La valle dei ragazzi - Capitolo 4

Scritto da , il 2015-11-19, genere gay

Davide era nel suo appartamento sopra il negozio dei genitori quando la mamma ed il papà entrarono.
"Davide, ti dobbiamo dire una cosa." disse papà
"Cosa?"
"Tuo padre ed io abbiamo deciso di andare in pensione, così stavamo chiedendoci se ti piacerebbe prendere la gestione del negozio." Disse la mamma.
Davide rimase scioccato "Wow, grande! Sapevo che prima o poi sarebbe successo ed è un onore ma ho qualche cosa da dirvi prima."
"Sì? Pensiamo di sapere quello che dirai." Disse la mamma.
Davide la guardò e disse: "Ummm, beh, ummm io sono gay e ho un amico. Quindi se non volete più che prenda il negozio, io capirò."
Fu il papà a parlare: "Prima di tutto tu sei nostro figlio, e se tu sei felice, anche noi lo siamo ed in secondo luogo il fatto che tu dorma con uomini piuttosto che con donne non ci ferma dal darti la proprietà del negozio."
La mamma gli si avvicinò e lo abbracciò: "Noi ti ameremo sempre e non c'è ragione perché tu non possa possedere il negozio. Allora da quanto tempo ti vedi col giovanotto?"
"Circa tre settimane, e dovete sapere che è Gabriele, il fratello di Filippo.”
"Non è troppo giovane?"
Davide sorrise "Ha 18 anni. ci siamo 'incontrati tre settimane fa al pub e, beh, ci siamo innamorati immediatamente."
"Finché siete felici l'età non fa differenza!"
Davide rimase sorpreso dall'atteggiamento dei suoi genitori ma era in cima al mondo al pensiero di come la sua vita stava per diventare fantastica: affari e l'uomo dei suoi sogni tutti in un mese.
Poi la mamma disse: "Bene, dobbiamo andare, abbiamo un appuntamento col notaio per discutere del passaggio di proprietà."
"Dovrò esserci anch’io?"
"No, non questa volta, ma alla fine le carte avranno bisogno di una firma."
"Wow! Ancora non posso credere che mi stia accadendo."
"Tutto quello che dovrai prometterci è che avrai cura del negozio come ne abbiamo avuta negli gli ultimi 25 anni."
Davide sorrise: "Papà, puoi starne sicuro."

Più tardi quel giorno

Davide scese a raggiungere nel negozio papà che gli disse che doveva andare via e lo lasciò solo.
La fila dei clienti fu continua e finalmente, poco prima di chiudere, entrò il nuovo amore della sua vita che disse: "Ehi, baby!"
Davide arrossì e disse:"Ssshhh" indicando il fondo del negozio dove c'erano due anziane signore che facevano la spesa.
L’amico rise: "A che ora smetti?"
“Fra cinque minuti."
Una delle signore venne alla cassa e chiese: "Dove è tuo papà?"
"Mamma e papà andranno in pensione tra breve e stasera non ci sono."
"Oh! Non mi dire che venderanno il negozio."
“Non proprio, lo prenderò io e quindi rimarrà in famiglia."
La signora si rivolse all’altra: “Hai sentito, vanno in pensione e subentrerà Davide."
"Beh prima o poi le cose devono cambiare."
"Sì, suppongo, ma mi mancheranno."
Davide disse: "Non si preoccupi, non ci saranno molti cambiamenti, lo prometto."
Finalmente se ne andarono e Davide fu in grado di chiudere.
"Grazie a dio! Pensavo che sarebbero rimaste tutta la sera!"
Gabriele rise: "Allora veramente lo prenderai tu?"
Davide sorrise: "Sì, e ho detto tutto di noi ai miei genitori."
"Wow, vorrei poterlo dire ai miei ma penso che si arrabbierebbero.”
"Bene ora possiamo stare tranquilli, ne sono sicuro."
