Ricordi di gioventù

Scritto da , il 2010-06-19, genere incesti

La mia storia inizia nel 1955, avevo…anni a quei tempi non vi erano molti divertimenti, e noi ragazzi fuorché giocare a calcio o alla lippa non vi era altro.
In mio aiuto venne una signora anziana che viveva sola e aveva un solaio che non usava e lo mise a nostra disposizione per farne una specie di ritrovo nei giorni di pioggia e per l’inverno, lo arredammo di tutto punto con la corrente e perfino una cameretta piccola con un materasso per sdraiarci, tappammo le stecche che facevano da parete e cosi nessuno avrebbe visto quello che facevamo.
Nella nostra compagnia vi erano anche tre ragazzine, Anna mia cugina e due sue amiche, io mi ero improvvisato dottore, mi ero perfino procurato un grembiule bianco ed uno stetoscopio.
L’idea di fare il dottore mi era venuta quando mia cugina Anna di...anni, era figlia della sorella gemella di mamma, mi disse --- Andrea, dai che giochiamo al dottore siamo soli, fuori piove, prima ti visito io e poi mi visiti te.
Non avevamo ancora sistemato il materasso e stesi sul pavimento una coperta, mi sdraiai sopra ed invitai Anna a visitarmi.
Mi tolse la maglietta e rimasi a torso nudo, si inginocchiò vicino a me e con l’orecchio auscultò il mio cuore, mi baciò lo stomaco e anche la pancia, poi mi disse --- togliti i pantaloni che ti visito bene.
I pantaloni me li sfilò lei rimanendo in mutandine, come scese ad auscultare il mio pancino, il mio pene incominciò ad indurirsi, lei mi disse --- guarda Andrea come è diventato il tuo pistolino, mi sa che sei ammalato, togliti le mutandine che lo controllo.
A quel tempo il mio pene non era grosso, aveva un diametro di 3 cm ma era lungo 15 cm.
Come lo vide rimase meravigliata e senza parole poi ripresasi disse --- che bello che è, e come è duro.
Fattasi coraggio lo prese in mano e pianissimo, come per gustarsi lo spettacolo fece scendere la pelle facendo uscire il glande, si abbassò e lo baciò sulla punta, poi disse --- Andrea, se lo prendo in bocca rimango incinta?.
--- Sei proprio una stupidina, su dai prova a prenderlo in bocca.
Si abbassò, tirò ancora giu’ la pelle e lo prese in bocca, prima solo la punta e poi fino alle palle, mentre lo succhiava come un gelato mi toccava le palle, era la prima volta che una ragazzina mi prendeva in bocca il mio pene, era una sensazione bellissima, non passarono due minuti che stavo per godere.
--- Staccati Anna stò per godere.
Si staccò appena in tempo, ma lo sperma le schizzò sulla faccia e le scese sul mento, era rimasta a bocca aperta vedendo il mio pene eruttare sperma.
--- Anna, dimmi la verità come mai sei cosi brava a prendere in bocca un uccello?
--- Andrea, è la prima volta che lo faccio, lo vedo sempre fare dalla mamma al papa, loro pensano che io dorma ma nella penombra io li vedo, mio papa si sdraia a pancia in su e lei gli mette la sua patatina sulla bocca e gli dice di infilarle dentro la lingua mentre glielo prende in bocca, la mia mamma vuole sempre bere lo sperma del papa, dice che è buonissimo.
--- Adesso Anna ti visito io, dai spogliati tutta nuda.
--- Ho paura Andrea, non mettermi incinta.
--- Sei proprio matta, non avere paura non ti faccio male.
Si spogliò rimanendo nuda, prima le auscultai la schiena e il cuore, mentre le sentivo i battiti del cuore con una mano le presi in mano una tettina, sentii che si induriva il capezzolo e i battiti del cuore accelerarono, senza staccare l’orecchio dal suo petto, staccai la mano dal suo seno e scesi massaggiandole la pancia e poi sussurrandole di aprire le gambe, le sfiorai il suo clitoride sfregandolo con le dita, ma senza introdurre dentro le dita.
