Ho rubato il ragazzo a mia sorella 1

Scritto da , il 2014-02-28, genere gay

Sono passati anni da quando Giacomo ed io abbiamo lasciato le nostre famiglie. Creai una vera agitazione nella nostra cittadina conservatrice. Mentre le nostre famiglie non rifiutarono il fatto, capinno che a causa della nostra sessualità noi non avremmo più potuto vivere in quella città. Era stato divertente vedere l’espressione sulla faccia di quella puttana di mia sorella quando Giacomo le disse che l'aveva scaricata per stare con me.

Erano i tardi anni novanta, la piccola città nella quale vivevo era totalmente cattolica e conservatrice. Era stato difficile quando arrivato alla pubertà cominciai a guardare i ragazzi invece delle ragazze. Io mi masturbavoi pensando agli eccitanti ragazzi della scuola e mi sentivo colpevole. Ero assolutamente il ragazzo medio, circa un metro e settanta, capelli ed occhi castani e mi tenevo in buona forma dato che facevo parte della squadra di nuoto del mio quartiere; ero quel tipo di ragazzo che ragazze notano.

Alle elementari ero un anno avanti e perciò ero alla pari di mia sorella che aveva un anno di più. Mia sorella ed io non andavamo molto d’accordo, Alice era una cagna puro e semplice. I miei genitori allora non lo capivano ma ora lo sanno. Ero all’ultimo anno quando Alice portò a casa Giacomo ed il mio cazzo per poco non sparò nei miei pantaloni. Giacomo era un giocatore di calcio, alti più di un metro e ottanta, capelli scuri ed occhi di un bel verde smeraldo, al solo guardarlo il mio cuore si fuse. Giacomo era un gran bel ragazzo ed io non riuscivo a capire cosa trovava in una cagna come Alice.

Successivamente Giacomo sembrò voler passare più tempo con me che con Alice, veniva a casa ed andavamo in giro insieme. Andavamo al cinema, a giocare a bowling, a mini golf. Lui veniva a vedere le mie gare di nuoto. I miei genitori ci venivano ma Alice non l’aveva mai fatto e Giacomo stava seduto con loro a fare il tifo per me.

I tempo passato con Giacomo l’attrazione per lui andò oltre la semplice attrazione fisica. Lo volevo romanticamente, volevo stare con lui e solamente con lui. Quando arrivava, mi vedeva, mi salutava con una carezza sulla schiena mi faceva sentire troppo bene, e ancora meglio se mi dava un grande abbraccio. Quando mi circondava con le sue braccia, mi cedevano le ginocchia e mi sentivo uno strano buco nello stomaco. Lo volevo dannatamente.

Era aprile ed eravamo in vista del diploma. Alice stava passando il fine settimana con un’amica ed i suoi genitori. I miei genitori erano fuori città per il fine settimana per un evento del lavoro di mio padre. Giacomo lo sapeva, chiese se lui poteva stare da me per il fine settimana ed i miei genitori dissero che andava bene.

I miei genitori partirono venerdì. Mia madre lasciò il numero dell’albergo in cui sarebbero stati nel caso avessi avuto bisogno di qualche cosa. Poco dopo che se ne furono andati Giacomo arrivò, Guardammo un paio di film ed ordinammo una pizza per cenaì. Dopo cena Giacomo eravamo seduti sul pavimento del soggiorno un di fronte all'altro, quando improvvisamente lui parlò di Alice.

"Penso che la scaricherò."
Nessuna sorpresa là e se le dicerie erano vere Alice se la stava spassando.
"Perché la scaricherai? " Chiesi non volendo lasciar cadere la cosa.
"Lei vuole solo sesso da me ed io non ho voglia di darglielo. Se solo sapesse!"
"Se solo sapesse cosa?"
"Nick, posso fidarmi di te? Ho un grande segreto che ho bisogno di dire a qualcuno perché non posso tenerlo più a lungo."
"Chiaramente puoi, cos’è?"

Giacomo cominciò a piangere, le lacrime cominciarono a scendere sulle sue guance facendogli brillare ancora di più gli occhi verdi. "Ho cominciato ad uscire con Alice perché c'è qualcun’altro che mi piace e pensavo che uscendo con lei avrei potuto stare vicino a quella persona, e quindi l’ho fatto. Ho conosciuto meglio quella persona e penso che probabilmente me ne sono innamorato."
"Giacomo non c’è niente di sbagliato. Dille quello che senti."
"Non è una ragazza. Non è una ragazza. Non mi sono mai piaciute sessualmente ragazze. Io sono gay e non so cosa dirà se gli dico che l'amo."