Davide afferrò Gabriele, lo spinse contro il muro e cominciò a baciarlo appassionatamente. Il ragazzo cominciò a slacciargli lentamente i bottoni della camicia. Davide lo prese per mano e lo condusse di sopra nel suo appartamento, lo portò in camera da letto e gli sfilò dalla testa la stretta t-shirt rossa. Gabriele continuò a slacciargli la camicia finché il suo corpo sexy non fu esposto, scese e cominciò a far correre la lingua su e giù sull’eccitante corpo, gli abbassò lentamente gli stretti trackies neri scoprendo lentamente i boxer tesi; sorrise, lentamente glieli tolse e cominciò lentamente a far correre la calda lingua sul cazzo palpitante e gocciolante pre eiaculazione.Gli alzò lentamente le gambe e cominciò a far correre la lingua su e giù la lingua lungo il sedere mentre l’altro gemeva rumorosamente.
Gabriele sorrise e spinse lentamente il pene palpitante nel culo pronto di Davide. Il ragazzo gridò "Cazzo!" quando l’amico spinse ulteriormente e cominciò a muoverlo lentamente dentro e fuori.
Gabriele gemette rumorosamente mentre il suo uccello andava dentro e fuori del sedere di Davide, poi urlò: "Cazzo!" quando il suo cazzo pulsò e cominciò a riempire il sedere dell’amico con fiotti dopo fiotti del suo sperma succoso e caldo. Poi spinse in giù la bocca sul pene pulsante e gocciolante ed iniziò a leccarlo e succhiarlo sempre più forte.
Davide gemette: "Oh cazzo!" quando il suo uccello cominciò a pulsare sempre più violentemente e l’altro continuava a lappare la pre eiaculazione che gocciolava dall’asta.
Gridò "Cazzo!" quando il suo uccello diede un enorme sobbalzo e cominciò a sprizzare carico dopo carico della sua sborra succosa e calda nella bocca in attesa del suo innamorato che tentò di ingoiarne il più possibile, ma un po’ ne sprizzò fuori e cominciò a gocciolare ai lati della bocca.
Davide estrasse il pene dalla bocca di Gabriele, lo guardò negli occhi e cominciò a baciarlo appassionatamente. Poi i ragazzi si addormentarono sul letto di Davide.
Davide si svegliò la mattina seguente quando la luce dell’alba cominciò ad entrare dalla finestra, si vestì e scese in negozio lasciando il suo bell’innamorato sdraiato nudo sul letto. Aprì il negozio ed iniziò a preparare le carte delle consegne. Erano passate da poco le 7 quando il primo cliente entrò. Il ragazzo fu occupato con carte e consegne di inizio mattina e fu poco dopo le 8 che Gabriele, sveglio e completamente vestito apparve: "Dove sei andato? Perché mi hai lasciato?"
Il suo innamorato sorrise: "Mi spiacente, ma dovevo aprire e non ho neanche avuto la possibilità di farmi una tazza di caffè."
Gabriele rise: "Suppongo voglia dire che ne debbo preparare?"
Anche Davide rise: "Beh, l’'apprezzerei se tu potessi."
Il ragazzo era appena andato nel retro quando sua sorella Rachele entrò nel negozio.
"Ciao Davide. Non hai visto Gabriele? Non è venuto a casa la notte scorsa e non ha telefonato. La mamma è molto arrabbiata con lui."
Gabriele stava per ritornare quando sentì la voce della sorella e quello che aveva detto, prese il cellulare è mandò un sms a Filippo: "Ciao fratello, sono stato con Dav coprimi per favore Gabriele."
"Se lo vedi digli che la mamma è furiosa." Continuò Rachele.
Davide sorrise "Sì glielo dirò."
La ragazza uscì e Gabriele apparve sorridendo: "Penso di essere in un guaio."
"Se ti sei dimenticato di telefonare a casa è colpa tua."
Gabriele ghignò e disse allegramente: "Tieni chiusa quella boccaccia!" poi bevve il suo caffè e disse: "Penso che sarà meglio andare a casa ed affrontare il plotone d'esecuzione."
