La Dea del treno 2

Scritto da , il 2010-11-16, genere dominazione

LA DEA DEL TRENO  2ª


Mercoledi,dopo una giornata di lavoro stressante ero davanti al computer a navigare quando squilló il cellulare.
-Paolo?-
-si. ciao, sei Elena?- riconobbi all’istante la sua voce, il cuore comincio’ a battermi all’impazzata.
- si, sono io.Fatti trovare sabato alle 8 davanti alla stazione di Verona.- disse secca
- va bene,alle 8 a Verona,non manchero’-dissi a fatica con un filo di voce.
Ed Elena chiuse la telefonata.
Non ci potevo credere, erano passati gia’ due mesi dall’incontro sul treno e tutte le sere, in orari diversi, nel viaggio di ritorno dalla centrale, percorrevo tutte le carrozze nella speranza di ritrovarla, ma non la rividi piu’.
Dopo l’esperienza di quella sera, praticamente non pensavo che a lei, al suo viso, il suo odore, il suo sapore; mille fantasie mi ero costruito con lei come indiscussa protagonista, ed ora finalmente  un appuntamento.
Mi preparai al meglio in quei pochi giorni: dieta ferrea, raggi u.v.a, pulizia della pelle, depilazione totale, non sapevo bene cosa mi aspettasse, ma dal tono della voce e dalle ultime battute scambiate sul treno prevedevo qual’cosa tipo padroncina-schiavetto, per me praticamente il massimo, anche se una chiavata come dio comanda a quella bella fighettina gliel’avrei data mooolto volentieri e volevo presentarmi al massimo delle mie possibilita’.

E arrivo’ sabato...., prima di uscire di casa,sotto la doccia,  mi sparai un segone tremendo giusto per non presentarmi gia’ sull’ attenti da lei e poter durare per lo meno 1 secondo in piu’ nel caso...