Le feci sollevare le gambe per avere la possibilità di toccarle il buchino posteriore, le toccai il buchino e lei ebbe uno scatto.
--- Ti da fastidio se ti tocco il buchino?
--- No, mi piace sentire il tuo dito li, che bello Andrea, dai mettimi dentro il dito e fammi un ditalino.
Infilai dentro il dito medio e le feci un massaggio nella suo buchino ma senza introdurlo dentro tutto, mentre le facevo un ditalino sentivo che il mio dito si bagnava sempre di piu, erano gli umori della sua fighettina che scendevano e lei spingeva il suo corpo contro la mia mano, ebbe un’orgasmo squassante, mi sussurrò --- Andrea non fermarti è troppo bello, non ho mai provato a infilare dentro il mio culetto un dito, è stato bellissimo.
Mi era venuto ancora duro e lei se ne accorse, mi fece sdraiare sulla coperta mi mise la sua fighettina davanti agli occhi e disse --- Dai mettimi dentro la lingua che io ti succhio per bene, avevo la sua fighettina davanti agli occhi con due dita le aprii le piccole labbra, era molto stretta, le vedevo l’interno roseo, la vedevo palpitare, e mentre le infilavo dentro la punta della lingua me lo prese in bocca e me lo succhiava come per estrarmi altro sperma per berlo come faceva la sua mamma, sentivo colarmi sulla faccia i suoi umori mentre le godevo in bocca.
Non mi ricordo quanti orgasmi ebbe, so solo che a forza di godere mi facevano male le palle, mi aveva svuotato.

Alcuni giorni dopo arrivò con Mariella coetanea alta come lei, una morettina con un culetto a mandolino e due belle tettine con capezzoli a punta, quando eravamo solo noi tre sul solaio ed eravamo sicuri che non veniva nessuno, mi disse --- Andrea, Mariella dice che ha degli strani pruriti alla patatina vuole essere visitata da te perché pensa di essere ammalata, e li sente anche nel suo culetto, ho portato anche della crema che se vuoi puoi spalmargliela sul culetto, l’ho presa dal comodino di mamma.

Ci spogliammo nudi, prima feci sdraiare Mariella sulla coperta e poi iniziai la visita le auscultai il cuore per sentire i suoi battiti che erano accelerati, scesi con la bocca e le succhiai il suo seno, sentii che i capezzoli erano diventati duri, poi le feci aprire bene le gambe e le vidi la sua fighettina vergine, aveva un interno rosa, mi abbassai e con la lingua le leccai l’interno per poi soffermarmi a succhiare il suo piccolo clitoride, la sentii godermi in bocca.
--- -Andrea, che bello come sei bravo ohhhhhh senti come mi bagno, dai fai entrare di piu la tua lingua cosi guarisco.
Non mi ricordo per quanto tempo la leccai ma sta di fatto che quando smisi avevo tutta la bocca impiastricciata dei suoi umori, staccandomi la guardai la faccia, era perfino stravolta dal troppo godere.
--- Andrea, la mia patatina è guarita, controllami anche il mio culetto perché sento anche li un forte prurito e fammi guarire.
La feci mettere a carponi con il culetto in alto, dicendole di aprire le chiappette con le mani, le volevo vedere il buco, guardandolo sembrava che reclamava la sua parte, sembrava che palpitava, presi della crema e la spalmai nel suo buchetto facendo dei massaggi circolari per poi introdurle dentro un dito a mò di ditalino, smaniava e godeva come una matta, continuava ad incitarmi ad entrare ed uscire piu forte, la sua patatina gocciolava letteralmente godeva come una troiettina ma era bello sentirla godere.
--- Dai Andrea, fammi godere, che bello sentire il tuo dito, dai prova con due dita.
