Facevo le pulizie nella camera dei padroni

Scritto da , il 2013-06-03, genere dominazione

Sto ancora rassettando la camera dei padroni, quando sento al piano di sotto la porta di ingresso sbattersi.
Accidenti: il padrone dev'essere tornato prima. Devo sbrigarmi a finire e sgusciare via di qui.
Lo sento parlare al telefono di sotto, e so di avere qualche minuto ancora. Il motivo di tanta fretta è che noi cameriere della padrona le siamo tutte molto fedeli, e lei è follemente gelosa del marito, non vuole che qualcuna di noi resti sola in sua presenza. Ci fa vestire con una castigatissima uniforme, e pretende che nessuna di noi si faccia mai vedere da lui. Dobbiamo finire tutto il lavoro e ritirarci prima che torni a casa.

Finisco di fare il letto, e nel toccare le lenzuola, non so perché, comincio ad eccitarmi. Non mi è mai capitato, solitamente mi masturbo pensando al padrone quando sono sola nella mia stanza, e non nella camera padronale mentre sto lavorando. La fretta nel sapere che devo andare prima che lui arrivi deve avermi turbata. Sono colta da una frenesia, penso che c'è ancora tempo, e così lì in piedi, accanto al letto dei padroni, sollevo la gonna e inizio a toccarmi. Sto cominciando ad ansimare, quando la porta si apre di scatto.

E' lui.

Mi riabbasso la gonna freneticamente, sperando che non se ne sia accorto visto che ero girata. Lo guardo, sorride, mi fa cenno di avvicinarmi, io obbedisco.
Paonazza in viso, mormoro delle scuse.
"Padrone chiedo scusa, esco subito."

"Mia moglie dov'è?"
"Ancora fuori signore, sarà a casa a momenti."

"Bene, vieni qui. Ho voglia di scopare e visto che lei non c'è, mi accontenterò di te. Tanto avevi gi cominciato, non è vero, lurida cagna?"

Per un attimo non credo alle mie orecchie. La voglia di cedere, di lasciare che mi faccia godere, dopo tutte le volte che spiandolo di nascosto l'ho sognato,è irresistibile.

"Pa...padrone che cosa dite? Vi prego lasciatemi andare. Io vi... vi prego. AA...aaaaaah!Aaaah... sììì!" Gemo, d'improvviso si è impossessato di me.
Mi tocca dappertutto e io comincio ad ansimare.

Sono eccitatissima, mi sto bagnando, ma allo stesso tempo sono terrorizzata che la mia padrona possa aprire quella porta da un momento all'altro.
"Aaaahhh... aaaahhh... n...noo, no vi prego, vi prego io... io non poss...aaaaaaaaahhh!! aaa.... aaah. Signore non qui, vi prego! V...vi supplico aaaaaaaaahhh! Sììììì... aaaah."

"Sssssh, sta' zitta, stupida cagna. Tu sei una troia, dillo. Dì che cosa stavi facendo. Stavi godendo nella mia stanza da lurida cagna quale sei vero? Dillo forza. Dillo che sei una cagna"
Mi spingee contro il muro e comincia a strapparmi la divisa. "No... che fate... non qui... no... Io...io... aaaaah, aaah". In breve la camicia dell'uniforme è lacerata, lui mi tocca i seni attraverso il reggiseno e quando attraverso il tessuto prende in bocca un capezzolo perdo la ragione e lascio andare un guaito: "Ancora! Sìì... Aaah."

"Godi eh? Godi, cagna? Dillo, dillo che ti stai eccitando, dillo!"

"I..io... s...sì, sììì!Sììì..." Ansimo e muovo d'istinto il bacino contro di lui, è ancora vestito.

La padrona sta per arrivare e io non smetto di mugolare come una cagna, penso piena di vergogna.

"Sì che cosa, eh, cagna schifosa?"

"Sì... sììì signore io... aaaahhh... mi sto... eccitando, sììì... aaaah."

Cerco di guidare la sua mano verso la mia fica bagnata, voglio godere, ma lui mi spinge per terra, in ginocchio.
"Tu sei una cagna. Prima di vedere se ti meriti d'essere scopata, vediamo se sei all'altezza" e aprendosi i pantaloni mi mette il suo cazzo in bocca.

