Jolly, amore mio

Scritto da , il 2010-03-23, genere zoofilia

Un anno fa, proprio di questi tempi, mi svegliai una mattina con una grande voglia di sesso. Ma erano già le sette, non avevo sentito la sveglia alle sei e mezzo, e mio marito doveva alzarsi per andare a lavorare. Ci provai lo stesso: "Umberto, facciamo l'amore?" "Sono già le sette, Debora, sai che non mi piace arrivare in ritardo. Chi ha un posto di responsabilità deve dare l'esempio,io ci tengo a queste cose" "Dai Umberto, per una volta non casca il mondo" "E' vero, ma non casca il mondo nemmeno se lo facciamo questa sera" "Dai Umberto, lo sai che al mattino mi piace tanto..." "Ma proprio perchè ti piace tanto, perchè non hai sentito la sveglia?". A questo punto mi arresi. Mi alzai, andai in bagno, mio marito andò nell'altro bagno e dopo una mezzoretta ci ritrovammo in cucina a bere il caffè e a mangiare qualche biscotto per colazione. Alle otto meno dieci o giù di lì Umberto uscì per recarsi al lavoro, non prima che, come sempre, ci scambiassimo un lungo e appassionato bacio. Restai così in casa da sola, con la voglia di sesso inappagata e la speranza che le ore della giornata potessero passare più velocemente del solito. Mentre mi maledicevo per non aver sentito la sveglia e non aver potuto fare quanto in quel momento ardentemente desideravo, guardai fuori dalla porta-finestra della cucina e vidi passare di lì Jolly, uno splendido dalmata che allora aveva tre anni, quello dei tre cani che abbiamo col quale ho la migliore intesa sessuale. Un'idea mi balenò, e subito la misi in pratica: aprii la porta-finestra e lo feci entrare in casa. Jolly mi fece festa, io ricambiai e lo accarezzai. Poi mi sfilai i pantaloni, tolsi anche le mutandine e cominciai con lui una sorta di preliminare più vicino a quello che faccio con mio marito piuttosto che a quello che normalmente faccio coi cani. Lo accarezzai, lo baciai e, mentre lui mi stava leccando un pò dappertutto, glielo presi in bocca. Lo sentii guaire, poi ansimare e allora capii che era arrivato il momento: mi misi a pecorina, glielo presi in mano e lo aiutai a infilarmelo nella figa. Jolly cominciò la sua cavalcata, io per un pò cercai di stargli dietro ma poi, come sempre accade, lasciai fare, visto che i tempi dei cani sono molto diversi da quelli degli uomini. Come mio solito non ci misi molto a venire, il fatto è che lui non si decideva a sborrare. Continuava a darci dentro,e il mio godimento era tale da aver superato il limite. Poi, finalmente, sborrò, si fermò e ci vollero un altro pò di minuti per fare in modo che il nodo ingrossatosi si afflosciasse. Quando uscì feci un poco di fatica a rialzarmi perchè quella chiavata era stata particolarmente intensa. Lui mi leccò ancora un poco e io andai a prendere dei fazzolettini per asciugarmi la figa e uno strofinaccio per pulire la sborra caduta a terra (i cani sborrano un pò più degli uomini ed essendo la loro sborra più liquida non è infrequente che quando ci si alza un poco ne cada a terra). Diversamente dal solito, però, non feci uscire Jolly da casa e non andai a farmi il bidet. Rimasi lì con lui, senza pantaloni e senza mutande, a giocherellare un pò. Sbrigai alcune faccende domestiche, sempre col culo al vento, con Jolly che mi veniva dietro buono buono, e più o meno un'ora dopo la sua sborrata mi venne l'idea di toccargli il cazzo. Lui si mise di nuovo a guaire, allora glielo presi in bocca e notai che si stava di nuovo intostando. Mettermi alla pecorina fu una sorta di riflesso condizionato, lui mi venne dietro e di nuovo lo aiutai a infilarmi la figa. Mi penetrò e stavolta ci mise meno a venire, ma io raggiunsi egualmente l'orgasmo. Mi parvero interminabili i minuti che trascorsero prima che si afflosciasse e potesse uscire. Avevo una gran voglia di abbracciarlo e baciarlo per il grande godimento che mi aveva procurato, ma dovetti giocoforza aspettare per non compromettere la buona salute della mia figa. Finalmente si afflosciò, uscì e allora lo abbracciai, lo strinsi forte e mi scappò di sussurrargli: "Jolly, amore mio!". Restai abbracciata qualche minuto a lui, poi la vita riprese il suo corso normale. Lo feci uscire in giardino, feci un bel bidet seguito da un bagno profumato, preparai le ciotole per il pasto dei cani,eccetera. E cercai di recuperare le forze per la sera... Quando Umberto tornò, durante la cena gli spiegai dettagliatamente quanto era successo al mattino con Jolly. Lui si eccitò al racconto, al punto che il caffè lo bevemmo dopo. Prima, infatti, ci rifugiammo in camera da letto, dove facemmo una super-scopata. Durante la quale Umberto mi chiese: "Ma tu preferisci farlo con me o con Jolly?". Gli risposi:"E' diverso, niente può battere la nostra intimità e la passione con cui facciamo l'amore. Sei il mio amore e tu lo sia bene. Jolly, invece, è il cane col quale m'intendo di più. E stamani ha fatto gli straordinari. E' stato bravissimo. Diciamo che è il mio amore a quattro zampe". Già. "Jolly, amore mio!"

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