022 Spiata (2071)

Scritto da , il 2014-06-28, genere dominazione

Appena si parla di prove ricorda una telefonata urgente e si apparta, lo sento parlare concitato, non gli bado, noto la commessa rallentare con dei pretesti e nuovi capi per non provare subito, passa del tempo, entrano 2 signori eleganti e distinti di ½ età, ricevuti in sordina dal padrone che cerca di non farli notare, forse perché vende abbigliamento da donna e uomini soli non sono ben visti? stanno raggiungendo il retro che ne entrano altri 2, salamelecchi, scompaiono, strano, qui usa che i fornitori entrino dal retro, mai dall'ingresso principale, la commessa d'improvviso conclude e ci precede ai camerini di prova, entra nell'ultimo che ha la porta anziché la tenda, altra stranezza, è spazioso e arredato elegantemente, poltrone e un divano, il frigobar e uno specchio a parete, sogghigno, è la parete divisoria dal retro, fingo indifferenza apprezzando la sistemazione, mentre la commessa ordina i costumi da provare Ishgall si spoglia, quando questa si volge con in mano il I° capo rimane basita, sa che è bella e pensava di ripetere ancora il giochetto, non crede a ciò che vede, sfregi da frusta e ferri, in specie il lucchetto che la chiude e il mio titolo di proprietà che le pendono tra le gambe, senza parere sbircio lo specchio e acuendo l'udito percepisco minimi scricchiolii di sedie spostate, noto un cambiamento nella sua luminosità, come di argentatura rischiarata a tergo, è uno specchio solo da questa parte, dall'altra è trasparente, quasi non la sento chiedere la chiave, gliela porgo, mette una mano sulla testa della commessa che presa la chiave le si inginocchia davanti, apre il lucchetto e lo toglie, la preme dolcemente verso il suo inguine
I-“ rendimi il piacere che ti sei presa l'altra volta” esegue cercando di infilare una mano sotto la gonna
I-“ mani sulla schiena, solo la lingua, io non mi sono toccata, anche se ne avevo voglia, il ns. Padrone non ti ha autorizzato a divertirti” mi preparo la pipa
T-“ esco per una fumata, tu fai con comodo” appena fuori, anziché dirigermi all'uscita, entro nel retro, subito una porta chiusa a chiave, busso con violenza
T-“ aprite o chiamo la polizia” tramestio, compare il negoziante, rosso in viso, la patta aperta, non ha potuto ricomporsi lo scosto ed entro, i 4 distinti signori sono stravaccati in poltrona e si stanno masturbando, nel notarmi trasalgono e si interrompono sbiancando
T-“ signori, se volete godervi la rappresentazione più comodi potete chiederlo, datemi i Vs. biglietti da visita o chiamo la polizia e vi denuncio, rapidi” spaventati e intimiditi non reagiscono, me li porgono, li intasco senza guardarli
T-“ proseguite i maneggi, se questo è il Vs. piacere, mi faccio vivo io, ci sentiamo” li lascio, rientro in camerino, intanto Ishgall è venuta, hanno perso il finale, li ho distratti, sogghigno, rivolta alla commessa
I-“ lecchi bene, chiama se vuoi per approfondire la conoscenza” le lascia il n° di casa, si riveste, paga con la sua Carta di Credito, usciamo, il negoziante è scomparso, tornano Aicha e Jasman con i loro gelati
T-“ ne vuoi?” I-” mi piace il gelato, ho la gola secca, l'orgasmo mette sete, mi sono chiesta quando e come vendicarmi di quella cretina, il momento è giunto inaspettato prima del previsto, grazie, Padrone” T-” il gelato non toglie la sete, una bibita o il Tè si, la vendetta è migliore gustata fredda, non ti facevo vendicativa, sapeva che gente dietro lo specchio vi spiava” I-” il gelato, voglio scegliere i gusti, è un male atavico, non dimentichiamo mai nulla, ne torti ne favori, specie se inaspettati, anche dopo secoli, immaginavo che c'era qualcosa dietro la tua uscita, oddio adesso parlo come la Signora, ho fatto bene a invitarla, le dò il suo avere, con la frusta, ci sei anche tu?” mi prende sottobraccio, qui è un gesto inusuale, alcune passanti la guardano storto, non se ne cura, mi preme contro il suo seno sodo, ci avviamo al Bazar Ottomano, Aicha non l’ha mai visto, ne è affascinata, è un vecchio edificio in stile Umbertino, come la Galleria a Milano, costruito da Architetti Tedeschi quando i Turchi comandavano, è una lunga e larga galleria con in sequenza negozi ai lati per generi di lusso di importazione, gioiellerie, seterie e profumerie, un dedalo con fondaci e uffici, qui, con il danaro, si trova tutto ma proprio tutto, la vedo pensosa
