La mia vicina d’appartamento (quinto episodio) Prima parte

Scritto da , il 2014-11-24, genere etero

I giorni passavano velocemente e il vivere di Lina dopo la scoperta della sua normale sessualità era, a dir poco, diventata esagerata ricerca di piacere, tanto che dopo quel primo ingresso di Giulio nell’ ambiente, il vicino divenne spesso mio ospite e di Lina. Le festività natalizie scorrevano velocemente, Lina sembrava sempre più far parte del mio stesso ambiente. Si usciva insieme per negozi ed si proponeva sempre a voler lei pagare la spesa, forse si sentiva in obbligo per l’ospitalità ricevuta, mentre per me era una piacevolissima occasione di stare con un’amica, quasi oramai divenuta una sorella. Aveva le sue abitudini per gli orari. La mattina si concedeva un po’ di sonno in più, anche a motivo che si iniziava veramente a dormire sempre ben oltre la mezzanotte. A lei piaceva raccontare le sue vicenda di quando era ragazza, di quello che aveva subita in casa. Un giorno aveva pensato e poi tentato di fuggire, tutto aveva capito il suo patrigno bloccando ogni sua decisione. Più di qualche volta aveva cercato di violentarla, ma poi accortosi della limitata partecipazione, aveva desistito. A termine di ogni racconto aveva l’esigenza di abbracciarmi, di toccarmi di baciarmi e poi amare l’amore. Fare sesso era divenuto una “rutine”-
Si cercava sempre nuove maniere per procurarci piacere. Lina mostrò una fantasia spigliata e feconda e a sera il suo parlare era fatto di ipotesi di vita vissuta di sesso. Una sera mi chiese se per caso avrebbe fatto male se si fosse data alla prostituzione. La rimproverai fortemente e lei comprese di aver detta una stupidità. In lei si era installato netto il bisogno del recupero di quanto perso. Io stavo ad ascoltarla e poi godeva quando lei si impegnava in coccole particolari. Al primo tocco di una sua manina sul lato più fortemente erogene mio e sentendo un ricambio di gesti e movimenti lei si scatenava in movimenti contorsivi quasi fosse morsa da una tarantola. In realtà era quello il modo per mettere a nudo il piacere, il godimento che veniva fuori dal di dentro. Lei ed io eravamo diventate una coppia ad espressione e recupero piacere.
Era da un paio di giorni passato il Natale ed io fui colta da una folgorazione: Roberto. Mi chiesi perché combinare sempre due per uno. Allora chiesi a Lina se non era il caso di invitare Roberto, ebbi immediata e piena approvazione . Nel primo pomeriggio lo chiamai al cellulare:
- Ciao Roberto, cosa fai di bello?
- Sei tu, stronza, per colpa tua mi tocca lavorare di più e di non avere più il piacere di gustarmi qualche piacevole momento con te, mia bella puttanella. Ti odio!
- Dimmi e se ti dessi la opportunità di farmi perdonare?
- Cosa, me la vuoi offrire?
- Perché no? Anzi possiamo fare una bella ammucchiata.
Gli raccontò quanto era successo dal momento dell’andata via dal ristorante e dall’ultima nottata di piacere e mi accorsi subito che Roberto si scioglieva. Accettò immediatamente. Alla richiesta se fosse libero quella stessa sera, immediatamente rispose:
- Avrei il solito lavoro, quello che facevi tu, ma per nessuna cosa al mondo perderei quanto mi hai proposta. Sarò li da voi alle ore venti e prepara te e la tua amica che devo ricevere con gli interessi il piacere che mi hai fatto perdere andandotene.
- Ok dai non fare lo sbruffone saremo in quattro, anzi non fare lo spilorcio porta un paio di bottiglie di quello buono
- Non preoccuparti, ma tu preparati che ti devo ……….. va bene, farti divertire ed ho tanta fame della tua patatina.
Giulio rientrò verso le diciannove e subito gli diedi informazione di quanto programmato. Aveva qualche impegno, ma davanti a quanto a lui riferito, rimandò tutto e si confermò per l’appuntamento a cena e serata. Mi diedi a preparare e Lina mi diede una mano eccezionale e si diede ad immaginare le cose più strane che alla fine fui ben contenta nell’accettare- Per dare seguito a quanto chiesto da Lina aprimmo tutte le porte interne e portammo i termosifoni al massimo grado di caloria per rendere più sostenuto il calore aggiungemmo anche due stufe ad alimentazione a gas.
Per la cena ci demmo da fare per un menù adhoc. Il preparato era tutto o quasi a base di pesce. Lina brillante, al solito anche se un pò esagerata diede il suggerimento per un tocco innovativo: cenare con abiti …. naturali, cioè nudi. Ecco la sorpresa quella di una cena in abito naturale per tutti e quattro ed era questo il motivo del calore massimo diffuso e finestre chiuse onde evitare curiosità esterne. Quando giunse il primo, noi eravamo già in abito adamitico infatti; sentimmo bussare alla porta e dallo spioncino vedemmo uno degli uomini attesi, Roberto.

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