Abbracciata dal Sole

Scritto da , il 2015-05-03, genere etero

Lo avevo incontrato in una bella località di mare, nella quale la vita scorreva amabilmente tranquilla e in cui si potevano vedere vecchi pescatori approdare sulla spiaggia dorata alle prime luci del giorno, con le loro piccole barche di legno cariche di pesce e la musicalità simpatica dei loro accenti centro italici.
Restavo ferma, immobile di fronte a quel suo modo di fare sicuro di sé e a quel sorriso un po malandrino mentre mi parlava tenendo quegli occhi nerissimi e straordinariamente intensi fissi su di me.
Riuscivo a sentire la sua essenza inebriante: sapeva di vento caldo del Sud, di macchia mediterranea e di Sole. Quel soldato dalla pelle ambrata e dal corpo muscoloso possedeva un viso dai tratti marcati; la mandibola quadrata, volitiva, il colore scurissimo delle sopracciglia e la bocca, di un taglio particolare, larga e con le labbra carnose , mi trasportavano in un borgo marinaro della penisola sorrentina, in cui si potevano scorgere solo il giallo dei limoni, lazzurro del mare e i colori accesi dei fiori.
Nellacqua salata eravamo così vicini che potevo avvertire lattrazione fatale verso il suo corpo, verso quella bocca tanto sensuale. I nostri occhi non smettevano di fissarsi , e gli sguardi sembravano penetrare ogni poro della pelle su cui si posavano. Tra le nostre anime cera unattrazione erotica fortissima, travolgente, che si poteva toccare persino. E quando le mani si poggiavano sulla pelle tutto questo trovava il suo compimento naturale.
La notte era calata da un pezzo, quando io che lo aspettavo lo vidi sopraggiungere con quel passo sfrontato. Si sentivano le onde infrangersi e il silenzio denso della notte, e il contatto con la sabbia fresca dava quasi i brividi.
Il suo corpo adagiato sul mio, il suo peso sul mio petto e la sua bocca perfetta, così particolare, che premeva sulla mia con foga rendevano la sera irreale. Sentivo il suo respiro, sempre più affannoso e rapido, così caldo sulla mia pelle, e il tocco delicato delle sue labbra sul mio corpo. Una spallina del vestito leggero cadeva sul mio avambraccio languida, mentre la stoffa risaliva e si muoveva leggera, lasciando scoperto ora un lembo di pelle, ora un altro. I nostri movimenti si accompagnavano come due strumenti di unorchestra, e la mia mente annebbiata era impossessata da una smaniosa passione, una magnifica ossessione.
Lo sentivo agitarsi, e potevo avvertire il suo corpo umido di sudore, e la nuda sua pelle a contatto con la mia a trasmettermi quella sensazione.
Fui presa da un perverso brivido di sapore animalesco, incontrollabile e repentino, per cui lo strinsi con forza in me, le unghie affondate nella sua schiena, e gli morsi un sopracciglio, come una leonessa affamata.
Ancora quella sabbia fresca a contatto con la pelle calda. Lo guardo adagiato accanto a me. Gli occhi chiusi, il respiro è ormai di nuovo lento e costante, ogni muscolo resta immoto. Quella bocca così particolare è ancora lì, che mi attrae invitante.

SoleMediterraneo

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