Una luce in fondo alla via - Due

Scritto da , il 2011-03-07, genere dominazione

Bantu trascorse una giornata pieno di ansia e di timore, temeva che il suo fosse solo il sogno di un ragazzo eccitato e che comunque quella donna quantunque fosse reale non sarebbe tornata. Ad ogni buon conto ripose la brandina in un angolo sostituendo il giaciglio con un materasso che distese sul tappeto. Chiuso il negozio alla consueta ora si dedicò ai suoi conti certo che la donna era stata solo una fugace visione. Era quasi l'una quando chiuso il registro paghe si accinse ad andare a dormire sentì picchiettare contro il vetro della porta. Alzò gli occhi e vide il viso scavato e gli occhi brillanti della donna. Un tonfo al cuore lo convinse che sentiva una certa attrattiva per quell'esserino magro e macilento ed una voce dal basso ventre gli gridava di voler entrare ancora una volta in quel corpo caldo ed accogliente. Appena dentro chiavò la donna in piedi tanto la desiderava. Mentre Alina puliva la sborra che le colava lungo le cosce Bantu si avvide della luce accesa e che potevano essere visti da qualche passante. Spinse l'amante nel retrobottega la fece distendere sul materasso e la penetrò a lungo con reciproco piacere. Si annientava dentro di lei e si sentiva felice solo quando annegava il cazzo nella bolgia bollente che la donna nascondeva in mezzo alle cosce. Alina si sentì femmina quando Bantu spinse il cazzo fin nel fondo della vagina. Si sentì felice quando Bantu spinse il dito nel buco del culo e lo fece roteare per aprire il foro. Per un attimo rivide il marito picchiare sulla fica spalancata colla pantofola di gomma. Desiderò che lo facesse anche il suo nuovo amico. Ma non ebbe il coraggio di chiderglielo. Bantu intanto l'aveva costretta a girarsi a culo all'aria e le stava leccando il forellino. Alina si mise in ginocchio e spinse in fuori le chiappe perchè Bantu potesse penetrarla meglio. Il ragazzo appoggiò la capocchia scura e spinse. Alina si sforzò per aprirsi ma il passaggio era troppo stretto benchè il cazzo non fosse esagerato. Bantu sputò sul foro che lo fissava sfidandolo. Sputò ancora una volta ed un'ancora per inumidire il buco. Infilò un dito e subito un altro. Alina gridò ma strinse i denti si morse le labbra ed aspettò che le due dita penetrassero per intero. Dio che dolore. Bantu le roteava ed Alina si sentiva squarciata. Le chiappette rotonde distrassero il ragazzo. Colle dita ficcate nello sfintere morse i due globi uno dopo l'altro. Alina ebbe un orgasmo. L'umore abbondante colava fuori dalla fica. Bantu tornò a mordere un gluteo ed Alina gli chiese di mordere più forte. Raccolse l'umore caldo e se lo spalmò sui glutei chiedendogli di picchiarla. Un ciaff sonoro ed Alina gli chiese di picchiare con più forza. Bantu ne provò piacere e vide il cazzo svettare più rigoglioso e duro. Bagnò le chiappe della sua amante e la picchiò a lungo. Alina gli suggerì di usare una pantofola. Bantu afferrò una scarpa da ginnastica e picchiò a lungo le chiappe della sua amica che raggiunse diversi orgasmi. Aveva le chiappe rosse quando le allargò e con forza affondò il cazzo in quella carne rovente. Sentì il crac dello sfintere che cedeva per lasciar passare la capocchia gonfia e Alina che gridava di spingere forte di spingere a fondo. La sborrata lo lasciò boccheggiante e senza forze. Si era svuotato, assieme al seme aveva espulso anche l'anima. Alina si dimenava perchè il buco del culo le si allargasse e quando si accorse che il cazzo stava per uscire lo pregò di tenerla tappata. Si sentiva sua, si sentiva proprietà del ragazzo che le aveva squarciato lo sfintere allargato il buco del culo. Si sentiva più aperta di quando era stata deflorata. Non aveva goduto la deforazione perchè era stata fatta contro la sua volontà, senza la sua partecipazione. Il culo no, lo aveva voluto lei. Era stata lei a chiedere al ragazzo di sfondarle il culo per sentirsi