Davide e Alé

Scritto da , il 2013-09-01, genere gay

Ciao Ragazzi, mi chiamo Davide, sono un bel maschione di ventitré anni, alto 1,75 centimetri per settantacinque chili, capello biondo ed occhi azzurri, posso quindi affermare di avere una buona corporatura, in quando milito da anni in una squadra del campionato giovanili. Nella squadra da poco c'è un pezzo di Marcantonio, anzi un bel fico, alto 1,85 per 90 kg. può darsi che 90 kg. siano troppi.

Eppure quelle belle spalle larghe, quel petto ampio, quelle cosce grosse e quelle chiappe pienotte, perfettamente sferiche e coperte dai quei calzoncini bianchi che attizza molto e da perdersi completamente: moro, un fisico da sballo, vederlo nei spogliatoio è uno spettacolo da far impazzire anche ad un etero convinto. Aggiungici i capelli mori, e due bei occhi neri come la pece, una dentatura da sballo e quella peluria nerastro nei punti giusti. Da morire! Sto parlando di Alessandro, anzi ad essere precisi, Alé il bel centrocampista di 22 anni della mia squadra. C’è ancora da dire che dopo averlo ammirato per la prima volta, il grosso bozzo in vista, ai spogliatoi con uno slippino rosso che uscendo dalle docce diventava quasi trasparente e appena le toglie non vi dico che spettacolo, una statua Greca, i Bronzi di Riace al suo confronto sono niente.

Nulla lasciavano all’immaginazione, né la notevole minchia né i grossi coglioni, avevo concepito una notevole invidia per la sua ragazza che si faceva questo bestione da monta. La notte non dormo pensando a lui, le seghe si sprecano, mentre sogno di ficcarlo nel suo bel culo burroso, ho ciucciare il suo magnifico cazzo grosso, anche se non mi lamento del mio cazzo che al suo confronto e niente male, io adoro la sua minchia da perdermi. Non sono gay di nascita, il viziotto che ho preso verso i maschi e colpa di una troietta e figlia di puttana. Tutto successe un giorno con Gianfranco un mio amico del liceo, entrambi diciottenni andammo a ballare in discoteca per festeggiare il diploma di ragioneria, lì incontrammo Giovanna una bella donna di 25 anni Emiliana. La troiona ci addocchia e ci fece delle proposte oscene da farci arrapare: io, e Gianfranco dovevamo andare nel suo appartamento e chiavarla entrambi i buchi, non disdegno mai una fica, immaginate se me la sbatte in faccia, non mi faccio ripetere due volte che da bravo stallone la fottevo davanti mentre Gianfranco la inculava dietro. Era una scopava da infarto, anche se dopo una oretta buona di fottuta non ci aspettavamo una sua strana richiesta: entrambi dovevamo farci dei pompini senza venirne ne goderne, voleva godere solo lei nel vederci umiliati. La troia l'ha preteso, sennò ci denunciava per violenza sessuale. Purtroppo dovetti soccombere la sua richiesta e prendere per la prima volta un cazzo di un maschio, no un cazzo di Gianfranco che mi stava pure antipatico, che tra leccate e sbocchinamenti di entrambi passammo a un sessantanove che per poco ci presi gusto, lì la troia ci blocco era tutta eccitata che poi la dovemmo scoparla per altri 20 minuti buoni. Quella sera entrambi abbiamo giurato che non avremmo mai parlato del fattaccio con nessuno, in quanto ci vergognavamo entrambi.

