Per complicità o per colpa di mia figlia Alessia

Scritto da , il 2015-05-20, genere incesti

Da circa due anni vivo con mia figlia Alessia e pur abitando con la persona più cara che mi è rimasta, la convivenza è sempre difficile, per adattarmi, ho dovuto cambiare le mie abitudini, rinunciare alla mia intimità, soprattutto per la presenza di Roberto, mio genero.
Il marito di mia figlia, mi vuole un gran bene e con lui vado veramente d’accordo, tra di noi si è instaurato un rapporto confidenziale e di grande amicizia, tanto da chiamarmi per nome e non mi sono pentita di essermi trasferita da loro dopo la scomparsa del mio caro e amato marito.
Mi chiamo Simona ho appena compiuto 53 anni, non sono bellissima ma, il mio corpo non è ancora da disprezzare, sono un po in carne e ho due belle tette, grosse e piene, per non parlare del mio sedere apprezzato e ammirato da molti uomini, qualche giorno fa, ho sentito i commenti coloriti di alcuni ragazzi ancora acerbi, si e no potevano avere non più di 18 anni “ cazzo che culo” e mi ha fatto molto piacere sapere che alla mia età posso far palpitare giovanissime verghe.
Alessia è sempre stata una ragazza dolcissima ma, vivendo con loro, ho scoperto subito il lato oscuro del suo carattere, una donna dal doppio volto, da agnellino repentinamente e per un non nulla, mutava in un odiosa vipera, arrogante e prepotente.
È lei che in casa porta i pantaloni, è lei che domina che comanda, insospettabile, dietro il sorriso di una moglie affettuosa, premurosa, fatta di moine, paroline dolci, si nasconde, tutta la sua aggressività tanto che quando è arrabbiata, quel povero ragazzo, lo costringe a girare completamente nudo per casa umiliandolo per i suoi attributi da mini dotato, specialmente quando io sono presente.
“Certo che l’uomo nudo non fa arrapare, poi con quel gingillo c’è poco di che gioire” Umiliato e offeso sul suo amor proprio, su quello che ogni uomo ha di più caro e ha di che vantarsi, la sua virilità, a testa bassa subiva girando per casa con il cazzo moscio, penzolante tra le gambe, lasciando che sbatacchiasse da una parte all‘altra.
Roberto è timido, riservato, direi coglione da quanto è buono, subisce un po troppo ma, l’indole autoritaria di Alessia, lo ha soggiogato, rendendolo remissivo e sottomesso, troppo femmina per lui.
Roberto invece è proprio un bel fusto, due spalle larghe una muscolatura possente anche se non è palestrato, un bel culetto tutto da strizzare e non c’era niente da dire sul pisello che in condizioni di riposo era lungo e largo.
È proprio un gran bel vedere per una donna vogliosa di cazzo, tra la malattia di mio marito e due anni di vedovanza, ero in astinenza da almeno quattro anni.
Vederlo girare per casa nudo come un verme, è tremendamente imbarazzante, forse sono io la più turbata, tengo lo sguardo basso per non guardarlo ma, non riesco a farne a meno, lo mangio con gli occhi, mi ritornano in mente i bronzi di Riace ma, il suo pendaglio è ben più grosso facendomi desiderare penetrazioni selvagge.
Alessia incalza, “diglielo anche tu che con quel pisellino non fa godere nessuno” A malincuore lo umilio, ne derido quello che invece desidero, bramo, “Cosa fai, gli porti dei veri maschi per soddisfare le sue voglie?” “ Con quel giocattolino non riesci neanche a farla eccitare, non è che sei frocio e lo pigli nel culo?”
Quando gli parlo o meglio quando lo insulto con le mie cattiverie, tiene gli occhi bassi come se avesse paura di guardarmi in faccia, capisco l’umiliazione che deve provare e mi vergogno di me stessa, trattarlo in quel modo ignobile, ma per calmare Alessia, quello era l’unico sistema e l’avevamo capito sia io che Roberto.
Una Mattina, mi vedo passare davanti quel fustacchione con il cazzo in tiro, rimango a bocca aperta è fantastico, grosso da far paura, nodoso, leggermente storto con la cappella ben pronunciata.