Non me lo faccio ripetere due volte e comincio a succhiare. Lui mi regge la testa e spinge forte. io succhio più che posso, in ginocchio,lui mugola forte, appoggiato al muro. gode sempre di più, e viene gridando. "Sìììììììì!!! Bevi cagna! Sììììì! Cosììì aaaaah aaah, sììì"

Ubbidiente ingoio tutto, ormai sono posseduta ed è più forte di me, devo godere.

Lui mi fa alzare con un sorriso compiaciuto.
"E adesso fa quello che stavi facendo quando ti ho sorpreso, cagna. Se vuoi godere, godi toccandoti."
Ne resto umiliata, voglio che sia lui a toccarmi.
Mi struscio contro di lui, avanti e indietro, sempre più eccitata. Ma lui mi spinge via.

"Sei solo una cagna in calore. Toccati, se vuoi godere. E ringraziami che te lo permetto."

Sono umiliata, ma no posso dire di no. Faccio per sollevarmi la gonna ma lui mi ferma.

"Eh no. Toccati sopra la gonna. Devi godere così, oppure niente."
Soggiogata, mi sdraio per terra e comincio a massaggiarmi la fica attraverso la gonna e le mutande, implorando che la cosa lo faccia eccitare e mi scopi.

"Aaaah... aaaaah, sììììììì... aaaaaah... aaaah..." Non ce la faccio più e infilo le dita sotto le mutande.
"Sììììììììì!!"
Mi sento afferrare per un braccio e vengo sollevata proprio un attimo prima che goda.
"Sei proprio una troia."
"Sìì...Dimmelo ancora"
"Sei solo una cagna che muore dalla voglia di farsi sbattere."
"Sìì!"
Mi spinge sul tavolo e mi sollleva le gambe, mi tocca sopra le mutandine ormai fradice.
"Aaaaah... ahaaaaah ti prego... ti pregoo... aaah ahaaahhH"

Con le dita si fa largo e comincia a premere il clitoride col pollice e io vado fuori di testa
!Aaaaaaaah! sììììì, sìììì per favore, ti prego aaaaaaaah, aaaaah, ancoraaa"

Finalmente ecco che mi bacia la fica. "aaaaaaaaaahaahhhhh, AAAAAAAaaaaahhhH!!! Godo... aahaaaaaaah sììì sììììììì! Godoo... godoooo"

Sadraiata sul tavolo a gambe aperte, lui chinato che mi lecca la fica.
Sono stordita, l'orgasmo è a un passo, e non sento la porta aprirsi.
Realizzo appena che la padrona è sulla soglia che ci guarda pietrificata.

Piena di imbarazzo e di paura, cerco di chiudere le gambe, voglio tirarmi su, ma con una mano il padrone mi tiene ferma continua a leccarmi.
"Signore lasciatemi andare, lasciatemi, per favore, c'... c'è la padrona. basta-aaaaaah, ahaaaaah! AAAAhh.. aaaaahhh... io... aaaaaaah!"

La padrona avanza verso di noi. E' livida.

Io sono ancora sul tavolo a farmi leccare. Mi copro gli occhi con le mani, mentre continuo a mugolare di piacere, non posso farne a meno.

Lui sostituisce la lingua con due dita, e mi infila un dito nel culo facendomi gridare.
"Guardala." Dice alla padrone. "La vedi? La vedi come gode? Guadala come gode, puttana. Quant'è che tu non godi così, eh?"
Io nel frattempo vorrei darmi un contegno ma non ci riesco, io e la padrona ci guardiamo negli occhi - i miei annebbiati di piacere i suoi dalla rabbia - mentre sono sdraiata con la bocca di suo marito sulla mia fica.
Cerco di frenare i mugolii, mi mordo le labbra per non urlare, ma lui, implacabile, non vuole che mi trattenga. Si accorge che sono al limite e inizia a stimolarmi ancora di più, ricomincia con il dito in culo, mi sembra di impazzire, cerco di resistere ma è più forte di me.
Godo davanti agli occhi della mia padrona, esplodendo in un orgasmo devastante.

"Aaaaaaaaaaaah!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Goodo, aaaaaaahhhhhhhh Sìììììììììììììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!!! Sìììì!
Godo!! Goodo! Sìììììììììììììììììììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

Godo.

QUando le sensazioni si affievoliscono, sono sfinita, cerco di tirarmi su.
La mia padrona mi viene vicino e tirandomi forte i capelli mi grida che sono una puttana, una cagna, che sono licenziata e che mi anderà a lavorare in un bordello. Che la mia fica è una fogna e che sono solo una troia sempre in calore.