Una sera non so come Gianfranco con la scusa di una festa organizzata dai suoi amici in campagna, mi condusse con la macchina in un luogo appartato in mezzo alle fratte senza rispondere alle mie domande. Non parla, mi guarda fissando sui occhi, mentre si slaccia automaticamente i calzoni che schizza fuori un cazzo stupendo, mise una mano sulla mia nuca e me lo spinse giù sbattendo sulle mie labbra la sua cappella. "Datti da fare, puttana!", fu il suo ordine. Potevo mandarlo a farinculo, ma la curiosità di riprenderlo di nuovo quel cazzo in bocca era tanta, anche se non volevo lui mi teneva la testa ferma finché me lo ritrovai dentro le labbra e venni scopato in bocca con molto impeto, non posso negare che quel fugace pompino non mi piacesse, anzi pian piano mi cominciava a prenderci gusto tanto che lo feci godere fino da schizzare un litro di sperma. In quell'attimo cercai di sottrarmi ed evitare di berla, ma lui mi tenne la testa ferma finché io ingoiassi tutto. "Bravo, per stasera va bene, ma la prossima volta voglio il tuo bel culetto!?", disse mettendo in moto la macchina e scaricandomi a casa come se fossi una puttana di strada. Rimasi sbalordito dalla sua arroganza nei miei confondi, non mi aspettavo che questa era la sua ambizione di trattarmi da puttana, che però non fece in tempo a realizzare. La fortuna volle che la società della mia squadra dell'hinterland Milanese mi vendente ad una squadra Emiliana dove prosegui con gli studi nella università di Bologna.

Passati mesi e anni la ferita si stava guarendo, non ricordavo più di Giovanna né di Gianfranco, e anche la curiosità di vedere maschi nudi sotto le docce del dopo partita non mi portava nessuna eccitazione in quando in università c'era sempre una fica in disposizione, fino il giorno che non venne Ale dalle Marche, precisamente dal Cosimo. Non so come da quel giorno e anche nei mesi successivi mi scoppia in me una frociaccine da far paura, per lui ho abbandonato la fica, non dormivo più, soffrivo d'insonnia, c'era lui nella mia mente. Dopo mesi di sofferenza, venne il bel giorno della mia vita. La società per rinforzare la squadra aveva deciso di portarci a Trento per 2 settimane, un ritiro nelle alpi nel mese di Luglio. Non stetti nella pelle quanto ebbi proprio lui, Alé come compagno di stanza. Arrivati dopo ore di pullman eravamo stremati e il calore di quella giornata di Luglio ci aveva fatto sudare tantissimo; avevamo tutti bisogno di una doccia e per fortuna arrivati all'albergo avevamo tempo per prepararci e scendere per la cena. Purtroppo come Capitano della squadra il Mister mi fece perdere tempo a chiacchiere per organizzare gli allenamenti il giorno dopo, e per mia disgrazia persi di vista Alé che andava da solo in camera. Avevo appena finito con il rompicoglioni del Mister, che già percorrevo il corridoio verso la stanza tanto era la fretta di entrare dentro e trovarlo nudo, ma purtroppo mi scontrai con Alé che usciva dalla stanza bello pulito e profumato. Deluso di aver perso l'occasione di vederlo completamente nudo e gustarmelo da solo senza che altri occhi mi scrutassero e darmi del frocio, la delusione era troppo forte tanto che decisi di farmi anch'io una bella doccia rivitalizzante. Incazzato comincio a spogliarmi e infilarmi nella doccia quando ad un certo punto, sotto il getto d'acqua vaporoso scorgo dei slip rossi buttati in un angolo, mi colpisce in quando li riconosco sono quelli di Alé che lo aveva indosso la prima volta che lo conobbi.

