Amore inappellabile

Scritto da , il 2015-06-25, genere gay

Mi chiamo Enzo e frequento il liceo. Ho un corpo piuttosto sportivo, faccio esercizio due volte la settimana, sono alto un metro e settanta e peso settanta chili.
Il primo giorno di scuola ero una matricola indifesa. La televisione aveva dipinto il liceo come una terra di nessuno ed un'area infestata da attaccabrighe. Con mia sorpresa tutto andò per il meglio. Il giorno era passò ed io avevo incontrato molti nuovi amici. Venne l’ora di algebra, ero in una bella stanza fresca. Trovai un posto vicino ad alcuni vecchi amici in fondo. C'era un posto vuoto dietro di me, quel posto era utile per i miei libri ed il mio zaino.
La settimana passò tranquilla e venne il fine settimana. Il lunedì arrivò più presto di quanto non mi aspettassi, il giorno passò in fretta ed io mi trovai nell’aula di algebra a risolvere un esercizio. Ne ero a metà quando sentii qualcuno entrare. Non mi presi la briga di guardare, poi sentii parlare sottovoce vicino alla cattedra dell'insegnante. In seguito sentii il mio zaino appoggiarsi al mio banco. Qualcuno aveva occupato il posto dietro di me. Ero un po’ agitato ma non potevo occuparmene, dovevo finire in fretta. Cominciai a sentire rumori di respirazione dietro di me. Non erano proprio udibili ma mi irritavano. Aggiungiamo che il mio banco cominciò a muoversi per i colpi che l'invasore stava dando ad una delle gambe della mia sedia. Ora ero incazzato. Avevo finito la mia prova, mi alzai e la portai all'insegnante. Guardai chi era seduto dietro di me. Era un ragazzo che sembrava confuso mentre fissava l’esercizio. Distolsi lo sguardo, mi stava facendo incazzare. Poi finì la sua prova, la campana suonò ed io ero determinato a fargli sapere che mi stava infastidendo; ma lui se ne andò velocemente come se avesse fretta.
Il giorno seguente ci restituirono il compito, avevo fatto tutto giusto e lo feci sapere ai miei amici. Sentii un sospiro dietro di me e pensai: "Uh, quel ragazzo."
Mi voltai e chiesi "Cosa c’è?"
"Oh... Uh... Mi sono preso un 5. " e si nascose vergognosamente la faccia.
Normalmente io sono il tipo adatto a confortare qualcuno ma quel ragazzo mi aveva fatto incazzare. "Oh... Che peccato. Mi spiace." Mentii e mi voltai. L’insegnante ci diede il compito per quel giorno. Era facile. A metà sentii un colpo sulla mia spalla. Mi voltai. "Si?"
"Ehi, umm. Non so cosa fare."
Pensai: "Chi se ne frega." Ma non sono maleducato, così risposi: "Ok, cosa non trovi?"
"Tutto" Lui sorrise e guardò altrove.
"Dannazione" pensai. Ma gli dissi che l'avrei aiutato e guardammo il primo problema. "Oh, questo è facile." Lo guardai: "Devi razionalizzare l'equazione moltiplicando dal... " Lui mi guardò negli occhi. "Il termine di B dovrebbe annullarsi e dovrebbe risolvere fino a..." Non riuscivo ad articolare i miei pensieri! Mi trovai a fissarlo negli occhi, non avevo mai notato i suoi brillanti occhi nocciola. Nello stomaco mi volavano le farfalle, avevo la bocca leggermente aperta, il mio cuore correva. Che sensazione era? Non riuscivo a distogliere lo sguardo. Era passato circa un minuto. Dovevo smettere. "Quindi, questo e quello che devi fare."
"Mi spiace, non ho capito quello che hai detto." e sorrise. Le farfalle svolazzavano. Non potevo fare a meno di sorridergli. No! Dovevo smettere, distolsi lo sguardo.
Finii per spiegargli di nuovo tutto. Questa volta mi concentrai sul suo foglio ma con la coda dell’occhio potevo vedere che mi fissava. Alla fine comprese.
Mi voltai per finire il mio lavoro. Cosa stavo pensando? Cosa stava accadendo? Non riuscivo a trovare una risposta alle mie domande. Sentii un altro colpetto sulla mia spalla. Mi voltai ed il mio stomaco fu di nuovo infestato dalle farfalle. I suoi occhi incontrarono i miei. L'incantesimo fu estasiante, mi fermai e continuai aiutarlo.