sua e per legare il ragazzo a se. Bantu era felice. A parte qualche ragazzina del suo Paese non aveva mai inculato una donna. Disteso supino sul materasso Alina si abbassò fino ad impalarsi e trascorsero ore a fottersi in quel modo. Si erano incontrate due parti della stessa mela. La chiave e la toppa. Il violino e la sua custodia. L'uccello e il nido. Si accorsero che si completavano alla perfezione. La fica sbrodolava quando il culo era colmo di sborra. Alina impazziva e mai le sembrava di essere stata così felice ed appagata. Bantu si eccitava nello schiaffeggiare le chiappe protese e la inculava al culmine di un'eccitazione spasmodica. Non gli bastava più possedere la sua donna solo la notte quando scappava di casa. Propose di impiegare una ragazza e di passare il giorno a letto colla sua amante. Perchè cercare un'estranea quando c'è sua figlia che a diciotto anni cerca lavoro? Fu così che Bantu conobbe Claudia. E conobbe anche Cornel. Cornel sempre più ubriacone ed in aggiunta sofferente di diabete. Alina non era più succube di quell'uomo sempre più debilitato. Non aveva la forza neppure di alzare la voce Cornel. Non tentava nemmeno di fottere sua moglie, il cazzo non dava più segni di vita. Colla vista offuscata dall'alcool gli era sembrato di vedere Bantu fottere sua moglie. Ma cosa vai a pensare gli aveva rimproverato Alina, mentre Bantu la inculava in piedi davanti al marito. E Claudia badava all'andamento del negozio. A Claudia piaceva questo ragazzo indiano dalla pelle scura e dai modi gentili dei levantini. Anche Bantu si accorse di quegli occhi scuri che lo scrutavano. Un giorno che Claudia era salita sulla scala per sistemare delle scarpe in alto sullo scaffale fece finta di perdere l'equilibrio e si ritrovò nelle braccia del padrone. Fissarsi negli occhi e scambiarsi un bacio appassionato fu questione di un attimo e si ritrovarono innamnorati pazzi una dell'altro. Lei era pazzo senz'altro di lui. Lui a dire il vero un po' meno. Lui vedeva la ragazza come la fotocopia della madre solo più giovane più fresca e tanto più bella. Passò qualche giorno prima di farla stendere sul materasso che Alina conosceva molto bene ed una volta sotto di lui si accorse quanta differenza corresse tra un corpo debilitato e maltrattato per anni e quello di una ragazza giovane fresca e profumata. Claudia sacrificò volentieri la sua verginità a questo ragazzo sempre così gentile che sua madre le aveva fatto conoscere. Concesse il suo fiore e fu contenta quando si accorse che sua madre aveva accettato la cosa. Bantu era felice, era al settimo cielo. Passava dal letto di una a quello dell'altra stando però attento che la figlia non si accorgesse di condividere lo stesso maschio con sua madre. Alina non aveva nessuna remora da quel punto di vista se ciò serviva a tenere in casa l'amante. Cornel era stato confinato su una poltrona da quando aveva perso il lavoro Alina dormiva sul divano mentre il letto matrimoniale era stato ceduto a Bantu con Claudia che un anno circa più tardi rimase incinta. Di notte Bantu era della concubina mentre di giorno era tutto per Alina. Il povero Cornel fu affidato ad una sorella vedova e sola che in cambio della pensione si prese cura del fratello. Alla coppia nacque un bambino, e fu a questo punto che Alina prese in considerazione un viaggio in Italia dove un'amica le aveva parlato di un uomo divorziato che cercava una donna tranquilla. Si mise in stretta comunicazione e coll'amica e col divorziato e ricevuta una certa somma per divorziare da Cornel fece il passaporto e si recò ad Arad, una cittadina di confine, dove l'amico venne a cercarla in auto. Non le fu facile lasciare Bantu alla figlia, in fondo lo aveva scoperto lei ma per la quiete della famiglia e per il bene che voleva al bambino si fece inculare per l'ultima volta si mise su un treno a partì per una nuova vita.

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