Inusuale per lui, come mai quell’eccitazione, forse Alessia l’aveva stuzzicato? “Sei un porco, presentarti così di fronte alla mamma” “Mi fai schifo” Non era stata lei ed era molto contrariata.
Aveva anche i coglioni molto gonfi, penzolavano più del solito ed erano ben evidenti, tanto da incuriosire Alessia che allungando la mano è andata a controllare quanto erano pieni di desiderio.
“Ha due coglioni, grossi come otri, toccaglieli mamma, senti come li ha gonfi il porco”
Mi mordo le labbra per non urlare di gioia, quale stupenda occasione, con una mano, gli prendo le palle e le palpo, le soppeso, mentre con l’altra gli afferro il cazzo e lo stringo nel pugno, è duro, molto duro, era da tanto che non sentivo più quella consistenza, che bendiddio, non volevo però che Alessia si accorgesse del mio desiderio e dopo averlo scappellato ho mollato la presa.
Vederlo di fronte a me, con quel cazzone da sogno, mi aveva eccitato enormemente e quando la notte pensavo a lui, ho iniziato a sognare quel bastone nodoso, era la mia ricorrente fantasia erotica, non posso fare a meno di toccarmi, sono eccitata da quello che ho visto e sentito nella mano, senza rendermi conto mi masturbo con le dita dentro le mutande.
Passavo i giorni a tormentarmi il clitoride, seduta sul letto con le cosce aperte, mi masturbavo davanti allo specchio guardando il mio corpo e cercavo di capire se erano molto evidenti, gli inevitabili segni dell’età, mi chiedevo se potevo piacergli, se ancora potevo essere desiderabile, per lui mi sarei trasformata nella sua puttana.
Mi sditalinavo selvaggiamente, penetrandomi profondamente con due, tre dita mentre con l’altra mano pigiavavo sul clitoride scoperto, in senso rotatorio, in su in giù per eccitarlo e farlo sporgere come un cacchietto in erezione.
Roberto era nella mia mente ma, erano solo fantasie morbose, niente di più, ravvivate ogni tanto dalla sua presenza in abiti adamitici.
Il destino, senza saperlo, mi avrebbe cambiato il corso della vita, difatti una sera, come da copione, mi sono adagiata sulla mia poltrona preferita per godermi in tranquillità qualche spettacolo televisivo, Roberto di fianco sul divano consultava televideo per vedere quali erano i programmi della serata, quando arriva Alessia, non so se dire se vestita o svestita, so solo che era stupenda, sensualissima, indossava una vestaglia lunga, in pizzo nero, trasparentissima, mostrava senza reggiseno due magnifiche tette non molto grosse ma, in forma strepitosa, mi hanno colpito le sue scarpe in vernice rossa dal tacco a spillo altissimo, le calze nere attaccate ad un reggicalze, ed una micro mutandina abbinata che metteva in risalto un culetto da sogno.
Alessia si siede sulle gambe di Roberto, si baciano, lui le mette una mano sulle cosce, si spinge più in alto incontra la figa sulle mutandine, stanno limonando pesantemente.
Si comportano come se io non ci fossi, disinteressandosi della mia presenza, gli strusciava le poppe sulla faccia mentre con le mani gli abbassava la cerniera dei pantaloni, tirò fuori un bel bastone in piena erezione e iniziò a segarlo mentre iniziavano a spogliarsi, con la mano gli stringeva il cazzo, di fronte a me, senza ritegno, Roberto gli morde i capezzoli, li succhia, con le mani gli artiglia le chiappe, non so cosa fare, osservo Alessia che geme, sono impietrita ma la scena mi eccita, mi fa divampare la libidine, devo avere lo sguardo arrapato, involontariamente mi tocco le tette, ho i capezzoli turgidi, tesi all’eccesso, voglio scappare ma non ci riesco.
La scena è interminabile, continuo ad osservarli allupata, con la bava alla bocca, ho una voglia matta di toccarmi ma, non ho il coraggio di farlo davanti a loro.
Alessia gli scivola tra le gambe, pigliandogli il cazzo in bocca, lo fa scivolare profondamente insalivandolo a dovere, quando risale vedo quanto è bagnato, lucido di saliva, lo stimola facendogli roteare la lingua sulla cappella congestionata e di proporzioni enormi.
