Buon compleanno

Scritto da , il 2015-05-20, genere etero

Si stava approssimando la data del compleanno del mio compagno e come spesso accade in questi casi non so mai cosa regalare, per non scadere nel banale.
Chiedi alle amiche, consulti riviste... Niente!
Ma una sera per fortuna, trovai la soluzione.
Eravamo sul divano e lui stava trafficando col cellulare, quando:
"Guarda qui, che vacca! Eri splendida!"
Cavolo, si trattava del filmino che un paio di settimane prima aveva girato a casa di Ivano mentre l'amico mi stava scopando selvaggiamente.

"Lo sai che vedere la tua espressione beata mentre scopavi, mi fa arrapare?
Certo che avere a disposizione due bei cazzi mette di buon umore non trovi, cara?
E poi tutto quel bendidio da mangiare. Che festa!
Ma guarda qui...quanto sei troia...è? Dimmelo. Dai, vieni qui! Me lo hai fatto diventare duro."

Ciò detto si slaccia i pantaloni mostrando sotto gli slip qualcosa di grosso.
Non sono una che tergiversa e non mi faccio pregare se qualcosa mi attira e mi piace, e il cazzo del mio compagno è appunto una di quelle.

Sfoderatolo dallo slip e dopo averlo ammirato per qualche secondo me lo sono letteralmente ingoiato, lentamente, a bocca spalancata sono calata verticalmente fino a lambirne i coglioni con la lingua per poi risalire risucchiandolo come un ghiacciolo e poi ancora...e ancora...e ancora.
Mentre succhiavo e lappavo con la mente andavo a quel filmato e fu lì che mi venne l'idea.
Ma intanto...Bum! In quel preciso momento i suoi coglioni scaricarono sul mio viso una vischiosa ghirlanda di sperma.
Ne aspirai per un attimo il profumo mentre con il polpastrello convogliavo quel nettare gustandolo sulle labbra.
Ora però toccava a me. Mi sfilai le mutandine e salii sul divano piazzandogli la mia pesca fradicia sulla faccia. Roteando il bacino mi beavo del lavoro di lingua che stava facendo: era un vero portento.
Dopo circa dieci minuti di quel trattamento mi fece scendere ponendomi a novanta, mi allargò le chiappe e riprese a leccarmi con foga sia il culo che la fica.
Era insaziabile, Arturo e l'uccello gli era ridiventato duro.
Mi reputo molto fortunata ad averlo accanto e vorrei poterlo accontentare. Sempre!
Per fortuna ora sapevo cosa regalare ad un uomo così.
Cenetta intima per due tanto per cominciare.

Due giorni dopo fissai un appuntamento con un servizio di catering per definire il menù della cena a casa mia.
Non volevo cucinare e sopratutto mi volevo dedicare completamente al mio uomo.
Il giorno del compleanno ogni cosa era al suo posto: tavola, candele, servizio buono, spumante in fresco.
Mezz'ora prima dell' arrivo di lui squillò il campanello.
Come convenuto era Veronica, mandata dall' agenzia per aiutarmi in questa serata speciale.
Mentre sistemiamo le varie portate da servire in tavola, facciamo conoscenza.
25 anni, studentessa di sociologia abruzzese, alta, mora; un po' in ritardo con alcuni esami causa il lavoro per pagarsi l'affitto e l' università.
Indossa un completino semplice, grigio, sopra il ginocchio un grembiulino bianco orlato di pizzo a completare la divisa.

Quando finalmente arriva Arturo rimane interdetto nel vedere la ragazza, forse pensava ad una cenetta a due, ma è un attimo, le va incontro sorridente porgendole la mano.
"L'ha mandata l'agenzia per aiutarmi a preparare la serata." Incalzo io.
Fatte le presentazioni di rito, ci accomodiamo a tavola e mentre Veronica serve, io alzo il calice e brindo al mio uomo.
La cena è un successo e alla fine mi accomodo sul divano per gustarmi in santa pace due pasticcini e sorseggiare un po' di spumante.
"Veronica! Venga. Si tolga il grembiule e favorisca un po' di dolce!"
"Grazie. Volentieri!"
Volgendomi la schiena si china lentamente verso il vassoio dei dolci, senza piegare le ginocchia, mettendo così in mostra, quasi sotto il mio naso, il suo lato B, stupendo e senza mutandine.
Sono etero ma un bel culo è pur sempre un bel culo anche se incornicia una bella fica.
E io non mi lascio sfuggire l'occasione.
Lei caccia un gridolino quando la branco per i fianchi e affondo il muso e la lingua in quel paradiso.
"Roberta!! Ma che sta succedendo?" Urla Arturo esterrefatto dalla cucina.
"Tranquillo caro, non ti agitare." Bofonchio io. "È il tuo compleanno."
E riprendo a grufolare.
Veronica dal canto suo sembra gradire: sculetta e guaisce contenta come una cagnolina.
Con la coda dell'occhio vedo il mio uomo sempre sulla porta di cucina confuso e perplesso sul da farsi; ma so io come toglierlo dall'imbarazzo:
interrompo il delizioso dessert a cui mi stavo dedicando e gli vado incontro mentre mi sfilo l'abito e resto in due pezzi.
Lo bacio in bocca e con la mano a coppa gli massaggio il pacco, gli estraggo dai pantaloni l'attrezzo già bello tosto e tenendolo saldamente per quella parte lo accompagno verso la ragazza.
"Veronica, che ne dici? Ti piace un cazzo così?"
Come risposta la ragazza gli si inginocchia davanti e, risucchiatolo tra le labbra inizia un sapiente e antico gioco di lingua.
Mi vien da ridere nel vedere l'espressione basita di Arturo mentre gli lancio, complice,
una strizzata d'occhio.
Intanto, tolto il reggiseno e gli slip resto solo con le autoreggenti e vado sculettando verso la camera da letto facendo loro segno con l'indice di seguirmi.
Ho una fornace che brucia lì, in mezzo alle cosce; vorrei chiavare fino allo sfinimento, ma per ora, gli assi sono tutti in mano alla fanciulla.