Feci entrare due dita e lei mi disse che era piu bello.
Mi spalmai un po di crema sul mio pene e dicendole di stare ferma puntai il glande contro il suo buco.
--- Cosa vuoi fare? Ma sei matto, mi apri in due.
--- Stai ferma che te lo faccio entrare tutto, devi solo spingere indietro come quando vai di corpo.
--- Si si, però fai pianissimo, la mamma si lamenta sempre con papà quando glielo mette dietro, dice che le fa sempre male.
--- Mariella, io non ce l’ho grosso come tuo papa, vedrai che ti piacerà.
Spingendo piano ma senza fermarmi glielo facevo entrare, come sentii che il glande era entrato le dissi --- -Mariella, ti fa male? La punta è dentro tutta, stai ferma che ti abitui.
--- Non fermarti, sento solo tirare la pelle ma non mi fa male.
Lo feci entrare di piu e mentre entrava mi disse --- Che bello, lo sento entrare, non fermarti adesso, lo voglio sentire tutto fino in fondo, dai adesso scopami che voglio godere, invidio la mia mamma che lo prende sempre nel culo.

Una volta preso il ritmo giusto, cominciai ad assestare dei colpi profondi e sempre più veloci, e lei ansimava con singulti strozzati dalla labbra tra i denti.
La pompai per almeno una decina di minuti, lei non so quanti orgasmi ebbe, so solo che mi incitava a scoparla piu forte, godeva ad ogni spinta, e ansimava quando lo toglievo quasi tutto, non resistendo piu godetti anche io senza toglierlo, forse è perché era stretto dal suo culo ma sta di fatto che lo sperma le entrò nel culo con un getto fortissimo, come senti lo schizzo gridò come un’ossessa dicendomi che non smetteva piu di godere, dopo la goduta si sdraiò a pancia in giu trascinandomi con lei, stringeva cosi forte il buco che restammo incastrati per alcuni minuti.
Senti che bello Andrea, non toglierlo subito che lo voglio ancora dentro, ho la fighetta bagnata fradicia, non so quante volte ho goduto.
Quando le tolsi dal sedere il mio cazzo, le guardai il buco mentre si richiudeva, era uno spettacolo da fotografare, merito della mia giovane età mi venne subito ancora duro, le puntai subito il glande e glielo infilai tutto fino alle palle, ebbe un sussulto ma era cosi in calore che mi prese da dietro e mi tirò contro di se dicendomi di spaccarle ancora il culo perché stava godendo ancora, la scopai per un po’ e a lei non bastava mai ma io ero cosi stanco che non riuscii piu a godere, lo tolsi e mi sdraiai a riposare, non ce la facevo piu.
Come mi sdraiai a pancia in su venne vicino a me Anna, me lo prese in mano, me lo scapellava ma lui non veniva piu duro, allora me lo prese in bocca e iniziò un pompino, dopo alcuni minuti che me lo succhiava vedendo che non rinvigoriva, si girò col suo culetto mettendomi la sua fighetta sulla bocca, le infilai dentro la lingua e le leccai l’interno della fighetta, subito il mio cazzo si alzò e le sborrai dentro la bocca le ultime gocce di sperma.

Passarono alcune settimane e arrivò l’estate, faceva un caldo infernale, mia cugina e le sue amiche erano andate ad una festa di una loro coetanea che abitava in un paese vicino, ero da solo nella nostra tana e avevo portato dei giornaletti porno da guardare mentre mi masturbavo.
Sentii dei passi avvicinarsi alla porta della tana, corsi a vedere che fosse e vidi che era mia zia, sorella di mia madre e madre di Anna, aveva 40 anni alta 1, 68 e abbastanza in carne senza essere grassa, aveva due tette della quarta misura, insomma una vera donna non le sbarbine a cui ero abituato, aveva un vestitino leggero e in controluce si vedevano le gambe e le sue mutandine bianche.