I-“ ho da sottoporti un problema” T-” dimmi” I-” io ho una cavigliera d'oro, significa che sei un Padrone ricco, Aicha è una tua schiava, anche lei deve averla d'oro, ma è anche la mia, mi hai lasciato sceglierne il metallo, come faccio?” T-“ puoi farti consigliare dal gioielliere, oppure ne prendi una nuova in platino e diamanti per te, la tua la passi a lei” I-” non voglio cambiare la mia, è un tuo regalo e poi in platino le usano solo le Saudite e le arricchite, è pacchiana ” usciamo dalla gioielleria, ha ancora la sua, Aicha una in oro più piccola e un'altra in Inox con anello per catena, le chiavi le ho io, ne è orgogliosa, cammina impettita, sembra, è, la padrona del mondo, entriamo in profumeria
Il padrone ci si fa incontro ossequioso con la commessa che ci ha servito la volta precedente, quanto accaduto al negozio di abbigliamento ha già fatto il giro, i camerini spia devono essere una dotazione normale, oltre che per Aicha acquisti anche per Lei e Jasman, ristorante, per Aicha è la I° volta, Cristiano per giunta, la bimba si comporta bene, usa le posate con proprietà, non si sbrodola più, eppure è così piccola
Ancora una settimana fa mangiava con la mani, è sveglia come la sua mamma, faccio bella figura, della serva non ci curiamo, è un soprammobile, dolci Turchi con Marsala, caffè espresso per loro, Armagnac per me, arriva Hassan per portarci a casa, Ishgall gli fa servire un Caffè Beduino al Cardamomo, amaro e carissimo, lui apprezza, torniamo, sono le 22, arrivati ci cambiamo, vado in studio, mette a letto Jasman distrutta da sonno e stanchezza, entrano nude, Aicha al guinzaglio, si postano com'è l'uso
I-“ Padrone, siamo pronte, quali gli ordini?” T-” Aicha è informata?” I-” si” T-” impara, non anticipare alla corrigenda come e cosa le infliggi, solo che lo fai, ti ho detto che ti osservavano mentre provavi?” I-” si, ho aggiunto che allora è per questo che sei uscito, ti spiace?” T-” no, Giovedì parto, non preoccuparti, torno Martedì o Mercoledì venturi, fai da sola, la Signora ti aiuta se glielo chiedi, ma non penso lo fai” I-” non ti vendichi? hanno spiato senza permesso, io esco nuda in piazza, se l'ordini, sono la tua Schiava, ma loro hanno carpito la tua fiducia, pensa se non te ne accorgevi o se andavo sola” T-” prima di quanto tu pensi gusti la mia vendetta, ora al programma, la depili completamente, legata come quando l’hai frustata la prima volta, finito la pulisci con l'alcol e poi le fai colare della cera sul quel suo grilletto che chiede attenzioni, io osservo” I-” per me che c'è? mi devi una punizione perché ti ho chiesto di non farle tagliare la mano, una dozzina all'interno di ogni coscia, più 1/2 dozzina sulla figa, appesa per i piedi, con la mia” T-” non sei sazia della frusta? sei segnata da iersera” I-” no, vorrei essere frustata almeno una volta al giorno da te, si, sono tutta segnata, qualcuna in più o in meno non si nota, è stata una giornata meravigliosa, come tutte, sempre, quando sei con me” T-” va bene, paghi il tuo debito come deciso, lo fa Aicha con il martinet a lacinie intrecciate, con forza media, non è una punizione, ti piace ugualmente” I-” tastami tra le gambe, sono già bagnata” T-” non ne ho bisogno, ci credo, tasta lei invece” esegue
I-” è bagnata, la maialina” T-” andate e preparala” I-” aspetta” esce, torna qualche minuto dopo, le inserisce un plug nero con coda suina nell'ano, lei l’ha che sporge rigido, da cane
I-“ su andiamo porcella, io! sono la cagnetta del nostro Padrone, tu la scrofa, a 4 zampe” ci si mette anche Lei. strattona il guinzaglio che tiene con la bocca, escono, uno spettacolo esilarante, al tempo vado in Sala Giochi, la serva è pronta, Lei attende in posa, nel vedermi
