Mia madre Carla

Scritto da , il 2010-09-20, genere incesti

È inverno. Mi sono appena alzato. Ancora insonnolito e con il freddo che incomincia a farsi sentire vado in cucina. Lì c’è mia madre che sta preparando la colazione. Mio padre è già uscito. Mi avvicino e le cingo la vita con le braccia. Mia madre è una bella donna ed io ne sono innamorato. Ogni volta che la vedo il mio ospite mostra tutto il suo desiderio. È così anche quel mattino ho il cazzo che alla vista del culo di mamma si impenna ed ora preme imperterrito contro le natiche di Carla (è il nome di mia madre). Sarà stato il freddo, sarà stata la voglia di possederla una cosa è certa devo dirglielo. “Mamma, mi prometti di non arrabbiarti?” Mia madre gira la testa e mi guarda con i suoi bei grandi occhi neri. “Di cosa dovrei arrabbiarmi?” Dio come è bella. Come può un uomo non innamorarsi di una tale bellezza. “Mamma mi faresti un pompino?” Il viso di mia madre diventa cadaverico. Apre la bocca ma nessun suono le esce. La sento venire meno. La sorreggo. Si riprende. Si libera dal mio abbraccio e si gira. I suoi occhi sono carichi d’ira. “Forse non ho capito. Vuoi ripetere?” “Mamma ti ho chiesto se saresti disponibile a succhiarmi il cazzo.” Un attimo e due ceffoni mi colpiscono il viso. “Sei un porco. Come puoi farmi una simile richiesta. Sono tua madre.” “Lo sapevo che ti saresti arrabbiata.” “Arrabbiata è poco. Cosa pretendevi che mi sarei piegata sulle ginocchia, ti avrei sbottonato i pantaloni, tirato fuori il tuo cazzo e te lo avrei succhiato. Secondo me tu hai bisogno di una visita psichiatra. Meno male che tuo padre è già uscito. Quando gli racconterò della tua depravazione lo sentirai. Tempo una settimana e devi andar via da questa casa. Sei maggiorenne. Non opporti altrimenti giuro che ti denuncio per tentata violenza.”. E’ veramente furibonda. Mi conviene lasciarla sola. Sono sicuro che si calmerà e rifletterà sulle mie avance. La sicurezza nasce dal fatto che quando la tenevo abbracciata lei premeva il culo contro il mio pube. le piaceva sentire la durezza del mio cazzo spingere contro i suoi glutei. La lasciai e ritornai in camera mia. Verso mezzogiorno la porta della camera si apre e Carla si staglia nel vano della porta. Al vederla il mio ospite in un baleno scatta sull’attenti. Indossa dei jeans, un maglione pesante ed un giaccone. Di sicuro sta per uscire. “Se vuoi mangiare preparati da solo, devo uscire. Ora sono io a farti una domanda. Da quando tempo è che sono l’oggetto delle tue fantasie erotiche?” Ho visto giusto. Ci ha pensato. Non mi resta altro da fare che battere il ferro finchè è caldo. “È da quando avevo 15 anni che i miei sogni sono affollati dalla tua figura. Sei l’incubo dei miei sogni erotici. Ogni giorno mi masturbo pensando di possederti. Mamma ti amo.” Di nuovo il suo viso si rabbuia. Si gira e senza proferire parola mi lascia solo. Sento la porta di casa chiudersi. E dai! Più esplicito non potevo essere. Gli ho manifestato il mio desiderio di averla. Può anche dirlo a mio padre. Non mi importa di quello che può succedere. Il resto della giornata trascorre senza altri avvenimenti. È sera quando mio padre rientra dal lavoro. Mamma ancora deve rientrare. Babbo mi chiede se so dove è andata. Gli rispondo di non saperlo. Il telefono squilla. Alzo la cornetta. È lei. Mi chiede di passargli mio padre. “Ciao. Dove sei?” Silenzio. “Vuoi che venga a prenderti?” Ancora silenzio. “Carla è dalla nonna: mia madre. Ha detto che questa notte resterà a dormire con lei. Rientrerà domani. Mi ha pregato di preparare la cena. Invece, siccome non né ho voglia, andremo a cena fuori. Così facciamo. Durante la notte, dopo essermi masturbato per l’ennesima volta pensando a mia madre, mi arrovello il cervello. È andata dalla nonna. Perché? Resta a dormire. È un comportamento fuori dall’ordinario. Da quando ho la ragione non ricordo che mamma abbia trascorso una notte fuori senza che con lei ci fosse anche mio padre. Scommetto che è andata dalla nonna per parlare di me. Mi auguro che il risultato della discussione sia a me favorevole. Mia nonna pur avendo 46 anni è anche lei una bella donna. Non nascondo che qualche cattivo pensiero l’ho fatto anche su di lei. Sarebbe fantastico averle entrambe nel letto. La stanchezza mi sorprende e mi addormento. Al risveglio mi ritrovo solo in casa