--- Andrea, bello che è qui siete sistemati proprio bene, non è che qui fai le porcate con le ragazzine, e poi cosa è quel giornaletto con donne nude, se lo sa la tua mamma ti bastona.
--- Zia, ho quasi … anni, non vorrai che legga ancora le fiabe, e poi a me le donne piacciono, tu sei una vera donna chissa lo zio come ti vuole bene.
--- Cosa vuoi saperne te di donne, hai ancora il latte in bocca, dai tira giu i pantaloni e fammi vedere il tuo pistolino.
--- Zia mi vergogno.
Vedendo che non mi toglievo i pantaloni, me li strappò letteralmente da dosso e li fece scendere fino alle caviglie, come vide il mio cazzo che era in tiro e troppo grande per un ragazzino di....anni rimase con la bocca aperta.
--- Ammazza che cazzo che tieni, sai che sei messo bene.
Chiuse la porta e mi si avvicinò, si inginocchiò e me lo prese in mano scapellandolo, poi apri la bocca e se lo infilò tutto dentro succhiandomelo e facendomi un pompino.
Io facendomi coraggio e vedendo che aveva una voglia arretrata, suo marito era assente da due settimane per lavoro, la feci alzare e le infilai la mia lingua nella bocca cercando la sua lingua, limonammo per alcuni minuti, mi fece stendere sul materasso e sollevandosi il vestitino leggero si tolse le mutandine, mi venne sopra e si impalò sul mio cazzo, diciamo che non la scopai io ma mi scopò lei saltando letteralmente sul mio cazzo.
Mentre mi scopava si tolse dalla testa il vestitino e saltarono fuori due tette che le presi subito in mano per poi succhiarle, avevano dei capezzoli cosi duri che se aveva una camicetta l’avrebbero bucata, succhiai ma di latte non ne usci ma uscirono dalla sua bocca gridolini di goduria, smaniava ad ogni succhiata.
--- Andrea, che bello hai un cazzo divino, senti come sborro, mi sembra di essere una troia, dai sborrami dentro che mi piace sentire il getto di sperma contro l’utero, aahhhhh senti come godo, quello stronzo di tuo zio non mi scopa cosi bene, dai mettimelo nel culo che mi piace di piu.
Si alzo e si mise a pecorina sul materasso, puntai il mio cazzo contro il suo culo che entrò come se fosse stato di burro, chissa quante volte l’aveva preso dietro, era cosi grande che quasi era meglio della figa, godeva cosi tanto che dovetti tapparle la bocca con la mano per non fare sentire il sui gridolini di godimento.
--- Sai Andrea --- disse quando stanchi ci sdraiammo sul materasso --- mia hai reso felice, adesso che ti ho trovato, voglio che diventi il mio amante, io voglio il cazzo almeno una volta al giorno, non una volta alla settimana e poi mi piace prenderlo nel culo, è troppo bello, pensa Andrea che fortuna hai avuto oggi, scopando me è come se avessi scopato la tua mamma, siamo uguali, ti voglio fare una domanda, tu faresti l’amore con la tua mamma? Penso che la faresti felice, io so che tuo papa non la soddisfa abbastanza.

--- Zia, se vuoi proprio saperlo, quando ti scopavo ho chiuso gli occhi e pensavo di fare l’amore con mamma, non ti sei accorta che sborrata ti fatto dentro? Pensavo che al posto tuo vi era lei, si zia farei l’amore con mamma solo se me lo chiedesse, è il mio sogno.
Eravamo sdraiati sul materasso, guardandoci negli occhi, mi tirò a se e mi baciò, prima su una guancia e poi mettendomi la sua lingua in bocca cercando la mia, mentre limonavamo mi prese in mano il mio cazzo e quando diventò bello duro mi supplicò di scoparla perché voleva godere ancora, mi disse che le era venuta ancora una voglia pazzesca.