Davide rise: "Ricordati di tornare qui dopo, papà arriverà alle 10 e potremo andare disopra a riprendere da dove eravamo rimasti la notte scorsa."
Gabriele lo guardò provocante: "OK, tenterò di ritornare più tardi. Ci vediamo sexy!" ed andò via.
Il papà telefonò alle 9: "Ciao Dav, arriverò un po’ più tardi, ho un appuntamento. Va bene?"
“Va bene, ma Gabriele sta venendo qui, non tardare molto.”
“Ok, al massimo arriverò alle 10 e un quarto.”
"Ok, ci vediamo."
Gabriele arrivò subito dopo le 10: "Non dovevi essere libero alle 10?"
"Papà aveva un appuntamento, arriverà presto, ma quando mamma e papà saranno in pensione non potrò abbandonare il negozio."
Papà arrivò appena dopo Gabriele: "Ok, puoi andare ma torna per l’una perché ho un’appuntamento col notaio per il contratto di trasferimento di proprietà a te."
"OK ci sarò per l’una. " ed i ragazzi se ne andarono e salirono in casa.
"Allora, tua madre cosa ha detto?" Chiese Davide.
Gabriele rise e disse "Prima che arrivassi era arrivato Filippo a cui avevo mandato un sms per dirgli che ero stato con lui la notte scorsa."
Davide lo guardò stranamente: "Non ti ho visto mandare sms a Filippo."
Gabriele rise: "L’ho fatto questa mattina mentre stavo facendo caffè."
"Porco, povero Filippo."
Il ragazzo rise forte: "Sì? Lui non dovrebbe aspettarsi che lo copra quando lui sta con la sua ragazza?"
"Sì, ma quale ragazza? Sappiamo tutti che a Filippo piace una ragazza diversa ogni notte."
"Lo so, ecco perché lo devo coprire sempre!"
Davide prese Gabriele e cominciò a baciarlo appassionatamente guardandolo profondamente negli occhi.
"Voglio che tu venga a stare da me e mi aiuti a tenere il negozio quando mamma e papà andranno in pensione."
Gabriele sorrise dolcemente: "Wow, mi piacerebbe, ma non sono sicuro di poterlo fare. Dovrei dire ai miei genitori che sono gay e non sono sicuro di riuscire a farlo."
Davide lo guardò ancora negli occhi: "Ascoltami! Non importa quello che accadrà, e se lo dici ai tuoi genitori io sarò sempre con te, e noi staremo insieme qualsiasi cosa dicano!"
"Grazie Davide, e sì perché no? Facciamolo, mi piacerebbe trasferirmi qui e stare con te."
Davide lo baciò di nuovo, lentamente Gabriele gli slacciò uno alla volta i bottoni della camicia ed iniziò a far correre le mani su e giù sul suo corpo sexy ed eccitante, poi si lamentò piano sentendo le mani morbide dell’amico muoversi sui suoi capezzoli eretti.
Gabriele aveva cominciato a comprendere che quella relazione era più che solo sesso e capì che era pronto stare con Davide sia che i suoi genitori approvassero o no.
Il suo innamorato smise di giocare coi suoi capezzoli e guardandolo chiese: "Sei OK? Sembri lontano?"
"Sì, sto bene.” Rispose sorridendo. "Stavo immaginandoci in negozio come una vecchia coppia gay."
Davide rise: "Sciocco!" ed iniziò di nuovo a baciarlo.
Gabriele gettò uno sguardo al suo orologio. "Mi spiace baby." disse "ma devo andarmene presto. Mamma ha deciso per un pranzo di famiglia per discutere di qualche cosa."
Davide lo baciò: "OK piccolo, mi mancherai, ma devi proprio andare...?"
"Non vorrei ma mia mamma si arrabbierebbe se non lo faccio, mi spiace."
Gabriele si rimise la camicia, si avvicinò a Davide e lo baciò per salutarlo.
Poi gli bisbigliò nell'orecchio: "Ti amo baby." e si avviò alle scale.

