La spiona 1

Scritto da , il 2015-06-25, genere dominazione

L'altra sera ero seduta comodamente a tavola con i miei e sento che suona il telefono.
Francesca la mia amica di Trieste mi chiede se potevo andare da lei il giorno dopo. Insomma le faccio presente che prendere il treno e correre da lei non si sa per che cosa non era proprio
il massimo dei miei programmi. Lei si mette a piangere e io cedo, anche perchè da poco si era mollata con il suo ragazzo. Insomma a che cosa servono le amiche, anche se Francesca da brava fighetta ti
chiama solo quando ha bisogno. Ma se chiama me la cosa deve essere grossa. Insomma biondina, non troppo alta ma simpatica e con un struttura niente male, il coso lo aveva fatto alzare a più di
qualcuno nel mio giro. Intanto la stronza (io) faceva il palo e lei si divertiva.

Grazie a Dio io studio in una città diversa. L'eterna seconda proprio non fà per me.

Arrivo a Trieste il giorno dopo e me la trovo ad aspettarmi in stazione. La vedo invacchita con un paio di occhiali anticoncezionali che mi si gela il sangue. Meglio prendere il toro (in questo caso la vacca) per le corna.
- Francesca amore mio cosa ti succede, hai la faccia di una che è finita sotto il treno.
- Vieni, andiamo a prendere qualcosa sono cinque giorni che continuo a piangere.
- E per via di Marco (il suo ex).
- Sì ma non solo.

Arriviamo al bar e mi spiega che Marco l'ha mollata perchè le cose non funzionavano più tra di loro. Diceva che Francesca era scostante e che era diventata fredda nei suoi confronti, ma il
problema era che, non sapeva come, pochi giorni prima Marco aveva scoperto il perchè ti tanta freddezza.
- E'un casino. E' un casino io lo amo ancora ma lui non capisce che le circostanze...
- Francy quali circostanze Cara ?? (e che cazzo smettila di fare la bambina, mi sono sciroppata due ore di treno con due anziani che parlavano di continuo della cacca del nipotino)


- Sai che faccio la magistrale e che vorrei finire, così ho cercato di ingraziarmi uno dei docenti facendo la spia su quello che dicevano di lui alle sue spalle. Non è carino lo so ma questo è un cretino totale, che non si sa come è ordinario, e io volevo superare il suo esame idiota con un bel voto.
E' un vecchio terrone madonna avrei dovuto pensarci prima.
- Pensare a che cosa ? (daiiiiiiii.....)
- Insomma dopo che ho fatto la spia, lui fà il serio e dice che la cosa può avere degli aspetti disciplinari, io mi cago sotto, anche perchè fare la spia è un conto, un altro è essere sputtanata
in tutta la facoltà come spia. Cerco di fargli capire che io avevo solo cercato di essergli utile, al che lui mi guarda e mi dice che quello che volevo era solo passare l'esame. Si alza dalla sedia
mi viene dietro e mi afferra le tette e mi stringe a sè, sento il suo arnese duro e grosso che spinge sul mio sedere. E mi spiega con voce calma, che ora se volevo il mio bel voto dovevo
guadagnarmelo.
- Ma tu lo hai mandato a cagare ? (domanda di prassi, scusate ma mettetevi nei miei panni dovevo mantenere il ruolo di quella che ha capito tutto, anche se la fighetta pensava già ad altro)
- No. Mi sono inginocchiata gli ho aperto la patta dei pantaloni e l'ho tirato fuori in silenzio.
Grosso due volte quello di Marco, un po' puzzolente magari, e scuro come quello di un mulo. Non ho capito più niente e ho cominciato a leccargli i coglioni, la cappella e me lo sono ficcato in gola.
Era una roba pazzesca aveva un sapore di selvatico terribile. Mi sono cominciata a eccitare.
Mi piaceva da morire lo volevo nella micia, volevo il mio bel voto.
- Cavolo e poi ?
- Ha chiuso la porta, mi ha tolto le mutandine e guardandomi con uno sguardo terribile me le ha messa in bocca dicendomi "Urlerai bambina perchè questo coso ti apre in due davanti e dietro"
- Cazzo sarai scappata sei vergine di dietro, lo volevi tenere per Marco quando vi sareste sposati.
Lei mi guarda e vedo due lacrime che lente scendono dagli occhi marroni.