Giacomo era gay? Nella mia testa si formò improvvisamente un'immagine, che Giacomo fosse il mio boyfriend, di noi due che andavamo da qualche parte insieme a vivere felici e contenti. Spinsi via quei pensieri, misi una mano sulle spalle di Giacomo, lo tirai a me e lo tenni stretto. Lui continuò a piangere sul mio torace. Io volevo sapesse che andava tutto bene, che ero ancora suo amico, che gli volevo bene, che potevo capire il suo dolore. Il mio cuore si stava spezzando nel vederlo così.

"Giacomo, non lo dirò a nessuno." Dissi. "Ma chi è il ragazzo di cui sei innamorato?"
"Prometti di non incazzarti?"
"Promesso."
"Sei tu Nick."
Non posso descrivere la sensazione che ebbi sentendo che Giacomo, il ragazzo con cui da tanto avrei voluto essere, era innamorato di me. Il mio cuore correva. Le mie braccia lo strinsero ancora più strettamente. Feci correre le dita tra i suoi capelli. Ora tutto aveva senso, ecco perché Giacomo passò più tempo con me che con Alice. Perché veniva sempre alle mie gare di nuoto ed i suoi abbracci.

"Non sei arrabbiato?" Chiese vedendo che non lo allontanavo da me e non gli gridavo di lasciare la mia casa.
"No Giacomo, non lo sono. Non posso essere arrabbiato con te per essere innamorato di me. Io non posso essere arrabbiato perché anch’io sono innamorato di te."
Giacomo si sedette e mi guardò diritto negli occhi, non disse niente per un secondo. "Anche tu sei innamorato di me?"
"Sì. Anch’io sono gay. Quando Alice ti ha portò a mi sono sentito attratto da te, dapprima pensai che non era nulla, che non fosse niente di più di quello che sentivo per gli altri ragazzi della scuola, ma divenne molto di più quando cominciasti a passare tutto quel tempo con me. Tu non sa quello che voleva dire per me vederti a tutte le mie gare di nuoto. Tu non hai idea di come mi fai sentire quando mi abbracci. Giacomo io ti ho desiderato più di qualsiasi altra cosa nella mia vita."
Giacomo riprese a piangere. "Oh Nick. Non sai cosa vuole dire per me. Sapere che anche tu mi ami ."
Si precipitò di nuovo nelle mie braccia ed io lo tenni così per un po’, poi gli alzai il mento e lo fissai nei suoi begli occhi. Mi chinai e lo baciai. Fu un lungo bacio sensuale. Quando interrompemmo il bacio Giacomo mi sorrise. Ci baciammo di nuovo e restammo così, poi ci alzammo, andammo in camera, ci sdraiammo sul letto e restammo così per un po’.
Cominciammo a toglierci i vestiti e quando fummo nudi guardammo i nostri corpi. Il corpo di Giacomo era bello, il torace liscio e la piccola striscia che conduceva ai peli pubici, il suo cazzo sull’attenti. Strofinammo insieme i nostri uccelli e prima che ce ne rendessimo conto, avevamo preso in bocca il pene dell’altro.

Dopo un po' Giacomo smise di succhiare e disse. "Nick puoi mettermelo dentro?"
"Posso andare nella stanza di Alice e vedo se ha dei preservativi. E avremo bisogno di qualche cosa per lubrificare."
"Nick, io sono vergine."
"Anch’io lo sono, Giacomo."
"Allora non avremo bisogno di preservativi, non dobbiamo preoccuparci di malattie contagiose."
"Ok, allora il lubrificante, torno subito.”

Andai in bagno e trovai della vasellina; tornai nella mia stanza e feci sdraiare Giacomo su di un fianco. Cominciai a lubrificargli il sedere di Giacomo e ne misi un po’ su di me. Inserii un dito nel suo buco per allentarlo. Lo sentii lamentarsi un po’. Appoggiai il cazzo al suo buco e spinsi. Era così bello e caldo e stretto. Giacomo si lamentò e disse: "Per favore mettimelo dentro Nick."
"Ok Giacomo." Dissi e cominciai a muovermi lentamente dentro di lui. Lo sentii lamentarsi, cominciai ad andare a tutta velocità e Giacomo non protestò. Mi mossi sempre più velocemente e Giacomo continuò a lamentarsi. Gli girai la testa e lo baciai mentre continuavo a fare l'amore con lui. Prima che me ne rendessi conto stavo sborrando dentro di lui.

Dopo essere venuto mi estrassi e Giacomo si sdraiò sulla schiena. Il suo cazzo era ancora duro, mi chinai e glielo succhiai. Giacomo eruttò sperma nella mia bocca. Il gusto era buono da morire, era caldo e dolce, era il sapore di Giacomo. Dopo aver bevuto la sua sborra mi sdraiai accanto a lui e tirai le coperte su di noi. Ci sorridemmo l'un l'altro e ci guardammo l'un l'altro negli occhi. Ci baciammo ripetutamente e ci addormentammo nelle braccia dell’altro.
Sarebbe stato un bel fine settimana.

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