Si sdraiò sulla schiena e aprendo in modo osceno le gambe mi tirò sopra di lei incitandomi a scoparla fino a quando non sveniva, era pazza del mio cazzo, sempre duro.
Mentre le introducevo il mio cazzo nella sua figa, la guardavo e mi sembrava di vedere la mia mamma, le infilai il cazzo e come un forsennato la scopai fino a quando mi supplicò di fermarmi che da tanto godimento si sentiva quasi male.
Capii che non avrebbe piu fatto a meno del mio cazzo e cosi azzardai una domanda.
--- Senti zia, se vuoi che diventi il tuo amante devi aiutarmi a fare l’amore con la mia mamma, voglio renderla felice.
--- Ma sei matto, conoscendo tua madre non penso che accetti una cosa del genere, è come se mio marito scopasse con sua figlia, non accetterebbe mai.
--- Zia, sta tutto a te a prepararla, se non trovi il modo non scopo piu con te.
--- Ti prego Andrea, adesso che abbiamo fatto l’amore non riesco piu a fare a meno del tuo cazzo, cercherò di trovare una scusa, ma sarà molto difficile, mi è venuta una idea, la settimana prossima tuo padre si deve assentare per lavoro per 15 giorni, se riesco a eccitarla con qualcosa forse riesco nel convincerla, lascia fare a me.
Mio padre parti per lavoro e mia madre rimase sola con me, la zia un giorno la invitò in casa sua per farle vedere una cosa, seppi poi che era un filmino porno dove una signora scopava con il figlio.
Il giorno dopo la zia mi raccontò cosa era successo, mi disse che in un primo momento mia madre si incavolò ma poi si calmò e stette a vedere tutto il filmato, disse a mia zia che era peccato fare l’amore con i figli, ma lei disse che per lei non era peccato, anzi era un modo come un altro per dare amore ai figli, e le disse anche che se lei avesse avuto un figlio maschio sicuramente avrebbe fatto con lui l’amore, naturalmente all’insaputa del marito.
Mia madre sentendo parlare cosi la sorella le lasciò capire che a fare l’amore con me ci aveva fatto un pensierino ma poi lo aveva tolto dalla sua mente, non avrebbe saputo neanche da che parte incominciare.
Mia zia le confessò che aveva fatto l’amore con me, e mia madre non sembrava nemmeno arrabbiata, e le disse che avrebbe accettato ma doveva trovare il modo.
La zia si mise d’accordo con mia madre e cosi fecero, mia madre andò in casa di zia, si mise a letto al suo posto, si infilò nuda sotto le coperte con la luce spenta, io entrai al buio, mi spogliai e mi infilai sotto le coperte, abbracciai mia madre, ma lei pensava che la credevo la zia, spinsi indietro le coperte e mentre lei apriva le gambe salii sopra di lei e le infilai il mio cazzo fino in fondo, come senti dentro il mio cazzo ebbe un sussulto, mi strinse a se come farmi entrare da dove ero uscito...anni prima, la scopai per almeno per mezzora facendole avere numerosi orgasmi, continuava a baciarmi, quando mi accorsi che le scendevano le lacrime dagli occhi accesi la luce, ci guardammo in faccia, non sembrò stupita, si vedeva che era felice, mi disse che era felice di quello che era successo e l’avevo resa felice come non lo era mai stata, mi disse di continuare a scoparla perché voleva darmi e ricevere ancora amore, piangeva di felicità.
--- - Figlio mio ti amo...........grazie per il tuo amore

Arrivò l’inverno e nei giorni di pioggia mi rifugiavo nella nostra tana, e un giorno mentre stavo leggendo un giornaletto di Tex Willer arrivò mia cugina portando con se un completo per clistere, mi disse che aveva mal di pancia, forse era imbarazzata, mi chiese di aiutarla.