Una volta distesi infatti Veronica riprende meticolosa il lavoro interrotto mentre io mi pongo a cavalcioni sulla faccia del mio uomo almeno per una ripassata alla fica.
Brividi di paradiso mi trapassano il cervello quando la sua lingua mi stuzzica il clitoride.
Ora anche la ragazza gli è sopra e sta lentamente accucciandosi con la figa sopra una ventina di centimetri di cazzo duro.
Siamo una di fronte all'altra; incrociamo gli sguardi e le lingue in lascivi, profondi baci.
Sotto di noi Arturo farfuglia e mugola...e a ragione:
Veronica sgrana le pupille per la sorpresa mentre calde siringate di sborra le allagano l'utero.
Sfilandosi l'uccello dalla passera calda dà la stura a cremosi fluidi che tracimano sul lenzuolo.
"Ora ho proprio bisogno di una doccia." Dice rassegnata.
Mentre si dirige verso il bagno, il gioco ora passa a me.
Imbocco ciò che resta dell'orgogliosa mazza del mio stallone raccogliendo meticolosamente con la lingua ogni goccia del nettare salmastro che la ricopre; risucchiando rumorosamente anche quello finito sul lenzuolo.
(Quando la Roberta si arrapa anche questi gesti apparentemente disgustosi, diventano lecita devozione al dio Priapo.)
Orbene, nonostante i miei sforzi e la buona volontà il pisellone fatica alquanto a ritornare in forma per essere riutilizzato. E io non intendo rinunciarci!
Mi accoccolo sopra di esso, con l'ostrica umida inizio a massaggiarlo avanti e indietro, poi con due dita mi slabbro la passera e..."psss, psss" alcuni secondi dopo un gocciolio prolungato che si muta di colpo in uno zampillo e poi in un lungo scroscio dorato di urina bollente che dirigo sapientemente dal prepuzio allo scroto, sotto al quale si va formando un laghetto caldo. (Per fortuna ho messo sul materasso una traversa d'incerata)
"Amore! Sei molto più porca di quanto credessi. Ma mi piace da impazzire, continua. Dai!"
La terapia unita ad un rinfrancante bocchino comincia a dare i suoi frutti; ora ho di nuovo fra le mani un'arma impropria.
Quando riappare Veronica.
(Porca puttana. Proprio adesso dovevi saltare fuori?)
"Signora. Io avrei finito, col suo permesso andrei..."
"Certo, arrivo subito, ti accompagno."
"Allora? Quanto vi devo?"
"Per tre ore e mezza...sono 450."
"Ecco. E complimenti per la professionalità. Grazie ancora e...arrivederci, non si può mai sapere."
Rientro in camera dove Arturo nell'attesa tiene desto l'arnese masturbandosi.
"Buon compleanno, pisellone mio. Allora? Hai gradito il mio regalo?"
"Come?...Quale regalo?...Chi? Quella?
E io che credevo fosse solo una cameriera un po' troia che casualmente avevi fatto arrapare?"
"No mio caro, è una di "quelle". Sei proprio ingenuo, pistolone mio!"
"Una escort? Cazzo! Amore, ma dai! Chi l'avrebbe mai detto...
Ma tu sai essere sempre all'altezza; piena di risorse e di fantasia.
Sono senza parole. Allora...che dire...grazie davvero, è il regalo più bello!
Ma ora vieni qui! C'è qualcun altro che ti vorrebbe ringraziare...a modo suo."
"No caro, mi dispiace ma sono un po' stanca. Devo anche cambiare il lenzuolo. Rimandiamo tutto a domani ok?"
Il suo silenzio imbronciato non lasciava dubbi su come l'avesse presa ma dopo tutto non aveva molta scelta.
Mentre lui sconsolato era sotto la doccia io, cambiato il lenzuolo e indossato un baby-doll di raso grigio senza niente sotto, mi sono infilata nel letto girandogli la schiena e cercando di dormire.
Cosa ardua perché Arturo non molla facilmente la presa; infatti, una volta rientrato sotto il lenzuolo lo sento accostarsi lento, sollevare l'orlo del baby-doll sopra le natiche per poi cercare, con la cappella bella dura una via d'accesso per il paradiso.
A questo punto ho dovuto cedere anche perché mi era rimasta ancora addosso una smodata voglia di cazzo.
Veder chiavare il tuo uomo da un'altra donna...insomma...
Così sollevo la coscia destra per spianargli la strada. La mia prugnona è viscida di voglia.
"Che figa meravigliosa hai. Da vera scrofa."
"Ti piace così tanto?"
Per tutta risposta, violento, mi sprofonda dentro fino ai coglioni.
"Dio! Finalmente! Ohh Sii!" Ora sto veramente volando in paradiso.
"Buon compleanno, amore!"



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