Arrivai alla stazione un’ora prima e ormai letteralmente non ci stavo piu’ dentro, erano le 8 e mezza  quando la vidi scendere da una mini cooper con una camicetta rossa,jeans e sandaletti rossi tacco 9, tanto semplice quanto mozzafiato, ero in estasi, me la ricordavo bellissima, ma dal vivo e in lustro da sabato sera, era stratosferica, mi sentivo come se avessi vinto un 6 fantastiliardario al superenalotto, non  potevo credere ancora che una tale sventola veniva a cercare me.
Mi si avvicino’ rapidamente, senza esitare e mi diede un bacetto sulla guancia
- ma cos’hai non stai bene?- mi fece con fare sbarazzino e simpatico vedendomi impietrito.
- E’ colpa tua- dico al volo ridendo, cercando di tornare per terra –sei una visione mistica! –
- Ma tu sei propio mezzo matto! Vabbe’ meglio cosi’, con un sorriso e’ tutto piu’ facile- mi disse con un’aria sinceramente divertita.
La serata cominciava nel migliore dei modi, la bellezza di Elena metteva un po’ di soggezzione ma da subito mi sentii completamente a mio agio ed in sintonia con lei.
Come da battuta di copione mi disse:- ma lo sai che non ti ricordavo cosi’ carino!?- ma lo pronuncio’ con tale candore che risulto’ veramente credibile.
-grazie, ma sono ancora in fase “ho visto la madonna!!!!” per risponderti adeguatamente; da dove comincio? Da che non mi sembri ancora vera?-
-non esagerare adesso; non so perche’ ma mi aspettavo qual’cosa di diverso nel primo contatto, ma sono piacevolmente sorpresa di come sei.-
Cominciammo a parlare  come se cio’ che successe sul treno fosse dimenticato; nei primi momenti sulla macchina sambrava un po’ come un’appuntamento al buio, ma non troppo, dato che si supponeva che, l’appuntamento, solo avrebbe dovuto avere un’unico scopo.
Fu veramente un dialogo interessante, la strafiga aveva una cultura ampia ed il suo fare come da monella consapevole della sua sensualita’ le conferiva naturalmente uno status da padroncina,  con l’aggiunta di una femminilita’ strabordante..... ero gia’ in orbita.
- prevedo una serata veramente divertente- disse scendendo dalla macchina,dopo circa mezz’ora di viaggio,arrivando ad una villetta niente male.
- Ti vanno bene le cose vedo-
- Si,si vanno bene.Ma adesso zitto e ubbidiscimi che comincia il gioco- con un sorrisino malizioso che mi fece rispondere: - zi badrona -
- Basta! Il tempo di scherzare e’ finito- disse fra il serio ed il faceto non essendo ancora completamente calata nel ruolo.
- Si mia padrona!- cercando di dargli il tono piu’adeguato possibile.
Entrammo, e come per magia, il gioco si fece serio ed assurdamente eccitante.
-lo sai  perche’ sei qui, vero?-
-Per soddisfare ogni desiderio della mia padrona- e dissi cosí finalmente, una frase che volevo poter dire da una vita.
-ha,ha,ha. e’ bravo lo schiavetto,una risposta che mi soddisfa -
-per prima cosa comincia ad inginocchiarti e a  seguirmi, non ti alzerai se non ti do io il permesso-
-si, mia divina padrona-
Era una situazione mai vissuta, sempre solo sognata, nell’attimo della sua realizzazione, la tensione sessuale che mi provocava era come di un’orgasmo prolungato che ad ogni successivo istante aumentava sempre al limite e sempre il limite veniva valicato.
Vedere da vicino quei piedini camminare davanti a me, ed io li, nell’insostenibile attesa di poterli baciare e leccare e sentirmi completamente in potere di lei mi teneva a punto di sborrare gia’ al primo minuto.
- spogliati!- disse sedendosi su di un maestoso divano.
Feci incosciamente l’ atto di alzarmi per sfilarmi camicia e pantaloni, che uno schiaffo secco, in faccia, forte ma non troppo, fu seguito da:  -ti ho forse dato il permesso di alzarti? Schiavo.-
-no mia padrona- dissi frastornato piu’ dalla sorpresa che dalla forza dello schiaffo.
Mi spogliai come un verme per terra ed una volta nudo, nella chiara visione del mio eccitamento, disse: - sei tutta una sorpresa schiavetto, sei ben armato!- dandomi una spintarella al mio orgoglio maschile che mi fece entrar ancora meglio nell’estasi del gioco.
Ci sapeve veramente fare.
- ho un prurito sotto la pianta del piede e ho bisogno che me lo lecchi-
siiiiiiiiiiii!!!!,pensavo, e mi avvicinai lentemente a quel piedino divino e misi la lingua vogliosa fra la pianta e la suola e lavorai con la punta come per grattare.
- e’ di suo gradimento, mia padrona?-
- per niente! Toglimi i sandali e fai un lavoro decente-
gli sfilai i sandali con avidita’e cominciai a leccargli i piedini come se stessi slinguando con la sua fica.
-bravo,cosi’,continua-
Che visione!Che sapore! Che profumo!
Mentre la leccavo cosi, lei si cominciava a toccare.
Dopo pochi minuti disse: - sfilami i pantaloni e sali con la lingua-
Obbedii meccanicamente e velocemente.