e così resto fino alla sera. La prima a rientrare è mia madre. Ha i muscoli del viso distesi e i suoi occhi brillano. La visita dalla nonna le è stata salutare. Non mi degna di uno sguardo né mi saluta. In altri tempi si sarebbe precipitata ad abbracciarmi. Dopo essersi liberata del giaccone si rifugia in cucina a preparare la cena. È la volta di mio padre a rientrare. Alla fine della cena mi alzo e mi avvicino a lei. Mi chino e le do un bacio sulla guancia. Dio com’è calda e vellutata la sua pelle. “Buonanotte mamma. Buonanotte papà.” Mio padre grugnisce. Mia madre non mi rivolge nemmeno uno sguardo. Vado in camera e mi siedo davanti al PC. Mi collego ai siti hard, in particolare ai racconti erotici e tra questi scelgo quelli che parlano di incesto. Li leggo con avidità. Tra tutti scelgo i racconti che parlano dei rapporti fra madre e figlio. Sono tutti eccitanti. Tutti hanno il lieto fine ovvero che le madri cedono alle voglie dei figli. Questo nei racconti. Nella realtà è molto diverso. Sono tre anni che voglio entrare nel letto di mia madre ed ancora non ci sono riuscito. Inoltre l’andata dalla nonna non è stata a mio favore. Intorno a mezzanotte spengo il PC e mi distendo sul letto. Ho appena chiuso gli occhi che sento dei colpi alla porta. La vedo aprirsi e la figura di mia madre si proietta dentro e chiude la porta alle sue spalle. Accende la luce. Indossa una camicia da notte che le arriva alle caviglie. Si avvicina al letto. “Fammelo vedere.” “Cosa?” “Il tuo cazzo.” Sono inebetito. Carla mi sta chiedendo di voler vedere il mio cazzo. Come un automa mi scopro e mi tolgo i pantaloni del pigiama. Il mio cazzo è floscio ed è tutto raggrinzito. Mia madre si china a guardarlo. “E’ tutto qui? E tu hai avuto l’ardire di chiedermi di succhiarti il cazzo? Dimmi se quello che vedo è un cazzo?” Si raddrizza, si gira ed esce dalla stanza. Che figura di merda. Ho avuto l’occasione di fare entrare mamma nel mio letto e l’ho persa perche il mio batacchio era tutto retratto. Del resto non poteva essere diversamente. Avevo appena finito di masturbarmi. Devo escogitare qualcosa per riportarla a farmi di nuovo visita. Il mattino parto deciso. Vado in cucina dove trovo Carla chinata in avanti a cercare qualcosa in uno dei tanti cassetti. Mi avvicino da dietro le sollevo la vestaglia sulla schiena e le punto il cazzo duro fra le natiche. Mi chino su di lei. “Ed ora dimmi che quello che senti non è un cazzo?” Carla si dimena non per liberarsi dal mio abbraccio ma per meglio accogliere il mio cazzo fra le sue natiche. La sento mugolare. Il sogno dura un attimo. Mamma lancia un urlo e mi spinge all’indietro facendomi cadere con il culo sul pavimento. “Sei un porco pervertito. Prendermi di sorpresa. Non ti vergogni.” Poi vedendomi con il culo per terra scoppia in una rumorosa risata. “Sei comico ed osceno. Alzati. Copriti e vai nella tua stanza. Lì mi aspetterai buono, buono.” Dopo circa due ore mi raggiunge. Ha una vestaglia nera trasparente. Si vedono i contorni del suo splendido corpo. Non ha ne mutandine ne reggiseno. “Allora vediamo se quello che mi hai messo fra le natiche corrisponde al vero. Abbassati i pantaloni.” Questa volta non mi faccio cogliere impreparato. Ho trascorso il tempo dell’attesa a tenere il mio cazzo sempre in tiro. Quando è completamente allo scoperto non può esimersi da una esclamazione di stupore. “Figlio mio, questo non è un cazzo. È un palo. Dio com’è lungo e quanto è grosso. Vieni lascia che lo ammiri.” Mi avvicino. Lei si piega sulle ginocchia, poggia le sue mani sui miei fianchi. Il suo sguardo è puntato sul mio pennone. “Dio com’è bello. Non avrei mai creduto di avere un figlio fornito di tale magnificenza. Tu vuoi che te lo succhi. Farò di più gli fornirò un passaporto per fargli avere facile accesso alla mia sorgente di vita.” Le sollevo il viso e la guardo. Ha gli occhi che sprizzano scintille. “Mamma cosa ti ha fatto cambiare idea?” riportando lo sguardo sul mio cazzo mi risponde. “È stata tua nonna. È lei che mi ha convinta a saltare il fosso.” “Come ti ha convinta?” “Rimandiamo a dopo le spiegazioni. Ora ardo dal desiderio di assaggiare il tuo coso.” Appena finisce di parlare piega la testa in avanti è poggia le sue caldi labbra sul mio glande. Sento lo schiocco di un bacio. Poi tira fuori la lingua e comincia a leccarlo facendo