Legata al Letto

Scritto da , il 2014-12-12, genere bondage

Questa che sto per scrivere è la cronaca di una delle ultime serate passate con Alessandra (nome di fantasia) quando c’eravamo già lasciati ma vivevamo ancora insieme e non so spiegarmi il perché, il sesso era all’ordine del giorno…molto più di prima.
Quella sera mangiando mi confidò che siccome nei nostri 10 anni di relazione non l’avevo mai fatta sentire “usata” sotto le lenzuola, voleva provare questa esperienza. Immaginate bene che non ebbi molti problemi ad accontentarla e così finita la cena sì preparò per la serata: prese alcuni vestiti dall’armadio (che io non volli vedere quali) e si chiuse in bagno. Io nel frattempo andai nell’altro bagno, mi lavai e andai in camera per preparare la stanza per la serata: feci il letto, girai le abatjour del comodino verso il letto in modo da illuminarlo bene, e preparai le telecamera con il treppiedi e la memoria da 16gb libera.
Aspettai finché Alessandra mi gridò di scendere. La trovai lì, bella, truccata e vestita come quando si usciva a far festa: stivali neri con tacco 12, calze autoreggenti, gonnellina stile studentessa giapponese, e magliettina corta e scollata che metteva in mostra il piercing all’ombelico e la sua fantastica terza misura di seno. L’eccitazione arrivò subito e andai in camera a prendere una stoffa che comprammo a Sharm el-Sheikh da usare per coprirsi la faccia quando andammo sui quod nel deserto, la piegai e la usai per bendarla. Mi assicurai che non vedesse completamente niente e la lasciai lì sul corridoio. Mi fermai sulla scale a controllarla e vidi che stava lì immobile, cosciente del ruolo che gli spettava, eccitata e pronta a cogliere qualsiasi suono che significasse qualcosa. Andai a prendere le manette, mi avvicinai a lei senza far rumore e con uno scatto la presi da dietro, gliele mise, le coprì la bocca con una mano e la sbattei sul muro.
Zitta, zoccola! – Le dissi – Prova ad urlare e ti sfondo il culo senza pietà!
Sentii in lei un brivido di eccitazione talmente forte e inaspettato che sembrò per un attimo marcarle la forza alle gambe. Le tolsi la mano dalla bocca, scesi lungo la schiena…con molta calma, passai sulla natica destra stando sopra la gonna e scesi alla coscia. Risalì accarezzandogli il fianco, questa volta sotto la gonna e passai all’interno coscia sfiorando il linguine con il pollice. Era no bagnata, di più, potevo sentire l’odore dei suoi umori come se avessi la bocca lì in mezzo. Le dissi:
-Allora ti piace essere maltrattata!!! E devo ancora iniziare a divertirmi….
Lei rispose con un sospiro che aveva un significato porco ma più porco che non si può!
Salii con la mano dentro le mutandine, le infilai il dito medio dentro le grandi labbra godendomi il calore che in quel momento emanava da quel posto, proseguii in direzione del cappuccio ed iniziai a stuzzicarglielo con movimenti circolari.

Bastò poco perché Alessandra cominciò con dei movimenti pelvici in avanti ed indietro, appoggiandosi con il viso e con il petto al muro e sporgendo il sedere…stava godendo come una pazza, si muoveva e si contorceva finché gridò:
-Ti prego scopami!!
-Stai zitta zoccola!! – Le dissi, e con l’altra mano le diedi un sonoro schiaffo al sedere che le provocò un urlo tra il dolore ed il piacere.
Tornai ad accarezzargli le grandi labbra scendendo con piccoli movimenti; l’attesa la eccitava da morire ed a me la cosa stava piacendo da matti. Senza dire niente scesi fino all’entrata del suo buchetto e con un colpo secco entrai con due dita; inutile dire che entrarono senza difficoltà, la lubrificazione era già abbondante. La penetrai diverse volte dandogli ogni volta dei colpetti verso il punto g; nel frattempo con le mani legate dalle manette, lei cercò il mio attrezzo che nel frattempo si era fatto duro come il marmo. Mi allontanai con il bacino e gli sussurrai nell’orecchio:
-Provaci un’altra volta e ti piscio in bocca!! (Premetto che il pissing era una pratica che lei spesso e volentieri aveva voluto donarmi ma non amava riceverlo ma quella sera non sembrò particolarmente infastidita dato che vidi che la mia esclamazione creò in lei un certo che).