Non riuscivo ad allontanare piu’ la lingua dal suo corpo, ogni centimetro era inebriante, ormai pensare di arrivare di li ad un momento ad appoggiargli la lingua sulla fica e assaporarla mi faceva rallentare man mano, per godere maggiormente della fremente attesa, ed eccitando lei ancor di piu’.
Cominciai a leccare sopra le mudandine semi-trasparenti cercando a proposito di girare attorno   al clito  passando nei punti meno sensibili creando un’ansia in lei, evidente da come allargava le gambe sempre di piu’.
Sfiorai finalmente il rigonfiamento ed un gemito voglioso mi fece capire bene cosa avrei dovuto fare.
Centrai  la perla divina e con le mutandine frapposte  cominciai a slinguare, succhiare, baciare, adorare questa fica sontuosa davanti a me,bagnata all’inverosimile con un gusto deciso ed inebriante.
Nel momento in cui le sfilai le mutandine per terminare l’opera mi fermo’ e si giro’.
- non vorrai mica cavartela con cosi poco, vero?-
messasi a pecorina sul divano mi spinse praticamente in faccia il suo culo divino.
- adesso,leccami il buco del culo ,fino a farmi venire, schiavo, che davanti voglio venire in un’altra maniera –
- si padrona Elena,obbedisco – dissi estasiato.
Cominciai molto lentamente ad assaporare il suo bocciolo di rosa, sapeva di muschio amarognolo e fragola, non volevo che la cosa finisse in pochi minuti e continuai a slinguarlo come se stessi baciando appassionatamente una bocca; poco a poco affondavo sempre di piu’ con la lingua ed il suo ano si cominciava a contrarre e a dilatare lussurioso e  inarcando maggiormente la schiena la mia padrona mi dava la possibilita’ di infilare la lingua fino in fondo,al massimo consentitomi dalla sua lunghezza, la velocita’ delle spinte aumento’ gradualmente ma inesorabilmente ed un fiotto di succo di culo amaro mi fece perdere il controllo, non ne potevo piu’, mi alzai e lentamente affondai il cazzo teso da far male in quel buchetto caldo , stretto e umido.
Elena si giro’ solo quando ero arrivato fino alla radice e sorridendomi maliziosa comincio’ lenta a muoversi avanti e indiedro.
Il buco del culo poco a poco cedette e solo dopo l’impeto del momento, mi resi conto che la stavo inculando selvaggiamente; lei alzo la schiena ed io la abbracciai stizzandogli la tette e avendo piu’ appoggio potevo spingere ancor piu’ forte. Venimmo violentemente all’unisono, io ebbi un orgasmo talmente forte che tutti i muscoli mi si tendevano senza controllo e per tre, quattro minuti le gambe e le braccia non cessarono di tremarmi.
Poco dopo Elena si riebbe.
- tu hai ben chiaro che quello che hai fatto e’ inamissibile, vero? Hai disobbedito alla tua padrona e l’hai pure inculata senza nessun permesso! Cio’ che hai fatto e’ gravissimo e verrai punito adeguatamente.-
questo parlare in terza persona e l’ eventualita’ di una sua punizione mi fecero risalire la libido in fretta.
- si padrona e’ inammisibile e merito una punizione! –
- voglio propio vedere se fra poco sarai cosi sicuro di queste tue parole! Mettiti con la pancia sul tavolino-
il tavolino da salotto davanti al divano era alto circa 40 cm cosicche’ a pancia in giu’ ero praticamente a pecora.
La mia padrona si allontano’ 2 minuti ed al suo ritorno aveva in mano un enorme cazzone di lattice con uno strano finale ud U con rigonfiamento.
Davanti ai miei occhi si infilo nella fica il finale della U rigonfiato che fungeva come da morsa e l’effetto straordinario che risultava era che sembrava avesse questo cazzone fissato li, all’altezza giusta, senza supporto.
- tu sai dove andra’ a finire fra poco questo bel cazzone, vero schiavetto disubbidiente?-
- non oso pensarlo mia padrona!-
- beh, andra’ a finire dritto dritto, fino in fondo al tuo culo, schiavo, dente per dende....-
il gioco si faceva pesante, a me in fondo piu’ che quanche ditino di ragazza che sponpinandomi, mi aveva fatto un massaggino prostatico, in culo non mi era entrato altro.
L’idea di farmi devastare il culo dal quel nerchione di lattice mi lascio’ perplesso, ma tante’che il gioco andava continuato e poi un po’ di curiosita’ sinceramente l’avevo.
Lei inoltre, era, con quel cazzone penzolante, un’ autentica valchiria dominante.
- e bravo lo schiavetto che alla prima sera osa incularsi la sua padrona, ora la sua padrona se lo inculera’ per bene fino a quando non verra’ e ci mettera’ parecchio, sappilo –
La sentii dietro di me, e subito un gocciolio freddo di lubrificante in mezzo alle chiappe, incomincio’ lentamente con le dita a massagiarmi le palle e a risalire infilandomi prima una, poi due, poi tre dita alla volta dilatandomi poco a poco e facendomi improvvisamente arrapare mostruosamente e tirare il cazzo da matti.
- vedo che allo schiavetto gli piace essere sodomizzato, meglio! –