Quando mi ha rivolto il suo sguardo, Alessia mi ha pizzicato in piena tempesta ormonale, con le gambe larghe e la fica che ribolliva infradiciando le mutandine, avvampo dalla vergogna, “Unisciti a noi se ti va” La sua voce è rauca, piena di eccitazione, mi ha beccato allupata, mi giro per andar via, ma lei insiste “Dai mignottona che ti stai srodolando nelle mutande, vieni qui”
Mi alzo con le gambe che tremano, intorpidita nei riflessi, voglio partecipare ai loro giochi, faccio uno sforzo per dominarmi ma, l’eccitazione gronda nelle mutande, ed inconsapevole di quello che stavo per compiere, mi avvicino ad Alessia e la bacio in bocca, un modo per dirgli grazie del magnifico dono che mi stava offrendo, non è sorpresa, mi getta le braccia al collo e mi porge la lingua, lascia che la ciucci, ci slinguiamo, le nostre lingue si cercavano, e come se si cercavano, frugano una nella bocca dell’altra, con passione e strette, strette, ci teniamo abbracciate, ci accarezziamo.
Un gesto che non so spiegarmi che non avevo mai pensato di fare ma mi piaceva, mi spogliava e continuava a baciarmi, le tette mi saltano fuori, le accarezza, stimola i capezzoli tra i polpastrelli.
Nella sua bocca sento il suo dolce sapore, ma anche quello acidulo del cazzo di Roberto, inebriante e vado in delirio.
Le mani di Roberto finiscono sotto la mia gonna, mi palpava le cosce, risalendo verso le mutande, me le sfila che sono strabagnate, la figa è una fontana, le sue dita frugano dentro, profondamente, facendosi spazio tra le labbra aperte dall’eccitazione, ho un attimo di sbandamento, sussulto, non capisco più niente.
Mi giro, bacio anche lui, la sua lingua fruga , esplora la mia bocca, guizza freneticamente, anche la mia si muove sulla sua appassionatamente, si intrecciano si cercano, allungo la mano sul pene, è durissimo lo smanetto avanti e indietro.
Alessia ha la gnocca completamente rasata, liscia e vellutata come un petalo di rosa, è invitante, mi tira per i capelli avvicinando la mia faccia sul quel bocciolo ancora chiuso, e comincio a leccarle la figa, a ciucciarle il clitoride, sono impacciata, non ho mai leccato una gnocca ma, lo sento indurirsi, sotto i colpetti della mia lingua, geme, mi struscia le figa in bocca, le labbra si aprono e la mia lingua entra in lei tra le pieghe sugose delle sensibilissime carni.
Ha le gambe oscenamente aperte, posso vedere la sua bella figa aperta, tanto da poterne ammirare l’interno fradicio di un nettare vischioso, il suo profumo è eccitante, dolce come il miele, il suo piacere mi entra in bocca, lo assaporo, lo bevo, è buonissimo.
Incesto su tutto il fronte, non ci potevo credere, fare sesso con mia figlia e mio genero,
sto lesbicando con la mia piccina, li inginocchiata ad assaporare il frutto del suo piacere e sto per concedere tutto a mio genero, le sue dita frugano nel culo, sditalinandomi con vigore, mi penetrano la figa con due tre dita e godo, urlo e mi dimeno come un‘indemoniata.
Ci invertiamo, Alessia si accuccia tra le mie gambe, con la lingua contro il mio clitoride, è ora lei a mordicchiarmi, una sensazione celestiale, sento le campane e non posso trattenere dei lunghi gemiti di piacere, mi lecca culo e figa, si sofferma a mordicchiare il clitoride, lo succhia avidamente, salto mi contorco, sono fuori di testa e il primo orgasmo è intensissimo ed accompagnato da un grido carico di lussuria.
Roberto è stato troppo tempo ad ammirarci, ne ha voglia, mi cavalca sedendosi sulle mammelle e mi porge il cazzo lisciandosi la cappella sulle mie labbra, come lo imbocco, gli sfugge un muggito prolungato di evidente soddisfazione, gli ho preso il cazzo tra le mani e ho iniziato a leccargli l’asta, indugio sulla cappella per poi infilarmelo in gola, succhio da vera maiala, massaggiandogli contemporaneamente anche le palle, voglio farlo sborrare nella mia bocca e farmi riempire dal suo seme e da come ci ha rigonfi i coglioni, mi aspetto una sborrata abbondante, da farmi soffocare.
