Le parole di mio padre

Scritto da , il 2010-06-09, genere incesti

Mi aveva lasciata così per tutta la serata, dopo l’esperienza nel suo ufficio. Insoddisfatta anche se lui aveva goduto. Mi ero addormentata dopo essermi toccata pensandolo e sognandolo.

Era mattina presto, mia madre e mio fratello già erano usciti, io, non avevndo lezione all’università, stavo a letto nel dormiveglia rannicchiata sul fianco. È entrato in camera mia, e nel mio letto. Era nudo, mi ha abbracciata da dietro, sentire la sua pelle sudata contro la mia schiena e’ stata una delle sensazioni più eccitanti mai provate.

Mi baciava il collo, mentre con una mano entrava nel mio reggi:
- “Che belle tette che hai Mirca”
diceva accarezzandole e strizzandole.
- “Che grosse, sembrano piene di latte”
Il suo membro, già duro premeva sulle mie natiche.

Mi ha levato il reggi e continuato ad accarezzarmi per non so quanto, finché con una mano è entrato nelle mie mutandine.
- “Uhm, sei già bagnata”
Io gli rispondevo ansimando:
- “Dai, ti prego, non farmi più aspettare come ieri sera, scopami, dai!!”
- “No -mi ha detto- non sei ancora pronta”
e intanto con la punta del dito mi massaggiava il clitoride, piccoli movimenti circolari, che mi hanno portata subito all’orgasmo.Lui mi ha sfilato gli slip e, dopo essersi inumidito le dita con la saliva, mi esplorava a fondo.
- “Dai, ti prego, sono pronta”
- “Lo so io quando sei pronta Mirca!”
Eravamo tutti e due in un lago di sudore, la sua lingua leccava il mio collo.

Finalmente mi ha alzato una coscia ed è entrato in me da dietro. Lentamente, pareva scivolasse sull’olio.
- “Uhm, come sei tenera, sembri fatta di burro!”
Quando è entrato tutto, mi teneva per i fianchi dandomi il ritmo. Io lo sentivo dentro, fino in fondo, e mi muovevo pensando alle onde del mare. Non c’era nient’altro solo io e lui e il mare, dove abbiamo avuto i nostri primi approcci lo scorso anno.

Si muoveva piano, lentamente, capiva le mie esigenze come mai nessun altro uomo.
- “Ti amo Mirca, nessuna donna mi ha dato queste sensazioni, ti desidero a tal punto che sogno di fecondarti”
Poi il suo ritmo si è fatto più duro, quasi violento diceva:
- “Dai, Mirca, voglio godere dai fammi sentire come godi”

Io ansimavo dal piacere a sentire le sue palle che sbattevano sul mio culo.
- “Si, dammelo tutto, dai, siii, spaccami l’utero!!!”
e intanto il mio sesso si apriva e chiudeva sempre più forte in un altro orgasmo. Lo desideravo con una forza a me sconosciuta. Lui gridava:
- “Mirca, Mirca, Mircaaaaaaaaa”
finché si è svuotato con fiotti sempre più violenti dentro di me.

Dopo che è venuto cercavo di trattenere il suo sesso dentro di me più a lungo possibile. Avevo già nostalgia di lui. Si è alzato, mi ha dato un bacio sulla guancia dicendomi:
- “Non lavarti per un po’ Mirca, trattieni il mio seme dentro di te”

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