La schiava Jali

Scritto da , il 2015-11-20, genere dominazione

Salve gente, io sono Jali,ho 20 anni. Sono sempre stata un tipo di ragazza che non passa mai inosservata. Alta, lunghissimi capelli neri lisci, occhi verdi, labbra carnose. Una quinta di seno, sedere molto rotondo.
Questa é la mia storia..
All'epoca avevo 18 anni.Ho conosciuto un uomo in una chat, di 36 anni. Il suo primo messaggio fu -Da ora in poi sono il tuo padrone, tu sarai la mia schiava, obbedisci ai miei ordini e non verrai mai punita-. La cosa mi incuriosí, cosí stetti al gioco e obbedí come una vera schiava. Per tre mesi fui costretta ad eseguire via chat tutto ció che il padrone desiderava. Chiedeva foto ai seni, e li aveva. Chiedeva di mettermi dentro il buco del culo oggetti, e io obbedivo e poi mandavo la foto della prova. Chiedeva di fare i miei bisogni a terra, proprio come i cani, e io obbedivo. Ero la sua cagna mi diceva.. ero un semplice oggetto di sua proprietá e servivo solo per soddisfarlo. Mi chiedeva di uscire di casa senza biancheria intima. E lo facevo. Chiedeva di masturbarmi negli angoli del tavolo, e lo facevo. La cosa che pretendeva di piú in assoluto, tutte le volte che venivo dovevo pulire i miei umori con la mano e poi leccarla, fino alla fine. Se disobbedivo chiedeva di prendere le scarpe piú sporche che tenevo e dovevo leccarle, dentro e fuori. Tutto questo mi eccitava, mi consegnai a lui come una vera e propria schiava e serva personale. Un giorno mi ordinó di mettermi una canottiera senza reggiseno sotto, poi ordinó di mettermi dentro il buco del culo una banana e dentro la figa una zucchina. Mettermi i pantaloni di sopra. Scarpe con tacco 13 e uscire di casa aspettando lui in piazza. Presa dalla vergogna uscí cocciata in quel modo di casa.. mentre la banana mi penetrava il culo e si notava dai pantaloni, la zucchina stava dentro la figa, e la situazione mi piaceva. Eccolo, arriva il mio padrone. Pensai di salire nella sua auto, ma mentre stavo per farlo mi ordinó di fermarmi. Scese dall'auto e mi disse che se non volevo essere punita in pubblico dovevo starmene zitta e obbedire. Mi abbassó i pantaloni e mi fece mettere a 90 con i gomiti appoggiati sul seggiolino dell'auto. La mia fortuna che non c'erano passanti in quel momento. E la piazza era ritirata dalla strada principale. Mi sculacció e controlló per bene la banana e la zucchina. -Brava schiavetta, ottimo lavoro- mi disse. Uscí la banana dal culo e la fece tenere con la bocca. Mentre usciva la zucchina dalla figa giá bagnatissima, la banana mi caddé dalla bocca. -Sei una puttana!!- e mi sculacció. Mi giró verso di lui, mi infiló la banana nella bocca e mi fece spompinare forte e veloce. Dandomi schiaffi al viso. Non credevo a ció che stava accadendo. Ma continuavo. Dopo circa 10 min mi vestí, mi fece salire nell'auto, mi tiró per i capelli, mi infiló la banana in bocca e ordinó di tenerla fin quando non saremmo arrivati a casa sua.
Arrivati, nel suo garage scese dall'auto. Mi ordinó di scendere, ma senza far cadere la banana. -Sporca puttana Inginocchiati al tuo padrone! Come una cagna!!!- obbedí.. non avevo altra scelta, e poi a me piaceva, da matti. Mi diede una scatola regalo. -Aprila puttana, e dopo ringraziami-. La aprí, e dentro trovai un collare in acciaio ricoperto di pietre simili a brillanti, con un guinzaglio in solo acciaio. -Ti piace il mio regalo schiava?- io in imbarazzo risposi
-Si padrone, la ringrazio.
-Non devi ringraziarmi con le parole mia schiava, avvicinati ai miei piedi, chinati ancora di piú a me, indossa il collare e aggancia il guinzaglio, lecca le mie scarpe fin quando saranno lucide. Non volevo assolutamente farlo, ma ero talmente presa ormai che obbedivo. Ero la sua cagna, la sua schiava e tutti gli effetti. Finí di pulire le scarpe. -Ora resta a quattro piedi, e seguimi-. Agganciata al guinzaglio lo seguí, ero il suo cagnolino da passeggio. Finalmente entrati a casa.
Chiesi al mio padrone se potevo andare in bagno. Mi rispose se dovevo urinare o altro. E dissi che dovevo fare altro. -Bene l'uscita per il giardino é da questa parte, seguimi-. Camminavo per quella casa come se ero il cane. Mai stavo su due piedi. Sempre a terra. Lo seguo. -Ecco, questo é il tuo bagno-. Un angolino del giardino ricoperto di alberelli. -Farai li i tuoi bisogni, tranne l'urina. Quando finisci mi chiami che io arrivo-. Fui costretta a fare le mie feci proprio li, al buio, all'aperto. Quando terminai lo chiamai. Urlai -Padrone!! Lui venne. -Ben fatto. Adesso cagnetta odora le tue feci su!-. Mi rifiutai. -Vuoi fare i capricci eh? Adesso vedrai!-. Mi prese per i capelli e mi porto la il naso verso le feci, annusai.. ma per punizione dovetti stare col naso li, per 10 minuti. Dopo questo, dovevo pulirmi. Mi fece rivestire e mi fece lavare in una doccia che non era quella che usava lui, senza sapone, solo acqua. Mi diede i vestiti da indossare, una mini mini gonnellina nera, un top bianco e un perizoma bianco. Niente scarpe. Mi vestí e andai da lui. -Mia schiava, rivolgiti con il culo verso di me, questo e un cazzo che avrai dentro il culo da sta sera fino a domani allo stesso orario. Non lo toglierai per nessuna ragione-. Mi infilo quel cazzo ben grosso e lo tenevo bene dentro il mio culo gia allargato.

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