Le sue mani scorrono sul mio corpo, mi strizza le mammelle, i capezzoli, il suo modo di accarezzarmi è ben diverso da quello di Alessia è più rude ma la figa mi si bagna come mai prima mi era capitato.
“Dai fammi vedere come il bastardo ti rompe il culo” Il terrore si impossessa di me, la sua nerchia, è molto grossa, ben diversa da quella di mio marito e ho il culetto vergine, a quel buon uomo del mio sposo, avevo concesso al massimo di violarlo con un dito e molto raramente.
Voglio sentirlo dentro di me, da troppo tempo sono in astinenza, gli spalanco le cosce, prima lo voglio nella fica devo placare la mia voglia repressa.
Gli afferro il cazzo e lo appoggio sulla gnocca, una spinta secca ed è tutto dentro, urlo dal piacere, si muove lentamente per affondare quando con le palle è vicino alle chiappe, facendomi sentire la cappella sbatacchiare sull’utero, divino, mi divincolo, non so stare ferma è bellissimo godo come una vacca in calore, ho subito il secondo orgasmo, mi piglia con calma esasperante ma, quel colpetto finale, mi fa provare un piacere mai provato, ora mi sento pronta per penetrazioni più impegnative e dolorose, almeno una volta nella vita, devo farmi riempire il buchetto.
Mai nessuno prima era riuscito a mettermelo nel culo, ero sfinita, terrorizzata, dalla paura di essere presa, in un rapporto fatto di dolore, lacrime e sangue ma lo volevo dentro e Roberto poteva approfittare della mia debolezza di quel momento, mi sarei concessa senza obiettare, sottomessa alle sue voglie, al desiderio di Alessia di vedermi sfondare il buchetto.
Alessia mi legge nel pensiero e mi fa mettere di fianco, mi solleva una gamba, in modo da vedere il cazzo del marito sprofondare nel mio culo e godersi lo spettacolo dal vivo.
Mio genero ha puntato il suo cazzo, incredibilmente teso, sullo sfintere anale, è enorme e pulsante, ne sentivo la cappella tumefatta, spingere sulle grinze del forellino, avvertivo l’insidia e mi sentivo dilaniare, mi mordevo le labbra per non urlare ma resistevo, la voglia di essere sfondata era più forte del dolore, ho sentito il culo cedere, l’anello anale si è aperto sin quando la cappella è schizzata dentro lasciandomi senza fiato.
Il dolore era insopportabile, ho urlato ma, il piacere nonostante tutto, si era impadronito gel mio cervello, del mio corpo, godendo di una bella sberla di cazzo che sentivo spingere dentro con la grinta di un toro.
Godeva del mio culetto stretto e ci affondava violentemente, velocemente, facendomi sentire tutti i suoi 24 centimetri di nerchia, lasciando che i testicoli si schiacciassero sulle chiappe.
Alessia aveva ripreso a slinguazzare la mia fighetta, mentre Roberto mi sbatteva senza pietà, spingeva forte e gli orgasmi erano frequenti, uno appresso all’altro, continui.
Mi sentivo piena e godevo, mi faceva un male boia, ma l’acme del godimento, arrivava dritto al cervello, mi contorcevo nel delirio, nella follia di un momento meraviglioso, non ho mai pianto tanto quanto in quel momento di totale frenesia, singhiozzavo, ululavo, mai avevo urlato così forte i miei orgasmi.
Avevo il culetto in fiamme, per mia fortuna si era aperto bene perché Roberto ormai pronto a sborrare, mi dava delle bordate paurose.
Quando mi ha schizzato nel culo, sono venuta sulla bocca di mia figlia, più sborra sgorgava a riempirmi il budello, più zampillavo il mio piacere sulla lingua di Alessia che raspava profondamente prosciugando dalla mia fighetta tutto il nettare che non mi era colato sulle cosce.
Prenderlo nel culo, mi ha fatto male ma, ne valeva la pena, ho avuto un orgasmo straordinario, di quelli che ti spezzano in due, portandomi ad un passo dallo svenimento.
Da brava troia, gli ho ripulito il cazzo, gustandomi le poche gocce di sborra che ricoprivano la cappella e il suo gran bastone nodoso, ho ringraziato e mi sono ritirata nella mia camera, rotta ma appagata.

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