Discesa all'Inferno 2

Scritto da , il 2015-09-17, genere zoofilia

Per me Argo era diventato una vera passione. Le prime volte il rapporto con lui era doloroso, per una ventina di giorni era terribile anche solo pensare di fare pipì, per quanto avevo il sesso infiammato e gonfio. Riceverlo era una piccola tortura, e non riuscivo a farlo tutti i giorni, come avrei voluto.
Quando il dolore sembrava troppo mi limitavo a leccarlo e farmi leccare. Ma in fondo godevo anche del dolore.
Giorno dopo giorno i miei tessuti si son adattati alle sue dimensioni, e piano piano è rimasto solo il piacere. Appagava il mio corpo e la mia mente.
L'idea apparentemente assurda di sentirsi sfondata, in particolare sentirsi sfondata da un cane era il massimo dell'appagamento per la mia mente.
Tendevo ad uscire sempre meno pur di non rinunciare al mio ruolo di cagna.
Mi accorsi che gli altri intorno a me percepivano il mio cambiamento. Iniziai a ricevere molti complimenti, sia da uomini che da donne. Ero più bella, splendente. I miei genitori sperarono in un nuovo fidanzato.
Avevo un comportamento pubblico integerrimo, per poi spogliarmi delle inibizioni appena varcata la soglia di casa. Argo mi riceveva a casa facendomi grande feste, era un cane affettuoso e buono.
Ho sempre apprezzato il sesso, ma farlo con lui era come drogarmi. Più lo facevamo e più ne avevo voglia. Sapermi così aperta e sentirmi così porca, "sporca" era uno stimolo inimmaginabile.
Avevo paura di essere scoperta dai miei, ma più passavano i giorni e più mi godevo la situazione, smettendo di sentirmi in colpa.
Un giorno Laura, la mia migliore amica da sempre, mi chiese di parlarmi. Mi disse che era felice nel vedermi felice, ma che era dispiaciuta dal fatto che la stavo escludendo dalla mia vita.
"Lisa, sai che ti voglio bene, ci siamo sempre raccontate tutto. E' evidente che sei felice e stai bene, So che stai frequentando qualcuno, Ci siamo sempre raccontate tutto, perchè non stavolta?"
Tergiversai, ma non mollava. Arrivò alla soglia delle lacrime. Le dissi che mi dispiaceva, non era lei il problema, ma dovevo mantenere il segreto.
Da un pò anche lei non aveva una storia fissa, passava insoddisfatta da una storia all'altra.
Ci siamo davvero sempre raccontate tutto.
Alla fine mi feci coraggio e confessai la mia storia. Rimase incredula, a bocca aperta, incapace di dire una sola parola.
"Vedi Laura, non dovevo dirtelo. Ora tu mi disprezzerai, ti farò schifo. Ecco perchè non volevo dirtelo" singhiozzai.
"Ma davvero lo fai? Davvero ti piace? Oh mio Dio Lisa non riesco a crederci"
Le parlai di come era iniziato, e dei sentimenti che provavo per Argo. Pensai che si sarebbe alzata e non l'avrei più vista.
Invece mi disse che se era vero voleva guardare, voleva assistere ad un rapporto con Argo.
Rifiutai imbarazzata, non mi sembrava il caso. Lei insistette.
Stavo per perdere la mia migliore amica, cosa poteva accadere di peggio?
Arrivammo a casam Argo mi venne incontro come al solito, bel cagnolone. Fece le feste anche a Laura, la conosceva bene.
Lei si sedette in poltrona.
Io mi spogliai e mi sedetti per terra, vicino ad Argo. Incominciai ad accarezzarlo, fino ad arrivare al suo cazzo che lentamente emergeva dal pelo. Grande e svettante, rosso e lucido.
Voleva vedere, bene!
Cominciai a leccarlo, lentamente. Mi piaceva coccolare così il mio amante.
Laura non ci toglieva gli occhi di dosso, non perdeva un fotogramma. Mi fissava il seno, la bocca, il sesso. Non so dire se respirava.
Argo cominciò ad agitarsi, e per me era il segnale che era pronto. Reclamava la sua cagna.
Mi misi a quattro zampe e mi appoggiò pesantemente le zampe sulle spalle. Spinsi il mio sesso verso il suo cazzone che ondeggiava. Riuscì ad appoggiarlo all'ingresso della mia figa e in un lampo ci scomparì dentro.
Il sussulto di Laura fu più forte del mio.
Argo cominciò a montarmi col solito vigore, e come al solito iniziai a godere come una pazza.
Quando guardai verso Laura la vidi a gambe spalancate a smenarsi la figa. Il suo volto era quasi trasfigurato dall'eccitazione, era rossa e sudava.
Argo andò avanti a lungo, come al solito.
Non mi imbarazzava come avrei creduto farmi guardare, anzi, aggiungeva pepe al momento.
Sentii Laura venire, venni anch'io per l'ennesima volta, poi Argo mi riversò il suo solito fiume di sperma.
Sentivo Laura sussurrare "Oh santo cielo, oh santo cielo, com'e stato bello. Tu sei pazza Lisa, sei pazza ma è stato bellissimo".
Mi trascinai verso di lei e le sfilai gli slip. Non ci eravamo mai prese nessuna confidenza del genere.
La tirai a terra al mio fianco e mentre la baciavo in bocca le passai la mano sul sesso fradicio.
Lei si abbandonò, non solo, mi corrispondeva palpandomi il seno.
"Laura io ti voglio bene. Vuoi provare Argo?"
"Mi tenta, ma a te non dispiace" mi rispose
"No cara, non mi pesa condividere con te il mio piacere."
Le presi la mano e la portai a toccare il cazzo di Argo. Inizialmente era restia, tendeva a ritrarsi.
Le sussurravo di lasciarsi andare, che tanto sarebbe accaduto lo stesso.
Inaspettatamente anche per me, mi ritrovai a leccarle la figa, mentre con le dita provavo a dilatare dolcemente il suo anfratto.
Argo era nuovamente in tiro.
La feci girare sulla schiena, appoggiando spalle e testa al divano, e aiutai Argo a trovare la sua fessura.
Per Argo era normale spingersi di colpo dentro. Lei non se lo aspettava e urlò.
Argo la pompava come se non avesse appena goduto, lei si capiva che era strafatta dal piacere, ma provava dolore. Il cazzo di Argo è impegnativo.
La consolavo sussurrandole che sapevo cosa provava, ma che sarebbe passato.
Le chiesi se voleva che lo facessi smettere, ma fu risoluta a dirmi di non provarci nemmeno.
Quando inserì i nodo pensai che non potesse sopportarlo, urlava dicendo che la stava spaccando in due. Ma poi sentii che lo incitava, e Argo venne fra i suoi si.
Rimanemmo a lungo stesi uno vicino all'altro.
Io e Laura ci baciavamo e accarezzavamo, era un momento delizioso. Mi piacevano le sua attenzioni, sentirmi palpare le tette, baciare. Mi accorsi che un pò mi mancava.
Così le proposi di venire a vivere con noi. Saremmo state l'Harem di Argo.

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