Da sottomesso a padrone

Scritto da , il 2015-08-27, genere tradimenti

Come prima cosa ci tengo a precisare che è un racconto di pura fantasia fatti e persone sono di fantasia ed anche il luogo.

Tutto inizia un giorno di agosto al lavoro siamo a personale ridotto ed io e la mia collega ci dividiamo il reparto produzione e logistica. Dalla mia postazione lavorativa riesco a vedere la collega, è più grande di me di una decina di anni sposata e nella sua vita ha subito diversi interventi per problemi vari di salute non è bellissima di viso e nemmeno eccessivamente di corpo ad oggi ma l'anno scorso quando andava in palestra era molto più magra e con un bel sedere sodo. Sarà stata quell'immagine o il suo modo di fare o di vestirsi che continuava a stuzzicare la mia immaginazione. E' una donna minuta e quel giorno era vestita con una magliettina nera e blu un po' scollata che faceva intravedere la sua prima seconda di seno e sebbene avesse il reggiseno riuscivo a distinguere bene i sui capezzoli che sembravano forare il reggiseno e la maglietta per uscire all'aria aperta. Sotto aveva degli leggings neri al polpaccio con un merletto bianco dove finivano aderentissimi che quando si piegava a confezionare i pacchi diventavano praticamente trasparenti e riuscivo a vedere chiaramente il perizoma blu che indossava sottostante. Io e lei non parliamo molto ma ci facciamo compagnia quando usciamo a fumare e li ogni tanti si scambiano due parole, e così fu mi chiamò per andare a fumare la mia consueta sigaretta e li fu il momento che le lanciai un occhiata e lei all'inizio non ci fece caso o almeno cosi pensai e mi spiego per l'ennesima volta che le dà fastidio quando le persone invadono il suo spazio, pertanto lasciai perdere. Nel pomeriggio dopo che tutti i corrieri se ne andarono e lei iniziava ad annoiarsi mi chiese se avessi un lavoro da farle fare da impegnare il tempo ed io preso alla sprovvista non sapevo cosa rispondergli pertanto lei mi disse che sarebbe andata a mettere a posto l'armadietto situato nel disimpegno antistante il bagno e che avrebbe avuto bisogno che la raggiungessi dato che essendo piccola di statura non sarebbe riuscita a raggiungere i ripiani più alti al termine del lavoro che stavo facendo. Terminato il lavoro mi sono diretto verso il disimpegno un piccolo locale dove in due si sta stretti, lei mi dice di chiudere la porta dietro di me e di aprire la porta verso il bagno dato che lo spazio è piccolo e le manca l'aria. Non appena eseguo quest'operazione lei mi spinge nel bagno e chiude la porta del bagno dietro a se, con fare gentile mi dice di sedermi sulla tazza già con il coperchio chiuso e di non muovermi per nessun motivo, e io lo feci. Si tolse la maglietta ed io incredulo ero lì a guardare, poi con un gesto delicato e molto sensuale si piego a 90 con il sedere rivolto verso me e si sfilò anche gli leggings a meno di un metro da me facendomi vedere la rosa in stoffa nella giuntura del filo del tanga e quel tatuaggio che ho sempre intravisto appena sopra il sedere. Appena tirata su mi dice “non devi toccare” ed io stavo morendo fermo come un ghiacciolo, mentre lei mi slaccia i miei pantaloni e delicatamente mi massaggia il mio membro attraverso i boxer, io iniziai a sentire un caldo immenso ed una voglia di alzarmi e sbatterla forte. Con molta dolcezza, calma e fermezza mi dice “non posso farti un pompino a causa delle varie operazioni che ho fatto alla mascella ma mi limiterò a leccarti la cappella e se fai il bravo forse qualcosa di più.” Io stavo crepando dalla voglia di toccarla. Lei con la sinistra mi tira fuori il pene dai boxer ormai eretto e con la destra me lo sfodera facendo respirare pienamente la cappella e lasciarla ingrossarsi di più con molta delicatezza si muove su e giù con la mano destra mentre con la sinistra mi solletica i testicoli, poi china la testa ed inizia a passarmi la lingua sulla cappella tutta intorno e poi su fino alla punta per un paio di volte. Si solleva e mi dice “bagnati due dita di saliva e sgrillettami la patatina” ero sopraffatto dall'emozione mi misi le due dita in bocca come fossi tornato bambino ed iniziai ad esplorare quell'interno coscia spostai il tanga delicatamente e vidi una patatina tutta bella curata senza pelo