Con le mani

Scritto da , il 2009-08-28, genere masturbazione

Questa estate nel mese di luglio oltre ai normali week end io e mio marito abbiamo trascorso una settimana nel nostro appartamento al mare in una villette quadrifamiliare, la decisione di fare questi giorni di ferie in luglio è nata dal fatto che sua zia con il figlio diciottenne, che possiedono l’appartamento accanto, vi stavano trascorrendo praticamente tutta l’estate, il marito li raggiungeva solo per il fine settimana, perciò non ci trovavamo soli nella villetta. Mio marito utilizza sempre i giorni di mare per delle grandi sgroppate di footing di cui è patito, anche in spiaggia dove come da abitudine andiamo solo la mattina, la sua unica passione è quella di correre per chilometri sul bagnasciuga mentre ed io sono costretta quasi sempre a rimanere sola a prendere il sole, fortunatamente in quel caso con sua zia, il figlio e l’altro cuginetto figlio dello zio proprietario dell’altro appartamento al piano di sopra che stava trascorrendo l’estate con loro. I cuginetti di mio marito sono uno di nove e l’altro di dieci anni più giovani di lui ma quello che notai è che oltre ad essere ormai grandi e ben fatti, anche più di mio marito, evidenziavano i naturali pruriti verso l’altro sesso e mi sono accorta da subito che non disdegnavano di guardare e commentare anche me, la moglie ventottenne del loro cugino, non solo mentre prendevo il sole in costume, ma anche quando mi vedevano nella veranda e nel giardinetto della villa essendo solita indossare la minigonna. Trovandomi sola con la zia, dopo un po’ di conversazione con lei, mi veniva quasi istintivo osservare il loro interessato atteggiamento su di me e mi dilettavo ad immaginare le frenesie, le brame che tra loro senz’altro esplicitavano nell’abitudinario linguaggio maschile e mi veniva quasi da sorridere osservando di sottecchi l’attenzione dei due giovinetti verso qualsiasi mossa o movimento che facevo e la cosa, devo ammettere, non mi era affatto sgradita, la ritenevo una distrazione, un diversivo alla monotona mattinata i!
n spiaggia, oltretutto non avendo un marito particolarmente presente. Non erano solo i due ragazzi a porre lo sguardo su di me, erano tanti i bagnanti maschi che adagiavano gli occhi sulle mie forme, se n’era accorta anche la zia che me lo faceva presente in modo affabile e confidenziale, credo invece che non si sia mai accorta dell’interessamento su di me di suo figlio e di suo nipote. So di essere una bella ragazza ben fatta e con tutti gli attributi fisici in perfetta armonia, per questo anche oltre la vita coniugale le sollecitazioni sono innumerevoli, da fidanzata confesso di aver capitolato in certe occasioni di fronte alle molteplici pressioni, mi sono innamorata di altri e ho avuto forti titubanze su quello che poi è diventato mio marito. Ci siamo lasciati e poi ripresi, infine la scelta un po’ sofferta del matrimonio che lui ha voluto accelerare e alla quale non sono riuscita ad oppormi nonostante le mie perplessità. Il dubbio che mi assale è che forse mi sono sposata troppo presto avendo ancora le aspirazioni di una ragazza giovane e mi piace come tutte essere desiderata e apprezzata, tanto che l’attenzione dei due ragazzi in un certo qual modo mi stimolava piacevolmente. Loro dopo le naturali timidezze dei primi tre giorni avevano cominciato a prendere confidenza chiedendomi di andare a fare il bagno in loro compagnia, cosa che poi ho fatto molto volentieri e che è stata ben accettata anche dalla zia che ha intravisto in questo un modo per stare in compagnia. In acqua hanno preso avvio i primi scherzi in un crescendo di schizzi, di tentativi di mandarmi sott’acqua, in un sempre più vivace approssimarsi delle loro mani sul mio corpo. Sapendomi sola nel pomeriggio quando mio marito andava a fare il solito giro di footing alle sei del pomeriggio, mi chiesero di andare insieme a loro a prendere un gelato nella vicina pineta. Lascia la cosa in sospeso, ma a pranzo parlando feci un accenno a mio marito di questo invito, il quale quasi distratto e senza fare alcun commento mi disse semplicemente di an