scorrere la punta dall’alto verso il basso e viceversa. Il mio cazzo acquista più consistenza. La sapiente lingua di mia madre lo trasforma in duro granito. Una sua mano e sotto i miei testicoli e li sta accarezzando. Sono carezze delicate. Poi le sue labbra si dischiudono dando la possibilità al glande di varcare la soglia di quella stupenda bocca e facendo si che si inoltri al suo interno. Una lieve spinta permette al glande di raggiungere la sua ugola. Sono tutto dentro. Mamma ha avuto la capacità di ospitare nella sua bocca tutta la lunghezza del mio cazzo che è di ben 20 cm oltre che avere un diametro di 4 cm. Sento la sua lingua vorticare intorno alla superficie del mio cazzo. Dio che magnifica sensazione. Mamma mi sta facendo un pompino che difficilmente dimenticherò. Incomincia a succhiarlo. E’ qualcosa di indescrivibile. Alzo la testa e mi lascio andare. Un primo fiotto di denso sperma invade la bocca di mia madre andando ad infrangersi contro la sua ugola. Il secondo ed il terzo fiotto le riempiono la bocca Carla li ingoia con gusto. Un quarto fiotto meno potente lo trattiene nel cavo orale. Ai rimette in piedi. Avvicina la sue labbra alle mie e travasa nella mia bocca lo sperma dell’ultimo spruzzo di sperma. La sua lingua gioca con la mia fino quando l’aria viene a mancare nei nostri polmoni. “Hai un buon sapore. Sei venuto troppo presto. Ti capisco. Anche tuo padre ha poca resistenza quando gli succhio il cazzo. Questo mi dice che ti è piaciuto.” La guardo ancora sotto l’effetto del piacere. Finalmente il mio sogno si sta avverando. Mia madre si sta concedendo. Mi permetterà di amarla e di possederla. Devo stare calmo e lasciare che sia lei a condurre il gioco. “Mamma è stato magnifico. Mi hai portato in paradiso.” “Di questo e di quello che avverrà in seguito tra noi due non dovrai farne parola con nessuno. Promettilo.” “Carla ti prometto che sarà il nostro segreto.” “Ancora una cosa. Questo è l’inizio di una lunga relazione. Pericolosa per certi aspetti ed immorale per altri. Se vogliamo che la cosa continui senza correre rischi sarà opportuno che tu ti trasferisca a casa della nonna. Sarò io a venirti a trovare. Poi quando le cose si aggiusteranno tornerai a casa.” “Mamma non ti capisco. Hai paura che papà possa sorprenderci e quindi mi spedisci dalla nonna e poi mi dici che farò ritorno a casa. Cosa intendi quando dici che le cose si aggiusteranno?” Mia madre allunga le braccia e mi invita a stendermi sul letto al suo fianco. Ho la testa nell’incavo della sua spalle. “Ho parlato del tuo desiderio di possedermi con la nonna. La sua risposta fu immediata. Disse che potevo concedermi. Che non ci sarebbe stato niente di male a dare piacere al proprio figlio. Che ero a conoscenza che quello che diceva era vero.” “Cosa sai tu per dire che la nonna non si sbagliava a suggerirti di giacere con me?” “Mia suocera, la madre di tuo padre, ha avuto il mio stesso problema. L’ha risolto portando suo figlio a letto. E’ diventata la sua amante è lo è tuttora.” “La nonna è l’amante di mio padre e tu lo sapevi?” “Si. Né ero al corrente. Furono loro due a farmi partecipi del loro segreto. In un primo tempo ne restai scandalizzata. Facevo fatica ad accettare il fatto che mio marito chiavasse sua madre. Poi accadde l’imprevisto. Un giorno stavo con tuo padre a casa di tua nonna. In combutta tra loro mi fecero capire che avrebbero voluto che io partecipassi ai loro giochi sessuali. Prima che io potessi rispondere mia suocera si avvicino e mi diede un bacio penetrando la mia bocca con la sua lingua. Nel frattempo tuo padre si avvento fra le mie gambe e mi leccò la fica. Persi la ragione e mi lasciai andare. Fu una vera orgia dei sensi. Da allora non ho avuto più remore nell’accettare che tuo padre chiavasse sua madre. Dal canto mio ho continuato ad avere rapporti lesbici con tua nonna che sapeva come regalarmi piacere e godimento. Ora sai. Agirò come fece tua nonna. Io non voglio lasciare tuo padre per sostituirlo con te. Vi voglio entrambi. Dammi il tempo di informarlo,. In questo avrò l’aiuto di mia suocera. Ti prometto che quando prima vivremo sotto lo stesso tetto io, tu, tuo padre e tua nonna.”

continua

P. S.: Questo è un racconto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente occasionale.

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