Scaldammo con un fornellino una pentola di acqua con dentro della camomilla, la feci stendere sul materasso togliendosi le mutandine e mettendosi carponi con il culo per aria e aspettò che il tutto fosse pronto.
Mentre si scaldava l’acqua mi avvicinai a lei e preparai il suo buchetto spalmandole un po’ di crema per facilitare l’introduzione della cannuccia, mentre le spalmavo la crema le infilai dentro un dito e le feci un ditalino, cosa che gradi’ molto, vedendo che alcune gocce di umore le bagnarono la fighetta avvicinai la bocca leccando la sua patatina.
--- Si Andrea che bello dai che godo, leccami e succhiami la fighetta e il clitoride, è troppo bello.
Quando fu pronta la soluzione, riempii la sacca e la appesi ad un chiodo, infilai la cannula nel suo culetto e aprii il rubinetto, mentre entrava nel suo intestino il liquido mi disse che era una sensazione bellissima, come la sacca fu svuotata si alzò e corse giu in cortile per scaricarsi, venne ancora nella tana e mi confidò che era stata una esperienza sublime e che sicuramente avrebbe riprovato ancora.
Mi fece sdraiare sul materasso abbassando i pantaloni e le mutandine, mi spalmò della crema sul mio cazzo e un po’ sul suo forellino e venne sopra di me e guardandomi negli occhi si impalò sul mio cazzo facendolo entrare tutto fino a toccare col suo sedere le mie gambe, si fermò un attimo per fare adattare il suo buco al mio cazzo e poi quasi saltando si inculò fino a quando stanca si abbattè su di me, ma senza farlo uscire.
--- Andrea, è un po che ci penso, voglio essere sverginata da te.
--- Ma tu sei matta, a sverginarti ci penserà il tuo futuro marito, accontentati di prenderlo nel culetto, ed è piu sicuro cosi non rimani incinta.
--- Sei cattivo, sono stanca di farmi ditalini, voglio un cazzo vero.
Sentendo parlare cosi il cazzo mi si rizzò di nuovo, e lei sollevandosi facendolo uscire dal culo lo prese in mano e se lo infilò nella sua figa senza darmi neanche il tempo di fermarla, stavo per protestare, si fa per dire, che lei si abbassò e mi chiuse la bocca baciandomi e cercando la mia lingua, devo dire che in figa è piu bello, mi scopò per non so quanto tempo, godeve e godeva a piu non posso, e quando stavo per eiaculare feci perfino fatica a farla alzare per non riempirla di sperma.
--- Andrea, sei stato cattivo a toglierlo, io volevo sentire il getto contro il mio utero, ti ho sentito un po di tempo fa quando non vista hai sborrato dentro la figa di mia madre, era letteralmente impazzita sentendosi riempire.
--- Ci hai visti e non hai detto niente?
--- Era cosi bello vedervi scopare che niente al mondo mi sarei fatta vedere.
Si staccò da me e alzandosi vidi che la sua fighetta e il mio cazzo erano sporchi di sangue, si era sverginata da sola, adesso la strada era aperta e avrei potuto scoparla tutte le volte che voleva.


In Dicembre, mio nonno materno si ammalò e venne ricoverato all’ospedale, i miei nonni abitavano in un cascinale un po’ distante dal paese e mia nonna Giulia aveva paura a dormire da sola, toccò a me farle compagnia per la notte.
Mia nonna aveva avuto mia madre a 18 anni e a quell’epoca aveva 59 anni, alta come mia madre un po’ pienotta con un seno almeno della 5 taglia, due belle tette da succhiare, ero quasi felice di andare da lei, alla sera mi cucinava tutto quello che desideravo, ci volevamo un bene dell’anima.
Nella sua camera non vi era riscaldamento e io per non gelare dormivo nel lettone con lei, la prima sera che ci coricammo mi disse --- Andrea, vieni vicino a me che ci scaldiamo i piedi.