Vedendo lo slippino rosso la minchia mi si drizzò subito su e senza neanche pensarci cominciai a farmi una bella sega. Ad un certo punto mi viene in mente un'idea perversa: dal momento che lui non c'era, mi piego per raccogliere gli slip e cominciai a strusciarmelo addosso, sul cazzo, in faccia, ad annusarli, quell'odore maschia mi eccitava come non mai. Alla fine venni sborranto, più volte, lo slip era tutto impiastrato di sborra, e dopo averlo sciacquato per bene sotto la doccia, lo nascosi nella mia valigia. Quei giorni, in allenamento, non riesco a prestare attenzione alle cazzate dei miei compagni di squadra o ai rimproveri del Mister. Ero troppo distratto a fantasticare su quel bel culo di Ale, che, mi viene in mente. Purtroppo dovetti stare a regime del Mister, sennò mi avrebbe escluso nella rosa e perdere l'occasione di stare con il mio bel Ale. Quella sera ero stremato dai troppi allenamenti tanto da saltare la cena, non vedevo l'ora di buttarmi sul letto e sprofondare in un sonno pieno di sogni erotici su Alé. Ormai ero letteralmente stregato da quel ragazzo da farne a meno. Nei giorni seguenti di nascosto continuavo a masturbarmi con il suo slip rosso tra le mani. Ormai per me era una reliquia e diventare una mia ossessione, una ossessione dalla quale era impossibile fuggire, smetterla, perché ero infatuato su quel bel corpo di maschio.

Ormai le 2 settimane di ritiro era agli sgoccioli e sapevo che tra non molto non avrei avuto più occasione di farmelo. Purtroppo mi rimase lo slip rosso con la quale ormai avevo appuntamento fisso due volte al giorno ed ero arrivato a farmi anche dieci seghe al giorno. Mancavano pochi giorni per il ritorno a casa e, non so come mai una sera dopo cena, mentre gli altri stavano nella sala per vedere la televisione io, andai a farmi la solita doccia, anche se non vedevo l'ora di masturbarmi su quel feticcio. Accertato che Ale non c'era in stanza prelevo dalla valigia i suoi slip e con armonia sotto la doccia cominciai il solito lavoro manuale, quando all'improvviso vedo Ale che si affaccia alla tenda della doccia che mi sorprende con il suo slip rosso attorno al mio cazzo duro, mentre segavo. In quel attimo pensai di essere nella merda, ma non mi fermo, anzi continuo senza pudore la sega e con maggiore veemenza, fino a venire completamente e accompagnato con un urlo di piacere, senza nemmeno distinguere bene con la vista: che Ale mi guardava sbalordito e incuriosito, nella quale c'ero io, ed avevo in mano il suo slip rosso strapieno di sperma! "CAZZO!, CAZZO!, CAZZO!, CAZZO!!!" Comincio a imprecare maledettamente, ma ormai e` troppo tardi. Alé mi ha visto nudo con in mano il suo slip ed io sono fottuto. A quel punto lui fa una cosa che io mai mi sarei aspettato: cominciava ad avvicinarsi a me, ed io mi sentivo imbarazzatissimo anche perché non avevo l'idea di cosa avrei potuto dirgli.

Ero nudo sotto il getto dell'acqua che ansimavo di voglia di fotterlo, invece di ingiuriarmi e darmi del frocio, mi strappa dalla mano il suo slip rosso gridando: "Ecco dove e finito i miei slip, brutto porco!?" Pensavo ad una sua reazione violenta tipo; uno schiaffo, un pugno o qualcosa altro, invece senza aspettarmelo me lo trovo inginocchio fregandosene di bagnarsi che incomincia a leccare e succhiare il mio cazzo come non aveva mai fatto una donna, la sua bocca scorreva su e giù come uno stantuffo, mentre gemeva e si contorceva. Era del tutto bagnato e continuava a succhiare il mio cazzo enorme a fatica, infatti nessuna donna fin da allora non aveva fatto mai un pompino decente, infatti ogni qualvolta a via di insistenze le poche ragazze che me lo prendevano in bocca non volevano una cicca, anzi appena cercavo di sborrare dentro la loro bocca, già loro si preparavano con dei fazzoletti per non sporcare il pavimento dicendo: che lo sperma gli facevano schifo da vomitare per l'odore sgradevole. Invece la bocca di Ale iniziava un bel pompino fantastico, ad occhi chiusi faceva sparire il mio cazzo in quella fornace profonda. Non so quanti secondi sono passati dal smarrimento totale, e poi dalla ripresa di stupore, e dalla mia bocca non esce nessun commento, anzi mi affrettai di afferrare la sua testa con entrambi le mani e accelerare i movimenti per ficcarlo tutto in bocca, e godermi in quel attimo nel sentire la cappella strusciare nel cavo orale di lui, era una cosa mai pensata e provata, ora invece lo avevo sotto il mio dominio, gli davo le coordinate al cazzo. Godevo come un porco mentre lui annaspava nel prenderlo tutto in bocca.