li che mi attendeva. Con le mie due dita traballanti iniziai a giocare prima con le grandi labbra e poi facendomi strada pian piano in profondità non era bagnatissima raccoglievo i suoi umori e li portavo a clitoride con un movimento delicato, mentre lei continuava il suo gioco perverso con il mio glande. Tutto ad un tratto la senti molto più bagnata di prima, lei smise di leccare si alzo, si slaccio il reggiseno, mi lego le mani con il reggiseno, sali su di me dandomi la schiena e pretendeva che tenessi le braccia sopra la testa come fossi stato arrestato. Stavo impazzendo ma allo stesso tempo eccitatissimo, non dovevamo fare rumore era una situazione che non mi sarei mai potuto sognare. Lei stava lì sopra di me e faceva entrare il glande di poco, lo sfilava, entrava di poco, lo sfilava ed io con le mani sulla testa stavo per appoggiarle sulle sue spalle per dargli un colpo deciso di reni quando in un lampo lei si lascia andare ed io le arrivo fine all'utero facendomi quasi perdere i sensi dal piacere. In simultanea dello affondo emette un gemito liberatorio e si girò parzialmente verso di me e mi disse “non ti muovere mi accorgo se ti muovi” ed io come un deficiente gli ho rispondo “dove posso andare”. Lei si sollevò pian piano come se si volesse sfilare e poi giù fino in fondo accogliendolo tutto, due tre quattro volte ed io stavo per perdere completamente il controllo, sentivo il montare su il piacere fino allo scoppio e non volevo venire subito cosi rovinando questo momento. Un istante prima di scoppiare e riempirla tutta del mio fluido caldo, lei si sfila completamente come se sentisse che stavo per scoppiarle dentro, ritardando la mia esplosione. Si alzo e mi fece alzare mi slego le mani ed io nella mia mente gridavo EVVAI! ora giochiamo alle mie regole, invece no mi disse “girati” nella mia mente “NOOO”, mi girai, mi lego le mani dietro la schiena e con uno ghigno mi disse “ora voglio che e mi prendi da dietro qui appoggiata al lavandino”. Si piegò e si appoggiò al lavandino di fronte a me, il mio membro era ancora durisso, si bagno le dita ed inizio a grillettarsi fino a che mi fece cenno di avvicinarmi era cosi esile e piccola rispetto a me che infilando il pene in mezzo alle cosce appoggiate al lavandino sentivo con il glande in lavandino freddo poi con le dita mi spinse dentro di se in un posto caldo e bagnato. Era difficile dare la giusta spinta con le mani legate dietro alla schiena ed altrettanto restare in piedi quando lei veniva indietro. Nella mia testa sognavo di avere le mani libere e tenerla per i fianchi mentre la sfondavo e con il pollice giocavo con il suo ano piccolo e stretto ma era solo un sogno lei teneva le redini dei giochi e sebbene mi avesse illuso che avevo io il controllo, riusciva ancora a dettare sia il ritmo e sia la profondità. Continuava a farmi impazzire e sentivo che anche lei non sdegnava quei pochi affondi che mi concedeva la facevano gemere e nello specchio vedevo quel gioco di mano fra la passera ed il seno, il suo respiro che si faceva sempre più affannoso fino al suo orgasmo che la fece quasi cadere a terra. Le sue gambe divennero molli si sfilò e si girò abbracciandomi altrimenti sarebbe caduta il membro ancora duro e ricoperto dei sui umori pulsava ancora e desideroso di inondarla reclamava ancora ed ancora. Mi fece sedere nuovamente e si mise a cavallo, quelle dannate mani dietro alla schiena mi davano fastidio le chiesi se poteva liberarmi e lei mi disse “si se fai il bravo e non tocchi nulla”. Promisi. Cosi lo fece. Si avvicinò con il seno alla mia faccia e la lingua scatto fuori senza controllo e lei sene accorse ma non fece nulla anzi mi avvicino la testa come dire fai mentre mi faceva un massaggio alle spalle indolenzite. Le leccai delicatamente quei capezzoli duri ed appuntiti che si ergevano irti dianzi a me e li lei mi disse “vedo che è ancora bello duro è un peccato lasciarlo cosi, ora tocca a te venire, vado avanti io o fai da solo?” Di nuovo non sapevo che fare, fino ad adesso sono stato suo schiavo. “Fai tu te ne prego”. Si alzo leggermente e mi venne in contro mi levo la maglietta ed inizio a strusciarsi contro me, faceva passare il mio glande, il gambo tra le sue labbra e lo faceva battere sulla sua pancia un paio di