Da suora a troia

Scritto da , il 2015-07-04, genere tradimenti

Il sesso mi ha sempre affascinata. dacchè ho iniziato la mia attività sessuale, non sono mai riuscita a smettere.
Ho perso la mia verginità a 20 anni, in un modo che nemmeno io pensavo potesse essere possibile. Ero fidanzata da anni con Alessio, era l'uomo della mia vita, quello che avrei voluto sposare e che diceva di amarmi con tutto sé stesso.
Una sera, andai a una grigliata assieme ad Ale. C'erano un sacco di nostri amici in comune, fra cui Elia, il mio migliore amico dall'asilo. Elia aveva tanto insistito che partecipassimo sia io che il mio compagno, mi aveva fatto notare spesso che da quando ero fidanzata e frequentavo l'università ormai ero diventata un ricordo.
Quella sera cominciammo a bere tutti quanti, fra una costina ed uno spiedino, finché io, ubriaca da far paura, andai a sedermi in un angolo, dove presi a massaggiare con Erika, una delle mie migliori amiche.
Dissi ad Erika che ero stanca di Alessio, della vita con lui, che mi mancavano le feste e gli eventi mondani e che ero pronta per cambiar vita. La risposta di Erika fu di non far cazzate, ma la lessi troppo tardi.
Non avevo che fatto di inviare il messaggio che sentii dei passi avvicinarsi. Credendo fosse Alessio alzai gli occhi al cielo.
"Cosa vuoi"? Domandai con un velo di nervoso.
"Conoscerti meglio" rispose una voce maschile, calda e suadente, che mi fece vibrare qualsiasi nervo del corpo.
Alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti un amico di Elia, il cui nome mi era sconosciuto. C'era una parte di me che diceva "Elena scappa, sei fidanzata" ma l'altra parte di me voleva trasgredire, è quello era il momento ideale.
Lasciai che il ragazzo si sedesse accanto a me. Rimasi in silenzio un attimo, dopodiché si presentò. Il suo nome era Alberto. Sorrisi, presentandomi a mia volta.
Alberto comincio a parlarmi un po di lui, e lasciò che parlassi un po di me pure io. Quando gli chiesi che lavoro faceva mi guardo ghignando: "faccio il tuo amante" mi disse, prima di prendermi violentemente per la testa e baciarmi con impeto. Inutile dire che il mio cervello aveva smesso di funzionare. Lasciai che Alberto mi baciasse, e che la sua lingua sgusciasse nella mia bocca frenetica.
Il ragazzo si staccò da me, il respiro affannoso, ma con soddisfazione. Aveva capito che ormai era fatta. Ed io non mi volevo tirare indietro. Lo feci coricare, e mi posizionai sopra di lui, iniziando a leccargli i lobi delle orecchie, e a mordicchiarglieli. Lo stesso feci con le labbra, fra un bacio ed un altro. Con una gamba feci una leggera pressione fra le sue gambe. Sentivo il suo cazzo gonfiarsi sotto la mia coscia, ed ero pienamente soddisfatta.
Sfilai la maglietta ad Alberto, iniziando a leccargli i capezzoli con fare frenetico. Sentivo dei gemiti, ma volevo farlo impazzire prima di arrivare al dunque. Subito dopo, mi tolse l'abitino che indossavo e il reggiseno, lanciandoli a casaccio intorno a dove ci trovavamo. Inizio a leccarmi i capezzoli, che divennero duri, e a mordicchiarmi le tette fino a metterci anche un po di violenza.
In tutto questo, io scesi fino a sbottonargli i pantaloni, e cominciai ad accarezzare quel cazzo duro come il marmo sotto la stoffa delle mutande. Mi infilai con le dita sotto l'elastico e sentii che aveva già il cazzo umido. Gli sfilai i boxer e mi ritrovai faccia a faccia con il suo cazzo. Era grosso, gonfio e completamente eretto. Cominciai ad accarezzarlo con le mani, mentre le sue dita sgrillettavano il mio clitoride da sotto il perizoma. Sospirai di piacere prima di chinarmi sulle sue palle, prendendole in bocca e cominciando a segarlo di buon ritmo. Sentivo il suo respiro aumentare affannosamente e la pressione delle sue dita sul mio clitoride altrettanto. succhiai ancora le palle di Alberto e poi passai al suo cazzo, lo presi completamente in bocca, cominciando a fare su e giù, e sentendolo pulsare fra l mie labbra.
Alberto mi staccò dal suo cazzo e mi spinse violentemente all'indietro. Mi strappò il perizoma e mi spalancò con violenza le gambe, iniziando a leccare le mie grandi labbra, per poi passare alle piccole labbra e successivamente a leccare e mordicchiare il clitoride. Sentivo delle scariche elettriche nella schiena e delle contrazioni vaginali che preannunciavano un mega orgasmo.
Iniziai a gemere quasi urlando, e Alberto si staccò intimandomi "taci troia".
L'insulto, invece che offendermi, aumento la mia eccitazione. Mi sollevai e spinsi lui indietro, lasciandolo coricato sulla schiena. Salii a cavalcioni su di lui, sentivo già grondar dal l'eccitazione la mia figa. Spalancai le gambe, gli presi il cazzo e me lo infilai dentro, iniziando a muovermi ritmicamente. Sentivo i gemiti del suo piacere, ma non ero soddisfatta, volevo essere davvero trattata da troia.
"Fai di me la tua troia" gli sussurrai.
Non se lo fece ripetere due volte. Mi spinse con forza contro il prato, e mi penetrò con tutta la forza e la voglia che aveva in corpo, dandomi delle botte che mi eccitavano a dismisura.
Poi, mi girò a pecora. Mi diede uno schiaffo sul culo e iniziò a penetrarmi nuovamente con vigore. Sentivo il suo cazzo dentro di me e le sue palle sbattermi contro il clitoride. Fu allora che urlai dal piacere e venni.
Lui era invece insaziabile.
"Ah godi eh brutta troia. Ma non è ancora finita"
Uscì dalla mia vagina e senza dirmi nulla mi spaccò il culo con il suo cazzo enorme. Faceva male, ma era un dolore che provocava un mega piacere. Mi penetrò continuando con violenza a schiaffeggiarmi sul culo, e poi usci nuovamente sbattendomi in terra, prendendomi per le gambe e penetrandomi di forza nuovamente. Avevo la figa che bruciava e pulsava ma non avevo mai goduto così tanto.
Sentii poi un calore dentro di me, mi aveva sborrato dentro tutta la sua voglia. Rallento con le botte, mi guardò la figa qualche istante, ormai slabbrata, e ci sputò sopra, prima di coricarsi da parte esausto. Continuai a massaggiarmi da sola il clitoride, iniziando a masturbarmi davanti a lui. Era esausto ma vedevo il suo cazzo rizzarsi di nuovo. Non mi lasciò arrivare da sola che mi scopò ancora con violenza, aprendomi la figa un due. Ma venne quasi subito, sborrandomi ancora dentro.
Inutile dire che quella sera lasciai Alessio e divenni la troia di Alberto. Ad ora lo sono, e mi sto facendo spaccare in ogni buco

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