Più tardi quel giorno
Davide era nel negozio e si preparava a chiudere quando una delle pettegole del villaggio entrò: "Tu non indovinerai mai quello che ho appena sentito, Davide"
Il ragazzo alzò lo sguardo dal giornale: “Cosa signora Valdi?"
"Conosci Marta?"
"Oh sì, vuol dire la mamma di Filippo?"
"Sì, lei! A casa sua c’è stato un gran baccano ed il figlio più giovane è fuggito. Sembra sia gay e non si sa dove sia!"
"Cazzo! Quando è accaduto?"
"Oh circa due ore fa. Il ragazzo è stato visto dalle parti del pub. Chi sa dov’è ora il povero ragazzo. Io non ho nulla contro i gay, mio nipote è gay ed è un bel ragazzo."
"Cosa posso darle signora Valdi?"
"Oh sì, quasi mi dimenticavo, dovevo pagare il conto ed annullare le consegne per la settimana prossima, vado a trovare mia sorella."
Davide controllò il libro dei debiti, incassò i soldi e chiese: “Allora niente consegne per una settimana?” “Sì, riprendiamo tra sette giorni.” Disse la signora ed uscì finalmente dal negozio.
Davide pensò "Grazie a Dio!", corse alla porta, girò il cartello su ‘chiuso’ e chiuse la porta. Poi prese il telefono, chiamò sua mamma e le disse quello che aveva appena sentito.
La mamma disse: "Oh dio Davide! Sarà meglio che tu vada a vedere se lo trovi."
"Sì lo so, ma e il l negozio?"
"Sarò lì in cinque minuti così potrai andare, va bene?"
"Grazie!" Disse sollevato e mise giù il ricevitore, andò alla porta, l'aprì e mise il segnale di aperto.
Non aveva ancora aperto completamente che arrivò il papà di Gabriele che lo spinse via gridando: “Cosa cazzo pensi di fare? Dove è? Lo so che lui è qui. Dove è?"
"Se intende Gabriele, io non l'ho visto questa mattina. Ora esca da casa mia prima che chiami la polizia."
La mamma di Davide sentì il baccano e poi un colpo, entrò e vide Davide, gridò e vide il papà di Gabriele. Afferrò il telefono e chiamò un'ambulanza.
L'ambulanza e la polizia arrivarono insieme e portarono Davide all’ospedale con sospetto di danni alla testa e la mamma andò in ambulanza con lui.
La polizia arrestò il papà di Gabriele e lo portò via per interrogarlo, fra la folla che si era radunata c’era il giovane Gabriele che ora era ancora più spaventato per la sua sicurezza, si sentì battere sulla spalla, si girò e c’era Filippo.
"Dai, vai all’ospedale."
"Perché, io non ho niente!"
"No, ma Davide è in cattivo stato. Non hai visto l'ambulanza?"
"L’ho vista andare via di corsa ma non sapevo chi portava. Cosa è accaduto a Davide? "
"Secondo la boccaccia della signora Valdi papà lo ha spinto, ma io non sono sicuro sia vero.” "Andiamo!” Esortò Gabriele.
Filippo e Gabriele arrivarono all'ospedale e videro la mamma di Davide nell’atrio, lei si voltò e li vide: "Oh Grazie a Dio sei è qui Gabriele!” ansò. "Ero preoccupata, tutto bene?"
"Sì, io sono OK, grazie, ma come sta Davide? "
"E’ dentro col dottore adesso. Non è ancora rinvenuto e sono preoccupati."
Gabriele cominciò a piangere e si diresse verso la stanza di Davide, si avvicinò al letto e gli bisbigliò in un orecchio: “Per favore Davide non mi lasciare. Per favore!"
In quel momento Davide cominciò a riprendersi e la prima cosa che vide fu Gabriele in lacrime; sorrise e disse: "Io non ti lascerò mai, lo prometto." e lo strinse.
Il dottore visitò Davide: "A parte un paio di costole rotte, stai bene, ma ti terremo una notte in osservazione."
Quando uscì Davide prese Gabriele e cominciò a baciarlo appassionatamente guardandolo profondamente negli occhi sexy.

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