Dopo vent'anni

Scritto da , il 2015-07-21, genere tradimenti

Ho rivisto M. sulle spiagge che frequentavo a 13 anni. A quell'epoca ero timida, la secchiona della classe, magrissima ed impacciata. Lui aveva frequentato per un anno le scuole con me e poi si era trasferito con la famiglia in un altra città. Ci eravamo salutati alle elementari ed ora ci eravamo incontrati di nuovo appena adolescenti. Lui al contrario mio era bellissimo , biondo, occhi blu e pelle olivastra. Dopo giorni passati a fare tuffi e a giocare a pallavolo, lui si dichiarò. Per me fu uno shock, non avevo nemmeno dato il primo bacio, ero carina ma dovevo ancora sbocciare, e a scuola non ricevevo molte attenzioni dagli uomini. Ero un maschiaccio. Da quel giorno inizio a corteggiarmi ed una mattina mi strappo il primo bacio. La nostra storia duro poco e quando mi lascio stetti malissimo. Ci perdemmo di vista per qualche anno e poi ci ritrovammo al liceo, anche lì tentammo di stare insieme ma questa volta io, più consapevole e anche spinta da una voglia di rivincita lo lasciai malamente. Gli anni passarono, non smettemmo mai di sentirci ma esclusivamente a livello amicale. Arriviamo ai giorni di oggi. M. é un imprenditore vive in un' altra città con la moglie e i figli. Io sono avvocato ho un marito è una figlia piccola. Ogni tanto ci sentiamo via messaggio, per le fede comandate, i compleanni. Quando capitiamo nelle rispettive città ci prendiamo un caffè e chiacchieriamo in maniera scevra da qualsiasi malizia. Poi un giorno vedo il suo numero apparire sul display del mio telefono. Ha un problema legale e mi chiede una consulenza. Ci accordiamo per un mercoledì pomeriggio nel mio studio. Dalla mattina senza un motivo apparente mi sento agitata, mi agita l'idea di vederlo cosi da vicino, di parlargli in una stanza chiusa dove nessuno può vederci. Arriva e si ricrea subito la solita confidenza: però non posso fare a meno di notare la sua bellezza, la sua barba curata, i suoi occhi blu un po' segnati, le sue spalle larghe. Mi sorride affettuoso. Una volta terminato l'incontro mi chiede se può offrirmi da bere, visto che non ho voluto nulla per la consulenza. Accetto molto volentieri e andiamo a sederci al tavolino del bar sotto lo studio, é una sera d'estate, ho un vestito al ginocchio, tengo i capelli sciolti, e dalla scollatura mi si intravede il seno. Parliamo fitto per due ore, ridendo e rievocando i nostri ricordi. Sennonché, all'improvviso sento la sua mano sul mio braccio. La tensione sessuale che si sprigiona é indescrivibile. Sento quasi una scossa elettrica. Lui se ne accorge e abbassa gli occhi imbarazzato. Ci alziamo di colpo, andiamo verso la sua macchina con la testa china. Passiamo sotto ad una galleria per arrivare al parcheggio e improvvisamente lui mi tira a sè e mi bacia. Un bacio lungo e profondo, la sua lingua é morbidissima, calda, promette una passione senza fine. Mi avvinghio a lui, la mia voce trema, non ho mai tradito mio marito e mi sento sull'orlo di un precipizio. Sento il suo sesso duro sul mio ventre, lo desidero come una pazza, voglio vederlo nudo. Continuiamo a baciarci con foga e senza accorgercene ci avviamo di nuovo verso il mio studio. Sono le nove di sera e ormai non C e nessuno. Prendiamo l'ascensore e lui approfittandone mi da una lieve tirata di capelli mentre mi bacia e con una mano mi alza il vestito. Arriviamo alla porta a fatica, mi strizza il seno, appoggia il suo sesso sul mio culo. Mi prende il viso tra le mani e mi spinge contro il muro. Mi gira di spalle e mi abbassa la mutandine, all'improvviso sento il suo sesso penetrarmi, sono già bagnatissima e lo sento farsi largo nella mia fica durissimo e caldo. Mi sta scopando mi dico, mi sta scopando! Continua a spingere con colpi potenti e mi schiaffeggia le natiche, mi piace il suo sesso dentro di me. Poi si stacca io mi volto mi abbasso e inizio a succhiarglielo, la sua pelle é morbida, mi soffermo sulla cappella. Lui intanto si sfila la maglia mostrandomi il suo corpo perfetto. Mi tira su è mi stringe a se. Poi mi infila due dita nella fica e mi intima di sdraiarmi per terra. Mi toglie il reggiseno mi alza del tutto il vestito, entra di nuovo dentro me. Qualche spinta ancora e sento l'organo montare insieme al senso di colpa, vedo il sudore sul suo collo, i suoi occhi serrati e non posso più trattenermi. Vengo, vengo fortissimo, stringo i suoi fianchi tra le cosce lui si stacca appena in tempo prima di venirmi copiosamente sull'addome. Restiamo sdraiati uno di fianco all'altro, la sua mano sul mio cuore che batte vivo come non mai. Oltre a noi solo il rumore del ventilatore.

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