi due. Loro continuavano a lanciare gridolini di dolore, misti a piacere. Nel frattempo, continuavano a baciarsi a e tenersi per mano. Quando alla fine le calai e le stesi a terra una accanto all’altra, erano letteralmente fradice, sia di sudore, che di umori. La ricopersi di baci su tutto il corpo, mentre loro, immobili, accoglievano con vero godimento le mie attenzioni – Vi amo, dissi mentre accarezzavo i loro volti quasi distrutti dal dolore e dal piacere. Poi mi spogliai. In realtà ero anch’io a limite della sofferenza: avevo un’erezione continua da quasi due ore. Sali sopra a Cris, e puntandolo sulla sua vagina, entrai dentro con un solo rapido colpo. Poi cominciai a stantuffala quasi con violenza. Continuai a scoparla per un bel po’ mentre lei era travolta da un orgasmo dietro l’altro. Quando infine lo estrassi ancora in piena erezione, lei rimase li ferma, praticamente esausta e mi potei dedicare alla sorella. Oramai, dopo mesi passati a fare sesso con tutte e due, avevo sviluppato una capacità di tenuta degna di un vero pornostar. Quando salì su Lori, mi comportai molto diversamente. Oramai le conoscevo perfettamente, sapevo esattamente ciò ognuna desiderava. Se Cris amava esser presa con forza e rudezza, per contro Lori amava la dolcezza e la tenerezza, per cui con entrambe le mani la accarezzai, pettinandole all’indietro i capelli resi appiccicaticci dal sudore, e quindi, pian piano, quasi con gentilezza e feci delicatamente l’amore anche con lei. Mi trattenni dal venirle dentro e quando lo tirai fuori lo avvicinai alle loro bocche e continuai mettendolo prima in quella di una, poi dell’altra. Ad un certo punto, al culmine dell’eccitazione, letteralmente esplosi tra le labbra di Cris. Lei non si perse nemmeno una goccia del mio prezioso seme, ma non lo ingoiò. Lo tenne tutto in bocca e poi, da brava sorellina, si avvicinò a Lori e tramite un lungo bacio si scambiarono equamente il mio sperma. Quando ci riprendemmo, salimmo di sopra e facemmo un bel bagno tutti e tre assieme. Quindi mangiammo, sempre completamente nudi. Avremmo potuto continuare ancora con qualche altro giochino, ma quella sera eravamo tutti e tre particolarmente affettuosi, per cui decidemmo di andare a letto a continuare quello che avevamo iniziato là sotto. Fu una notte di intenso ed irrefrenabile sesso. Quando alla fine sia Lori che Cris, cedettero alla stanchezza provocata da tutte quelle intense emozioni, si addormentarono, restai a lungo a guardarle, ammirandole in tutta quella loro innocente e pura bellezza. In realtà fremevo un poco per l’attesa di quello che sarebbe successo il giorno dopo: era il mio compleanno ed ardevo dalla voglia di vedere cosa sicuramente mi avevano preparato!

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