Ok, io sono etero, lo sono sempre stato. Ma capivo che mi piaceva veramente quel ragazzo. Credo che questo mi rendedde bisessuale. Così quella notte ho osato guardare un porn gay. Con mia sorpresa non era così sporco come avevo immaginato ma lo tolleravo e ne ero eccitato. Pensai ad Oscar e me mentre facevamo qualche cosa come quello che vedevo ed ebbi un’immediata erezione. Conclusi che ero semplicemente attirato da lui. Lui era alto un metro e settanta e pesava circa 65 chili, indossa vestiti molto gonfi così era difficile capire com’era il suo corpo. Non era grasso ma neppure magro.
Erano passati mesi ed eravamo diventati grandi amici. Lui cominciò ad aspettarmi all’uscita per andarcene insieme. Mi scaldava il cuore vedere la sua faccia mentre mi attendeva. Cominciammo a vederci anche dopo la scuola. Continuavano quegli sguardi strani tra di noi. Accadde un venerdì. Dovevo vedermi con lui dopo la scuola, volevo chiedergli di andare al cinema. Niente di più che “una cosa tra amici”, io volevo solo passare del tempo con lui. "Cosa farai questo fine settimana?" Chiesi nascondendo ansiosamente i miei sentimenti .
"Niente di particolare. Perché me lo chiedie?" Disse sorridendo. Io pensai ‘maledizione sei così grazioso’, ormai avevo cominciato a pensare quanto era attraente.
"Potremmo andare a vedere un film." E sorrisi rivelando le mie fossette.
"Sicuro. Domani?"
"Sì! Haha. Vuoi invitare qualcuno?" la mia voce diventò seria.
"Uhhh. No solo noi."
Avrei voluto sorridere e celebrare la mia vittoria. Ma dovevo celare i miei sentimenti. Lui non doveva sapere, avrebbe rovinato la nostra amicizia.
Il giorno dopo non arrivava mai, ma poi arrivò. Ci incontrammo alle 7 ed era scuro fuori. Lo vidi arrivare e lo chiamai, si fermò e mi venne incontro.
Trovammo un posto nell’ultima fila ed il film cominciò. Era una commedia. Il genere perfetto di film per vedere il suo sorriso illuminarsi. A metà mise un braccio sullo schienale del mio sedile. "Si sta solo rilassando." Pensai.
Cinque minuti più tardi il suo braccio si spostò sopra la mia schiena ed intorno al mio collo. La sua mano stava stringendomi la spalla. Le sue dita carezzavano il mio deltoide. Il mondo si era fermato. Tutte le mie preoccupazioni erano cessate. Tutta la mia cavità toracica si stava scaldando di felicità. Non potevo crederlo. Mi sentivo in pace. I due minuti sembrarono eterni ma non lo erano. Tolse il braccio e mi guardò. "Oh. Mi spiace! Haha non mi ero accorto di quello che stavo facendo." Sorrise. "Ora non farti idee." Disse sarcasticamente.
La mia pace diminuì, pensai spesso a quella volta con lui e mi torturai al pensiero che non fosse un incidente.
Era quasi la fine dell'anno, stavano per iniziare le prove finali, erano facili, non richiedevano alcuno studio ulteriore. La settimana prima delle prove Oscar mi aveva contattato, aveva bisogno di un compagno di studio ed io accettai.
Avevamo deciso di incontrarci sul campo della scuola il fine-settimana. Il tempo era nuvoloso e c’era vento. Io non avevo portato la giacca. Quando arrivai Oscar mi stava aspettando seduto su di una panca. Indossava la sua giacca marrone preferita.
Rise quando mi vide a braccia nude. Gli assicurai che stavo bene ma mentii, stavo gelando! Tentai di non mostrarlo. Quando cominciai ad istruirlo, la mia bocca tremava. Lui ridacchiò e si tolse la giacca, si mise dietro di me e me la mise sulle spalle. "Mettitela." Disse.
"E’ un po’ gay."
"Non è il caso, mettitela. Per favore." Lo ascoltai.
"Ora le idee mi si schiariscono." E ridemmo. Sentivo il profumo della sua giacca, era di lavaggio recente, un che di detersivo, mi stava calmando.
Feci lezione per un po’, le iperboli erano il suo punto debole. Lo guardai e fui intrappolato nel suo sguardo, uno sguardo più forte del solito, sentii che dentro c’era la sua anima. Pura e gentile. Notai con la coda dell’occhio che la sua mano era arrivata più vicino al mio braccio invece di rimanere appoggiata alla panca. Lui si chinò molto lentamente, io non capivo cosa stava per fare. Ero indifeso. Involontariamente mi piegai. Lui afferrò la mia nuca e la strofinò. Io afferrai piano la punta del suo mento. Finalmente potevo sentire il suo alito sulle mie labbra. Chiusi gli occhi. Le nostre labbra si incontrarono.