Tirai fuori le dita dal sua figa e rimasi stupito: erano avvolte da un liquido bianco e cremoso e ce n’era talmente tanto che cominciò a colare e a gocciolare stile heantai giapponesi. Non persi tempo e gliele infilai in bocca come per simulare il fellatio……che maiala, muoveva la lingua in tutte le possibili direzioni pulendomi le dita in un lampo. Deglutii e cominciò a succhiare come una vera troia quasi a volersi infilare le dita in gola. Non resistii molto in quella situazione, la girai con forza, la inginocchia, mi sbottonai i pantaloni e glielo infilai in bocca spingendoglielo dentro con forza tenendogli la testa da dietro; gli entrarono tutti i miei 16 cm al primo colpo anche se ebbe un piccolo rigurgito (non ci ero mai riuscito così al primo colpo) e così continuai a pompare come un matto. Andai avanti un bel 10 minuti finché la vidi un po’ “stanca”; allora lo tirai fuori e la spostai a succhiarmi i testicoli ed ammetto che sentii un certo dolore perché ormai in tutti e due la dolcezza aveva lasciato posto alla violenza e non me li maneggiava con molta cura, e così dopo poco decisi di tornare a farmi fare uno dei più bei pompini della mia vita.
Andai avanti un bel po’ finché poi lo estrassi e con un calcio nel sedere la invitai a salire le scale. La aiutai a centrare la porta della camera dato che per lei era tutto buio e la feci distendere sul letto. Accesi la telecamera (di cui lei non sapeva l’esistenza) e controllai di puntarla giusta sul letto; poi mi avvicinai e la legai al letti. Cercherò di descrivermi la posizione ma non è facile: in poche parole le legai le braccia con delle corde legate agli angoli superiori del letto che tenevamo sempre pronte perché solitamente era lei che le piaceva usarle con me “in certe serate”. Poi passai un’altra corda da lato a lato del letto a metà altezza per intenderci, facendogliela passare ad altezza anche. Presi le ultime due corde e gliele legai alle ginocchia e tirai legandogliele agli estremi della testiera; era immobilizzata, con le ginocchia verso il petto, il bacino tenuto fermo e non le permetteva di muoversi né verso la testa né verso i piedi del letto e le gambe aperte con la parte che serviva a me lì che puntava verso l’alto coperta solo da un tanga di pizzo nero.
Non riesco a muovermi! - Mi disse.
Io non risposi, mi avvicinai a lei, gli tirai fuori le tette dalla maglietta e comincia a palpargliele e poco dopo mi misi sopra di lei come nella posizione 69 per capirci e glielo rinfilai in bocca. Questa volta dovetti stare attento a non infilarglielo tutto data che in quella posizione potevo soffocarla facilmente. Scesi nel frattempo verso il sua figa con il viso: presi le mutandine e gliele strappai via di forza e vidi che ce l’aveva tutta rossa, con le labbri aperti e ben lubrificata, pronta solo che a ricevere il piacere. Le infialai dentro tre dita e cominciai a scoparla; potevo sentire le vibrazioni delle sue grida nella cappella. Stetti un po’ lì a godermi il momento, poi mi alzai, lo estrassi e le dissi:
Stai godendo troppo per i miei gusti!!
Mi spostai mettendogli il mio buco del sedere a portata di bocca.
-Leccami il buco del culo zoccola!
Come penso ben saprete quella zone è piena di terminazioni nervose e così potei sentire distintamente ogni diverso movimento della sua lingua; so che l’aveva sempre reputata schifosa come cosa ma questo significato per lei in quel momento fu solo che motivo di ulteriore piacere. Ogni tanto sembrava volesse infilarmela dentro e così la feci contenta.
-Infila la lingua, fammela sentire che entra! Lei poverina ci provò ma non fu così facile (ne so qualcosa, quel muscolo è parecchio forte per aprirlo solo con la lingua).
Nel frattempo presi una delle dita con cui la stavo scopando e di scatto gliela infilai sul culo.
-Così si fa, cazzo!! Le gridai.
Non sentii più la sua lingua perché ad ogni mia spinta con le dita, corrispondeva uno strillo soffocato dal fatto che c’ero io seduto sopra di lei e fu incredibile come i suoi due buchi nel frattempo si dilatarono senza ritegno (e quello dietro non era così di solito).
