Capitolo I. I piedi di Mara

Scritto da , il 2010-06-16, genere feticismo

Pagherei oro per poter avere una foto dei bellissimi piedini di Mara.
Sono certo che anche lei sarebbe eccitata all'idea che uno sconosicuto qualsiasi, per di piu' un porco maleducato vizioso, abbia accesso ai suoi bellissimi piedi.
Pagherei oro per poter avere una foto dei bellissimi piedini di Mara ma non solo. Pagherei oro anche per poterli annusare lentamente.
Gia', vorrei essere a casa sua. Lei sdraiata sul divano intenta a dormire, i piedi nudi appoggiati sul bracciolo del divano ed io li acquattato nella penombra pomeridiana pronto ad attaccare quelle due gemelline da sandwich.
Quanto mi piacerebbe metterci il mio cazzo in mezzo ed essere strusciato da quelle deliziose estremita'.
Ma mi accontentero' di annusare quelle meraviglie. Non prima pero' di averle osservate con attenzione.
Dio! Le piante nude dei piedi di Mara. Quei piedi che hanno indossato di tutto: ballerine, sandali, infradito, ciabatte, decoltes, stivaletti, stivali e dio solo sa cos'altro.
Posso vederli ora qui davanti a me quelle bellissime fettine odorose, un misto di sudore agrodolce e buonissimo bagno schiuma...mmmmm...non resisto. Le ditina sembrano invitarmi a farmi avanti.
Ed io col cazzo a ferro e una perenne voglia di sborrare non posso piu' farne a meno.
Cosi' dopo aver fissato quelle meraviglie per quasi dieci minuti comincio dolcemente e molto lentamente ad avvicinare il mio viso a quelle prelibatezze.
Hanno veramente un buon odore. Amo l'odore di Mara. Anche se di sudore e' il sudore della mia bambina.
La bimba che amo.
La mia bimba che ora sta placidamente sonnecchiando e che ignara della mia presenza non immaginera' di certo che il suo amante e' cosi' vicino alle sue bambine.
E cosi' consapevole del mio innato depravato feticismo comincio ad aspirare forte come farebbe un cocainome vizioso in astinenza da ore di fronte alla sua anelata pista.
Annuso cosi' forte che l'odore mi spacca il cervello provocando al mio uccello spasmi palpitanti di volutta'. L'afrore delle sue piante e' indescrivibile. Sono in estasi, il mio paradiso in terra. Mi accorgo che ha i piedini un pochino sporchi e cosi' non posso farne a meno e tirando fuori un bel tocco di lingua comincio a lappare dolcemente il tallone fino a salire.
Dio quell'acidita' tipica della mia Mara. Che delizia! Le sto infradiciando il piede di saliva, dovrebbe svegliarsi, avvertire la mia presenza, ma lei sembra avere tutt'altra intenzione e continua a dormire.
Ed io lappo, lappo quella meraviglia e non pago mi rifugio dalla sua gemellina ancora asciutta.
Dio, quei solchi nelle piante, quelle righette cosi' eccitanti e sensuali tali da farmi incendiare il cazzo.
Tu Marchese De Sade e tu Vladimir Nabokov che hai descritto cosi' lascivamente la tua ninfetta Lolita, avete mai visto una carne cosi' saporita tale da farmi incendiare il cazzo?
Dio ho il cazzo ferro.
Le ho praticamente inondato le piante di saliva
Quando si svegliera' le sentira' bagnaticcie e si chiedera' se per caso non stia ancora sognando
Ed io ormai preso da spasmi d'uccello e con la paura di essere scoperto mi rintano nel suo sgabuzzino pronto a ficcare il naso tra le sue o(a)doranti calzature.
scatology@libero.it

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