Due giovani mendicanti zingare

di
genere
pulp

Passavo sempre a quel semaforo perchè sapevo esserci una coppia di ragazzine zingare, probabilmente sorelle, che chiedeva l'elemosina.
Di età indefinibile, erano comunque già ben formate quindi non dovevano essere poi troppo giovani. Vestivano entrambe di stracci ed erano sempre a piedi scalzi, quale che fosse il tempo atmosferico. Mi piaceva guardarle e immaginare tutto quello che avrei potuto fare loro, se solo avessi avuto il coraggio. In cambio di due soldi, oltre tutto. Avrei potuto sfogare i miei desideri più oscuri... Quella sera arrivai lentamente al semaforo, badando bene di far venire rosso. Mi fermai e subito loro si avvicinarono. Avevo preparato un paio di regali per entrambe: qualche gioiello di bigiotteria, dei profumi, trucchi... qualcosa che le facesse sentire "femmine". A coronamento di tutto, un fascio di banconote per un totale di cento euro a testa. Ero certo che così avrei attirato la loro attenzione. Diedi loro i pacchetti e dissi loro: "io adesso parcheggio qua dietro e vado a fare spesa. Se ne volete ancora, salite senza farvi vedere nel retro del furgone". Poi partii e andai a parcheggiare. Scesi avendo cura di lasciare aperto e andai a fare le mie commissioni. Quando tornai, di loro al semaforo non c'era traccia. Anche il pezzetto di carta che avevo incastrato nel portellone era caduto. Quindi loro erano dentro. Partii con calma e facendo un sacco di giri inutili le portai nella mia casa di campagna. Entrai in garage e chiusi con cura la basculante. Nessuno avrebbe potuto uscire o entrare senza il mio permesso.
Aprii il furgone e le vidi, rannicchiate in un angolo per non essere sballottate durante la marcia. Da dove ero io si vedevano le gambe tornite ed i piedi nudi uscire dalle gonne stracciate. Le feci scendere ed ofrii loro da mangiare e da bere, poi le portai di sopra e le invitai a farsi un bel bagno. Avevo appena preso dell'intimo sexy e dei vestiti per loro. Misi tutto a loro disposizione e me ne andai. Entrai nel mio studio e cominciai a guardare sul pc quello che la telecamera in bagno trasmetteva. Come immaginavo, prima di spogliarsi le due cercarono se c'era qualcosa da rubare... non c'era gran che, ma vidi qualcosa sparire nelle loro ampie gonne. (Risi tra me e me... quelle sarebbero state bruciate o quantomeno, gettate via). Poi finalmente decisero di spogliarsi. Erano due belle figliole, con il fisico asciutto di chi non mangia regolarmente e fa molto esercizio fisico. Avevano entrambe due belle tettine acerbe e sode e in mezzo alle gambe tenevano dei cespuglietti deliziosi. Una volta ripulite, sarebbero state dei bei bocconcini. Entrarono insieme nella vasca e si lavarono, poi cambiarono l'acqua e rimasero per molto tempo in ammollo, godendosi la sensazione. Mi stupii molto quando cominciarono a giocare tra loro, toccandosi le tettine e la patatina a vicenda e baciandosi con ardore. Le lasciai ancora un po' in pace, poi bussai delicatamente con un vassoio con due bicchieri di latte caldo e dei biscotti. Mi scusai anche per la mia intrusione ma loro dissero che erano abituate ad essere viste nude. Se volevo, potevo restare. Declinai l'invito ed uscii dalla stanza. Rientrai dopo cinque minuti e le trovai entrambe addormentate sul pavimento. Il sonnifero che avevo usato aveva fatto effetto.
Presi la prima, la maggiore, e la trascinai fino al sotterraneo. La legai con una catena. Poi risalii per prendere la più giovane ma prima di portarla giù la adagiai su un divano e le ficcai l'uccello tra le tettine. Tenendole ben strette, andai su e giù finchè il mio sperma non andò a bagnare il suo mento. Solo allora la caricai e la portai da sua sorella. Preparai entrambe per il passo successivo e attesi pazientemente. Si svegliarono dopo circa un'ora e rimasero assolutamente spiazzate: ad entrambe avevo messo una cintura dotata di un grosso cazzo di silicone. Entrambe erano ammanettate dietro la schiena. Entrai nella stanza e dissi loro che la prima che fosse riuscita ad inculare l'altra avrebbe vinto, mentre la sconfitta sarebbe stata punita. Per far loro capire di cosa parlavo, le presi una alla volta e le schiaffeggiai fino a farle sanguinare. Poi tolsi loro le manette e mi accomodai in un angolo per godermi lo spettacolo. Dapprima furono guardinghe e si vedeva che nessuna delle due voleva far del male all'altra ma quando tirai fuori una canna di bamboo capirono che facevo sul serio. Iniziarono a lottare e dopo una colluttazione la più giovane riuscì ad atterrare la sorella e ad infilarle il dildo nel culo. "Vai avanti" le dissi alzandomi. Mi posizionai di fronte alla perdente e con due sberle le feci aprire la bocca. Le infilai il mio uccello fino in gola facendola trasalire. Mi scaricai nella sua bocca mentre l'altra continuava a pompare con lo strapon. La feci smettere quando mi alzai e le feci segno di raggiungermi. L'abbracciai teneramente mentre la perdente era ancora riversa a terra, con lo sperma che le usciva dalle labbra. Io e la vincente uscimmo dalla stanza, chiudendola a chiave. Noi avremmo cenato e fatto l'amore, ma chissà cosa sarebbe successo alla sconfitta...
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scritto il
2015-05-18
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