Andai avanti un bel po’ finché la cosa diventò un po’ ripetitiva; scesi dal letto, presi dal cassetto del comodino un cuneo anale che comprammo insieme una volta, glielo inserii nel culetto e mi misi a penetrarla scopandola di cattiveria.
La guardavo finché la montavo: era lì, bendata, senza la possibilità di muoversi e di capire cosa gli stava accadendo, totalmente passiva proprio come voleva lei. Ogni volta che cercava di muovere un braccio per far qualcosa, le corde le ricordavano che era lì solo per essere usata e questo le creava degli spasmi di piacere che non avevo mai visto.
Andai avanti finché ad certo punto le arrivò l’orgasmo: sapevo bene come leggerglielo in faccia ma quella volta quando le arrivò, le usci un grido che aveva qualcosa di animalesco anche perché lei di solito in quei momenti chiudeva di istinto le gambe ma in quello stato non poteva. Questo mi lasciò la possibilità di divertirmi dandogli dei colpi di bacino profondi in pieno contrasto con le convulsioni che accadevano all’interno del suo organo con l’orgasmo.
Mi fermai ed aspettai che gli passasse un attimo tanto, per dargli fiato. Poi estrassi l’arnese e poverino era coperto del suo liquido biancastro; estrassi il cuneo e con delicatezza appoggiai la cappella sul suo sfintere.
Non per piacere no! - Mi gridò con tono serio – Lo sai che voglio essere libera, perché tu mi fai male!!
Non mi sembra che tu sia nelle condizioni di decidere un bel niente! – gli dissi sputandogli in faccia.
Lo sputo le creò un picco di piacere ed approfittai della distrazione per affondare il colpo. Con mio stupore vidi che entrò come se ne fosse appena uscito, quando il muscolo è già dilatato. Era la prima volta che il rapporto anale si sviluppava come un normale rapporto vaginale, senza timori di dolori e senza freni inibitori. Glielo sbattei tutto con colpi diretti e profondi. Lei gemeva e gemeva chiedendomi di non fermarmi mai ma purtroppo la serata era iniziata da troppo e l’orgasmo cominciò a farsi sentire. Lei se ne accorse sentendolo più grosso (almeno così diceva sempre di sentire prima che venissi) e si preparò a ricevere la sborra. Ad un certo punto arrivò potente ed esplosivo, il liquido uscì copioso ed abbondante con colpi forti e decisi. Fu veramente abbondante la quantità di seme e l’orgasmo fu lungo ed intenso con un grido da parte mia che sinceramente non faceva parte delle mie abitudini.
Poco dopo mi mancarono le forze alle braccia e caddi sopra di lei. Lei mi baciò le tempie che in quel momento appoggiavano sulla sua bocca.
Dai, alzati prima che facciamo un disastro con le lenzuola. – mi sussurrò con voce dolce – Prendi un fazzoletto prima di tirarlo fuori che non penso di riuscire a trattenere tutto. Mi alzai e nel cercare di raggiungere il comodino, data erezione che cominciava a mancare, uscii dal suo culetto; controllai subito e vidi il suo buco ancora aperto con il bianco del mio seme che si intravedeva, ma per fortuna legata ancora in quella posizione non gli usciva. Così ebbi l’idea: le dissi di aspettare un attimo con la scusa che dovevo prendere i fazzoletti, mi alzai, andai a spegnere la videocamera e la nascosi, le tolsi la benda, le slegai una gamba e le dissi:
-Spostati di lato che te lo bevo io questa volta.
Dio mio che porseo che te sì – mi rispose in dialetto, e fece come gli dissi.
Appoggia la bocca nel suo buco e con piccole contrazioni fece uscire tutta la sborra che con attenzione raccolsi e deglutii.
Una volta bevuto tutto, mi preoccupare di pulirla con la lingua sia dietro che davanti.
La slegai, la abbraccia e ci lasciammo andare in un bacio passionale.
Ci distendemmo comodi nel letto abbandonandoci a dolci coccole finché Morfeo (il Dio dei sogni) non ci avvolse.
Anche adesso finito di scrivere la cronaca di quella serata, mi riguarderò quel video pensando che lei ancora adesso non sa che l’ho filmata
Un Saluto
Grazie per la lettura.

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