volte finché si alzo ed in un colpo solo sparì dentro a lei, facendomi raggiungere il paradiso e poi tornare giù lì con lei non appena cercava di sfilarsi, non era bagnatissima ma dopo poco era di nuovo un fiume in piena. Il suo movimento rotatorio ed i ripetuti affondi fino all'utero, ancora, ancora ed ancora. La sentii gemere come ha fatto poco fa e sapevo che stava per venire ed anch'io stavo aspettando solo il momento propizio, ero lì e c'era anche lei mi guardava dritto negli occhi come dire vieni dai che tra poco vengo io, ancora un paio di colpi ben fatti profondi come piacciono a me e poi lei abbassò la guardia presa dall'emozione e da ciò che sentiva, misi le mie mani calde dietro sul suo sedere e mi alzai di scatto affondando il mio membro dentro a lei facendolo sbattere forte in fondo e lei voleva gridare ma non poteva si coprì la bocca, la tenevo in braccio mentre con il movimento di bacino lo infilavo e lo sfilavo con forza e lei era nella mia morsa e non poteva scappare per giunta sollevata da terra. Gemeva come non mai, bagnatissima come non mai, mi guardava negli occhi come una supplica di non smettere gli diedi una decina di colpi intensi e profondi, lei venne e mi sfilai poi la misi appoggiata al muro e non aspettai che prendesse fiato ne diventasse troppo asciutta, la penetrai e lei mi disse “piano” ed io le diedi un altro colpo fino in fondo. Le sue gambe non la tenevano più su allora le spostai una gamba con la mano facendola intendere che doveva appoggiarla sul coperchio della tazza mentre le accompagnavo il ventre con l'altra contro di me, fra un gemito ed un altro, io continuavo a sfilare ed affondare velocemente, poi lentamente, così da far rallentare il suo respiro affannato, nel mentre che mi sfilavo per caricare la spinta successiva, delicatamente iniziai a massaggiarle l'ano con il pollice. Dato che lei non aveva espresso parere contrario forse presa dalla mia prestazione, io continuai fino ad affondargli dentro tutto l'indice e li lei girò la testa dicendo “li sono vergine, se lo vuoi devi andare molto piano” sfilai il dito e le diedi un bel affondo quasi da farla sbattere la testa contro il muro. Lei ansimava in preda ad una crisi mistica mentre con due dita cercavo di farmi strada dentro al suo ano, lì mi sfilai presi il sapone per lavarsi le mani e lo misi sul mio cazzo e mi bagnai il suo culetto ed iniziai il procedimento con molta delicatezza, lei sembrava fredda e spenta guardava il muro avrei voluto vederla in viso mentre stavo entrando nella suo ano bello verginello, una volta dentro iniziai a muovermi piano e lei ansimava, pian piano sempre più forte e lei stava gemendo come non mai allora passai la mano destra fra le cosce e con l'indice trovai il clitoride ed iniziai a sgrillettarlo aumentando il suo piacere all'ennesima potenza che lei inizio a ruotare il bacino e mi spostò la mano a farmi intendere che voleva che gli mettessi le dita dentro alla passera, cosi feci e lei impazzi. Ebbe un orgasmo come non mai ed io venni non appena strette il muscolo anale io non riuscì più a trattenermi in un solo colpo venni inondando il suo retto del mio fluido denso e caldo. Restai dentro fino al termine e poi mi sfilai e mi sedetti a terra lei resto lì in quella posa un paio di minuti e vidi uscire tutto quello che le avevo sparato dentro in profondità successivamente si accascio a terra vicino a me. Mi guardo dritto negli occhi e mi disse “non avrei mai immaginato che mi sfondassi il culo con così tanta foga e che mi piacesse così tanto e che ti ci volesse il mio culetto per farti venire” io non dissi nulla ero nel mondo della pace e della felicità, dopo poco mi girai verso lei e le dissi “questo non è mai successo, non ne dobbiamo parlare ad anima viva e non deve più accadere di nuovo tu sei sposata ed io anche.” mi sono alzato, mi sono rinfrescato e sono uscito come se niente fosse successo. E lei aspetto un attimo e lo fece anche lei. Dopo pochi giorni lavorando ancora a stretto contatto lei iniziò a sussurrarmi “voglio che mi sfondi il culo come quel giorno” ed io all’inizio non dissi nulla ma poi verso la fine della giornata quando me lo ha ripetuto gli dissi “Se fai la Brava e non ti muovi.”

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