Passano ancora alcuni minuti di fellazio fino che Alé perde del tutto la testa da sfoderare un bel cazzo duro dai pantaloni e senza pensarci su inizia a menarselo, in tutto mi porta ad un godimento senza freni. Io godo di quella bocca molto ambito, ma purtroppo dura poco ed un getto di sperma cola in bocca a lui che rimane impassibile sempre con la bocca aperta e la lingua fuori per poterlo leccare meglio, i getti di sperma si susseguono sul viso sul collo, io euforico gli strofino il cazzo sul suo viso facendo colare tutto lo sperma nella sua bocca, lentamente inizia a deglutire fino a quando l’ultima goccia non è sparita dentro di lui. Lo feci alzare e gli dieti un bacio riconoscente in bocca. Lui allora si spoglia completamente lasciando i vestiti bagnati fradici in un angolo, ed io ritorno ancora ringalluzzito e lo afferrò in vita con due mani, lo girò e provò a piegarlo per fotterlo nel culo. Il maialino inarca la schiena mostrando le belle chiappe tante desiderate ed offrendosi a me quel che di bello stava in mezzo allo spacco del culo, proprio all'altezza del mio cazzo duro. Rovescia indietro la testa; gli occhi per il desiderio le roteavano fuori delle orbite. Il buco del suo culo pareva che respirasse a boccheggio, anche se nell'affannoso tentativo di risucchiare dentro di se il mio cazzone duro. Appena la mia cappella gli sfiora le crespe del buco; l'estremità dell'ano si dilata per ricevere il palo rigonfio di sborra che gli apre lo sfintere con delle forte vibrazioni. Alé ebbe un sussulto, non urla per il dolore come se il suo buchetto era già del tutto deflorato da altri cazzi.

Non finisco di affondare in quel caldo e profondo buco nero tanto agognato, le sue crespe dell'ano si richiude avvolgendo del tutto il mio bastone nodoso, lasciando fuggire un filo di voce che godeva di essere penetrato. Chissà, forse non ero il primo e neanche il secondo. Il culo di questo porco é aperto e già allenato!? La cosa non mi importava, Alé era mio e godeva a prenderlo nel culo tanto che mise una mano fra le sue cosce e comincia a masturbarsi, mentre con l'altra mano si aggrappa alla mia coscia per farsi sbattere violentemente dal mio grosso bastone. Alé si abbandona al piacere e all'orgasmo, come una troia in calore allarga le chiappe per ricevere tutto fino in fondo per essere montato da me, ed io, iniziai quindi a martellargli dentro con molta energia. La voglia di fotterlo era ancora forte, senza mai una sosta, continuavo a tenerlo ben afferrato per le spalle, in modo di tenerlo ben fermo mentre lo sbattevo con crescente piacere ed immutata energia. Non so come resistetti tanto a lungo senza mai fermarmi, forse la voglia era tanta, anche se ogni tanto dovevo rallentare, per non venire troppo in fretta, in quando dovevo godermelo e ricuperare i supplementari persi inutilmente. Arrapato mugolai affannosamente, poi piegai indietro la testa, affondo violentemente dentro le sue chiappe la stanga durissima alla radice e sborrai. Urlai così forte da temere che qualcuno potesse aver sentito fuori dalla stanza. Accasciato sopra di lui e riapro gli occhi mentre il mio cazzo e ancora incastrato nella morsa fra le sue chiappe che non vuole lasciarlo. La troia invece rimase inerte a culo largo godendosi soddisfatto la trombata. Da quel giorno facemmo scintille sia al ritiro che fuori campo, che volete da buon centrocampista prendeva più cazzi lui che il portiere.




By Mimi

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