Mi avvicinai a lei che subito mi tirò a se e mi abbracciò, mi diede dei baci sulle guance, anche io mi strinsi a lei, ma colpa della mia età come appoggiai il mio cazzo alla sua pancia mi venne subito duro, lei si accorse e mi disse --- Lo sai che sei un porcellino, ti sei appena appoggiato che ti è venuto subito duro, dai fammi sentire come sei messo.
Mi mise dentro ai pantaloni del pigiamo la mano e mi prese lo prese in mano.
--- Caspita Andrea, che bell’uccellino che tieni, è meglio che lo tenga stretto se no vola via, dai spogliati nudo che cosi ci scaldiamo di piu con i nostri corpi.
--- Nonna, mi spoglio se lo fai anche tu.
Ci spogliammo nudi, era buio e non ci vedevamo, mi tirò a se e prendendomi di nuovo in mano il mio cazzo mi fece una sega.
--- Nonna, se continui cosi ti vengo in mano e ti sporco tutta, fermati un attimo.
--- Andrea, succhiami un po’ il seno.
Ubbidii, presi in bocca un seno e con la mano mi intrufolai in mezzo alle sue gambe, lei prontamente le apri facilitandomi la palpatina alla figa, per la verità era una figona, l’aveva molta larga, mi accorsi subito quando introdussi perfino la mano tanto che era larga.
--- Andrea, vienimi sopra che ti voglio succhiare il tuo uccellino e tu mi lecchi la figa.
Ero sopra di lei e mentre le leccavo e succhiavo il clitoride le spinsi un dito nel culo, anche il suo buco era largo, chissa quante volte l’aveva preso dietro, si accorse che stavo per godere e succhiò cosi forte che mi strappo letteralmente fuori lo sperma che stavo per eiaculare nella sua bocca, sentii che dalla sua figa le uscivano delle gocce dei suoi umori che mi bagnarono letteralmente la faccia, avevamo goduto come due porcelli.
Si girò e si mise a pecorina, dicendomi di scoparla in culo, cosa che feci senza farmi pregare, la inculai per alcuni minuti, e le sborrai nel culo.
Ci addormentammo subito da tanto eravamo stanchi, al mattino mi svegliai sentendo la sua bocca che mi succhiava il cazzo che mi divenne durissimo, come lo senti duro si sdraiò a gambe larghe e mi disse --- dai Andrea, scopami che ho voglia, dai spaccami la figa sborrami dentro, stò impazzendo dalla voglia, speriamo che non dimettano troppo presto il nonno cosi scoperemo tutte le sere.
Entrava luce dalla finestra e finalmente vedevo la nonna nuda, era si anziana ma appetibile, vedevo la sua figona aperta che aspettava il mio cazzo, con un colpo solo lo infilai fino a toccare l’utero, non smetteva piu di godere, era bello vederla godere, mentre la scopavo le pastrugnavo le tette, lei godeva godeva e godeva.

Il nonno venne dimesso e io ritornai a casa, mi dispiacque tanto non stare a far l’amore con nonna, ma dovevo accontentare anche la mamma, dovevo darle la sua razione di cazzo giornaliero.
Passarono alcuni anni e compii 25 anni, il cazzo era sempre in tiro, scopavo un po’ la mamma e la zia alternandole per non farle litigare, tutte e due volevano il mio cazzo, non ne avevano mai abbastanza.
Mi fidanzai con una ragazza di 22 anni Angela, l’avevo conosciuta ad una festa da amici, le volevo molto bene ma non voleva fare sesso fino al matrimonio, voleva farmi il dono della sua verginità quando eravamo sposati, a me questa cosa non mi andava proprio giu, lei mi faceva solo seghe e basta, non voleva nemmeno che le facevo dei ditalini e nemmeno prendermelo in bocca.

Dopo un mese che ci frequentavamo la lasciai, io volevo fare l’amore con lei, sicuramente l’avrei anche sposata, ma lei non me la mollava e poi ritornando a casa mi dovevo fare una sega per calmarmi.