sentii la punta della cappella spingere,dilatare ed uscire, poco a poco ma sempre piu’ a fondo, inarcai la schiena per ricevere meglio il tarellone e allora lei spinse costantemente.
Sentii la cappella enorme aprirsi il varco, avevo il buco del culo dilatato all’estremo, mi faceva male ma non potevo fermarlo,poi all’improvviso entro’ e venne come risucchiata dentro il culo, il resto del cazzone ora piu’ fine, entro’ molto piu’ facilmente nel varco spalancato dal cappellone.
La mia divina padrona spinse la nerchia fino alla radice; la conformazione ad U all’interno della fica premeva con la radice del cazzone e le massaggiava e comprimeva il clito e nei suoi movimenti avanti e indietro le procurava molto piacere, intuibile dai suoi gemiti.
Dopo una decina di colpi lenti avevo il culo ormai aperto e stavo godendo come mai prima,mi sentivo posseduto da lei totalmente, i colpi cominciarono ad essere piu’ vigorosi e veloci.
-siiii, scopami bella padrona, fottimi, rompimi il culo –
- zitto schiavo, apriti il culo con le mani-
Presi la chiappe e tirai piu’ forte che potei, il culo a quel punto si ruppe del tutto, mi sembrava di avere una figa, ero sul punto di venire quando lentamente mi sfilo’ il cazzone dal culo.
-girati e mettiti sul divano schiavo che voglio vederti in faccia mentre ti inculo-
Ero in sua totale balia, non vedvo l’ora che ricominciasse a incularmi selvaggiamente, mi sdraiai sul divano spalancando le gambe, in un momento era davanti a me, divina,bellissima, si prese il cazzone in mano e me lo punto dritto in culo.
Il cappellone dovette riaprirsi la strada ma ora la dilatazione era solo piacevole; prese a stantuffarmi sempre piu’ velocemente, la visione delle sue tette che si muovevano a ritmo delle spinte ed il sorrisino da monella sul suo viso mi fecero sentire totalmente in suo potere, che sensazione inebriante.
- scopami, scopami, scopami.....-
Non riuscivo a dire altro, volevo venire, e come leggendomi nel pensiero mi prese il cazzo con tutte e due le mani e comincio’ a segarmi allo stesso ritmo con cui mi inculava, al minuto non resistetti piu’ e sborrai come mai in vita mia,la prostata stimolata dal cazzone, ebbe una contrazione tremenda, e i primi due schizzi andarono a finire sul muro dietro allo scienale del divano, il resto mi inondo’ la pancia, e dire che era la terza della giornata contando la doccia, ma un orgasmo cosi’ fu letteralmente epocale, tremavo tutto, mi sentivo esaurito ed appagato.
Mi resi conto di essermi innamorato di Elena era la donna che sempre avevo sognato.
Mi sfilo’ lentamente il cazzone dal culo ed assunse un’espressione soddisfatta.
-per essere la seconda volta che ci vediamo e la prima che si fa sul serio non c’e’ male, schiavetto- disse sorridendo.  
- E no, non c’e’ propio male,  mia divina padrona -
Ci lavammo ed uscimmo a mangiare una pizza parlando di mille argomenti e scoprendoci affini in molti aspetti della vita, sul sesso pero’ mantenevamo i ruoli, anche se piu’ scherzosamente.
La salutai convinto che mi avrebbe presto richiamato.

........ continuera’................

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