dare. Così è stato. Seduta sulla poltroncina del bar della pineta con le gambe accavallate rivolte verso i due bei giovani, i quali ovviamente non risultavano indifferenti a questo richiamo, non mi sentivo a disagio, tanto che dopo una serie di chiacchiere preliminari è lì che hanno iniziato a confidarmi in modo allegro e svagato i loro giudizi su di me riferendomi che in una classifica delle donne più belle che loro stilavano la mattina in spiaggia risultavo inserita tra i primi posti. Interessata a questo argomento e chiedendo loro la precisa posizione mi fecero intendere, sempre in modo scherzoso che c’erano alcune più quotate di me. Di fronte ad una certa titubanza nel rispondermi circa le ragioni della presunta supremazia di altre donne e dopo varie insistenze è questa venne indicata nel fatto che risultavo essere troppo casta e contenuta in spiaggia, che in definitiva come poi sono riuscita comprendere era dovuto al fatto che altre donne o ragazze risultavano più interessanti di me presentandosi con costumi più stuzzicanti se non addirittura in topless. Confermai il tutto dicendo che mio marito non si sarebbe compiaciuto nel vedermi in spiaggia in quel modo, anche se accennai maliziosa che per quanto mi riguardava il problema non esisteva. Sempre con ironia si dimostrarono amareggiati per questa situazione, affermando che nel caso in cui mi avessero potuto ammirare in topless di sicuro avrei avuto la possibilità di salire molto in alto in classifica. In quel momento transitò mio marito con la sua divisa da corridore, lo chiamarono ma lui salutò facendo cenno che ci saremmo rivisti tutti a casa. La mattina dopo mi rividero in spiaggia con il due pezzi e durante il bagno rimarcarono sempre scherzosamente questa mia ostilità al topless, si fecero però ambedue più audaci e sempre adottando il solito tono spiritoso cominciarono a chiedermi di togliere la parte di sopra, lo fecero per tutto il tempo che rimanemmo in acqua. All!
e loro giocose invocazioni rispondevo dicendo che non potevo farlo, ma
inducendo in modo sottinteso all’idea che in qualche occasione o in una circostanza più propizia questo poteva accadere. La mattina dopo ci si mise il tempo ad affrettare il ritorno a casa prima del pranzo manifestando dei nuvoloni che poco prima di mezzogiorno oscurarono il cielo e un’ora dopo con l’imperversare di un bel temporale. Le ore pomeridiane si presentarono con il ritorno del sole e ancor prima delle sei del pomeriggio vista l’aria più fresca mio marito non mancò di andare a fare la sua solita sgroppata. Ero sulla veranda quando vidi uno dei cuginetti che stava rientrando in casa, gli chiesi che cosa stavano facendo e mi disse che erano nel seminterrato a rimettere in sesto due vecchie biciclette. Uscito nuovamente da casa mi propose di andare a trovarli. Poco dopo li raggiunsi riscontrando all’arrivo una loro calorosa accoglienza. Lavoravano intorno a due vecchie biciclette tipo Graziella che mi dissero avrebbero potuto usare per qualche passeggiata, tra l’altro ne avevo portata anch’io una che tenevo in casa e che usavo per andare a fare la spesa, per osservarli nel loro lavoro mi misi seduta su una cassa piuttosto bassa, l’effetto fu travolgente, indossando la solita gonna corta le cosce rimasero totalmente scoperte e non potendole accavallare lasciavano intravedere le leggere mutandine. Notai che questa fu per loro una visione d’incanto. Devo ammettere che non mi disturbava sentirmi assediata dalle occhiate dei due ragazzi verso i quali provavo ormai una grande simpatia e benevolenza, tanto che non mi sembrò affatto opportuno in quella particolare situazione di impedire a loro la visione di quelle parti del mio corpo femminile anzi, lo sguardo appassionato dei due giovani penetrava e colpiva i miei sensi, mi sentivo come imprigionata ormai in una piacevole gabbia di turbamento erotico dalla quale capivo ormai di non poter più uscire, tanto che fui io a iniziare il discorso del topless chiedendo delucidazi!