2

Le nostre labbra si erano incontrate. Volarono scintille. Anche ad occhi chiusi vedevo il’arcobaleno. Le farfalle nel mio stomaco si erano trasformate in uccelli. Ci baciammo così due volte. Lui aprì gli occhi mentre lo facevo anch’io. Ci guardammo. La sua faccia sembrava sorpresa. Felice di avermi baciato. Sorrise. Non potevo desiderare di più. Lo presi nelle mie braccia. Lui mi prese nelle sue. Ci baciammo violentemente ed appassionatamente. Il mio respiro accelerò. Vidi che ambedue stavamo ansando mentre ci baciavamo. Questo aggiungeva calore.
Poi lui cominciò a strofinare le mie braccia. Le sue labbra stavano baciando le mie guance. Lentamente cominciò ad abbassarsi fino a baciare il mio collo. Si fermò là e cominciò a succhiarmi il collo. Io gettai indietro la testa. Questo mi aveva dato l’erezione più dura che avessi mai avuto. Lui continuò a baciarmi il collo. Le sue mani cominciarono a cercare la mia pancia. Si avvicinò sempre di più finché non toccò la mia erezione attraverso i pantaloncini. Io mi ritirai, aveva spedito brividi lungo la mia spina dorsale. Cominciai a baciare il suo collo. La sua pelle era tremendamente fredda. Quando mi aveva dato la sua giacca aveva accettato di gelare. Poi cominciai a tastargli lo stomaco e lo trovai duro. Sotto tutti i suoi vestiti larghi aveva dei bei muscoli.
La mia mano arrivò al suo cazzo, sentivo il calore irradiare dai suoi pantaloni. Lo strofinai. Lui si lamentò e cominciò a togliermi la giacca. Mi venne freddo. Lui lo notò e mi tenne più stretto. Cominciò a baciare il mio torace attraverso la camicia e si abbassò finché non arrivò alla vita. Alzò la camicia e cominciò a leccarmi gli addominali facendomi venire la pelle d’oca su tutto il corpo. Mi slacciò i pantaloni facendoli scendere a metà strada e si inginocchiò. La zona del mio pene cominciò a raffreddarsi rapidamente. Lui afferrò il mio uccello attraverso i boxer, la mia erezione era completa e pronta, 17 centimetri intonsi. Lui sorrise e l'annusò, poi strofinò il naso sull'asta del mio pene.
Capii cosa stava per accadere, cominciò a leccare la mia asta. Io mi lamentai di piacere completo ed assoluto, il mio cazzo pulsava. Oscar prese il mio pene nella sua bocca. Era così caldo! La temperatura contrastava con quella esterna e la sua bocca era un paradiso. Ruotò la lingua intorno al mio uccello nella sua bocca, cominciò a salire e scendere, lentamente. Poi aumentò la velocità, mi stava succhiando sempre più velocemente. Aprii la bocca e gettai indietro la testa. Stavo per sborrare. Oscar rallentò, non riuscivo a trattenermi. Contrassi le dita dei piedi e sparai come non l’avevo mai fatto prima. Sparai quattro fiotti di succo di ragazzo caldo nella sua bocca. Ero in paradiso! Era sublime. A questo punto l'estasi governava il mio corpo... Lo sentii mormorare: "mmmmm." Tenne la bocca sul mio cazzo mentre ingoiava. Quando ebbe finito cominciò a baciare il mio seme, salì e cominciò a leccare e giocare con l’ombelico.
Si avvicinò sempre di più alla mia faccia. Non glielo permisi, mi alzai e mi sedetti sulla panca. Mi misi rapidamente i pantaloncini, lo guardai e sorrisi mentre cominciavo ad alzargli la camicia e strofinare il suo uccello coperto.

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