Poi urla a suo marito di smetterla. Piange. Isterica, implora: "Scopa meeeee!!!!!! Fa' godere me!!"

Per tutta risposta il padrone mi afferra di nuovo, mi sbatte contro la finestra e comincia a trombarmi. Io vorrei dirgli di non farlo, ma non resisto, e presto non sono più padrona di me e riprendo ad ansimare come una cagna, mentre sua moglie in ginocchio assiste.
Lui le dà le spalle mentre mi scopa in piedi, io la vedo bene in faccia invece. Rifletto che dopo mi ucciderà, ma poi perdo lucidità perché l'orgasmo sta arrivando, butto indietro la testa e comincio a mugolare sempre più forte, finché i mugolii di entrambi coprono le grida di sua moglie.

"AAAAAaahhhh aaaaaaaaaaaaaaaah! T--ti prego non ti fermare, non ti fermare aaaaaaaaaaaah. Aaaah, aaaah aaaaah... s-sììì. Ancora... ancora! Più forte! Sììììì... sìììììììììììììììì!!!!!!!!! Vengo! Vengoooo! Sìììììììììììììììììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

Quando riapro gli occhi, ansimando forte, sento che io e il padrone non siamo gli unici ad gemere.
La padrona si sta umiliando senza nessun ritegno: si è eccitata, ed è buttata sul pavimento, si è infilata una mano sotto la gonna e si sta toccando. La ascoltiamo mugolare di piacere mentre si dimena avanti e indietro contro la sua mano spinta sulla fica, godendo ad occhi chiusi. Mentre viene si accorge che la stiamo guardando e muore di vergogna, ma è troppo tardi per fermarsi e continua a muoversi sul pavimento ansimando e gemendo.

Il padrone ride mentre lei finisce di godere, e mi dice: "Hai visto? QUa la cagna non sei solo tu. Anche la mia mogliettina vuole godere, dopotutto."
Una fitta di rabbia mi attraversa, sono gelosa e penso che ora tromberà lei e che forse io sarò anche costretta a guardare, e che così la padrona avr la sua rivincita.

Invece il padrone si avvicina a me, che nuda e ansimante sono crollata a terra grondando umori, e comincia a toccarmi ancora la fica, finché non sono di nuovo infoiata persa, gli occhi mi si velano e ho bisogno di toccarlo, lo voglio di nuovo. Al che lui mi ordina di andare a leccare sua moglie e di fare godere anche lei.

La padrona sgrana gli occhi e cerca di tirarsi su da terra per andarsene. E' disgustata.

"Ma che cosa dici? Io non mi farò leccare da questa cagna! Me ne vado."
Cerca di scappare, gli umori che ancora le colano lungo le gambe; Il marito la ferma e mentre lo guardo sbatterla di nuovo sul pavimento con la forza, capisco che la cosa mi piacerà.

Il padrone la tiene ferma supina per terra e io mi avvicino. Insinuo le mani sotto la sua gonna e le sfilo le mutandine, mentre lei scalcia e mi grida che sono una cagna schifosa e che mi farà rinchiudere. La sua fica è ancora bagata per l'eccitazione che ha provato suo malgrado vedendoci scopare e questo mi fa infoiare.

Comincio a toccarla, lei ancora si dimena, vuole andarsene, ma la sua voce si fa sempre più flebile, e mentre con le dita la esploro, sorridendole maliziosa, mi accorgo che se ora si sta dimenando sul pavimento è per tutt'altro motivo. Muove il bacino verso di me, spinge contro la mia mano, ansima, comincia a godere ma cerca di nasconderlo.

"Aaaaah... sei... sei... aaah... una maledetta! Ti farò ca...cacciare! aaaaaah!!! Maledett...aaaaaaaah!!! Aaaahhh! Aaaaaah! Sei solo una ca...aaaaahhhh!! Una cagna! Fermati!! No... Aaaaah... aaaah..." Ma intanto non smette di muovere i fianchi, si sta eccitando da matti e si vede che non riesce più a resistere.
Il padrone smette persino di tenerla ferma, non ce n'è più bisogno, e comincia a godersi lo spettacolo prendendo a masturbarsi.

Io sono grata di far eccitare il mio padrone, e continuo a toccare la mia padrona, che ormai mugola senza pudore:
"Sei solo una cagna maledett...aaaaah! Sììì! Sììììììììììì! Io mi vendicheròò! sìììììììììì!Continua!
Maledettaa sììììììì! Sìììììììììììììììì!"