oni sulla classifica giornaliera. Uno dei due mi disse che non era cambiato assolutamente nulla e mi fece intendere che una variazione sarebbe stata possibile solo cedendo alla loro richiesta. Trovandoci momentaneamente soli e al riparo da sguardi indiscreti, rimarcò furbamente l’altro, questa poteva essere l’occasione propizia per espormi. Mutò completamente l’atmosfera e i due iniziarono a chiedermi con insistenza di compiere quell’atto, ormai presa dalla situazione anticipai maliziosamente che il mio seno non era dirompente, precisazione questa che non sospese la loro reiterata insistenza che ormai aveva perduto il tono dello scherzo. Si avvicinarono prima uno e poi l’altro, si abbassarono uno da una parte e uno dall’altra e iniziarono una specie di cantilena di incitamento. La mano di uno di loro si era avvicinato al bottone della camicetta e la mano dell’altro sul ginocchio, chiusi gli occhi, era ormai andata, la mano che si era approssimata al bottone cominciò a palparmi lievemente il seno e l’altra la coscia, eccitata lasciai fare. In un vigoroso crescendo tutte e quattro le mani si approssimarono piacevolmente al mio corpo, fui io ormai inebriata a togliermi definitivamente la camicetta e il minuscolo reggiseno dando loro la possibilità di guardarmi e di accarezzarmi il seno nudo. Quello che fecero. Istintivamente mi distesi sulla panca, le quattro mani erano ormai padrone del mio corpo invadendolo di giovanili carezze. Dopo un po’ chiesi però ai ragazzi di smettere trovando la scusa che sarei dovuta andare a fare la spesa, mi rivestii e uscii salutandoli. La sera a cena mentre mio marito mi aggiornava sulle sue prestazioni sportive rimuginavo senza alcun rammarico su quello che era accaduto poche ore prime. La mattina seguente in acqua i due giovani mi ragguagliarono sulla nuova classifica informandomi che avevo raggiunto la vetta. Ma in acqua, coadiuvati dal mio complice atteggiamento, si fecero sempre più audaci mi toccavano e mi palpavano dappertutto. Il pomeriggio passate le sei e dopo la solita dipartita di mio marito uno di loro mi chiamò al cellulare dicendomi che si trovavano nell’appartamento al piano di sopra di proprietà dello zio padre di uno dei ragazzi, erano con il computer portatile e avrebbero avuto piacere se fossi andata a trovarli per stare un poco in loro compagnia. Non mi fu difficile intuire quelle che erano le loro intenzioni e immaginando ciò a cui sarei andata incontro, tergiversai, ma sentendo l’altro cuginetto che aveva preso il cellulare per incitarmi ad andare, decisi. Raggiunsi l’appartamento con una certa circospezione attenta a non farmi vedere dalla zia di mio marito, salii le scale, la porta era socchiusa, i due erano nella più piccola delle due camere che brigavano con il computer. Accolta festosamente mi sedetti sul letto avendo anche da lì la possibilità di visionare lo schermo del computer. Terminati i loro giochi si sedettero accanto a me, mi trovavo in mezzo a loro, cominciarono a punzecchiarmi sempre in modo scherzoso sul fatto che ormai ero divenuta la prima della loro classifica e che mi avevano ormai eletta come la miss della spiaggia, mi sentivo piacevolmente assediata dai due giovani verso i quali provavo ormai una forte e profonda attrazione fisica, non mi era gradito sentire i loro corpi prossimi al mio, sentire le loro cosce sfiorare le mie, le loro braccia lambirmi i seni, intanto che le loro mani andavano a toccare la schiena, le spalle, la pancia. Mi venne spontaneo distendermi sul letto e i due iniziarono quella solita cantilena di incitamento chiedendo di spogliarmi, anche in questo caso con un gesto istintivo alzai la gamba e disposi il piede sul bordo del letto facendo in modo che la gonna scivolando all’indietro lasciasse loro la visione completa delle cosce e delle mutandine. Ebbi un sussulto di piacere quando una mano andò a sfiorarmi l’inguine e un’altra penetrando dentro la camicetta iniziò ad accarezzarmi il ventre. Socchiusi gli occhi estasiata da quelle carezze inesperte ma intense, da quelle mani giovani ma comunque forti. Poi fecero quello che desideravo facesse!
ro: una mano si accostò alla gonnellina cercando di farle scivolare, l’altra mano sbottonava la camicetta. Erano loro che mi stavano spogliando lentamente. Avevo gli occhi chiusi come inebriata, in uno stato di dolce estasi. Avvertii la camicetta fuoriuscire e prima la gonna e poi le mutandine scivolare adagio. Immaginai di essere nuda. Percepii poco dopo il calore di due carni dentro le mie mani, strinsi leggermente e istintivamente inizia ad accarezzare in su e in giù. Non mi era mai accaduto di sentire contemporaneamente al tatto due uomini. Continuai fino a sentire le palpitanti eiauculazioni prima in una e successivamente nell’altra mano. Ripresami dall’estasi mi rialzai e rivestendomi dissi ai ragazzi che sarei dovuta andare in casa.

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