- Ero ... vergine. Mi ha scopato per 45 minuti in tutte le posizioni, alcune io non le avevo mai provate.
Mi ha impalata tenendomi per le gambe in braccio, in pratica si faceva una sega con me.
Era surreale nel silenzio dell'istituto si sentiva solo il suo e il mio ansimare. Sono venuta una, due, tre volte. Mi ha aperto per bene e io pensavo che presto avrebbe smesso, che si sarebbe fermato
e invece niente. E' riuscito a entrarmi dentro a fondo e io non sapevo neanche più dov'ero.
Pensavo a Marco e godevo, godevo e ancora godevo. Mentre mi apriva guardavo i suoi peli bianchi e invece di provare schifo ne volevo ancora. Poi si è fermato e solennemente mi ha detto che era venuta
l'ora di passare dal 27 al 30.
- Ho capito, ma poi lo hai preso il trenta.
- Si, non ho mai provato una cosa del genere. All'inizio ho urlato mordendo le mie mutandine ma poi è stato meglio che davanti,
mi sono sentito una troia ma è stata una cosa incredibile.
- Va bene ma poi mica glielo hai detto a Marco.
- Cero che no, il fatto è che non mi fregava più niente del voto volevo solo farmi sbattere.
- Vuoi dire che sei tornata dal vecchio ?
- Per due settimane ogni martedì e giovedì. Marco non si è accorto di nulla, neanche quando la domenica sono andata sulla sua barca con i suoi amici.
- Suoi amici ?
- Erano in cinque, quando sono tornata a casa non mi reggevo più sulle gambe. Mi hanno sbattuta a turno per tutta la domenica.

- Ma Marco possibile che non si fosse accorto di nulla.
- Non mi lasciavo più toccare. Avevo paura che si sarebbe accorto di quanto ero aperta e poi dopo quella domenica si deve essere rotto e mi ha mollato. Avevo detto di essere a casa ma quando ha chiamato per telefono, mia madre gli ha detto che ero fuori. Ha pensato che avessi un altro e mi ha mollato il lunedì.
- Capito. Ma il problema qual'è ora ?
- Uno dei cinque è il cugino di un amico di Marco e la cosa è venuta fuori. Mi ha telefonato insultandomi, dicendomi che sono una vacca, una troia.
- E tu ?
- L'ho pregato di perdonarmi, mille volte ma niente da fare.
- Merda che roba. Mi sa che hai una carriera di fronte.
- Quella della puttana vuoi dire.
- Ti vedo già dottoranda in informatica poi chissà se ci sai fare...
- Simo tu sei una cagna e Marco mi ama ancora lo so.
- Me lo prendo io. Seria, affidabile, studiosa e amante della famiglia. (sorriso bastardo che cavolo!)
- E tanto stronza oltre che sfigata.
- Ma insomma cosa vuoi da me ?
- Dopo avermi smerdato per mezzora e riattaccato, ieri Marco mi ha chiamato per dirmi che dovevamo essere pari prima di rimetterci insieme.
- Cosa vuoi che vada a letto con Marco ? Sei fuori !?
- No l'idea è un altra. Sa che ti stò sulle balle. Per questo ha voluto che ti chiamassi.

Dicendo queste parole Francy abbassò lo sguardo e fisso il pavimento per alcuni secondi.
La cosa si faceva interessante anche se Marco mi era sempre piaciuto e sapere che per me non c'era trippa
per gatti (anzi per la mia gatta) non mi esaltava proprio per dirla tutta. Ma vediamo mi sono detta.

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