Lei non mi cercò nemmeno, un giorno mi vedo fuori da dove lavoravo sua madre, Carlotta di anni 39 bellissima femmina, mora alta 1, 70 capelli neri e ricci, portava una minigonna appena sopra al ginocchio, ma che mi attiravano erano i suoi seni certamente una quarta, che si vedevano i suoi capezzoli appuntiti contro la camicetta di seta.

--- Senti Andrea, ti posso parlare un attimo? Dai entra in macchina con me che devo parlarti.
Salii sulla sua macchina e parti per poi fermarsi in una stradina fuori mano.
--- Andrea, a me dispiace che vi siete lasciati, Angela piange in continuazione, mi ha detto il motivo che l’hai lasciata ma lei è ferma nelle sue decisioni, vuole essere tua solo dopo il matrimonio, io capisco che un ragazzo come te ha bisogno di fare l’amore ma io non so proprio cosa fare.
--- Signora, Angela è una brava ragazza, le ho detto che ci saremmo sposati ma lei non ne ha voluto sapere, quando l’abbracciavo e la baciavo la desideravo tantissimo, era una tortura dovere rinunciare, ho preferito lasciarla per non continuare a soffrire.
Mentre parlavamo mi teneva le mani, la tirai vicino a me e la baciai sulla bocca a labbra chiuse, lei prontamente apri la bocca e cercò la mia lingua, ci unimmo in un bacio mulinando le nostre lingue, abbassai il mio sedile ed lei abbassò il suo, ma in macchina era impossibile fare sesso, scesi dalla macchina e lei prontamente scese, sul sedile posteriore vidi una coperta, la presi e la misi a terra, ci sdraiammo sopra, sdraiati sul fianco ed abbracciati ci stringemmo in un bacio, aprii la lampo dei pantaloni e infilando sotto la sua gonna una mano le tolsi le mutandine, si sdraiò e apri le gambe invitandomi a salire sopra di lei, il mio cazzo a quell’epoca era un signor cazzo, 5 cm di diametro e 24 di lunghezza, era cosi bagnata che senza fatica le entrò fino alle palle, come lo senti dentro tutto mi tirò di piu a se incitandomi a scoparla piu forte che potevo, non mi feci pregare e la scopai come si scopa una donna in calore in crisi di astinenza, quando ci riassettammo mi confidò che suo marito non la soddisfava abbastanza, la scopava solo al sabato sera adducendo che era sempre stanco, con me si era tolta la voglia, mi supplicò di frequentare ancora la figlia, che lei si sarebbe sacrificata al suo posto per non perdere un genero cosi fornito.
Si girò e si mise a pecorina e si allargò le chiappe.
--- Mi è venuta ancora voglia, dai spaccami il culo, una occasione cosi non me lascio sfuggire, mi figlia non sa cosa si perde a prendere nel culo un cazzo cosi, dai cosa aspetti a mettermelo dentro?
Le feci entrare il cazzo, a dire la verità feci un po fatica tanto che aveva il buco stretto, ma lei disse di non preoccuparmi se le facevo male, lo voleva in culo e basta, feci entrare solo il glande e incominciai a scoparla ma lei lo volva sentire fino in fondo, sentendo che il suo buco si rilassava lo spinsi dentro fino alle palle e la scopai fino a quando mi supplicò di fermarmi che era venuta 3 volte e le bruciava il buco del culo, ma che era felice di avere scopato con me.
Come lo tolsi vidi che il suo buco era diventato una voragine ed usciva lo sperma che le avevo scaricato nell’intestino, ed era uno spettacolo vedere che piano piano si stringeva.

Andrea, una scopata cosi non l’avevo mai fatta, grazie sei il mio genero preferito, mi sa che noi due ne faremo delle belle, di scopate si intende…

Questo racconto di è stato letto 3 8 5 1 0 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.