I-“ l’ho anche imbavagliata, non me l'hai detto ma ho capito che non ti vanno gli urli, se vuoi lo tolgo” T-” va bene così, tu sei addestrata, lei deve esserlo, se vi frusto fuori di qui che succede se sentono urlare? prendi da quel cassetto una candela di cera naturale, brucia di più che lo stearico, mettile i lacci apri labbra, lavoragliela tutta” in poltrona, nell'attesa mi accendo la pipa, distratto allungo la mano e incontro un bicchiere, Armagnac, brava ha proprio pensato a tutto per il mio relax, prima la depila con il rasoio a mano, la pulisce come ordinato, poi le lavora grilletto e interno, godo lo spettacolo con sottofondo di gemiti soffocati, quasi mi appisolo
I-“ Padrone, non si può proseguire, è troppo bagnata” T-” puliscila con la lingua” esegue, riprende, un altro orgasmo
I-“ Padrone, devo smettere?” T-” indossa uno doppio strap-on vibrante e tappale il buco scuro con un vibratore grosso e fissalo” I-” Padrone, veniamo tutt'e due” T-” non è finita, quando sei in lei, ti prendo nel buco libero e detto il ritmo” I-” Padrone, sei proprio un porcello, mi piace” da Lei è un complimento, è così spontanea, innocente direi, mi scarico, orgasmi per tutti, la libidine accumulata mi ha fatto produrre una quantità industriale di seme, però, non credevo, dopo quello in mattinata, alla mia età, sono orgoglioso, il solito occidentale che bada ai numeri, neanche fossi un ragioniere, eppure c'è anche la qualità, molta e superlativa, le lascio riposare, faccio slegare la serva, le pratico un leggero massaggio per riattivare la circolazione, un Padrone ha cura degli oggetti di sua proprietà e poi mi piace manipolarle, passive, quando riprende
T-“ su, Aicha, issala, gambe ben divaricate, che non tocchi il pavimento con le mani, mi piace vederlo spazzato con i capelli, quando si contorce negli spasmi, anzi falli crescere anche tu, i tuoi sono troppo corti per i miei gusti” esegue, prende il martinet indicato, è pronta, aspetta solo un mio ordine per cominciare
T-“ sta attenta, il martinet normale a le lacinie libere è per il tenero sederino di una giovinetta, questo è per adulti, li riduce a vermi piangenti, colpisci leggera ma con la dovuta decisione, inferto il colpo dolcemente sfilalo accarezzando la pelle, che non esploda ritirandolo bruscamente, le procuri dolore senza lacerazioni, non voglio sfregi permanenti ne sangue, sai quanti e dove, pronta Ishgall?” I-” si, Padrone, fammi godere ancora”
Inizia la battitura, I° a Dx, II° a Sx, III° ancora a Dx, IV° a Sx, V° si vede che si impegna ma non ha la tecnica della Padroncina, non è predisposta, non è istintiva, al V° la vulva, orgasmo, così al X°, dal XV° in poi a ripetizione ogni 2 o 3 frustate, l'aguzzina si interrompe, aspetta riprenda e ricomincia, gemiti, ansimi e sospiri fino al XXX° dato il quale un urlo isterico mi ghiaccia, rammento le parole della Signora, è svenuta urlando dal piacere, lei non c’è riuscita, l'ha regalarlo a me, ammutolito permetto loro di riprendersi, una dalla fatica, è sudata e ansima, l'altra dall'orgasmo devastante che ha goduto, l’aiuto a staccarla
T-“ su ragazze, nella mia Jacuzi, ve lo siete meritato”
Corrono felici dimentiche di dolore, servaggio e piacere, giovani, creta da plasmare penso, mentre mi spoglio per immergermi a mia volta, mi posiziono tra loro, Ishgall mi fa passare il braccio sinistro alle spalle di Aicha e mi mette il palmo della mano su un suo seno in modo che possa palparlo con comodo, così fa con il destro per sé, prende a massaggiarmi il pene con le sue manine, nell'acqua
I-“ Aicha, dedicati alle palle, non andiamo a riposare finché non è venuto ancora” mi masturbano a 4 mani, ridendo sciocche, baciandomi bocca, petto, spalle, è il giardino delle Urì e sono il sultano dell’harem quando andiamo a letto, in tre, nudi, fatico a reggermi in piedi, dopo avermi masturbato hanno gareggiato tra loro a chi è più brava nei bocchini, naturalmente faccio da cavia e da giudice, mi hanno distrutto e quella sfrontata
I-“ voglio proprio vedere se stamattina ti svegli duro”

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