Io sostituisco le dita con la lingua e lei mugola, umiliata. "Mi fai godereeeeee!!! Aaaaaaaaha!! Brutta cagna, non smettere, non smettere!!!!"

Tanti anni di punizioni e di cattiverie da parte sua mi fanno venire un pizzico di sadismo. La lecco come una furia e lei gode come una pazza, urlandomi addosso di tutto. Quando mi accorgo che a un passo dall'orgasmo, mi fermo.


La mia padrona era a un secondo dal godere, quindi la frustrazione è massima. "Ahhh, aaah, troia schifosa che fai? Che cosa fai brutta cagna?Continuaaa on ti fermare!"

Cerca di darmi ordini umiliata ed eccitata com'è, ma sono io che ce 'ho in pugno e lei lo sa.
Io mi tiro su e mi pulisco le mani. "Non volevate andare via? Siete libera di andare padrona." Il mio padrone è eccitato da matti e questo giochino gli piace.

La padrona, piena di frustrazione, continua a muoversi avanti e indietro sempre più forte,infila la sua mano per procurarsi l'orgasmo mancato, ma io mi chino e glielo impedisco afferrandole la mano.
Lei continua a dimenarsi sul pavimento, ansima: "Brutta cagnaa, fammi godere! Fammi godere! Continua!!"

Riprendo a toccarla, lei geme forte, in preda alla smania.

"Sì vi farò godere, padrona" le dico mentre le lecco l'interno coscia vicino alla ficafacendola mugolare. Ma voi dovete permettermi di diventare la troia di vostro marito, o mi fermerò di nuovo."
Lei grida di piacere quando le ficco due dita dentro la fica e comincio a muoverle ritmicamente.
"Tu non decidi niente, cagna" ansima lei, con gli occhi chiusi, la voce tremante.
Le tocco il buchetto e lei mugola più forte. Sembra una cagna in calore.
"Sarò la troia di vostro marito, la sua cagna, potrà sbattermi quando vorrà."
Lei continua a godere ad occhi chiusi, spingendo forte i fianchi contro di me, paonazza in viso, col fiato corto.
"Aaaaaaaahhhh, aaaaah!!! S...sììì ancora, sìììììì! Sto per venire, daaai, sììì, aaaah, cagna schifosa non ti fermare, aaaah continua, continuaa... aa..aaaaa, ecco...aahaaaaaaaa, sìììì... non ti fermare... ti prego... aaaaaah..."

Ma io impietosa smetto ancora di leccare, mi allontano bruscamente, la faccio urlare di rabbia e frustrazione. Mi implora di continuare. Guarda suo marito godere mentre io le nego l'orgasmo.
"Toccami! andiamo lurida cagna, toccamiiiii!! fammi godere!"
Cerca di portare la sua mano alla fica per avere un orgasmo ma io di nuovo glielo impedisco.
Ormai infoiata com'è non capisce più nulla, vuole solo che la faccia godere e so di averla in pugno.
Le infilo due dita nel culo facendola urlare di piacere, mentre come un'ossessa si dimena attorno alle mie dita, cercando di spingerle più in fondo.

"Ti prego, ti prego" mugola.

"Allora, sì o no?"

" Non fermarti, sìììì... aaaaahh... aaaahhh... sei una lurida cagna maledettaaahhhh aaaaaahhh sìììì leccami, leccami sììììì...ti prego! AAAAAAHHHHHH...."

"Se non potrò diventare la lurida troia di tuo marito non ti farò godere e non lascerò che ti tocchi."

"va bene, Va bene! aaaaaaaaaahhhhhhh1 sìììì... Sarai la puttana di mio marito, sì, sìììì!!! Ma fammi godere...ti prego! Sìììì... aaaaaaaaaah!!!!"

Trionfante, realizzo che d'ora in poi sarò la cagna personale del padrone, e sarò scopata come fino ad ora potevo solamente sognare mentre mi masturbavo pensando a lui.
Quanto alla padrona, con il lavoro duro e le punizioni ho chiuso: basterà infilarle una mano sotto la gonna perché in pochi minuti si getti sul pavimento in preda alla foga di godere e mi implori di scoparla.

Forte delle mie conquiste, esaudisco le preghiere della padrona e la scopo con le dita, sia davanti che dietro, fancendola gridare senza ritegno.
"Aaaaahhh...aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Sììììììììì, sììììììììììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!"
Smania e si lamenta, mugolando che sono solo una troia, e intanto gode a più non posso.

















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